domenica 31 agosto 2025

Informazione RAI: la battaglia d'autunno è appena cominciata

by Bloggorai ©

Bim, bum …bam!!! Non c’è stato nemmeno il tempo di disfare i bagagli e via subito con l’artiglieria pesante. La battaglia è iniziata su un terreno duro e strategico: l’informazione Rai. Non era facile prevederlo: mentre tutti erano indaffarati con la “riforma” del Servizio Pubblico, sottotraccia si tesseva la grande trama prima delle prossime consultazioni regionali.

Facciamo il punto: il primo colpo di cannone lo tira la Maggioni con le sue dimissioni da direttrice Editoriale per l'Offerta Informativa. Un ruolo di primissimo piano e di assoluto rilievo strategico, o almeno così doveva essere. Cosa abbia “offerto” e cosa coordinato non è dato bene sapere. Certamente ha giocato bene la sua carta trasformando il suo pingue stipendio da 240 mila euro in “contratto artistico” milionario. Il Cda Rai non sembra averne saputo nulla o, se lo ha saputo, si è girato dall’altra parte oppure era complice. Ora per la Rai ci sono due problemi: il primo è trovare nuove e adeguate trasmissioni da assegnarli, il secondo è come sostituirla (in pole, of course, Giorgino sempre trovi tempo tra una lezione e l’altra alla Luiss). Ma… ma …

II secondo colpo di cannoncino, forse una spingarda, lo tira il consigliere Natale che “propone” alla Meloni una nuova trasmissione giornalistica. Non se ne accorge nessuno, solo Bloggorai gli dedica as usual qualche riga e finisce lì. Amen.

Il colpo grosso da obice arriva ieri mattina quando il Foglio titola “Meloni vuole Chiocchi a Palazzo Chigi”. Bum Bum!! Leggendo l’articolo si viene a sapere ovvero si confermano tante cose: A il “piano viene confermato” ovvero la proposta ci sarebbe stata e la trattativa “viene data per chiusa”; B dell’operazione “se ne parla anche tra i vertici degli apparati di Stato con i quali il direttore del Tg1 ha rapporti ramificati e solidi”; C la premier “guarda alla elezioni del 2027”. C’è oltre ma fermiamoci qui senza non sottolineare quei “rapporti privilegiati con gli apparati dello Stato” che, ad occhio, potrebbero essere i “servizi”. Già, certo, perché no: lo zampino di “servizi” non guasta mai, semmai aiuta.

E ci torna a buon gioco questa mattina un articolo su Il Giornale con il titolo “Mediaset e Rai, la sfida è sull’informazione” dove si legge “… anche nel campo dell'informazione, nella stagione televisiva che sta per prendere il via Mediaset mette la quinta dopo aver giocato d'anticipo quest'estate mettendo in campo una programmazione in diretta e non fatta solo di repliche”.

Cerchiamo di mettere insieme i punti. Tra esattamente 20 mesi scade la concessione Rai. Mese prime, mese dopo scade l’attuale Cda Rai se non va a casa prima. Mese prima, mese dopo si vota alle politiche. Tutto porta ragionevolmente a concludere che la Meloni e il suo Governo guardano lungo e aggiustano la mira. La Rai diventa non solo il campo di battaglia (non si capisce chi sarebbe l’esercito avversario) ma lo strumento offensivo più efficace per attestarsi in modo potente a presidio dello strumento fondamentale necessario a mantenere la presa sull’informazione.

Ora non ci resta che decifrare questa mossa di Chiocci che ieri avrebbe smentito. La vecchia regola secondo cui una smentita è una notizia data due volte si dovrebbe confermare pure in questo caso. Il Giornale quando scrive, in genere, nel suo ambiente è solitamente bene informato e la notizia non è uscita “a caso”. Come pure per la Maggioni, si tratta di manovre in corso che non possono aver visto l’AD Rossi ignaro di tutto, proprio per il noto “malumore” con il direttore del Tg1. Difficile credere che non ne sapesse nulla e, semmai fosse, sarebbe un aggravante per la sua posizione. Ieri Chiocci ha confermato i contatti con la Meloni: la proposta c’è stata ma ha tenuto il punto sostenendo che vuole rimanere e, in ogni caso, informerebbe prima l’Azienda. Ma ha informato Rossi dell’offerta ricevuta? Insomma, non dilunghiamoci più di tanto in facili dietrologie. Fermiamoci a constatare che siamo solo all’inizio.

