Non ci sono più i Festival di una volta. Oggi inizia quello del
Cinema a Venezia e, in questa occasione, la Rai di una volta dava grande
sfoggio della sua presenza e potenza. Si allestiva uno stand, si distribuivano gadget,
si organizzavano cene ed incontri, si gestiva una sala proiezioni con una struttura
Rai dedicata. Insomma, una “grande Rai” che si notava e pesava e non si badava
a spese per motoscafi, grandi Hotel e ristoranti. Tutti soddisfatti e contenti.
Tra l’altro, sempre in quel periodo, c’era in cantiere anche Miss Italia e
settembre diventava il mese più felice dell’anno.
A quel tempo, parliamo degli anni ’90, si organizzava pure una
importante iniziativa di “servizio pubblico”: “La Rai per il Cinema” ovvero
la proiezione in anteprima di un’opera cinematografica in una città di
provincia, laddove le grandi iniziative di spettacolo nazionale raramente si
vedono. Era un successo notevole: la formula molto semplice, si invitavano le
autorità locali (Sindaco, Vescovo, Prefetto, Capitano dei Carabinieri), un
personaggio del film e biglietti gratis per chiunque, ad esaurimento. La sala
sempre piena con grande soddisfazione per tutti. Oggi invece “solo” Rai Cinema, magari pronta per una possibile "quotazione".
Poi, sempre di questo periodo, si cominciava a mettere in cantiere
l’altro grande Festival: Sanremo. Si formavano le squadre che sarebbero andate in trasferta (molto ambita) per prenotare le stanze in albergo, alle Relazioni Pubbliche si cominciavano a
stampare i biglietti di invito per i vari “ospiti”, si predisponevano i ricchissimi
gadget per i giornalisti da far trovare nelle loro stanze di albergo dove alloggiavano. Questo dei gadget meriterebbe un capitolo a parte. Non
c’era conferenza stampa, non c’era incontro, non c’era iniziativa quale che
fosse se non si distribuivano gadget e guai se ti perdervi o dimenticavi qualcuno,
si offendeva a morte. Ovviamente, ovviamente, poi si cominciava a fare la lista
dei dirigenti in trasferta e trattare il pacchetto delle stanze di albergo da
occupare. Of course, per primi i vertici “in rappresentanza dell’Azienda”. E non
erano pochi e tutti, ovviamente, con posti a sedere dentro l’Ariston accompagnati
da consorte e possibilmente in “favore di telecamera”. Questa è forse la sola
consuetudine che sembra resistere: basta rivedere le inquadrature del pubblico
durante una delle serate qualsiasi dell'ultimo Festival e si riconosce mezza Rai, con AD, Presidente
più o meno anziano o in “pectore” e consiglieri in bella vista e, a seguire, sparsi
tra il pubblico, dirigenti vari dall’ex VII piano in giù.
Veniamo al Sanremo 2026. Ancora oggi sulla firma del Contratto
con il Comune non ci sono tracce. Tutti coloro che abbiamo sentito si dicono sicuri:
il Festival di Sanremo si farà a Sanremo, non ci sono alternative. Dal punto
di vista Rai, non c’è (o meglio, non ci sarebbe o non lo si vuole trovare) il
tempo per organizzare il Festival in altra sede (Torino rimane sempre la
candidata più quotata). Dal punto di vista del Comune, debbono fare carte false
per trattenere la Rai, senza la quale a febbraio potrebbero a malapena organizzare
una sfilata di carri allegorici ricchi di piante e fiori invernali. Epperò …
epperò… tutta questa sicurezza ostentata ancora non prende forma. Il Comune
cederà sulla richiesta di 6,5 mln e sull’1% degli introiti pubblicitari? Oppure,
al contrario, sarà la Rai che verrà a più miti consigli? La firma dell’contratto
è sempre rinviata, ed ora, forse se ne parla ai primi di settembre. La posta in
palio è grossa, e l’accordo non è proprio semplicissimo da raggiungere sia dal
punto di vista economico sia dal punto di vista dello scoglio più rilevante: la
proprietà del format.
Per tutto il resto, nulla da segnalare. Ci dicono che in Rassegna
Stampa l’articolo più significativo è un commento di Travaglio sul Fatto che se
la prende con Stampa, Rep e Domani per il caso Sangiuliano. Su questo tema, Bloggorai
ha deciso di non dedicargli più attenzione del caso Maggioni che ci sembra ben più
rilevante e significativo.
Nota a margine: la battaglia di settembre,
sul piano politico, sarà tutta concentrata sulle elezioni regionali e sarà in
quel quadro che si potrà capire quale potrà essere la sorte della riforma Rai. Tra
le fila dell’opposizione ci potrebbe essere qualche “novità”: lo sapremo
prestissimo, già dalla settimana prossima.
bloggorai@gmail.com
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