venerdì 26 luglio 2019

La pistola fumante - 3

La (non) notizia del giorno è che ieri in Cda Rai il consigliere Laganà ha presentato una memoria dove si rileva l'incostituzionalità del prelievo forzoso operato dal Governo sul canone Rai dove si evince chiaramente l'illegittimità di quanto avvenuto. Grazie Riccardo: era doveroso e necessario. 

Ovviamente, la notizia non è stata ripresa da nessuno.

Alcune osservazioni: in questo contesto, conosciuti i metodi e gli strumenti della comunicazione, fare qualcosa e non riuscire  a farlo sapere corre il rischio di vanificare tutto. Sarà necessario mettere a punto azioni congiunte e coordinate dove, appunto, la comunicazione, la diffusione dei messaggi è parte del messaggio stesso. In questo particolare momento, far sapere ai cittadini come stanno realmente le cose a proposito di come vengono utilizzati i loro soldi è assolutamente prioritario. 

E' ora necessario capire, sapere cosa intendono fare l'AD Salini, il presidente Foa e gli altri consiglieri che, se verificato quanto evidenziato con la memoria legale, configura un danno erariale di notevole entità. 

Il tema dell'utilizzo incostituzionale delle risorse Rai ha una ferita profonda e tuttora aperta: su questo blog ne abbiamo scritto a lungo con il titolo "il Grande Gomblotto". Tutto risale al 2014, Governo Renzi ... sorry ieri abbiamo scritto Monti, quando si decide di prelevare 150 milioni dai conti di Viale Mazzini per essere utilizzati in altra direzione. Per far quadrare i conti il DG di allora, Luigi Gubitosi, decide e sostiene la proposta di "vendere" una parte di Rai Way e avvia la sua quotazione. Contro questa operazione vengono richiesti di ben tre pareri dei più illustri costituzionalisti: Alessandro Pace, Michele Ainis e Enzo Cheli (per chi fosse interessato possiedo gli originali). I primi due non hanno dubbi e sostengono apertamente l'incostituzionalità del prelievo, mentre Cheli nella prima parte argomenta in vario modo per poi, nella seconda parte, ammettere anch'esso che la risposta al quesito è chiara: non si può fare. Tutti incuranti di questi pareri, vanno avanti come treni e si procede alla vendita di una parte di Rai Way (con tutte le note osservazioni che più volte abbiamo scritto). Dopo di che si arriva al Consiglio di Stato dove, tutt'ora, è pendente il ricorso da quasi due anni. Nella memoria presentata da Laganà in Cda questa parte non è ricordata quando invece sarebbe stata utile a rafforzare ulteriormente l'argomentazione.
Infine, a questo proposito, non è stata mai chiarita una storiella che è circolata al VII piano lo scorso dicembre quando qualcuno, sembra, ha fatto circolare la proposta di ritirare il ricorsoal Consiglio di Stato in cambio del ritiro del prelievo sull'extragettito. Forse, storia fantasiosa ma, forse, nemmeno tanto.

Infine, un breve riassunto sempre sulla questione canone. il giornale La Notizia di oggi riferisce da loro fonti che Di Maio avrebbe accantonato la proposta di legge finalizzata all'abolizione del canone Rai. Bene! è una buona notizia ma fino ad un certo punto. Rimane aperto un confronto, uno scontro sociale, politico e istituzionale che si dovrà affrontare una volta per tutte compreso con coloro che vorrebbero tutelare il bene comune rappresentato dal Servizio Pubblico. Si dovrà chiarire e definire cosa è cambiato da quando venne definito il SIC con la Legge Gasparri. Sono  passati oltre 20 anni e in questo periodo è cambiato tutto o quasi. Non solo dunque una nuova legge di riforma del Servizio Pubblico ma anche un nuovo perimetro del sistema delle telecomunicazioni. Certo, con questi chiari luna, immaginare una cosa del genere è come sperare di vedere lo sbarco del primo uomo su Marte. Questo, però, non esonera dall'aprire il dibattito e provare ad ipotizzare proposte, comprese quelle riferite ad un nuovo "modello" di canone da pagare per un nuovo "modello" di servizio pubblico. I due aspetti sono inscindibili: non si potrà sostenere a lungo una partita a poste asimmetriche. Chiedere una tassa obbligatoria e in cambio fornire, come avviene in questi giorni, il prodotto di punta televisivo rappresentato da Techedeche potrebbe non essere più sufficiente a mantenere la credibilità del Servizio pubblico. Parliamone e presto.

A proposito di parlare: ieri boom di contatti su questo blog seppure su una materia molto complessa. Buon segno ed è sempre una buona risposta a chi mi chiede "chi te lo fa fare .. non è meglio portare a spasso il gatto?". 
Il tema del controllo dei contenuti, della capacità progettuale ed economica della realizzazione (tutt'altro che scontata) e delle modalità di distribuzione degli stessi è il campo di battaglia centrale che interessa tutti i soggetti. I problemi che abbiamo iniziato a proporre ieri sono solo l'inizio.
bloggorai@gmail.com

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