Chiudiamo con Sanremo. Sappiamo che la trattativa sembra ferma al palo del format mentre la parte economica “dovrebbe” essere chiusa. La Rai accetta le richieste del Comune. Punto. Il previsto incontro risolutivo slitta di giorno in giorno.

bloggorai@gmail.com

sabato 30 agosto 2025

RAI e Tg1. la notizia vera di oggi e quella farlocca di ieri

by Bloggorai ©

Questa mattina ci siamo svegliati sotto un violento temporale. Grande timore per l’uva. La stagione si è rotta, prepariamoci all’autunno.

Bene. Iniziamo con una notizia rilevante: “Il calo degli ascolti del Tg1 è ''un problema molto serio… citando l'ultima occasione in cui il Tg5 ha superato il Tg1, la scorsa settimana, ha detto che a preoccuparlo non è tanto il fatto che ''il Tg1 ha fatto il 20,6 rispetto al 20.9 del Tg5''… vuol dire che lo spettatore sente che l'informazione non è completa e adeguata a quella della rete ammiraglia''. Accipocchia … iniziamo male la prossima stagione, quasi da non crederci. Se non che… attenzione attenzione: la notizia è datata esattamente 12 luglio 2011 e la frase è di Paolo Garimberti pronunciata in Vigilanza Rai alla quale si è associata quella del segretario Usigrai Carlo Verna “Il pluralismo tra le sue virtù produce anche telespettatori, ascoltatori, lettori, insomma clienti. I cali di ascolto spesso e non solo al Tg1 dipendono molto dalla mancata rappresentazione di alcuni punti di vista. Chi si sente escluso cambia canale”.

Sono trascorsi esattamente 15 anni e da ieri tarda mattinata arriva a Bloggorai la notizia di aggiornamento: “Il Tg1 battuto dal Tg5” e questa mattina solo il Sole la riprende in 10 righe compreso il titolo “Sorpasso del Tg5 sul Tg1 nella gara per gli ascolti”. che grande novità!!! una Notiziona !!! Se non che, ieri nel pomeriggio, comincia a girare una dichiarazione del solito consigliere (uno a caso, tanto degli altri si sono perse le tracce) dove si legge “Chi ha a cuore la tenuta del servizio pubblico non può sottovalutare il segnale di allarme che viene dagli ascolti del Tg1…L'analisi va puntata su contenuti e linguaggi del tg, senza guardare altrove. Un esame che si fa sempre più urgente, come urgente è una riflessione sul complesso dell'offerta informativa Rai: anche in questa stagione, tranne lodevoli eccezioni, troppi sono stati gli spazi che altre emittenti hanno occupato senza trovare concorrenza”. Questa nota non l’ha ripresa nessuno e forse non è un caso.

Bloggorai ha (non so per quanto tempo) ha ancora buona memoria. Ricordiamo un punto fondamentale: la Rai, da anni, decenni, non ha un Piano editoriale per l’informazione. Riproponiamo quanto abbiamo scritto lo scorso 22 agosto ed è bene averlo sempre bene a mente: “Ricapitoliamo qualche punto che, supponiamo, Natale dovrebbe conoscere benissimo non solo e non tanto perché è stato segretario nazionale dell’Usigrai (lo stesso sindacato che alcuni mesi addietro ha chiesto le dimissioni del Cda, comprese le sue!) quanto perché, proprio perché Consigliere RAI dovrebbe essere parte del suo compito.

Cominciamo dal famigerato Piano Verdelli (2017) e la nota proposta della “newsroom” (da chi è stato affossato? Chi ha passato la “soffiata” all’Espresso? Chi erano i personaggi che erano interessati a quell’operazione e che hanno remato contro per affossarlo? Ci si può scrivere un romanzo, ancora sono ignoti gli esecutori materiali. Bloggorai lo sa. Tant’è che il Piano venne ritirato e non se ne seppe più nulla, salvo leggere il libro dello stesso Verdelli, e del suo perno più rilevante ovvero la “newsroom” si sono perse le tracce (salvo ritrovarle con il titolo della trasmissione della Maggioni, per puro caso).

Succede poi che poco tempo dopo viene proposto il Piano Industriale 2018 dove, per la prima volta, si legge un corposo allegato (247 pagine) Piano per l’informazione. Di grande interesse, ricco di dati e informazioni preziose. Scomparso, svanito, eclissato. Succede poi ancora che poco tempo dopo viene approvato il precedente Contrato di Servizio 2018-23 dove, esplicitamente, si dispone (art. 22, e) che si debba predisporre “… un piano di riorganizzazione che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche”. Carta straccia, tempo perso, una clamorosa presa per i fondelli.

Succede ora che qualcuno si accorge che il Tg1 perde ascolti? Ma il consigliere Natale li legge i dati che circolano da tempo? Vedi il Sole del 23 ottobre scorso con il titolo “Tv, telegiornali in crescita. Giù Tg1 e Tg2 e corre La7”. Se non bastasse, è sufficiente leggere l’ultimo Report trimestrale AgCom 1/25 dove da tempo si legge che il Tg1 nell’edizione delle 13.30 ha perso rispetto allo scorso anno il 4,4% e negli ultimi 4 anni il 24% mentre nell’edizione delle 20 ha perso il 3,6% e negli ultimi 4 anno il 26,3%. Ricordiamo, ancora una volta i dati impietosi di RaiNews24: ha perso il 10% in un anno e il 50% in quattro anni e sui quali nessuno, compreso il consigliere Natale, ha mai battuto ciglio

Lasciamo perdere … se non che Il Foglio di oggi pubblica la notizia vera, sempre a proposito del Tg1 e del suo direttore: “Gian Marco Chiocci è pronto a lasciare la direzione del Tg1 per diventare portavoce di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi … L'operazione prevede un blitz, se ne parla anche tra i vertici degli apparati di stato con i quali l'attuale direttore del Tg1 ha rapporti ramificati e solidi. Chiocci è considerato dalla presidente del Consiglio una persona di assoluta fiducia. Un amico, consigliere e conoscitore del potere romano. La premier vuole dare più forza alla comunicazione inaugurando la seconda fase del suo governo: quella che guarda alle elezioni del 2027… Chiocci occupa un posto d'onore nell'album di famiglia della destra (anche se è molto trasversale con rapporti nel Pd e nel M5s)”. Ecco i tanti cuori pulsanti della notizia: la Rai è la fucina del giornalismo politico e, segnatamente governativo; le menti migliori che emigrano si caratterizzano per la “trasversalità” e, infine, la Meloni prepara la grande battaglia del 2027. I lettori di Bloggorai possono stare tranquilli: lo abbiamo scritto da tempo, sarà quello l’anno cruciale. Sulla “trasversalità” poi ci viene un attacco di orticaria: lo abbiamo letto tante volte e per tanti altri “autorevoli colleghi” un po’ “piacioni” a destra quanto a sinistra. Non ultima nota a margine: le solite manovre sottobanco avvengono ad agosto.

Tranquilli, sereni, pacati e sobri: l'autunno non è ancora iniziato del tutto.

bloggorai@gmail.com

venerdì 29 agosto 2025

RAI: ...settembre . . andiamo ... è tempo di migrare

by Bloggorai ©

Lentamente, con calma, piano piano, sobri e sereni. Il maltempo di queste ora anticipa l’arrivo della “mezza stagione” che, ovviamente, non “è più quella di una volta”. Sicché questa mattina, in Bassa Val Tiberina, si comincia ad avvertire quel sottile profumino di settembre: l’uva Italia da tavola è matura, per quella fragola manca ancora qualche giorno e per quella da vino occorre attendere un paio di settimane. Nel frattempo sono maturate le famigerate “pesche di S. Antonio” una varietà selvatica che non richiede alcun trattamento: piccole saporite come raramente vi capiterà di assaggiare. Giusto nei giorni scorsi abbiamo trovato una pianta gemella, sul ciglio di una stradina secondaria, con la polpa rossastra e frutti più corposi. Proveremo a riprodurla.

Bene, giust’appunto la metafora del clima ci introduce all’argomento: la “sveglia” dopo il riposino estivo. Ieri l’Usigrai ha rilasciato un comunicato interessante: “Agosto è per definizione il mese delle ferie. Ma alcuni temi sulla Rai sono "in vacanza" da tanto, troppo tempo. È ora che le ferie finiscano, in tutti i sensi. L'Usigrai auspica che cessi il silenzio assordante, e prolungato ben oltre la classica pausa estiva, che da più parti circonda la Rai e ne rende incerto e preoccupante il futuro”. Già, silenzio assordante di tutti e in tutti i sensi. In primo luogo dentro e fuori il Cda che lo stesso Usigrai ha chiesto le dimissioni il 5 marzo scorso: “L'unica strada per uscire dal pantano sono le dimissioni di questo vertice e una nuova legge che sganci definitivamente da governo e maggioranza i vertici del servizio pubblico Radiotelevisivo e multimediale”. Bloggorai ha condiviso pienamente la richiseta di dimissioni almeno dei due consiglieri "di opposizione". Ovviamente, i consiglieri si sono ben guardati dal prendere in considerazione questa ipotesi come pure, se ne guardano bene dal sollevare dubbi di legittimità sulla situazione dei due presidenti, Agnes e Marano. Forse, evidentemente, stanno bene così e attendono che la “politica” gli tolga la castagna dal fuoco. Bloggorai è pessimista: non vede all’orizzonte il VII cavalleria che potrà salvare il cavallo dell’ex Viale Mazzini. Giust’appunto: nelle prossime settimane inizierà il grande sodo verso la nuova sede in zona EUR. Viene male pure a definirla: vuoi mettere Viale Mazzini con Via  Severo? e il povero cavallo? se lo porteranno dietro o lo impacchetteranno in attesa di tempi migliori?

