mercoledì 22 maggio 2019

Vincitori e vinti

Anzitutto come al solito, grazie ai tantissimi lettori di questo blog: ieri c'è stato un picco enorme!

Oggi la lettura dei giornali si presenta alquanto complessa: nessuno si lancia nelle interpretazioni politiche e quei pochi che lo fanno si limitano genericamente ai titoli. Difficile non cogliere il nesso tra gli equilibri di governo e quelli di Viale Mazzini dove i destini delle forze in campo, non si sa ancora per quanto, sono indissolubilmente legati. La domanda che abbiamo posto ieri è in corso di validità: chi ha vinto e chi ha perso? Apparentemente, come hanno scritto alcuni giornali, M5S contro Lega 2 a 0. Attenzione, potrebbe non essere esattamente in questi termini. Proviamo a leggere la questione dal punto di vista dell'altro lato del corridoio del settimo piano. A Foa conveniva mettere Salini con le spalle al muro e fargli tremare la terra sotto i piedi? Forse no. Troppo incerti gli equilibri politici in corso e poi, da non dimenticare, in Vigilanza e non solo, si sta creando un clima certamente non favorevole verso di lui per la questione della presidenza a RaiCom. La questione potrebbe essere facilmente risolta: lui sostiene che ha accettato la nomina perchè richiesto da Salini, per spirito di servizio a senza compenso (in corso la verifica del Collegio sindacale). Ma, appare evidente, che in gioco c'è la sua credibilità. E allora difficile non cogliere l'opportunità di incassare una apparente sconfitta oggi, piuttosto che una disfatta domani. E' la politica bellezza !!! Argomento che sembra poco praticato invece dall'altro lato del corridoio. 

Ieri abbiamo scritto che al di là della contingenza politica Salini era costretto a procedere con le nomine: si tratta di una prerogativa che la legge gli assegna in via prioritaria e dalla quale non è possibile derogare. Non farlo, dopo averlo fatto sapere urbi et orbi sarebbe stato la cronaca di una fine annunciata. Il problema è stato il ritardo, il tentennamento, l'incertezza che ha avuto  per lunghissimo tempo, durante il quale la politica ha avuto buon gioco nel cercare di tirare le fila da un parte o dall'altra.
Dunque, nella valutazione sulle persone, poco da dire: a parte uno, tutti interni, tre donne, e tutti di provata esperienza aziendale. Forse qualcuno migliore o peggiore? non è questo il problema. Il problema è per che tipo di gioco sono chiamati a scendere in campo. Come abbiamo scritto ormai innumerevole volte e da diverso tempo, si tratta del progetto, della visione che questa governance di Viale Mazzini intende proporre sul futuro del Servizio Pubblico.

Il verbo "proporre"  (1. ant. o letter. In senso proprio, porre innanzi, e quindi offrire, mettere davanti agli occhi. Per estens., premettere: queste cose proposte, così procedo (Dante);  2.Comune in senso fig.: a. Indicare, o consigliare, suggerire come utile, come opportuno b. Presentare all’attenzione altrui qualche cosa da risolvere, oppure da trattare, da sviluppare:  c. Offrire all’accettazione altrui... etc" da Treccani ) vorrebbe dire esattamente esplicitare una modalità di relazione con il resto del mondo che, finora, è stata del tutto assente. Il Piano industriale è stato cantato e suonato tutto in casa, senza che nessuno, formalmente, lo avesse mai letto. Le due sole occasioni di "confronto" .... si fa per dire, sono avvenute in Vigilanza e lunedì scorso all'Auditorium. Poco, troppo poco per riguardare non solo l'organizzazione dell'Azienda, considerata la panacea di tutti i mali, ma la mutazione genetica che il Servizio Pubblico potrebbe subire da qui ai prossimi anni. Banalmente, considerando che questa trasformazione interessa qualche decina di milioni di italiani che, peraltro, pagano pure il canone, sarebbe non solo giusto ma anche doveroso che su questo argomento si sviluppasse un dibattito, un confronto ampio. In verità, ci doveva essere prima. 
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