lunedì 1 aprile 2019

facite 'a mmmuina

Queste giornate di sole primaverili (ancorchè senza pioggia, ed è grave per l'agricoltura) hanno consentito sane passeggiate, letture, musica, film e quant'altro. Beninteso, anche qualche riflessione.

1) chi crede che la Rai, Il servizio pubblico sia esente dalle fortissime tensioni che animano il Governo, cioè che le due anime del settimo piano siano pacificate sotto il segno del piano industriale e della truffa del DG (ha fatto bene Zaccone Teodosi a sollevare il problema della legittimità derivata dal Contratto di servizio che non lo prevede) rischia di schiantarsi contro la prossima bufera in arrivo con le Europee, anche se Freccero (intervista di oggi immagina il contrario).
2) ne deriva, per quanto ci riguarda, che sarà un bene per il Servizio pubblico mandare alla deriva questa governance perché potrebbe indurre a sostenere, a dare vigore, a tutti coloro che saranno chiamati a battersi perché si possa rimettere la Chiesa al centro del villaggio, e intendiamo la Comunità (il Parlamento), i cittadini, chi paga il canone, come fonte di legittimità istituzionale. In poche semplici parole: questa dannata Legge del 2015 deve essere modificata e forse sarà necessario buttare l'acqua sporca con tutto il bambino (ci dispiace per lui , ma non è colpa di nessuno se ha avuto questa iattura).
3) il M5S sta giocando sulla Rai una partita ambigua. Da un lato lascia intendere che vedrebbe con attenzione l'impegno ad una forte riforma del Servizio Pubblico (a molti è piaciuto l'articolo di Travaglio con il quale riesumava una proposta di Legge di alcuni anni addietro). Dall'altro, assiste per un verso inerme e complice all'occupazione dell'Azienda "manu militari" e alla moltiplicazione delle poltrone. Per non dire dei casi clamorosi del canale in lingua inglese spostato sotto Rai Com e per non dire del caso Rai Way.
4) più ne parliamo, più ci confrontiamo con molti lettori del blog, e meno comprendiamo le ragioni dell'astensione in Cda. O si è in accordo o si è in disaccordo. Astenersi viene letto come un "vorrei ma non posso" che rende complesso aggregare consenso. Anche perché, tecnicamente, ci si astiene quando si presume di non avere elementi sufficienti a decidere, ma non sembra questo il caso. Allo stesso modo come è stato votato no al Piano industriale (sacrosanto, legittimo e bene motivato), anche in questo caso per la nomina del DG c'erano tutti i buoni motivi per dire ancora no.
5)  più ne parliamo, più ci confrontiamo con molti lettori del blog, e meno comprendiamo le ragioni di coloro che difendono questa rivoluzionaria idea della ristrutturazione per generi. Anzitutto si pone al centro la ristrutturazione interna come soluzione finale, buona di per se, in quanto tale, indipendentemente dal contesto sociale, politico, normativo, in cui questa deve avvenire. Questo presupposto intossica il proseguimento del dibattito. Inoltre, è bizzarro osservare come questi stessi sostenitori non pongono analoga attenzione con una riorganizzazione bene indicata nel contratto di servizio: la rimodulazione e la possibile riduzione di reti e testate.
6) nei giorni scorsi abbiamo letto che la Rai sarebbe in  ritardo (fonte Andrea Imperiali) alla fornitura dei nuovi dati Auditel digitali, cioè comprensivi del consumo di Tv attraverso i device mobili.
7) la Corte dei Conti osserva (come al solito) i conti sulle collaborazioni esterne di Viale Mazzini.
Oggi la Gabanelli osserva la curiosa anomalia dei molti dirigenti che guadagnano come lo stesso AD pur avendo responsabilità di gran lunga meno rilevanti. Se lo stesso AD ci fosse, potrebbe battere un colpo e il modo c'è, semplice semplice: caro dirigente superpagato o accetti una "rimodulazione" dello stipendio oppure vai a casa.
8) nei giorni scorsi, e anche in quest blog lo abbiamo scritto, molti hanno osservato la carenza pressoché totale della lettura "sociale" del Piano industriale, tutto concentrato sul proprio ombelico tecnologico e organizzativo. Questa considerazione ci riporta al punto 2 e 4: in questi termini, con questa premessa, difficile andare avanti.
9) chi è di destra, chi è di sinistra? dove sta l'una e dove l'altra? il gioco si fa duro

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