domenica 31 agosto 2025

Informazione RAI: la battaglia d'autunno è appena cominciata

by Bloggorai ©

Bim, bum …bam!!! Non c’è stato nemmeno il tempo di disfare i bagagli e via subito con l’artiglieria pesante. La battaglia è iniziata su un terreno duro e strategico: l’informazione Rai. Non era facile prevederlo: mentre tutti erano indaffarati con la “riforma” del Servizio Pubblico, sottotraccia si tesseva la grande trama prima delle prossime consultazioni regionali.

Facciamo il punto: il primo colpo di cannone lo tira la Maggioni con le sue dimissioni da direttrice Editoriale per l'Offerta Informativa. Un ruolo di primissimo piano e di assoluto rilievo strategico, o almeno così doveva essere. Cosa abbia “offerto” e cosa coordinato non è dato bene sapere. Certamente ha giocato bene la sua carta trasformando il suo pingue stipendio da 240 mila euro in “contratto artistico” milionario. Il Cda Rai non sembra averne saputo nulla o, se lo ha saputo, si è girato dall’altra parte oppure era complice. Ora per la Rai ci sono due problemi: il primo è trovare nuove e adeguate trasmissioni da assegnarli, il secondo è come sostituirla (in pole, of course, Giorgino sempre trovi tempo tra una lezione e l’altra alla Luiss). Ma… ma …

II secondo colpo di cannoncino, forse una spingarda, lo tira il consigliere Natale che “propone” alla Meloni una nuova trasmissione giornalistica. Non se ne accorge nessuno, solo Bloggorai gli dedica as usual qualche riga e finisce lì. Amen.

Il colpo grosso da obice arriva ieri mattina quando il Foglio titola “Meloni vuole Chiocchi a Palazzo Chigi”. Bum Bum!! Leggendo l’articolo si viene a sapere ovvero si confermano tante cose: A il “piano viene confermato” ovvero la proposta ci sarebbe stata e la trattativa “viene data per chiusa”; B dell’operazione “se ne parla anche tra i vertici degli apparati di Stato con i quali il direttore del Tg1 ha rapporti ramificati e solidi”; C la premier “guarda alla elezioni del 2027”. C’è oltre ma fermiamoci qui senza non sottolineare quei “rapporti privilegiati con gli apparati dello Stato” che, ad occhio, potrebbero essere i “servizi”. Già, certo, perché no: lo zampino di “servizi” non guasta mai, semmai aiuta.

E ci torna a buon gioco questa mattina un articolo su Il Giornale con il titolo “Mediaset e Rai, la sfida è sull’informazione” dove si legge “… anche nel campo dell'informazione, nella stagione televisiva che sta per prendere il via Mediaset mette la quinta dopo aver giocato d'anticipo quest'estate mettendo in campo una programmazione in diretta e non fatta solo di repliche”.

Cerchiamo di mettere insieme i punti. Tra esattamente 20 mesi scade la concessione Rai. Mese prime, mese dopo scade l’attuale Cda Rai se non va a casa prima. Mese prima, mese dopo si vota alle politiche. Tutto porta ragionevolmente a concludere che la Meloni e il suo Governo guardano lungo e aggiustano la mira. La Rai diventa non solo il campo di battaglia (non si capisce chi sarebbe l’esercito avversario) ma lo strumento offensivo più efficace per attestarsi in modo potente a presidio dello strumento fondamentale necessario a mantenere la presa sull’informazione.

Ora non ci resta che decifrare questa mossa di Chiocci che ieri avrebbe smentito. La vecchia regola secondo cui una smentita è una notizia data due volte si dovrebbe confermare pure in questo caso. Il Giornale quando scrive, in genere, nel suo ambiente è solitamente bene informato e la notizia non è uscita “a caso”. Come pure per la Maggioni, si tratta di manovre in corso che non possono aver visto l’AD Rossi ignaro di tutto, proprio per il noto “malumore” con il direttore del Tg1. Difficile credere che non ne sapesse nulla e, semmai fosse, sarebbe un aggravante per la sua posizione. Ieri Chiocci ha confermato i contatti con la Meloni: la proposta c’è stata ma ha tenuto il punto sostenendo che vuole rimanere e, in ogni caso, informerebbe prima l’Azienda. Ma ha informato Rossi dell’offerta ricevuta? Insomma, non dilunghiamoci più di tanto in facili dietrologie. Fermiamoci a constatare che siamo solo all’inizio.

Chiudiamo con Sanremo. Sappiamo che la trattativa sembra ferma al palo del format mentre la parte economica “dovrebbe” essere chiusa. La Rai accetta le richieste del Comune. Punto. Il previsto incontro risolutivo slitta di giorno in giorno.

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sabato 30 agosto 2025

RAI e Tg1. la notizia vera di oggi e quella farlocca di ieri

by Bloggorai ©

Questa mattina ci siamo svegliati sotto un violento temporale. Grande timore per l’uva. La stagione si è rotta, prepariamoci all’autunno.

Bene. Iniziamo con una notizia rilevante: “Il calo degli ascolti del Tg1 è ''un problema molto serio… citando l'ultima occasione in cui il Tg5 ha superato il Tg1, la scorsa settimana, ha detto che a preoccuparlo non è tanto il fatto che ''il Tg1 ha fatto il 20,6 rispetto al 20.9 del Tg5''… vuol dire che lo spettatore sente che l'informazione non è completa e adeguata a quella della rete ammiraglia''. Accipocchia … iniziamo male la prossima stagione, quasi da non crederci. Se non che… attenzione attenzione: la notizia è datata esattamente 12 luglio 2011 e la frase è di Paolo Garimberti pronunciata in Vigilanza Rai alla quale si è associata quella del segretario Usigrai Carlo Verna “Il pluralismo tra le sue virtù produce anche telespettatori, ascoltatori, lettori, insomma clienti. I cali di ascolto spesso e non solo al Tg1 dipendono molto dalla mancata rappresentazione di alcuni punti di vista. Chi si sente escluso cambia canale”.

Sono trascorsi esattamente 15 anni e da ieri tarda mattinata arriva a Bloggorai la notizia di aggiornamento: “Il Tg1 battuto dal Tg5” e questa mattina solo il Sole la riprende in 10 righe compreso il titolo “Sorpasso del Tg5 sul Tg1 nella gara per gli ascolti”. che grande novità!!! una Notiziona !!! Se non che, ieri nel pomeriggio, comincia a girare una dichiarazione del solito consigliere (uno a caso, tanto degli altri si sono perse le tracce) dove si legge “Chi ha a cuore la tenuta del servizio pubblico non può sottovalutare il segnale di allarme che viene dagli ascolti del Tg1…L'analisi va puntata su contenuti e linguaggi del tg, senza guardare altrove. Un esame che si fa sempre più urgente, come urgente è una riflessione sul complesso dell'offerta informativa Rai: anche in questa stagione, tranne lodevoli eccezioni, troppi sono stati gli spazi che altre emittenti hanno occupato senza trovare concorrenza”. Questa nota non l’ha ripresa nessuno e forse non è un caso.

Bloggorai ha (non so per quanto tempo) ha ancora buona memoria. Ricordiamo un punto fondamentale: la Rai, da anni, decenni, non ha un Piano editoriale per l’informazione. Riproponiamo quanto abbiamo scritto lo scorso 22 agosto ed è bene averlo sempre bene a mente: “Ricapitoliamo qualche punto che, supponiamo, Natale dovrebbe conoscere benissimo non solo e non tanto perché è stato segretario nazionale dell’Usigrai (lo stesso sindacato che alcuni mesi addietro ha chiesto le dimissioni del Cda, comprese le sue!) quanto perché, proprio perché Consigliere RAI dovrebbe essere parte del suo compito.

Cominciamo dal famigerato Piano Verdelli (2017) e la nota proposta della “newsroom” (da chi è stato affossato? Chi ha passato la “soffiata” all’Espresso? Chi erano i personaggi che erano interessati a quell’operazione e che hanno remato contro per affossarlo? Ci si può scrivere un romanzo, ancora sono ignoti gli esecutori materiali. Bloggorai lo sa. Tant’è che il Piano venne ritirato e non se ne seppe più nulla, salvo leggere il libro dello stesso Verdelli, e del suo perno più rilevante ovvero la “newsroom” si sono perse le tracce (salvo ritrovarle con il titolo della trasmissione della Maggioni, per puro caso).

Succede poi che poco tempo dopo viene proposto il Piano Industriale 2018 dove, per la prima volta, si legge un corposo allegato (247 pagine) Piano per l’informazione. Di grande interesse, ricco di dati e informazioni preziose. Scomparso, svanito, eclissato. Succede poi ancora che poco tempo dopo viene approvato il precedente Contrato di Servizio 2018-23 dove, esplicitamente, si dispone (art. 22, e) che si debba predisporre “… un piano di riorganizzazione che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche”. Carta straccia, tempo perso, una clamorosa presa per i fondelli.

