mercoledì 20 febbraio 2019

La Spectre di Viale Mazzini

Anzitutto ancora una volta Grazie alle centinaia di lettori che pure ieri hanno avuto tempo e interesse a leggere questo blog. Dall'inizio del mese circa 1600 e oltre 22 mila le visualizzazioni che provengono anche da Stati Uniti (12), Germania (54) e persino dall'India (2).

Allora: se avete voglia di saperne di più su Viale Mazzini non dovete fare altro che chiedere alla nuova capa dell'US, Claudia Mazzola, oppure a Giovanni Pasciucco, CFO, oppure a Stefano Ciccotti (CTO) e compagnia cantando. Un muro di gomma, al confronto, è meglio. E se pure riuscite a sapere qualcosa, anche per pura fatalità, e provate a verificare ne potete stare certi, si alza un velo di omertà, silenzio, smentite ufficiose, di mezzi ammiccamenti. Per non dire di messaggi espliciti dove ti si esprime il pensiero "del tutto personale" che su quel tema, forse, è meglio lasciare perdere.
La Spectre, a confronto, è una sana Associazione di chierichetti in pensione, educande.
Nei giorni scorsi il consigliere Laganà nel suo FB ha scritto "Prima di un piano industriale, prima di un piano editoriale abbiamo la necessità di un piano culturale aziendale che ridefinisca il concetto di servizio pubblico prossimo venturo." La riteniamo una felice intuizione: anzitutto una visione di Servizio Pubblico che sia valida non tanto per i prossimi 2 anni e mezzo, quanto invece almeno per i prossimi 10. Cioè il tempo necessario a definire mutamenti e trasformazioni strutturali e non transitorie. Il tema è capire se qualcuno, in questo momento, ha qualche straccio di idea di come potrebbe o dovrebbe essere un Servizio Pubblico Radiotelevisivo adeguato ai nuovi paradigmi sociali, culturali e tecnologici? Le sole ancore disponibili alle quali tenersi legati sono quelle espresse dalla Concessione e dal conseguente Contratto di servizio. In questo contesto si colloca il timone centrale che dovrebbe dirigere il cambiamento: il tema delle risorse. Si dice che "chi paga comanda". Dove sono le risorse? a quali fonti si dovrebbe attingere per sostenere non tanto il nuovo PI quanto gli impegni di gestione semplici semplici (una stima fatta al mercato del pesce sostiene di circa 600 mln). Non vedere denaro, non vendere cammello. E' noioso ripeterlo: la questione del canone è un "modello organizzativo" come piace sostenere ad alcuni nostri amici che la dice lunghissima su come l'attuale vertice vorrebbe impostare il PI. 

Abbiamo letto su come il nuovo PI intende finanziare la trasformazione: "    Individuare risorse economico-finanziarie (attraverso riduzioni di costo o sviluppo dei ricavi) per finanziare le iniziative strategiche descritte nelle 2 aree precedenti, su cui si basano le prospettive di sviluppo del Piano 2019-2021 e l'ottemperanza agli obblighi del Contratto di Servizio

Ottimizzazione attuali costi contenuti e struttura

Evoluzione del ruolo di Produzione TV da fornitore a partner dell'Editore
Sviluppo Ricavi:  Sviluppo Ricavi Pubblicitari  –  Sviluppo Altri Ricavi

Il precedente PI 2016-18 invece era così articolato:

bloggoraai@gmail.com



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