sabato 18 maggio 2019

Straordinario

Non capita tutti i giorni che quattro consiglieri richiedano un Cda straordinario. Per capire, cerchiamo di sapere chi sono: Borioni, in quota PD ... ma quale PD? Renzi che già l'aveva nominata? quota Anzaldi o Zingaretti? non sono la stessa cosa. Coletti, in quota M5S, ma quale? Di Nicola o Airola? non proprio lo stesso punto di vista. Rossi, in quota FdI? ma chi? lo stesso dell'intervista sull'antifascismo ormai superato??? Infine Laganà, eletto dai dipendenti.

I quattro, di fronte alla tarantella sul caso Fazio, prendono coraggio e in un impeto di gloria accumunati dallo stesso destino, si accingono ad un atto "straordinario" e proprio di venerdì 17 che, a quanto sembra, non ha portato proprio bene.
Vediamo cosa ne è uscito fuori. Ieri sera qualcuno, mentre circolavano le prime notizie, ha detto "niente di che" !!! e, in effetti, proprio niente è uscito. Lo "straordinario" chiarimento su Fazio non è avvenuto, lo straordinario comportamento di chi non comunica con l'AD cambiamenti di palinsesto non è stato chiarito, lo straordinario chiarimento sulla doppia nomina di Foa a Rai Com rinviato a dopo le elezioni, lo straordinario pacchetto di nomine sospeso per il fine settimana e, forse, comunicate il prossimo lunedì, lo straordinario problema dei palinsesti in alto mare è irrisolto. In effetti, proprio niente di che, di straordinario non c'è stato proprio nulla. Il solo atto "straordinario" e politico è stata la formale richiesta di dimissioni a Foa proposta da Laganà e Borioni.

Eppure, come abbiamo scritto ieri, la posta in gioco era ed è tutt'ora molto alta. Non si parla solo di qualche decina di milioni a Fazio, non si parla del gossip su Fiorello, non si parla del compenso a Foa come presidente di Rai Com (e passa in secondo piano il canale in inglese che forse è più grave). Va a finire che si scopre il barattolo della marmellata dove tutti attingono il cucchiaino. Attenzione, non è quello delle nomine (come abbiamo scritto, derimente è quella alla direzione produzione: vale da sola quasi tutte le altre messe insieme, per budget e numero di addetti). Sui giornali di oggi si legge che Ferrario e Ferragni sarebbero saltati (ambedue sostenuti da Foa) e non si legge da nessuna parte della nomina di Giannotti, amico e sodale di Salini, alla comunicazione al posto di Parapini.

Questa però è una pista che, ci suggeriscono, essere molto suggestiva per capire cosa potrebbe essere successo quando Salini e Foa sono usciti dal Cda. Non c'è angolo sordo del settimo piano. La posta in gioco è la sopravvivenza dello stesso consiglio, sembra sia stato il pensiero prevalente. Un solo vincitore, come si stava prefigurando Salini, non avrebbe fatto comodo a nessuno e allora "statt'i buonino, calma... aspetta un momento..." . In fine dei conti, mancano pochi giorni al giorno del giudizio, dove si potrebbe capire chi ha la carte buone in mano.
Da tempo era noto che l'AD avrebbe voluto forzare i tempi proprio per non trovarsi scoperto dopo il 26 maggio. Per buoni motivi: dare segno di essere in grado di "gestire" l'Azienda ora, dopo potrebbe essere tutto più difficile.

Morale della favola: la tarantella straordinaria di ieri non è servita a nulla se non a dipingere ancora una volta l'immagine del Servizio Pubblico in mano alla politica che, a sua volta, esprime quello che passa il convento.
Forse, alla fin fine, un sano Cda "ordinario" e magari con qualche voto a favore o contro era meglio di questa pantomima (Azione scenica muta, caratterizzata da una successione di gesti e di atteggiamenti, o anche da una danza più o meno sfrenata, a carattere farsesco).
Buon fine settimana a coloro che si apprestano a lasciare e a coloro che si apprestano a subentrare. Sempre che, alla fine di questo giorno "il destino sarà noto" e non è affatto scontato.
bloggorai@gmail.com
 

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