Succede ora che qualcuno si accorge che il Tg1 perde ascolti? Ma il consigliere Natale li legge i dati che circolano da tempo? Vedi il Sole del 23 ottobre scorso con il titolo “Tv, telegiornali in crescita. Giù Tg1 e Tg2 e corre La7”. Se non bastasse, è sufficiente leggere l’ultimo Report trimestrale AgCom 1/25 dove da tempo si legge che il Tg1 nell’edizione delle 13.30 ha perso rispetto allo scorso anno il 4,4% e negli ultimi 4 anni il 24% mentre nell’edizione delle 20 ha perso il 3,6% e negli ultimi 4 anno il 26,3%. Ricordiamo, ancora una volta i dati impietosi di RaiNews24: ha perso il 10% in un anno e il 50% in quattro anni e sui quali nessuno, compreso il consigliere Natale, ha mai battuto ciglio

Lasciamo perdere … se non che Il Foglio di oggi pubblica la notizia vera, sempre a proposito del Tg1 e del suo direttore: “Gian Marco Chiocci è pronto a lasciare la direzione del Tg1 per diventare portavoce di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi … L'operazione prevede un blitz, se ne parla anche tra i vertici degli apparati di stato con i quali l'attuale direttore del Tg1 ha rapporti ramificati e solidi. Chiocci è considerato dalla presidente del Consiglio una persona di assoluta fiducia. Un amico, consigliere e conoscitore del potere romano. La premier vuole dare più forza alla comunicazione inaugurando la seconda fase del suo governo: quella che guarda alle elezioni del 2027… Chiocci occupa un posto d'onore nell'album di famiglia della destra (anche se è molto trasversale con rapporti nel Pd e nel M5s)”. Ecco i tanti cuori pulsanti della notizia: la Rai è la fucina del giornalismo politico e, segnatamente governativo; le menti migliori che emigrano si caratterizzano per la “trasversalità” e, infine, la Meloni prepara la grande battaglia del 2027. I lettori di Bloggorai possono stare tranquilli: lo abbiamo scritto da tempo, sarà quello l’anno cruciale. Sulla “trasversalità” poi ci viene un attacco di orticaria: lo abbiamo letto tante volte e per tanti altri “autorevoli colleghi” un po’ “piacioni” a destra quanto a sinistra. Non ultima nota a margine: le solite manovre sottobanco avvengono ad agosto.

Tranquilli, sereni, pacati e sobri: l'autunno non è ancora iniziato del tutto.

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venerdì 29 agosto 2025

RAI: ...settembre . . andiamo ... è tempo di migrare

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Lentamente, con calma, piano piano, sobri e sereni. Il maltempo di queste ora anticipa l’arrivo della “mezza stagione” che, ovviamente, non “è più quella di una volta”. Sicché questa mattina, in Bassa Val Tiberina, si comincia ad avvertire quel sottile profumino di settembre: l’uva Italia da tavola è matura, per quella fragola manca ancora qualche giorno e per quella da vino occorre attendere un paio di settimane. Nel frattempo sono maturate le famigerate “pesche di S. Antonio” una varietà selvatica che non richiede alcun trattamento: piccole saporite come raramente vi capiterà di assaggiare. Giusto nei giorni scorsi abbiamo trovato una pianta gemella, sul ciglio di una stradina secondaria, con la polpa rossastra e frutti più corposi. Proveremo a riprodurla.

Bene, giust’appunto la metafora del clima ci introduce all’argomento: la “sveglia” dopo il riposino estivo. Ieri l’Usigrai ha rilasciato un comunicato interessante: “Agosto è per definizione il mese delle ferie. Ma alcuni temi sulla Rai sono "in vacanza" da tanto, troppo tempo. È ora che le ferie finiscano, in tutti i sensi. L'Usigrai auspica che cessi il silenzio assordante, e prolungato ben oltre la classica pausa estiva, che da più parti circonda la Rai e ne rende incerto e preoccupante il futuro”. Già, silenzio assordante di tutti e in tutti i sensi. In primo luogo dentro e fuori il Cda che lo stesso Usigrai ha chiesto le dimissioni il 5 marzo scorso: “L'unica strada per uscire dal pantano sono le dimissioni di questo vertice e una nuova legge che sganci definitivamente da governo e maggioranza i vertici del servizio pubblico Radiotelevisivo e multimediale”. Bloggorai ha condiviso pienamente la richiseta di dimissioni almeno dei due consiglieri "di opposizione". Ovviamente, i consiglieri si sono ben guardati dal prendere in considerazione questa ipotesi come pure, se ne guardano bene dal sollevare dubbi di legittimità sulla situazione dei due presidenti, Agnes e Marano. Forse, evidentemente, stanno bene così e attendono che la “politica” gli tolga la castagna dal fuoco. Bloggorai è pessimista: non vede all’orizzonte il VII cavalleria che potrà salvare il cavallo dell’ex Viale Mazzini. Giust’appunto: nelle prossime settimane inizierà il grande sodo verso la nuova sede in zona EUR. Viene male pure a definirla: vuoi mettere Viale Mazzini con Via  Severo? e il povero cavallo? se lo porteranno dietro o lo impacchetteranno in attesa di tempi migliori?

Nel frattempo, come abbiamo scritto, il fuoco cova sotto la cenere. Oggi il Sole torna su Sanremo: mancano poche ore per la decisione finale ancora di certo non c’è nulla. Si lascia trapelare “un certo ottimismo” ma intanto si prende in seria considerazione l’ipotesi del Piano B (Torino o anche Roma). L’ottimismo che trapela si riferisce alle condizioni economiche (e sarà interessante capire e sapere chi ha ceduto e quanto, i ricorsi al TAR sono dietro l'angolo) mentre il pessimismo si riferisce al nodo cruciale: “una questione sulla quale il banco rischierebbe di saltare è quella della titolarità del marchio e del format”. Se la Rai cede su questo punto è finita. Se il Comune di Sanremo cede su questo punto è finito.

Nel frattempo, vale la pena accennare la notizia di Mediaset che ha chiuso il dossier Prosiebensat e si appresta a diventare il colosso europeo dell’audiovisivo con un bacino di utenza di oltre 300 mln di telespettatori tra Italia, Germania, Spagna, Austria e Svizzera in grado di competere contro i giganti dello streaming.

Infine, non ci occupiamo della notizia di oggi tanto strombazzata: Marcello Foa e il suo programma che non sarà più nei palinsesti radiofonici. Beghe tra i partiti di maggioranza: questo a me, questo a te.

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giovedì 28 agosto 2025

La RAI a "mezzo servizio" pubblico

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Ci dicono che questa mattina la sezione “Azienda” della Rassegna Stampa Rai non esiste proprio. Come altre volte, ci domandiamo se sia un bene o un male. Il silenzio, in genere d’agosto, si presta alle trame e alle nefandezze di vario genere. Vedi le vicende di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi: Il contratto Maggioni e la “proposta” Natale alla Meloni.

Comunque, una considerazione è sempre valida: la Rai, il Servizio Pubblico, durante l’estate va in vacanza e si mette a “mezzo servizio”. L’apoteosi la raggiunge con Techedeche a tutta birra, propinato tutte le sere in mancanza di meglio ovvero in mancanza di un’idea quale che fosse. E quando non sanno più a che Santo votarsi si affidano a repliche di repliche ovvero al nulla ripassato in padella.

Nel frattempo la concorrenza, Mediaset, è scesa in campo agguerrita. Leggiamo due articoli: il primo su Italia Oggi con il titolo “A luglio la Rai cede il passo. Dati Auditel: in prima serata Canale 5 al 20% e RaiUno si ferma al 16%”. Il secondo su Il Giornale con il titolo “L'estate difficile della Rai e quella luminosa di Canale 5. Le repliche e «Techetechetè» battute dalle soap e dalla «Ruota della Fortuna». In attesa di De Martino”. Si accettano scommesse: Gerry Scotti batterà De Martino con il suo gioco d’azzardo? Gli esperti da noi interpellati dicono di no e semmai fosse la differenza potrebbe essere di pochi punti. Bloggorai non è molto convinto e ritiene il fattore “abitudine” in grado di fare la differenza.

Il 2 settembre vedremo.

A proposito di Sanremo, interessante quanto riporta un articolo di Andrea Biondi sul Sole di oggi. Leggiamo che “A metà luglio, come Il Sole 24Ore ha potuto verificare, le case discografiche hanno scritto alla Rai: «Come già rappresentato, anche l'ultima edizione dell'anno 2025 ha portato a un aumento insostenibile dei costi per la presenza all'evento. Un costante aumento delle spese per l'alloggio, la logistica e gli oneri accessori ha raggiunto livelli oltremodo elevati se comparati al ritorno degli investimenti». Ecco quindi tirate le somme: «A seguito dei consuntivi presentati al termine del Festival 2025 è emerso come il contributo spese per artista non sia assolutamente capiente e per la prossima edizione non dovrà essere a questo punto inferiore ai 120mila euro per singolo partecipante». Una richiesta che, se accolta, raddoppierebbe l'attuale tetto di 65mila euro”. Gli albergatori di Sanremo, a suo tempo, si sono detti disponibili a non aumentare i prezzi, non a ridurli.

Il 2 settembre vedremo.

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mercoledì 27 agosto 2025

Non c'è più la RAI di una volta tra Venezia e Sanremo

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Non ci sono più i Festival di una volta. Oggi inizia quello del Cinema a Venezia e, in questa occasione, la Rai di una volta dava grande sfoggio della sua presenza e potenza. Si allestiva uno stand, si distribuivano gadget, si organizzavano cene ed incontri, si gestiva una sala proiezioni con una struttura Rai dedicata. Insomma, una “grande Rai” che si notava e pesava e non si badava a spese per motoscafi, grandi Hotel e ristoranti. Tutti soddisfatti e contenti. Tra l’altro, sempre in quel periodo, c’era in cantiere anche Miss Italia e settembre diventava il mese più felice dell’anno.

A quel tempo, parliamo degli anni ’90, si organizzava pure una importante iniziativa di “servizio pubblico”: “La Rai per il Cinema” ovvero la proiezione in anteprima di un’opera cinematografica in una città di provincia, laddove le grandi iniziative di spettacolo nazionale raramente si vedono. Era un successo notevole: la formula molto semplice, si invitavano le autorità locali (Sindaco, Vescovo, Prefetto, Capitano dei Carabinieri), un personaggio del film e biglietti gratis per chiunque, ad esaurimento. La sala sempre piena con grande soddisfazione per tutti. Oggi invece “solo” Rai Cinema, magari pronta per una possibile "quotazione". 

Poi, sempre di questo periodo, si cominciava a mettere in cantiere l’altro grande Festival: Sanremo. Si formavano le squadre che sarebbero andate in trasferta (molto ambita) per prenotare le stanze in albergo, alle Relazioni Pubbliche si cominciavano a stampare i biglietti di invito per i vari “ospiti”, si predisponevano i ricchissimi gadget per i giornalisti da far trovare nelle loro stanze di albergo dove alloggiavano. Questo dei gadget meriterebbe un capitolo a parte. Non c’era conferenza stampa, non c’era incontro, non c’era iniziativa quale che fosse se non si distribuivano gadget e guai se ti perdervi o dimenticavi qualcuno, si offendeva a morte. Ovviamente, ovviamente, poi si cominciava a fare la lista dei dirigenti in trasferta e trattare il pacchetto delle stanze di albergo da occupare. Of course, per primi i vertici “in rappresentanza dell’Azienda”. E non erano pochi e tutti, ovviamente, con posti a sedere dentro l’Ariston accompagnati da consorte e possibilmente in “favore di telecamera”. Questa è forse la sola consuetudine che sembra resistere: basta rivedere le inquadrature del pubblico durante una delle serate qualsiasi dell'ultimo Festival e si riconosce mezza Rai, con AD, Presidente più o meno anziano o in “pectore” e consiglieri in bella vista e, a seguire, sparsi tra il pubblico, dirigenti vari dall’ex VII piano in giù.  

Veniamo al Sanremo 2026. Ancora oggi sulla firma del Contratto con il Comune non ci sono tracce. Tutti coloro che abbiamo sentito si dicono sicuri: il Festival di Sanremo si farà a Sanremo, non ci sono alternative. Dal punto di vista Rai, non c’è (o meglio, non ci sarebbe o non lo si vuole trovare) il tempo per organizzare il Festival in altra sede (Torino rimane sempre la candidata più quotata). Dal punto di vista del Comune, debbono fare carte false per trattenere la Rai, senza la quale a febbraio potrebbero a malapena organizzare una sfilata di carri allegorici ricchi di piante e fiori invernali. Epperò … epperò… tutta questa sicurezza ostentata ancora non prende forma. Il Comune cederà sulla richiesta di 6,5 mln e sull’1% degli introiti pubblicitari? Oppure, al contrario, sarà la Rai che verrà a più miti consigli? La firma dell’contratto è sempre rinviata, ed ora, forse se ne parla ai primi di settembre. La posta in palio è grossa, e l’accordo non è proprio semplicissimo da raggiungere sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista dello scoglio più rilevante: la proprietà del format.    

Per tutto il resto, nulla da segnalare. Ci dicono che in Rassegna Stampa l’articolo più significativo è un commento di Travaglio sul Fatto che se la prende con Stampa, Rep e Domani per il caso Sangiuliano. Su questo tema, Bloggorai ha deciso di non dedicargli più attenzione del caso Maggioni che ci sembra ben più rilevante e significativo.

Nota a margine: la battaglia di settembre, sul piano politico, sarà tutta concentrata sulle elezioni regionali e sarà in quel quadro che si potrà capire quale potrà essere la sorte della riforma Rai. Tra le fila dell’opposizione ci potrebbe essere qualche “novità”: lo sapremo prestissimo, già dalla settimana prossima.

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lunedì 25 agosto 2025

RAI: il sentiero delle tracce fantasma

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Oggi la facciamo breve. Non molliamo e riproponiamola domanda: perché la vicenda Maggioni passa inosservata? Perché stamattina tanto clamore (legittimo) per un articolo a firma Sangiuliano contro il Governo francese e ancora silenzio sul contratto milionario della Maggioni? Sono paragonabili i due argomenti? Forse si. Sono paragonabili perché intervengono sullo stesso terreno: l'informazione del Servizio Pubblico.

Allora, perché del contratto Maggioni ancora non si è espresso nessuno? Non tanto e non solo sulle dimensioni economiche e temporali (5 anni) ma sui contenuti contrattuali dello stesso. I primi che avrebbero dovuto esprimersi sono i consiglieri di amministrazione. È verosimile che l’importo del contratto sia sotto soglia dei 10 milioni e quindi di competenza non sindacabile dell’AD. Non sapremo mai l’importo. È però verosimile che i consiglieri avrebbero dovuto essere informati perché comunque si tratta di una scelta dell’Azienda su un tema di assoluto rilievo strategico. E poi perchè la Maggioni non è una figura di secondo piano, anzi, e poi perché ricopriva un incarico delicatissimo come direttrice dell'Offerta editoriale per l'informazione Rai. Perché allora i consiglieri tacciono? Sapevano o non sapevano? Non parlano perché sapevano e ritengono la vicenda "normale" o non parlano per l'imbarazzo di dover ammettere che sono stati beatamente ignorati? Il silenzio si capisce per quelli di maggioranza, ma quelli di opposizione? Del consigliere di Majo si sono perse le tracce da tempo, magari forse ora sarà andato al Festival di Venezia a “rappresentare l’Azienda”. Del consigliere Natale le tracce invece ci sono state e ce ne siamo pure occupati e però su questo tema non ha rilasciato dichiarazioni o diffuso comunicati stampa. Salvo però uscirsene con una bizzarra interlocuzione direttamente con la Meloni. Del consigliere rappresentante dei dipendenti non sappiamo cosa dire.

I secondi “soggetti” che avrebbero potuto e dovuto dire qualcosa sono i “politici”. Possibile mai che una vicenda del genere gli sia indifferente? Fatichiamo a credere. I terzi soggetti sono i colleghi giornalisti. Possibile mai che la notizia della Maggioni sia passata completamente sottotraccia (solo Domani ne ha scritto)? In questo caso una risposta forse c’è: molti sono ancora in ferie oppure, chissà, anche alcuni di loro ritengono questa notizia assolutamente irrilevante.

In soldoni: è possibile che solo Bloggorai si ponga il problema? È possibile ... è possibile …

In questo contesto, con questa “politica”, in questa Rai, tutto è possibile.

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RAI: è arrivato il treno carico di battaglie di settembre

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Tranquilli, sereni, pacati, garbati, leggermente assonnati. Pronti a disfare le valigie dal torpore estivo e riprendere quel sano sentimento di democristianitudine che alberga, più o meno, in tanti di noi. Forse non vale per tutti, magari qualcuno invece è più estremista e sempre pronto alla polemica, alla rudezza, alla forsennata voglia di dibattere, di capire, di confrontare e sollevare problemi e non vede l'ora di ricominciare. Va beh ... pazienza ... c’è posto, spazio e tempo, per tutti.   

Inizia la settimana di preparazione, come una novena mediatica, in vista di un settembre che si preannuncia radioso e ricco di battaglie e conflitti. Tanto per cominciare, il 2 settembre, ritorna in campo il “prestigioso” gioco d’azzardo di RaiUno con i pacchi (ancora non abbiamo letto nulla di qualche Consigliere che possa aver voglia di fare qualche osservazione su questa nefandezza). E già, perché dicono che sia la gallina dalle uova d’oro dell'Acces time e senza il giochetto d’azzardo quella fascia oraria potrebbe crollare sotto i colpi della concorrenza congiunta tra Mediaset e La7. Se non che, ora la gallinella di Rai Uno se la dovrà vedere con una temibilissima concorrenza su Canale 5 con La Ruota della Fortuna di Jerry Scotti che da mesi sta frantumando gli ascolti di quella fascia oraria (che almeno non è un gioco d’azzardo puro, richiede una certa abilità dei concorrenti). Bloggorai prepara un calice di prosecco e, senza indugio ed esitazione, questa volta tifa apertamente per la concorrenza: il gioco d’azzardo ci è insopportabile, ingiustificabile se poi sostenuto dal Servizio Pubblico.

Certo è che la stagione autunnale che sta per cominciare sarà un campo di battaglia più aspro del solito sul fronte degli ascolti. Per quanto abbiamo letto e saputo alla presentazione dei palinsesti di luglio a Napoli, tra tagli di budget e di programmi di informazione (Petrolio etc) non ci sarà da stare tanto allegri: la “grande novità” della prossima stagione sarebbe il ritorno di Benigni in prima serata (formidabile!!!), riccamente condito dalla conferma di programmi storici, l’usato sicuro, di Ballando, Domenica in accanto alle nuove edizioni, riviste aggiornate e corrette, delle varie fiction. Ovviamente, non possiamo dimenticare il “colpo di genio” per un Posto al Sole dove è prevista la partecipazione nientepopodimenoche di Whoopi Goldberg (sarà visibile però solo ad inverno inoltrato). Sarà dura.  

