mercoledì 31 ottobre 2018

De minimis non curat praetor

Un attento, esperto, lettore ci segnala che questo blog negli ultimi giorni appare alquanto fiacco di argomenti. Ha ragione!!! infatti, gli argomenti che trattiamo hanno due fonti di riferimento. Il primo sono i temi, i contenuti, le prospettive del Servizio Pubblico Radiotelevisivo e quindi le grandi sfide sulla mission, sulle risorse, sulle tecnologie. Il secondo è la cronaca quotidiana.

Sul primo punto, il ruolo di un blog come questo non può altro che essere di stimolo, di proposta, di mantenimento dell'attenzione avendo a mente un focus strategico: il futuro prossimo venturo.  In questo poco spazio, non vogliamo, non dobbiamo, non possiamo avere la pretesa di sostituirci a chi più autorevolmente affronta con rigore questi argomenti. Sul secondo punto, la tentazione di entrare nella tarantella del gossip, del taglia e cuci, del "pare, sembra, dicono" è forte ma cerchiamo di resistere, come avviene di fronte ad un babà quando sei a dieta. Però, ai minimi termini, non disdegniamo l'attenzione.

Veniamo a oggi. Stamattina in CdA insieme alle tre nomine dei Tg si parlerà di risorse economiche e frequenze. L'Ad esporrà ai consiglieri lo stato dell'arte sulla complessa vicenda della riorganizzazione dei 700 Mhz ed è probabile che verrà convocato in audizione Stefano Ciccotti, CTO. Potrebbe tornare nella cartellina dei consiglieri il dossier dello scorso 13 giugno dove si evidenziavano i rischi e i costi  presenti in questa operazione. Ricordiamo che i rischi si riferiscono ad una potenziale perdita di quote rilevanti di ascoltatori. Riportiamo fedelmente: "Dal 2022, Rai1 e Rai2  non potranno più essere diffuse sul nuovo  mux VHF(ex mux1),rinunciando in tal modo ad una rete con copertura superiore al 99%;questo impone a Rai ingenti investimenti per assicurare una copertura analoga su una ltro mux diverso.
Senza tali investimenti,la perdita di copertura sul digitale terrestre per Rai1e Rai2 riguarderebbe almeno il7% della popolazione.
Rai dovrà ristrutturare il mux1, per cederne prima il 60% e poi l’80% alle emittenti locali, utilizzando solo frequenze VHF, con perdita di copertura nelle aree dove l’utenza storicamente non dispone di antenne riceventi su tale banda: si stima che la perdita stimata di servizio sia compresa tra i 5 e i 6 milioni di famiglie.
Poiché su questo Mux regionalizzato dovrebbe essere diffusa Rai3 con TGR, la perdita di servizio per Rai3 e per i notiziari TGR sarebbe di 5-6 milioni di famiglie."

Basta e avanza per essere preoccupati. Inoltre, all'orizzonte con la nuova Legge finanziaria si profila una ulteriore minaccia sulla questione canone. Come abbiamo scritto tante volte, il tema centrale è il rapporto tra risorse e investimenti. Come noto, il Contratto di servizio richiede a Rai di sostenere spese rilevanti per realizzare nuove iniziative (canale istituzionale, in lingua etc) ma non fornisce alcuna indicazione su come e dove trovare i rispettivi budget di spesa.
Il combinato disposto tra obblighi di adeguamento tecnologico e copertura di spesa definisce il vero perimetro della crisi esistenziale della Rai. O si ragiona in questi termini, altrimenti ... tutto il resto è noiaaaa.... noiaaaa...

bloggorai@gmail com

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