martedì 22 gennaio 2019

Ragioniamo

Un nostro lettore ci ha ricordato, a proposito del Contratto di Servizio, di aver omesso un ulteriore adempimento per la Rai sul fronte tecnologico. Si tratta del comma 6 dell'art. 27 laddove si prevede che si debba fornire al Ministero "con cadenza annuale, la necessaria documentazione con riferimento al monitoraggio della qualità tecnica del servizio di radiodiffusione e alle elaborazioni statistiche, con indicazioni del grado di estensione dei servizi, della qualità di ricezione riferita ai livelli della scala di qualità UIT-R e dell’andamento delle situazioni interferenziali e dei disturbi dei servizi, nonché i valori della disponibilità del servizio misurati utilizzando gli indicatori di qualità concordati con il Ministero". Non si tratta di cosa da poco in considerazione del fatto che il Servizio Pubblico debba garantire, in cambio del canone, la qualità del segnale e, vorremmo ripetere, anche quella dei contenuti.


Per oggi ci limitiamo a segnale un importante articolo sul quotidiano Avvenire di Mario Morcellini , commissario AgCom, sul tema informazione. Il ruolo del giornalista come "arbitro di linea" ovvero garante delle nostre libertà come pure il confronto tra la quantità di tempo occupato in Tv dai leader di partito rispetto alle forze politiche sono gli argomenti affrontati. Siamo nel pieno di un dibattito cruciale per il presente e il futuro del nostro sistema democratico, sottoposto ad una pressione crescente sul fronte dello spostamento dell'asse di riferimento dalla fonte legislativa a quella esecutiva (vedi proprio la nuova legge di riforma della governance Rai). L'articolo riporta, inoltre, interessanti osservazioni sul tema dell'uso della "social information". Per quanto ci riguarda, condividiamo buona parte del ragionamento proposto da Morcellini mentre osserviamo che la riflessione sulla figura del "giornalista" sia carente dal suo presupposto editoriale, logistico, aziendale. Difficile, infatti, immaginare il giornalista "con la schiena dritta" in un giornale con la schiena piegata, o meglio, con la schiena rivolta ad una parte piuttosto che all'altra. Inoltre, allo stesso modo con cui si fatica a credere alla "neutralità della notizia"  allo stesso modo, si fatica a credere a chi gestisce, manipola, le notizie come "arbitro neutro". Viceversa, è lecito credere che si pone una relazione funzionale tra la figura professionale del giornalista e il contesto dove questa viene esercitata, sia essa limitato alla sola testata giornalistica, sia essa svolta più in generale sul piano politico e culturale. Per intenderci, nessuno obbliga il redattore, quando scrive una notizia politica, a riportare l'ultimo Tweet di Salvini o Di Maio. E' proprio in questo momento che l"arbitro di linea" supera il suo ruolo e corre il rischio di diventare "ala tornante" della squadra in campo. Da questo punto di vista, il tema torna al campo centrale dove si gioca, per quanto ci riguarda, la partita più rilevante:  il ruolo dell'informazione nel Servizio Pubblico Radiotelevisivo.

Il post di ieri ha avuto diverse centinaia di visualizzazioni: grazie !!!

bloggorai@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento