mercoledì 27 agosto 2025

Non c'è più la RAI di una volta tra Venezia e Sanremo

by Bloggorai ©

Non ci sono più i Festival di una volta. Oggi inizia quello del Cinema a Venezia e, in questa occasione, la Rai di una volta dava grande sfoggio della sua presenza e potenza. Si allestiva uno stand, si distribuivano gadget, si organizzavano cene ed incontri, si gestiva una sala proiezioni con una struttura Rai dedicata. Insomma, una “grande Rai” che si notava e pesava e non si badava a spese per motoscafi, grandi Hotel e ristoranti. Tutti soddisfatti e contenti. Tra l’altro, sempre in quel periodo, c’era in cantiere anche Miss Italia e settembre diventava il mese più felice dell’anno.

A quel tempo, parliamo degli anni ’90, si organizzava pure una importante iniziativa di “servizio pubblico”: “La Rai per il Cinema” ovvero la proiezione in anteprima di un’opera cinematografica in una città di provincia, laddove le grandi iniziative di spettacolo nazionale raramente si vedono. Era un successo notevole: la formula molto semplice, si invitavano le autorità locali (Sindaco, Vescovo, Prefetto, Capitano dei Carabinieri), un personaggio del film e biglietti gratis per chiunque, ad esaurimento. La sala sempre piena con grande soddisfazione per tutti. Oggi invece “solo” Rai Cinema, magari pronta per una possibile "quotazione". 

Poi, sempre di questo periodo, si cominciava a mettere in cantiere l’altro grande Festival: Sanremo. Si formavano le squadre che sarebbero andate in trasferta (molto ambita) per prenotare le stanze in albergo, alle Relazioni Pubbliche si cominciavano a stampare i biglietti di invito per i vari “ospiti”, si predisponevano i ricchissimi gadget per i giornalisti da far trovare nelle loro stanze di albergo dove alloggiavano. Questo dei gadget meriterebbe un capitolo a parte. Non c’era conferenza stampa, non c’era incontro, non c’era iniziativa quale che fosse se non si distribuivano gadget e guai se ti perdervi o dimenticavi qualcuno, si offendeva a morte. Ovviamente, ovviamente, poi si cominciava a fare la lista dei dirigenti in trasferta e trattare il pacchetto delle stanze di albergo da occupare. Of course, per primi i vertici “in rappresentanza dell’Azienda”. E non erano pochi e tutti, ovviamente, con posti a sedere dentro l’Ariston accompagnati da consorte e possibilmente in “favore di telecamera”. Questa è forse la sola consuetudine che sembra resistere: basta rivedere le inquadrature del pubblico durante una delle serate qualsiasi dell'ultimo Festival e si riconosce mezza Rai, con AD, Presidente più o meno anziano o in “pectore” e consiglieri in bella vista e, a seguire, sparsi tra il pubblico, dirigenti vari dall’ex VII piano in giù.  

Veniamo al Sanremo 2026. Ancora oggi sulla firma del Contratto con il Comune non ci sono tracce. Tutti coloro che abbiamo sentito si dicono sicuri: il Festival di Sanremo si farà a Sanremo, non ci sono alternative. Dal punto di vista Rai, non c’è (o meglio, non ci sarebbe o non lo si vuole trovare) il tempo per organizzare il Festival in altra sede (Torino rimane sempre la candidata più quotata). Dal punto di vista del Comune, debbono fare carte false per trattenere la Rai, senza la quale a febbraio potrebbero a malapena organizzare una sfilata di carri allegorici ricchi di piante e fiori invernali. Epperò … epperò… tutta questa sicurezza ostentata ancora non prende forma. Il Comune cederà sulla richiesta di 6,5 mln e sull’1% degli introiti pubblicitari? Oppure, al contrario, sarà la Rai che verrà a più miti consigli? La firma dell’contratto è sempre rinviata, ed ora, forse se ne parla ai primi di settembre. La posta in palio è grossa, e l’accordo non è proprio semplicissimo da raggiungere sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista dello scoglio più rilevante: la proprietà del format.    

Per tutto il resto, nulla da segnalare. Ci dicono che in Rassegna Stampa l’articolo più significativo è un commento di Travaglio sul Fatto che se la prende con Stampa, Rep e Domani per il caso Sangiuliano. Su questo tema, Bloggorai ha deciso di non dedicargli più attenzione del caso Maggioni che ci sembra ben più rilevante e significativo.

Nota a margine: la battaglia di settembre, sul piano politico, sarà tutta concentrata sulle elezioni regionali e sarà in quel quadro che si potrà capire quale potrà essere la sorte della riforma Rai. Tra le fila dell’opposizione ci potrebbe essere qualche “novità”: lo sapremo prestissimo, già dalla settimana prossima.

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