Dopo di che, si riapre il fascicolo “riforma Rai”. L’8 agosto è dietro le spalle e con l’entrata in pieno vigore dell’EMFA, teoricamente, il nostro Paese è entrato in zona infrazione. Sarà un processo lungo e complesso per arrivare ad un risultato condiviso. Certo è che non potrà e non dovrà essere, speriamo, una riforma di una parte sola e, segnatamente, quella del Governo.

Dopo di che ancora, entro la fine di settembre si dovrebbe concludere il MoU sul dossier Rai Way. Nonostante si tratta di un tema di assoluto rilievo strategico, stanno cercando in ogni modo di tenere la vicenda sottotraccia. Evidente che, trattandosi di una società quotata, i risvolti in Borsa possono essere rilevanti e il rischio di “insider trading” è dietro l’angolo. Sappiamo con certezza che lo scoglio principale sul quale si è incagliata la discussione nel gruppo di lavoro congiunto è la governance della futura Azienda che potrebbe nascere con la fusione con Ei Towers. Chi comanda, chi decide, quale ruolo e peso tra AD e Presidente?

C’è tanto ancora che ci attende a settembre.

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domenica 24 agosto 2025

il Popolo dei Trattoristi, la politica in vacanza e la RAI

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Il Popolo dei trattoristi umbri ieri sera ha mangiato (tanto), bevuto (bene, Grechetto DOC di ottima Cantina) e ballato. Il nostro Comune conta 8 frazioni ufficiali e circa 29 borghi, il secondo in classifica dopo Ferrara per numero di località fuori le mura prima etrusche, poi romane e in ultimo medievali. Si è svolta la grande festa di fine agosto, semplice e tradizionale: prima si mangia e poi si balla. Ormai l’importanza dell’appuntamento ha travalicato la Bassa Val Tiberina e “tanta gente viene pure da fuori… pure da Terni!!!”. Era proprio il Popolo dei trattoristi e delle loro famiglie. Tutti abilissimi ballerini di danze tradizionali. Leggiadri e appassionati. Pochi giovani.

Oggi è un altro giorno. Cerchiamo si sapere, di leggere qualcosa di interessante. Magari sperare che la “politica” sia tornata dalle vacanze. Prima pagina del Corriere, titolo centrale “Salvini-Macron, lite diplomatica” e poi una foto gigante di Sinner che annuncia “Compro i Lego e ci gioco la sera”.  Bene, utile a sapersi, l'eroe del tennis nazionale si diverte con poco, uno di noi. Prima pagina di Repubblica: titolo “Roma-Parigi scontro su Salvini” e foto di giocatori del Napoli che ieri ha vinto la prima di campionato in basso titolo “Il maschilismo al tempo dei social”. Andiamo avanti. Prima pagina de La Stampa: “Salvini imbarazza Meloni “Macron è permaloso” e grande foto di una infermiera che durante il Covid salvava anche i No Vax. Meno male. E la finiamo qui. Ovviamente, ovviamente, qualche titoletto da una colonna sulle due guerre: impossibile ignorare l’orrore continuo del genocidio, dello sterminio in corso a Gaza per mano dell’esercito israeliano. 

Grosso modo, ad occhio a croce, non abbiamo rilevato nulla che possa essere ricompreso nel perimetro della “politica” dove peraltro l’unico soggetto più colte citato è il Governo della Meloni. E l’opposizione? Boh … svanita, evaporata: si legge qualcosa nelle pagine interne a proposito delle prossime elezioni regionali. Per tutto il resto, e ce ne sarebbe tanto, zero assoluto, vuoto pneumatico, tutti ancora in vacanza.

In questo quadretto vai a cercare notizie sulla Rai, sul Servizio pubblico che agonizza in ascolti moribondi e “bizzarre” quanto misteriose vicende agostane?  Abbiamo chiesto: che c’è in Rassegna Stampa questa mattina? Ci rispondono: nella sezione Azienda solo un lungo articolo de Il Mattino di Napoli sui nuovi talenti. Nella sezione Interviste spicca quella della Lambertucci che, a 80 anni, ammette che “il sesso? Certo”. Basta, ci fermiamo.  

Va beh, però facciamo fatica a dimenticare le due vicende, curiosamente intrecciate, della Maggioni e di Natale. Sulla prima ci è stato osservare ciò che in primo momento ci era sfuggito: del contratto Maggioni, certamente milionario seppure entro la soglia di firma dell'AD, è stato fatto un passaggio in Cda non foss’altro come “informativa” o al minimo sindacale, come atto di rispetto e cortesia verso l’organo di massimo governo dell’Azienda? I consiglieri erano informati che RUO, ovvero Ventura, e ALS, ovvero Spadafora, stavano trattando e mettendo a punto i dettagli dell’operazione Maggioni? Delle due l’una: o sapevano e quindi erano complici e partecipi, oppure non sapevano e se fosse vero li metterebbe in sicuro imbarazzo. Il Codice Civile assegna loro precisi e specifici compiti di “Indirizzo, vigilanza e controllo”. Come indirizzano, cosa vigilano e cosa controllano? Una vicenda del genere tocca il nervo scoperto di tutta l’informazione Rai per tutto quello che abbiamo scritto nei giorni scorsi ed è difficile farla passare sotto silenzio totale. Ad oggi nessuno, nessuno, dentro e fuori l’Azienda, ha battuto ciglio. Incredibile crederci ma è così. L’opposizione forse nemmeno se n’è accorta. E, in questo silenzio totale, proprio lo stesso giorno della notizia Maggioni, pure incredibile a credere, si legge la “proposta” di Natale alla Meloni per una nuova trasmissione politica.

Il Popolo dei Trattoristi, mani dure e callose, non solo della Bassa Val Tiberina, pensa a mangiare, bere e ballare. Fa bene.

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venerdì 22 agosto 2025

RAI. silenzio di fine agosto tra i filari di uva

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Una nebbia fitta fitta si è levata questa mattina dalla Bassa Val Tiberina. Ieri sera al Circolo Trattoristi si parlava di vendemmia, di quando “cogliere” in attesa di notizie dalla Cantina Sociale. Gli acini sono dolci, specie “il nero”, manca poco. Nel Villaggio, poche anime, si prepara la cena di comunità di ogni anno sulla piccola piazza e già la preparazione è un evento. Chi ci sarà? Cosa prevede la cucina? E il vino da chi verrà preso? Solo Grechetto Doc oppure anche Trebbiano Rosso? Magari qualche bottiglia di Sagrantino di Montefalco DOCG ci starebbe bene, anche se con quello che costa ci paghi una rata di mutuo e con i gradi che porta vai subito su di giri. Come tutti villaggi, ci sono le fazioni: i “conservatori” che per ogni novità sollevano un problema e creano difficoltà e i “progressisti” che si inventano sempre qualcosa di nuovo. Il dibattito è feroce.

Sono metafore perfette per avvicinarsi al prossimo settembre sul destino della Rai: tanta nebbia e dibattito quasi assente (un quasi rafforzato ai limiti dell’inesistente). 

La nebbia fitta inizia anzitutto con una estate che per la Rai sembra a dir poco una debacle di ascolti: Mediaset quasi costantemente sopra. Rileggiamo un titolo di due anni addietro: “Un’estate di repliche Rai: poche idee, tanta nostalgia” (La Stampa 21 agosto 2023) e leggiamo quello di ieri “L'estate nera delle fiction Rai. L'usato sicuro non basta più”. I vari Don Matteo, Imma Tataranni, Rocco Schiavone non reggono più. Leggiamo l’articolo di ieri: “E come se il mercato si stesse giocando sempre di più sulle alternative, che non sulle sicurezze. Un cambio di passo che prima o poi doveva succedere: gli spettatori sono sempre più evoluti ma soprattutto sono abituati bene. Basta avere un abbonamento streaming per trovarsi una novità a settimana, titoli da tutto il mondo, maratone da non perdere”. Anche a Villa Arzilla forse si sono stancati. Solo i funerali di Baudo hanno dato una mano per dire “record” per poco più di un giorno, dopo di che si torna al declino di Techedeche.

La riforma Rai è alle porte e la maggioranza di Governo potrebbe provare il colpo di mano: i numeri in Parlamento li ha e ci potrebbe essere anche un supporto esterno con qualche emendamento.

Dopo di che di nuovo, succede che si apre la vicenda delle dimissioni della Maggioni e ancora questa mattina non abbiamo letto una riga, un pensiero strutturato, una valutazione quale che sia. Silenzio totale. Forse è proprio vero che le “faccende bizzarre” avvengono solitamente sottotraccia. E forse è anche vero che, chissà, forse conviene a tutti: magari per un giorno futuro è meglio tenersi buona la Maggioni, non si sa mai. Come pure la bizzarra “proposta” del Consigliere Natale alla Meloni e al suo Governo è passata anch’essa totalmente ignorata. Nessuno ha battuto ciglio, nemmeno da AVS, il partito che lo ha "nominato", che pure qualcosa avrebbe pure potuto dire, magari in suo sostegno. Silenzio. Delle due l’una: o chi se n’è accorto l’ha ritenuta immeritevole di nota oppure una nota la meritava ma, per carità di “opposizione”, è passato il criterio del “meglio lasciar perdere”. O magari ancora non se n'è accorto proprio nessuno.

Già, per ora, meglio lasciar perdere, godiamoci una bela giornata di fine agosto con il profumo dell’uva matura che si spande per l’aria.

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RAI: si è rotta la stagione e per Natale e Maggioni si avvicina settembre

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Si sa, dopo ferragosto “la stagione si rompe” e il clima cambia. Si sa, dopo ferragosto, si comincia a pensare al ritorno alla brutale normalità. Si sa, dopo ferragosto, occorre fare attenzione alla temperatura e non raffreddarsi. Si sa, dopo ferragosto arrivano le prime pioggerelline e si anticipa settembre.

Si sa pure che nel mondo RAI, prima e dopo ferragosto, succedono cose strane, bizzarre, e non succedono perché qualcuno ha preso un colpo di sole ma solo perché si spera nel favore della distrazione estiva per far passare qualche “bizzarra” vicenda con il silenziatore innestato. Si sa pure che ad agosto molti colleghi giornalisti sono in ferie e gli articoli sui temi importanti sono pochi (solo Domani a firma Lisa di Giuseppe ha scritto un pezzo).

E così a Bloggorai non resta che porre domande, sollevare dubbi e alimentare il dibattito. Il primo interrogativo è banalmente e semplicemente: perché il Consigliere Natale ha pensato bene di “fare una proposta” alla Meloni, ovvero al capo del Governo per una nuova trasmissione giornalistica? Il secondo interrogativo (casualmente coincidente in ordine temporale con il precedente) è perché la Maggioni si è dimessa in cambio di un contratto quinquennale con la RAI?

Andiamo con ordine. Il Consigliere Natale nei giorni scorsi ha scritto sul Corriere “… Ma poiché sognare non costa nulla aggiungo una proposta che riguarda proprio la Presidente del Consiglio e che va in direzione esattamente contraria al fuorionda di Washington. Provi ad immaginare un appuntamento mensile in prima serata (ovviamente Rai), con domande vere di giornalisti e giornaliste di testate (Rai e no) del più diverso orientamento, come capitava ai segretari di partito nelle «Tribune elettorali» di un tempo”. Cioè, se abbiamo letto bene, il Consigliere Natale si rivolge proprio alla Meloni, al Governo, per suggerire “l’immaginazione” di una nuova trasmissione giornalistica.

Bene. Cerchiamo di capire. Il consigliere Natale interloquisce con la Meloni e con il Governo. Interessante. Non nascondiamo un certo stupore. Ricapitoliamo qualche punto che, supponiamo, Natale dovrebbe conoscere benissimo non solo e non tanto perché è stato segretario nazionale dell’Usigrai (lo stesso sindacato che alcuni mesi addietro ha chiesto le dimissioni del Cda, comprese le sue!) quanto perché, proprio perché Consigliere RAI dovrebbe essere parte del suo compito.

Anzitutto in RAI non esiste un Piano editoriale per l’informazione da anni. All’inizio ci fu il tentativo con il Piano Verdelli (da chi è stato affossato? Chi ha passato la “soffiata” all’Espresso? Chi erano i personaggi che erano interessati a quell’operazione e che hanno remato contro per affossarlo? Ci si può scrivere un romanzo, ancora sono ignoti gli esecutori materiali. Bloggorai lo sa. Tant’è che il Piano venne ritirato e non se ne seppe più nulla, salvo leggere il libro dello stesso Verdelli, e del suo perno più rilevante ovvero la “newsroom” si sono perse le tracce (salvo ritrovarle con il titolo della trasmissione della Maggioni, per puro caso). 

Succede poi che poco tempo dopo viene proposto il Piano Industriale 2018 dove, per la prima volta, si legge un corposo allegato (247 pagine) Piano per l’informazione. Di grande interesse, ricco di dati e informazioni preziose. Scomparso, svanito, eclissato. Succede poi ancora che poco tempo dopo viene approvato il precedente Contrato di Servizio dove, esplicitamente, si dispone (art. 22, e) che si debba predisporre “… un piano di riorganizzazione che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche”. Carta straccia, tempo perso, una clamorosa presa per i fondelli.

Basterebbe quanto scritto per sollevare dubbi sul perché della proposta Natale al Governo Meloni. Perché Natale non si preoccupa di proporre, di sostenere fortemente la necessità, l’obbligo, per Rai di avere un Piano editoriale per l’informazione degno di questo nome e degno di un’Azienda di Servizio Pubblico? Nel recente Piano industriale non c'è alcun riferimento. 

A questo interrogativo, se occorre, ne possiamo collegare tanti altri: ad esempio perché il Consigliere Natale non si preoccupa del calo degli ascolti dei Tg? Vedi dati Agcom. Ad esempio, perché il Consigliere Natale non si preoccupa di RaiNews24 dove a fronte di oltre 200 giornalisti non riesce ad andare oltre gli ascolti da prefisso telefonico? Lasciamo perdere. Ma la domanda fondamentale è: perché il Consigliere Natale si rivolge e “dialoga” con la Meloni e il suo Governo, perché “suggerisce” proprio a loro una trasmissione giornalistica? Ma non era Natale che aveva sempre sostenuto l’autonomia della Rai dal Governo e poi aderito con passione alla proposta “prima la riforma e poi le nomine” salvo poi essere nominato “in quota” AVS il famigerato 26 settembre? Bloggorai pone domande, solleva interrogativi. Di più non può fare.

Bene. Chiudiamo sul secondo ordine di grande perché della giornata: le “dimissioni” della Maggioni. Una vulgata, volgare, sostiene che si tratta solo di soldi, tanti soldi. “Pecunia non olet” e di benefattori della Patria, per il Servizio Pubblico, in oltre 40 anni di frequentazioni RAI ne abbiamo conosciuti pochini pochini. Ci sta: se il suo “collega artistico” Bruno Vespa prende quanto si legge in giro perché lei dovrebbe prendere di meno, con tutto il suo CV? Chiudiamo il tema soldi, su questo fronte non c’è dibattito e, molti lettori di Bloggorai arrivano a sostenere “ha fatto bene”. In soldoni: una volgare questione di soldi, tanti soldi.

Ma oltre alla brutalità degli euri (tanti) c’è dipiù ed è proprio quello che forse si vuole tenere sottotraccia. Perché la Rai ha accettato un contratto del genere (5 anni) il cui valore (milioni) sarà custodito più del Segreto del Graal? Quale è la sua convenienza economica? Ma l’interrogativo più rilevante è capire quale è poi il valore “politico” dell’operazione che indubbiamente si pone? Le trasmissioni di informazione, alla vigilia delle prossime lezioni politiche avranno un peso enorme (proprio come ha scritto Natale ricordando le Tribune politiche) ed è del tutto evidente che avere una figura di relativa “garanzia” come la Maggioni (già, perché dicono alcuni che piace pure tanto ad una certa “sinistra”) può far comodo a tanti. Attenzione ad un dettaglio sui titoli di coda: chi è il maggior candidato alla sua successione? Apriamo le scommesse: dicono che sia in pista, in pole position, un certo Francesco Giorgino, già direttore dell’Ufficio Studi RAI, quello che ha pubblicato sul volume sull’AI un CV che per leggerlo tutto ci vuole più tempo che non fare una pagina di parole crociate.

Della mancanza del Presidente del Cda sembra non interessare più nulla a nessuno. Prendiamo atto, forse fa comodo a molti.

Settembre è alle porte, preparate un bicchiere di prosecco e pizza del fornaio con fettine di buona mortadella tagliata fina fina.

bloggorai@gmnail.com
 
 ps: della serie "bizzarrie" di agosto: solo ieri dopo mezzogiorno Dagospia ha saputo dele "dimissioni " della Maggioni. Non c'è più Dagospia di una volta.  

mercoledì 20 agosto 2025

ANNUNCIO RAI: P come Potere, M come Maggioni

by Bloggorai ©

Una giornata d’agosto alquanto bizzarra. Nel mentre e nel quando i “baudisti” devoti e riconoscenti per avere "inventato la Tv, la RAI, Sanremo, il Pubblico e il suo Servizio" etc. si apprestavano a concludere le litanie funebri a Militello di Catania a reti unificare Rai e Mediaset (solo il Papa, il Presidente della Repubblica e la ormai lontana finale della Nazionale di Calcio meritano tanta attenzione) ed altri miscredenti erano in tutt’altre faccende vacanziere affaccendati è successo che ieri nel pomeriggio succede qualcosa.

E' successo che un attento lettore di Bloggorai, uno di quelli che ancora si ostina a comprare i quotidiani “di carta” e non se la cava solo con quelli on line, ci invia una foto di un articoletto del Corriere dove si legge “Annuncio Maggioni si licenzia dalla Rai, ma condurrà ancora i programmi. Monica Maggioni si è licenziata dalla Rai, rinunciando così al ruolo di direttore dell'offerta informativa. La giornalista continuerà però a condurre i suoi programmi poiché ha firmato un accordo in tal senso con l'azienda. Una scelta che l'ex direttrice del Tgl ha fatto per poter dedicare più tempo alla scrittura e alla conduzione delle proprie trasmissioni”. Accipicchia che notiziona! Nota bene: la Maggioni ha 61 anni e poteva restare in RAI per altri sei. Perché lo ha fatto? Solo per “dedicare più tempo alla scrittura …”???


