martedì 9 aprile 2019

Il toro per le corna

Oggi dovrebbe essere giorno di corrida e vedremo se il povero toro non verserà sangue nell'arena.
Alle 12 si dovrebbe riunire la Vigilanza e si attenono scintille. Ma, a quanto sembra, come al solito, la confusione regna sovrana. E' notizia di ieri sera che il PD che aveva annunciato l'Aventino come protesta per la mancata pubblicizzazione delle schede utilizzare per l'elezione di Foa ha cambiato idea e sarà Anzaldi a non essere presente in aula. Incredibile ma vero !!! Si ipotizza un nuovo grande "inciucio" che non sarebbe, come si vorrebbe far credere a danno del M5S ma, a favore. Dovesse mai succedere che si formasse una nuova maggioranza di governo, qualcuno sostiene che sia più verosimile tra PD e 5S che non Lega e FI. Anzaldi e Borioni ne dovrebbero sapere qualcosa di più di noi.

La mattinata inizia bene: nella mazzetta dei giornali troviamo due pezzi importanti: intervista di Riccardo Laganà a La Notizia e intervista tempestivissima e pregiatissima di Fabrizio Salini su Prima Comunicazione.  Laganà ripropone il tema del conflitto di interessi di Foa (sollevato anche da Primo Di Nicola, M5S) come presidente sia di Rai Spa che di RaiCom, cioè controllante e controllato. Inoltre affronta, correttamente, il problema dell'assegnazione del canale in lingua inglese (finanziato con soldi pubblici) sotto le direttive di una società con finalità commerciali. Ci permettiamo di aggiungere: la Legge e lo Statuto Rai non lo permettono! Al Presidente del Servizio Pubblico sono demandati ruoli e compiti ben delineati che non possono essere superati a discrezione, a piacimento: nella Legge 220 del 2015 (vituperata e nefasta) all'art.2, comma d, si legge un esplicito riferimento alla "l’assenza di conflitti di interesse o di titolarità di cariche in società concorrenti." Le due società non sono concorrenti tra loro, ma questo aggrava la valutazione, non la alleggerisce in quanto rimane il tema prevalente, cioè il conflitto di interesse che la medesima persona riassume con il doppio incarico. Inoltre, la stessa Legge, al comma e, recita: "Al presidente possono essere affidate dal consiglio di amministrazione deleghe nelle aree delle relazioni esterne e istituzionali e di supervisione delle attività di controllo interno". Punto. Inoltre, lo Statuto pubblicato sul sito della Società, all'art. 22 fissa dettagliatamente le responsabilità del Presidente e non si prevede in alcuna parte che possa assumere altri incarichi in società controllate. Punto: NON si può fare! Il M5S è partito all'attacco su questo fronte ma forse hanno dimenticato che la loro rappresentante in Cda, Beatice Coletti, ha votato a favore di questa nomina. Qualcosa non torna.

Ieri abbiamo definito il Piano industriale come "arma di distrazione di massa": confermiamo e la lettura dell'intervista dell'AD su Prima ci fornisce ulteriore prova. Lunghe a argomentate risposte portano a sostenere che si tratta di un piano ambizioso, capace di portare la Rai fuori dalle secche dell'inefficienza, al passo con le attuali e poderose sfide tecnologiche e produttive e tutto questo grazie ad una formidabile ristrutturazione per "generi" dei contenuti e per revisione della struttura di corporate. Viene definita "rivoluzione copernicana" perchè rompe i potentati delle reti. Due semplici osservazioni: la prima si riferisce alla madre di tutte le domande che, curiosamente, viene messa in coda all'intervista: le risorse. Sostiene Salini "Il piano del triennio, dal punto di vista del prodotto, genera risparmi ... ed è prevista anche una copertura dalla Legge di bilancio". Eresia ...eresia...eresia!!! che si possano ottenere risparmi sarà tutto da verificare e, in buona sostanza, si apre una scommessa con la copertura finanziaria tramite credito bancario e, gravissimo, rilevare una copertura ai limiti della legittimità in quanto si configura un aiuto di Stato indebito. Senza poi dimenticare l'esproprio di parte del canone, sul quale si ipotizza un legittimo ricorso mentre risulta ancora pendente quello al Consiglio di Stato per lo scippo dei 150 milioni operato dal governo Renzi.

Non c'è alcun motivo per tifare la riforma Salini anche per un altro, sostanziale pilastro: disattende in modo pressochè totale un fondamentale mandato ispiratore del Piano stesso proveniente dal Contratto di servizio: la coesione sociale. Si riduce tutto a mera alchimia organizzativa, a freddo calcolo di posizione, a banale e goffo tentativo di rincorrere una concorrenza (ricordare l'intervista sempre di Salini su RaiFlix) su un terreno che non è e non dovrebbe essere quello del Servizio Pubblico.

Speriamo che il toro, alla fine della giornata, esca indenne !!!

bloggorai@gmail.com

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