venerdì 1 febbraio 2019

Il sonno della ragione

Il sonno della ragione produce mostri. E' venuto in mente questo pensiero quando, ieri, abbiamo scritto di aver letto il testo del nuovo Piano industriale Rai e ne abbiamo parlato con alcuni fedelissimi lettori del blog. Ci sono state due tipi di reazioni: la prima è quella del timore ed è riconducibile al danno potenziale che se ne potrebbe ricavare rendendo pubblico un progetto, seppure molto parziale, sommario, abbozzato, del quale si potrebbe "profittare" la concorrenza (???). La seconda reazione è di segno opposto: si tratta di Servizio Pubblico, di interesse nazionale, collettivo, dove impegni e conseguenze interessano, debbono, interessare tutti e, anzi, proprio renderlo pubblico dovrebbe avvantaggiare, rafforzare, migliorare, il senso generale del piano industriale.

Per quanto ci riguarda, siamo dichiaratamente schierati per quest'ultima lettura: abbiamo scritto che il piano industriale di qualsiasi azienda e, ancor più, quello del Servizio Pubblico, dovrebbe poggiare su una visione strategica di lungo respiro, di proiezione verso un prossimo futuro che non sarà più semplicemente quello di un operatore "privilegiato" dal fatto di essere supportato, in parte, dal canone pagato dai cittadini. "Tanto il piano industriale non serve a niente ... vedi quello precedente:a cosa è servito, a quali risultati ha portato?" ci ha detto un lettore. Forse, ha ragione, nell'epoca della responsabilità marginale e relativa degli amministratori in ordine al tempo di governo (qualcuno, in Rai, lo stimava mediamente in 14 mesi), non si fa in tempo ad impostarlo (Gubitosi) e poi vederlo approvare dal successore (campo Dall'Orto) per poi essere misurato dal successore (Orfeo) e infine messo nel cassetto dall'ultimo arrivato (Salini) divenuto AD a sua insaputa. Lo stesso potrebbe avvenire per questo Piano: il contratto di servizio prevedeva la sua presentazione già da sei mesi e la data è stata posticipata al prossimo 7 marzo (si ipotizza un possibile rinvio). Al momento in Cda è stata presentata solo una bozza di poche pagine (preliminare), quello precedente era di 112 pagine (interessante lavorare sulle similitudini). La società di revisione e il CFO di Viale Mazzini sono impegnate alacremente.

Sappiamo bene come funziona il meccanismo di produzione del Piano: ci lavorano gli "esperti" delle direzioni interessate con il supporto dei consulenti esterni (ben retribuiti) che raccolgono i dati e li sistematizzano nei contesti, le bozze vengono "lavorate" e poi condivise (in alcuni casi anche all'esterno "politico") per essere poi sottoposta ad una prima lettura in CdA, dopo la supervisione dei rispettivi Staff di Presidente, AD e Segreteria del Consiglio. Insomma, sono molti coloro che dovrebbero o potrebbero essere  direttamente interessati a coinvolgere, ad aprire quanto possibile il dibattito. Il Servizio Pubblico, per certi aspetti fondamentali, non ha concorrenti.
Il dibattito è aperto

bloggorai@gmail.com

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