Boh! Se non che Bloggorai gode della fiducia e collaborazione di tanti amici che gli segnalano per tempo le notizie interessanti e allora pone la prima domanda: è in Rassegna Stampa? No, sembra di no. Ma come è possibile? Il solito malevolo pensa subito che vogliono tenere la notizia sottotraccia. Ma nooooo ... daiiiii …non è possibile! Allora Bloggorai, come al solito, fa partire una raffica di messaggi e telefonate per capire e sapere. Alle fine svelato l’arcano: la notizia in Rassegna c’è ma anzitutto è in ultimissima posizione dopo una serie infinita di articoli dedicati ai funerali di Baudo e poi compare, appunto, in modo “bizzarro: nessun titolo ma solo ANNUNCIO senza firma che quasi si poteva confondere con un “annuncio Immobiliare” una gara d’asta o un “annuncio funebre”. Molti cadono dalle nubi: sul sito dell’Ufficio Stampa Rai non c'è nulla e lo stesso Dagospia che su una notizia del genere ci avrebbe fatto un capitolo di enciclopedia tace, manco una righetta.

Doppio Boh ... la bizzarria si infittisce e cominciano ad arrivare le prime risposte ai nostri messaggi. La prima, of course, è la più autorevole e chiarisce subito tutto: “Si tratta di un disegno politico esterno alla RAI. L’AD Rossi è solo un “intermediario” di altri poteri e ci ha messo solo la firma”. Scusi, mi faccia capire meglio (ci diamo del Lei): “Non è difficile da capire: a settembre inizia la lunga stagione che ci porterà presto alle elezioni politiche. Non poteva, per tanti buoni motivi, essere solo Bruno Vespa il cerimoniere del dibattito televisivo su Rai Uno e anche oltre. Era necessario avere, costruire per tempo, una valida alternativa e il “convento” Rai non offriva di meglio per dare garanzie al Governo Meloni”. Chiaro, chiarissimo. Garantisco l'anonimato della fonte. Grazie e Cordiali saluti.

Allarghiamo il giro dei commenti e veniamo al sodo: “Non è solo una operazione “politica” ma la sintesi, la rappresentazione plastica, televisiva, di un Potere Forte che viene allo scoperto in una sua ulteriore forma più sofisticata ed evoluta”. Come? Non ho ben capito? “Caro Bloggorai, lo hai scritto più di una volta. Chi è la Maggioni? La risposta la trovi facilmente, se sei davanti ad un Pc controlla tu stesso ora”. Obbediamo e leggiamo: “Al 2018 è Presidente del gruppo italiano della Commissione Trilaterale la giornalista Monica Maggioni” ( https://it.wikipedia.org/wiki/Commissione_Trilaterale ) mentre sul sito ufficiale della Trilaterale risulta invece essere “solo” European Deputy Chairman.  Per dare idea di cosa si tratta e di chi vi fa parte date un occhio all’elenco ufficiale http://151.8.135.172/Elenco_Soci_TC_Gruppo_Italiano_ott_2023.pdf . Beninteso, si tratta di un’associazione di persone di assoluto rispetto. Una roba del genere, fatte le debite proporzioni, somiglia vagamente ad una squadriglia scout di “lupetti” intenti ad accompagnare le persone anziane ad attraversare le strade pericolose (del mondo ... of course). Infatti, lo scopo sociale della Trilaterale consiste essenzialmente nel “approfondire e dibattere i grandi temi (politici, economici, sociali) comuni a tutti i paesi democratici e ad economia di mercato, le relazioni fra questi stessi paesi e i rapporti tra essi ed il resto del mondo”. Già, che gli vuoi dire… tutta grazia. Insomma, vuoi mettere con la Direzione Editoriale per l'Offerta informativa … robetta che gli impedisce di “scrivere”. Ci rendiamo conto.

Comunque, per i noti limiti di cui soffre Bloggorai, una storia del genere appare troppo fantapolitica per essere credibile. Magari la Maggioni ne fa parte solo perché si trova in buona compagnia e si dibatte di ottimi argomenti con brave persone. Magari sono i soliti invidiosi, quelli che ne vorrebbero far parte, che ne parlano male.  

Lasciamo perdere e veniamo invece ad ambienti che conosciamo meglio: l’Azienda Rai ovvero ciò che ne resta. La notizia delle dimissioni della Maggioni, è del tutto evidente, non nasce ieri. La notizia, diffusa sottotraccia, è frutto di una trattativa iniziata da mesi, così ci dicono, tenuta in gran segreto. Tre i segreti specifici: nell’ANNUNCIO si legge che la Maggioni continuerà a condurre i suoi programmi che, evidentemente, non saranno a titolo gratuito. Quanto costerà la novazione contrattuale con il modello sperimentato di “prestazione artistica” alla Vespa per intenderci? Perché l’Azienda dovrebbe pagare di più, molto di più, quello che fino a ieri era compreso nel suo “pingue stipendio” entro il tetto dei 240 mila Euro (seppure, si lege nell’ANNUNCIO che “… si spiega — non ha nulla a che fare con il tetto degli stipendi Rai visto che da qualche settimana lo stesso tetto retributivo è stato eliminato da una sentenza della Corte Costituzionale”. 

Già girano cifre impressionanti (si fa per dire): leggiamo su Libero.it quanto guadagna Vespa (artista) “Leggendo il Messaggero, però, la cifra percepita dal giornalista ora sarebbe più alta"Secondo indagini condotte da siti di settore e stando a quanto dicono i bene informati, il suo cachet è molto superiore rispetto a quello di diversi suoi colleghi. Vespa, pare porti a casa circa tra 1,9 e 2,1 milioni di euro l’anno”. Tiè !!! Alla Maggioni (artista, con un probabile agente) quanto gli vuoi dare per non essere molto da meno? “Segreto industriale” già ci hanno detto. Come pure sarà “segreto industriale” pure un altro piccolo dettaglio: la Maggioni, come tanti altri suoi colleghi (giornalisti) ha accumulato una montagna di giorni di ferie non godute. O se li prende o li perde. Non ci dovrebbero essere alternative. E invece no: si applica il “modello Marzullo” del quale si è tanto occupato il compianto Riccardo Laganà: Io rinuncio alle ferie non godute e tu RAI mi dai in cambio qualche programma. Il metodo ha funzionato anche con altri (Iacona). OKKKKEEEIII Monica … affare fatto. Ma, nel caso odierno, la Maggioni i programmai già li ha o meglio li aveva e allora che si fa? Boh ... “segreto industriale”. Infine il terzo segreto riguarda chi andrà ad occupare la sua preziosissima direzione? I potenti mezzi di Bloggorai, per ora, non possono rispondere ma qualche idea ce la stiamo facendo.

Chiudiamo con una noterella a margine (ce ne sarebbero da scrivere un volume sulla Maggioni e dintorni, vedi ad esempio RAI News24). 

Sempre ieri, sul far della sera, per bizzarra quanto improvvida combinazione, compare un “intervento” del consigliere Rai Roberto Natale sul sito del Corriere che “propone” alla Meloni un “appuntamento giornalistico mensile in prima serata … ovviamente RAI”. Ma tu pensa che incredibile mescolanza di notizie, il caso ci ha messo lo zampino: esce la notizia della Maggioni (fino a ieri giornalista RAI, ora, forse “artista”) che lascia l’Azienda e di fronte a lei si potrebbe (si intende, potrebbe) spalancare una porta inattesa: chi verrà chiamato a condurre quell’appuntamento mensile? Non lo vogliamo sapere, lasciamo che sia il caso a decidere.

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On the Road again

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Bloggorai sta tornando..

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lunedì 18 agosto 2025

Baudo e la DC, Il PSI etc etc

by Bloggorai ©

Amici, Romani, compatrioti, telespettatori anziani, prestatemi orecchio!

Vengo per salutare Pippo, non per lodarlo.

Il male che gli uomini fanno vive dopo di loro;

il bene è spesso sepolto con le loro ossa;

così sia per Pippo. Il nobile Bruto

vi ha detto che Pippo era ambizioso:

se così fosse, sarebbe una colpa grave,

e Pippo ne ha risposto gravemente.

Qui, con il permesso di Bruto e degli altri -

perché Bruto è un uomo d'onore;

così sono tutti, tutti uomini d'onore …

A leggere i giornali di oggi, le paginate intere, potrebbe anche succedere che qualcuno possa volerlo “santo - laico - subito”. “Il Padre della Tv” è il minimo che gli si tributa e per poco non sconfina come “Padre della Patria”. Un profluvio di adulazioni, di sentiti e sinceri ringraziamenti oltre ogni immaginazione. 

Segnaliamo solo tre articoli interessanti, relativamente al di fuori del coro, che potrebbero aiutare a comprendere meglio la vicenda umana non solo e non tanto di Pippo Baudo, ma del Paese, della Società che ha attraversato. 

Il primo lo troviamo su La Stampa con il titolo “Così divenne l'incarnazione dell'egemonia democristiana” a firma Marco Follini. Il secondo lo leggiamo su Il Fatto con il titolo “Come fu che Sua Pippità divenne nazionalpopolare” a firma Nanni Delbecchi e il terzo su Il Tempo con il titolo “L'ultimo democristiano tra fede e appartenenza” a firma di quel vecchio volpino di Luigi Bisignani che riporta una celebre frase che racchiude il cuore della riflessione: “Amava ricordare un episodio accaduto al Quirinale: dopo una premiazione, Andreotti gli sussurrò: «Baudo, lei è più democristiano di me»”

Ieri abbiamo scritto “bene e male” e “luci ed ombre”. Per il bene e per le luci, ci sono molti colleghi ben più autorevoli e conoscitori profondi del personaggio e della materia. Bloggorai invece è avvezzo anzitutto a porre domande e poi, purtroppo, avverte una specie di orticaria quando sembra che il bene prezioso della memoria, ad una certa età, si indebolisce, rende tutto opaco e svanito e rende complessa la comprensione della persona e del suo periodo storico.

