venerdì 5 luglio 2019

ONC e La mossa del cavallo

Ieri questo blog ha registrato, nonostante caldo e venerdì pomeriggio, un rilevante picco di contatti. grazie!!!

Anzitutto complimenti ad Angelo Zaccone Teodosi per un eccellente articolo comparso su Key4Biz:

https://www.key4biz.it/la-rai-pubblica-il-bilancio-sociale-2018-senza-avvisare-nessuno/264097/

si tratta di analisi attenta e dettagliata sul bilancio sociale Rai, su quanto viene detto e quanto invece iene "dimenticato". Vivamente consigliata la lettura.

"… Quando si studia una data posizione, è quasi sempre vero che nei primi cinque minuti di analisi si vedono più cose che nei cinque minuti successivi. Gli ulteriori cinque minuti dopo il decimo sono ancora meno produttivi, e così via. Ho avuto modo di constatare che quando si impiega più di 20 minuti per eseguire una mossa, in genere si finisce col commettere un errore." John Nuun, tra  i migliori teorici degli scacchi moderni.

Questa citazione ci riconduce al voto in Vigilanza sul caso Foa e al possibile vero obiettivo di quel voto. La mossa del cavallo è quella solitamente definita come iniziativa abile e inattesa. Ecco, esattamente questo è mancato alla dirigenza Rai: la capacità di sorprendere tutti con una mossa che, con l'aria che tira, sarebbe stata ai limiti dello stupefacente (non fraintendete ...). Avendo lui i poteri, l'AD, ed essendo stato lui responsabile della proposta di nomina di Foa come Presidente di RaiCom, sarebbe stato lecito attendersi da lui la mossa giusta: usciti da S, Macuto, senza attendere un solo minuto, avrebbe potuto dire semplicemente quello che ha detto Foa ieri "rispetto per le istituzioni parlamentari" e quindi chiederò al Presidente Foa di fare un passo indietro. Nulla di tutto questo: sono trascorsi 15 giorni di inutile quanto dannosa attesa che ha dato e darà luogo a tutti i possibili retropensieri. Honi soit qui mal y pense
Si tratta semplicemente di Opportunità Non Compresa. 

Come pure si corre il rischio che questo Consiglio non comprenda l'opportunità di approvare un palinsesto del Servizio Pubblico in grado di raccogliere esigenze e sensibilità probabilmente ben presenti tra chi paga il canone. Oggi il Messaggero titola " ...tutte fiction e meno talk ..."  Vedi, appunto, l'articolo sopra citato.

Corriamo volentieri il rischio di scadere in banalità ma, ad esempio, tanto per dire, pensiamo a due piccole proposte:
A: per sapere qualcosa di più sulla notizia, l'avvenimento del giorno, ci sono poche possibilità. La prima è su La7 alle 20.30, la seconda - quando c'è - Bruno Vespa in seconda serata e, alla fine il Tg3 delle 24. Troppo poco.
B: persa la Champion sulle reti Rai il calcio rischia di scomparire, salvo dedicarsi alla serie B. Sarebbe tanto improbabile comprare i diritti per una partita di serie A una volta alla settimana?

Ieri in Cda la sola Rita Borioni ha votato contro i palinsesti con motivazioni condivisibili sulla carenza di innovazione e sulla varietà dei generi nonchè sulla radio, mentre Laganà ha votato a favore pur se non risultano convincenti quelli di Rai Uno e gli altri conterrebbero spunti interessanti.

Infine, alcuni lettori ci hanno fatto notare il rischio per Rai Way di dover pagare con i propri (lauti) profitti l'adeguamento degli impianti tecnologici in vista del refarming delle frequenze. Questa mattina, la solitamente bene informata Sara Bennewitz su La Repubblica, torna alla carica sul polo delle torri e cita un anonimo banchiere (si ... banchiere .. avete letto bene) e si  legge «Non fondere la Rai Way con Ei Towers subito - spiega un banchiere che in passato ha studiato l'operazione - sarebbe come stanziare importanti investimenti per ristrutturare due case gemelle, sapendo che poi ne verrebbe abitata solo una». Se in Rai e in Mediaset prevarranno criteri di efficienza e di risparmio, sotto la regia di F2i, l'operazione è a portata di mano. L'argomento è di estremo interesse e la domanda rimane invariata: chi paga gli impianti del Servizio Pubblico e a chi rimangono?
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