martedì 28 maggio 2019

scusate il ritardo

Come tutti i processi sociali e culturali, anche quelli politici richiedono tempi lunghi. I risultati elettorali di domenica scorsa sveleranno i loro effetti con calma. A Viale Mazzini e dintorni ne sono consapevoli. Prima del voto, tutti erano fermi in attesa dei risultati, ora si fermeranno in attesa di capire cosa potrà succedere. 

Per ora, la notizia è la prossima presentazione dei palinsesti invernali a Milano il 9 luglio. I soliti "avvelenati" hanno visto nel fatto di farlo solo a Milano (e non più anche a Roma) un segno della vittoria della Lega. In effetti, della kermesse romana, costosa quanto inutile (la maggior parte dei centri media, quelli rilevanti sono a Milano) se ne può fare tranquillamente a meno. Da quì a dire che è i segno dei nuovi tempi politici sembra un tantinello eccessivo. Come alsolito, il problema è stato causato da chi c'era prima. Le pere cascano sotto l'albero del pero. Il tema vero sarà capire cosa ci sarà dentro i palinsesti, come avverrà, se avverrà, il mutamento dell'offerta televisiva per i prossimi mesi.

Il verbo che piace tanto in questo periodo è "narrare". In questo modo, alcuni sostengono, si crea, si rafforza o si modifica il sentire comune nazionale, si definisce la percezione della realtà, si leggono "i fatti" e si collocano nelle categorie della società e della cultura che, a sua volta, forma la "morale sociale" cioè si definiscono, appunto, le regole. In altre parole, la narrazione concorre alla formazione del consenso politico, che poi si trasforma in voti e quindi in governo.

Nel 2008 venne coniato il termine "paurismo" nel corso di un convegno promosso da Save the Children sul tema minori e accoglienza. Con quella parola si voleva intendere esattamente la possibilità di utilizzare la paura come strumento di propaganda politica. Esorcizzare la paura in politica paga e bene pure (valga per tutti l'esempio di Trump) e sono innumerevoli gli esempi di quanto convenga, laddove non ci sono pericoli reali o imminenti, inventarne uno per fare in modo di aggregare consenso. 
Corriamo volentieri il rischio di essere ripetitivi e monotoni: per i palinsesti, per la narrazione del Servizio Pubblico, ci interessa capire e sapere quali indirizzi, quali orientamenti si intendono percorrere. Il Piano industriale, di tutto questo, ne parla poco, poco poco.

Oggi la Vigilanza: attenzione ....

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