Ecco qui che si palesa una parte del tema: il personaggio è stato grande di luce propria oppure è stato la “luce” che ha illuminato lui? In altre parole: è stato lui ad “inventare la televisione” come ha scritto qualcuno o è stata la “televisione” ad “inventare” lui, ovvero farlo diventare l’icona, la rappresentazione simbolica, la quintessenza del racconto “nazionalpopolare” televisivo come se i due termini “nazionale” e “popolare” fossero farina del suo sacco?

Infine, e non ultima osservazione, necessario porre un altro interrogativo: è stato Baudo a servirsi della DC per la sua ascesa al potere Rai o la DC a servirsi di lui per cercare di mantenere un consenso sociale, culturale e politico attraverso la RAI che alla fine degli anni ‘80 andava scemando (arriverà poco dopo Tangentopoli e la fine della Terza Repubblica)? Oppure, più semplicemente, i due soggetti erano l’uno in funzione della sopravvivenza dell’altro e viceversa. Il retroscena di quel periodo era il CAF, il patto del camper e l’avvicinarsi dell’era Berlusconi che nel 1988 gli offrì 5 miliardi per passare a Mediaset (poi in parte “restituiti” con un palazzo a Viale Aventino).

Chi vi scrive, come molti altri lettori di Bloggorai, ha vissuto direttamente e in modo ravvicinato quei tempi e dovrebbe ricordare benissimo le tensioni e gli scontri epocali e drammatici tra socialisti e democristiani. Al VII piano, dove da una parte aveva l’ufficio il presidente socialista Manca e dall’altra il DG democristiano Pasquarelli, la contesa per il Potere era su ogni dettaglio, si litigava ferocemente su tutto, pure per le stanze negli alberghi di Venezia, di Umbria Fiction e così via. Figuriamoci quanto succedeva per i programmi e per le nomine.  Molti oggi hanno ricordato lo scontro epocale proprio tra Baudo e Manca.

Come pure, difficile dimenticare e sottovalutare l’inizio di una “nuova era” della RAI: quella delle “esternalizzazioni”, quella dei nuovi poteri forti degli agenti artistici, delle case di produzione esterne. E sappiamo come è andata, come sta andando, a finire. In questa “nuova era” della RAI Baudo è stato solo uno spettatore innocente, vittima incolpevole o ha avuto un suo ruolo, una funzione? Il tempo, la Storia ci aiuterà a sapere e capire.

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sabato 16 agosto 2025

Un'altra RAI, un'altra Tv

by Bloggorai

Cosa altro si può aggiungere di più, di diverso, di originale sulla scomparsa di Pippo Baudo?
Poco o nulla.

Ci viene solo in mente il luogo comune che recita "Non c'è più la RAI di una volta". E' rigorosamente vero. Per chi, come noi, ci ha lavorato dentro, per tanti anni, conosce bene la differenza che corre tra la RAI di Pippo Baudo e quella attuale. Nel bene e nel male, sono mondi diversi che non hanno potuto e non potranno mai dialogare. 

Chi vi scrive ha rimproverato spesso pubblicamente ai "vecchi colleghi" di aver lasciato l'Azienda senza eredi, senza aver fatto scuola, senza aver radicato e sedimentato una cultura profonda di Servizio Pubblico. La RAI non è stata resa immune dalle ingerenze dei governi di turno. La RAI al suo interno non ha saputo sviluppare anticorpi adeguati e sufficienti contro tutti i suoi avversari. 

Pippo Baudo, oltre l'icona che rappresenta, ha lasciato "eredi o eredità"? Non ci riferiamo solo ai suoi colleghi, i vari Conti o Venier. Ci riferiamo anche al modello di conduzione televisiva , di racconto popolare, di interlocuzione con il pubblico.

Abbiamo la sensazione che Pippo Baudo porta via con se un patrimonio, sempre nel bene e nel male, che pochi, forse nessuno, hanno voluto o potuto raccogliere. 

La scomparsa di Pippo Baudo avviene esattamente in un momento di profonda mutazione genetica della TV e della RAI. Nessuno, oggi, ragionevolmente, è in grado di immaginare verso quale direzione si dirige il cambiamento.

Comunque, grazie Pippo Baudo, anche per essere stato un segno distintivo della "RAI che non c'è più" con tutte le sue luci ma pure con tutte le sue ombre.

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Il Giallo di Ferragosto


Il vero giallo, il sostanziale mistero misterioso consiste proprio nel fatto che non c'è nessuno "giallo" da commentare, da analizzare, nessun colpevole da condannare e nessun innocente da assolvere. Nessun giallo di nessun genere. Perche'... cosa è successo?

Non c'è più un drammatico caso di cronaca nera, di quelli duri, e giusto per tenerci in forma siamo costretti a ricordare quelli di un lontano passato.

Nelle scorse settimane siamo stati inondati da Garlasco e improvvisamente... puffette... per ora svanito.

La "politica" non ne parliamo proprio: dove sta? Di cosa si occupa? È in vacanza o lavora in incognito?

Cinema? Non ci sono più nemmeno le "arene" di una volta e per sostenere i pochi aficionados si sono inventati la proposta dei "3 euro" purché film italiani.

E poi qualcuno si chiede "dove vanno in vacanza gli italiani?" Già... questo un vero mistero... Forse il vero giallo dell'estate.

E la TV? Qui il giallo è pallido, un giallino smunto. Da sempre, a ferragosto, non ci sono misteri da svelare. Si spegne e basta.

La RAI? eccoci dunque al grande mistero misteriosissimo: si farà il festival a Sanremo nel 2026? 

Buio fitto: chi sa non parla e chi non sa tira a indovinare: chi sarà il colpevole della fuga da Sanremo o della permanenza all'Ariston? Boh!

Ieri è comparso un bizzarro indizio. Il Secolo XIX ieri ha sparato un titolone: "Accordo fatto: la firma tra due settimane". Ci siamo presi la briga di provare a verificare: nada... nisba... "Sorry... Non ne so nulla" . In soldini, a leggere l'articolo Rai avrebbe accettato tutto... ovvero "sbragato" quasi su tutti i fronti.

Sarà proprio così? Il mistero si infittisce. Appuntamento... forse... sul luogo del delitto tra il prossimo 29 agosto e il 2 settembre...forse... Vedremo... Chissà... Con il primo fresco le menti sono più sgombre.

Infine il super giallo dell'estate istituzionale Rai: la riforma. Dalla scena è assente una protagonista: l'opposizione. Dicono, pare, sembra che sta lavorando sotto l'ombrellone.

Aspettiamo fiduciosi...il crimine non paga mai.

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giovedì 14 agosto 2025

I soldi RAI : i caldi numeri di agosto


by Bloggorai

D'estate, si sa, fa caldo e d'inverno, si sa, fa freddo. Detta così sembra una banalità estrema ma, a pensarci bene, non lo è del tutto. Non è banale osservare che quando fa caldo ed è necessario proteggersi, tutelarsi dal sole e dalla temperatura cocente, come pure in inverno con il freddo pungente, occorre essere più attenti, essere più concentrati.

Ecco allora che ieri ci siamo distratti un attimo e non abbiamo dato soverchia attenzione ad un articolo interessante pubblicato su Italia Oggi con il titolo "2024, RAI cresciuti i costi". Il pezzo esordisce con una notazione fondamentale: è quasi un anno che il Cda è senza Presidente. Una anomalia denunciata da tempo ma che nessuno sembra intenzionato a risolvere. Per ora va bene così, compresi i consiglieri che con la loro presenza, di fatto legittimano questa situazione. Poi si parla di numeri dove, in estrema intesi, si osserva una "banalità": RAI Spa è in perdita e buona parte di questa voce negativa è dovuta ai costi. Attenzione: non si tratta solo dei costi dell'ultimo esercizio ("...cresciuti soprattutto per effetto dei tre grandi eventi sportivi 2024 per circa 165 mln...) ma di un "difetto di comportamento" ormai consolidato da tempo. Si legge poi che se Rai Spa riesce a tenersi a galla è grazie alle consociate.

Il compianto Riccardo Laganà, a questo proposito, aveva coniato la definizione di "RAI Bancomat" al quale attingono a piene mani agenti artistici, case di produzione e compagnia trotterellando e lo spunto per la riflessione era sempre lo stesso: la relazione annuale della Corte dei Conti (per l'esercizio 2023 è stata pubblicata proprio nei giorni scorsi nella consueta indifferenza generale). 

