giovedì 31 gennaio 2019

il diavolo e l'Acqua Santa

Occorre essere ragionevoli, pacati, moderati, saper distinguere il grano dal loglio, non buttare il bambino con l'acqua sporca, in fin dei conti ognuno di noi, se preso nel modo giusto, può dare qualcosa di buono etc etc etc... Con questo spirito mi sono accinto a leggere attentamente la bozza pagine del  Piano Industriale 2019-21 .

Premessa di merito: difficile quando ci si avvicina a scelte di tale portata, natura e conseguenze non inserirle nel contesto sociale, politico, culturale in cui sono maturate. Ancora una volta, occorre ricordare che questo Piano è frutto di almeno due passaggi rilevanti: la Legge del 2015 e la successiva sottoscrizione della nuova Concessione. Con la prima è avvenuto un fatto che ha rivoluzionato in modo copernicano l'intero impianto normativo del Servizio Pubblico. E' stato definitivamente posto nelle mani del Governo che, a sua volta, esprime la guida con la nomina dell'AD e del Presidente. Questa nuova governance della Rai, finora, ha dato prove brillantissime di come si intende rinnovare: dalla nomina dell'ex direttore degli affari legali sul procinto di uscire come consulente del Presidente, alla nomina di direttori senza alcun criterio di selezione, per finire al silenzio totale verso lo scippo perpetrato ancora una volta sul fronte del canone. Tralasciamo le amenità che si leggono in queste ore (dalle polemichette di Rai Due che accusa il coordinamento palinsensto, ai sospetti conflitti di interesse che gravano su Sanremo, all'arrivo di una nota "sovranista" nello spazio occupato una volta da Enzo Biagi etc etc). Queste stesse persone ora si vorrebbero assumere la paternità di imprimere la direzione di sviluppo dell'Azienda nei prossimi anni e vorrebbero assumersi la responsabilità di "riorganizzare la Rai".
Seconda premessa: da nessuna parte è stato scritto o detto nulla sul piano complementare che dovrebbe accompagnare quello industriale: quello editoriale, anch'esso previsto tra gli obblighi previsti dal Contratto di servizio. Come si possa immaginare l'uno senza l'altro è difficile.

La bozza di nuovo Piano industriale è composto di quattro parti:

1.       Il panorama globale
come cambiano i consumi
come cambiano i modelli di produzione

come cambiano i modelli di mercato 
2.     2.       La Rai e le sue prospettive strategiche 
                        il contesto di offerta
                        gli obiettivi
3.       La nuova Rai, una nuova visione, una nuova missione
                       da prevalente operatore televisivo a 
                       public Service Media (PSM) su multipiattaforma   
 4.     I fondamentali del piano industriale 2019-2021 
       utenti e contenuti al centro della trasformazione
       rimodulazione offerta digitale
       revisione rapporto costi/investimenti
       coinvolgimento risorse umane, tecnologie, patrimonio immobiliare

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