A pag. 147, si legge e si ripete da anni la stessa frase: "A fronte della situazione sopra illustrata, la Corte ribadisce la necessità che l’Azienda realizzi ogni misura organizzativa, di processo e gestionale idonea ad eliminare inefficienze e diseconomie". Quali inefficienze e quali diseconomie siano state eliminate non è dato sapere.  E' dato sapere che i costi per nuove produzioni esterne sono sempre attivi. Morale: la Corte di Conti ogni anno batte una manina sul tavolo ma poi non si avvertono effetti tangibili, e i costi crescono. I consiglieri di amministrazione vigilano, controllano? Un documento comunque sempre di grande interesse che però come abbiamo scritto ieri a proposito dei contenuti, dell'offerta editoriale, appartiene a quella serie di argomenti che suscitano scarso interesse quanto invece fanno brillare gli occhi ad alcuni quando si parla di Contratto Mezzi ed Obiettivi che ancora non si capisce da dove viene e perchè è stato tirato fuori dal cilindro di Mago Magò (ad onor del vero, ci dicono, che verrà presto rimesso nel cilindro, forse gli è venuto fuori a loro insaputa), 

RAI Bancomat appunto per dire che alle casse del Servizio Pubblico attingono in molti, da anni, decenni e pochi sembrano farci caso. Vedi il "dossier" Rai Way: ogni anno l'ex Viale Mazzini paga un sostanzioso canone per contratto di servizio per oltre 200 mln che confluiscono poi indirettamente nelle tasche degli azionisti e nessuno batte ciglio. Lo abbiamo scritto tante volte: lo steso servizio prestato da RAI Way a RAI si potrebbe cercare sul mercato dove, lo abbiamo scritto a suo tempo, potrebbe costare molto meno. Tant'è.

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mercoledì 13 agosto 2025

La lunga e sofferta estate RAI: e gli "anziani" stanno a guardare

by Bloggorai ©

Gli anni passano, i figli crescono e i genitori invecchiano. 

Correva l’anno 2023 (anno dispari ed è rilevante annotarlo), mese di agosto, e leggevamo “Auditel, Mediaset domina luglio. Canale 5 contribuisce a spingere il Biscione al 37% di share nelle 24 ore, Rai al 35,4%” (Italia Oggi).

Poi, correva sempre l’anno 2023, mese di settembre, e sul Sole 24 ore a firma Andrea Biondi e leggevamo “Tv, la difficile estate Rai e gli ascolti di Mediaset sopra il servizio pubblico”.

A dicembre 2024 leggevamo su MF “Anche nel 2024 Mfe-MediaForEurope batte la Rai negli ascolti. La tv di Stato si avvia infatti a chiudere l’anno con il 36,6% di share nelle 24 ore, contro il 36,9% raccolto da Mediaset. Un risultato importate per Cologno Monzese sia perché questo, dopo il 2023, sarà il secondo anno di seguito in cui Mediaset sarà primo editore tv in Italia, sia (soprattutto) perché arriva in un anno in cui Rai ha trasmesso eventi importanti come Olimpiadi ed Europei di calcio, mentre su Mediaset ha pesato l’assenza del match in chiaro di Champions League”.

A maggio scorso sul Sole abbiamo letto “Osservatorio Agcom. Tv: nel 2024 Mediaset batte Rai per ascolti, Rai prima nel 'prime time'”.

Sarà che il nostro archivio è parziale, sarà che i dati possono essere mutevoli “qual piuma al vento” sarà che se osserviamo i dati Auditel di questi giorni, di queste settimane, la situazione appare alquanto chiara ovvero ... complicata

Arriviamo allora a questo periodo. Secondo dati resi noti dallo Studio Frasi nei primi 70 giorni del cosiddetto “fuori stagione” ovvero il periodo poco appetibile per gli inserzionisti pubblicitari, Rai perde poco meno di mezzo milione di telespettatori rispetto allo scorso anno (anno pari). Attenzione il confronto tra i due periodi è alquanto complesso per lo svolgimento di importanti eventi sportivi lo scorso anno (Europei di calcio e Olimpiadi). Quest'anno Mediaset con una programmazione più aggressiva (anzitutto La ruota della Fortuna e poi il grande successo di Temptation Island) gli ha consentito il superamento di circa 160 mila telespettatori rispetto alla RAI (anche La 7 è cresciuta). Questa osservazione però non attenua il dato essenziale ed evidente: Rai non ha programmato l’estate e Mediaset si, proprio come gli scorsi anni. Rai si attesta sulla linea Maginot di Techedeche e su qualche replica di fiction, as usual.

Punto, a capo.

Allora, fissiamo alcuni punti ormai consolidati. A: la platea televisiva si restringe per tutti i broadcasters B: il pubblico della Tv generalista è stabilmente “adulto” e tendenzialmente sempre più anziano C: Rai ha ormai quasi perso del tutto la competizione sul day time e resiste in prime time (vedremo la prossima stagione) D: il pubblico tendenzialmente si fidelizza e tende ad essere attratto dall’offerta editoriale più appetibile. Cosa succederà a settembre se Canale 5 prosegue con Gerry Scorri contro i pacchi di De Martino su Rai Uno? A proposito: non abbiamo letto una parola su questa trasmissione, da anni chiaramente a sostegno della ludopatia, una delle malattie sociali più gravi e devastanti.

Torniamo a domande che Bloggorai pone da tempo: come si aggiorna, si adegua e si evolve l’offerta editoriale Rai? Quali sono i contenuti innovativi, le nuove produzioni, le idee, i programmi, i prodotti che caratterizzano il Servizio Pubblico? Non tocchiamo il tasto degli acquisti, delle coproduzioni, degli appalti per carità di Patria. Infine, come la Rai prova ad intercettare quella parte di pubblico “giovane” oppure, cose le sue punte di diamante sono le repliche di Don Matteo o di Imma Tataranni? E' divenuto ormai un luogo comune "I giovani non guardano più la televisione figuriamoci la RAI"

Ancora una volta, il dibattito sulla qualità dell’offerta complessiva, la valutazione dei contenuti, la programmazione editoriale sembra non interessare. I consiglieri sono in vacanza.

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lunedì 11 agosto 2025

RAI: una lunga notte d'estate

by Bloggorai ©

A questa calda estate manca qualcosa. Si avverte un certo senso di vuoto, di carenza, di assenza di un certo non so che difficile da decifrare. O sembrano non esserci notizie rilevanti (a parte le due guerre) o non ci sono chi è in grado di raccontarle. Sembra mancare la Politica con la P maiuscola: si legge solo di cincischiamenti del governo Meloni che non sa che pesci prendere su ogni piano. La sua sola ambizione è sopravvivere a sé stesso. Il Paese non sa dove poggiare per andare in vacanza? No problem: ci pensano i Tg e Gr della Rai a sostenere che va tutto bene perché se gli italiani non vanno al mare e gli stabilimenti sono quasi vuoti è perché vanno in montagna. Per tutto il resto si avverte una vaghezza sconsolante.

Ad aggravare la situazione c’è pure la totale assenza almeno di un gialletto sotto l’ombrellone. Pure il tema Gargliasco è andato in ferie. Stanotte per consolarci abbiamo ripescato un podcast sul delitto Cesaroni: solita storia italiana edificante di intrecci torbidi tra cronaca nera e strani agenti segreti che depistano le indagini. Nulla di nuovo.

La RAI? Lasciamo perdere. A leggere i dati di ascolto sembra una tragedia: quasi regolarmente sotto Mediaset e nemmeno di poco.  

Day time 9 ago – tot. Rai              1,8mln   30% sh

                               Tot Mediaset     2,4mln  39% sh

,,    ,,         8 ago – tot. Rai             1,9mln  31% sh

                               Tot Mediaset     2,5mln  40% sh

E cosi via nei giorni precedenti.

Sanremo: giorni difficili, difficilissimi. Da quel poco che si sa e si legge ora le trattative con il Comune sembrano in pausa perché nessuno vuole mollare (o sbragare). Il Comune è consapevole che senza le telecamere Rai la ridente cittadina ligure potrebbe vendere mazzolini di garofanini. Rai è consapevole che un margine di rischio a mollare il “brand” Sanremo ci potrebbe anche essere. Come uscirne senza rompersi l’osso del collo? Chi cede per primo? Per ora nessuno è in grado di saperlo. Se ne parla, forse, dopo ferragosto.

Nel frattempo l’EMFA e la riforma Rai possono attendere serenamente. La mossa del Governo di presentare una sintesi delle proposte di legge per adeguare la normativa nazionale alle disposizioni comunitarie potrebbe fornire un buon argomento per dire a Bruxelles “stiamo lavorando, dateci un paio di mesi e ci adegueremo”. Ci sarebbe da aggiungere “con o senza l’opposizione, o una parte di essa”. Già, perché l’opposizione “sta lavorando” e chissà, forse a settembre farà sapere qualcosa.

Cosa non si sa bene giacchè quella strampalata idea del COM (Contratto di Obiettivi e Mezzi) contenuta in quell’altrettanto strampalato documento e caduta dall’albero del pero, sembra sia naufragata prima ancora di essere messa a mollo. “Un tema da rivedere” ci dicono. Se sbagliate le premesse figuriamoci le conseguenze. Amen. Ricominciamo da capo, sempre che si riesca a capire, una volta per tutte, se questa riforma si potrà fare da soli o in compagnia, sia all’interno della stessa opposizione (c’è nervosismo”) sia con i partiti di governo. Difficile fare i conti senza di loro: in Parlamento, purtroppo, hanno la maggioranza.

Ha da passà a nuttata … ed è una gran bella notte … luna calante e per tetto un cielo di stelle. Nell’isola fervono i preparativi per la grande festa, il Panighiri del 15 agosto.

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