Nel frattempo, come abbiamo scritto, il fuoco cova sotto la cenere. Oggi il Sole torna su Sanremo: mancano poche ore per la decisione finale ancora di certo non c’è nulla. Si lascia trapelare “un certo ottimismo” ma intanto si prende in seria considerazione l’ipotesi del Piano B (Torino o anche Roma). L’ottimismo che trapela si riferisce alle condizioni economiche (e sarà interessante capire e sapere chi ha ceduto e quanto, i ricorsi al TAR sono dietro l'angolo) mentre il pessimismo si riferisce al nodo cruciale: “una questione sulla quale il banco rischierebbe di saltare è quella della titolarità del marchio e del format”. Se la Rai cede su questo punto è finita. Se il Comune di Sanremo cede su questo punto è finito.

Nel frattempo, vale la pena accennare la notizia di Mediaset che ha chiuso il dossier Prosiebensat e si appresta a diventare il colosso europeo dell’audiovisivo con un bacino di utenza di oltre 300 mln di telespettatori tra Italia, Germania, Spagna, Austria e Svizzera in grado di competere contro i giganti dello streaming.

Infine, non ci occupiamo della notizia di oggi tanto strombazzata: Marcello Foa e il suo programma che non sarà più nei palinsesti radiofonici. Beghe tra i partiti di maggioranza: questo a me, questo a te.

bloggorai@gmail.com

giovedì 28 agosto 2025

La RAI a "mezzo servizio" pubblico

by Bloggorai ©

Ci dicono che questa mattina la sezione “Azienda” della Rassegna Stampa Rai non esiste proprio. Come altre volte, ci domandiamo se sia un bene o un male. Il silenzio, in genere d’agosto, si presta alle trame e alle nefandezze di vario genere. Vedi le vicende di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi: Il contratto Maggioni e la “proposta” Natale alla Meloni.

Comunque, una considerazione è sempre valida: la Rai, il Servizio Pubblico, durante l’estate va in vacanza e si mette a “mezzo servizio”. L’apoteosi la raggiunge con Techedeche a tutta birra, propinato tutte le sere in mancanza di meglio ovvero in mancanza di un’idea quale che fosse. E quando non sanno più a che Santo votarsi si affidano a repliche di repliche ovvero al nulla ripassato in padella.

Nel frattempo la concorrenza, Mediaset, è scesa in campo agguerrita. Leggiamo due articoli: il primo su Italia Oggi con il titolo “A luglio la Rai cede il passo. Dati Auditel: in prima serata Canale 5 al 20% e RaiUno si ferma al 16%”. Il secondo su Il Giornale con il titolo “L'estate difficile della Rai e quella luminosa di Canale 5. Le repliche e «Techetechetè» battute dalle soap e dalla «Ruota della Fortuna». In attesa di De Martino”. Si accettano scommesse: Gerry Scotti batterà De Martino con il suo gioco d’azzardo? Gli esperti da noi interpellati dicono di no e semmai fosse la differenza potrebbe essere di pochi punti. Bloggorai non è molto convinto e ritiene il fattore “abitudine” in grado di fare la differenza.

Il 2 settembre vedremo.

A proposito di Sanremo, interessante quanto riporta un articolo di Andrea Biondi sul Sole di oggi. Leggiamo che “A metà luglio, come Il Sole 24Ore ha potuto verificare, le case discografiche hanno scritto alla Rai: «Come già rappresentato, anche l'ultima edizione dell'anno 2025 ha portato a un aumento insostenibile dei costi per la presenza all'evento. Un costante aumento delle spese per l'alloggio, la logistica e gli oneri accessori ha raggiunto livelli oltremodo elevati se comparati al ritorno degli investimenti». Ecco quindi tirate le somme: «A seguito dei consuntivi presentati al termine del Festival 2025 è emerso come il contributo spese per artista non sia assolutamente capiente e per la prossima edizione non dovrà essere a questo punto inferiore ai 120mila euro per singolo partecipante». Una richiesta che, se accolta, raddoppierebbe l'attuale tetto di 65mila euro”. Gli albergatori di Sanremo, a suo tempo, si sono detti disponibili a non aumentare i prezzi, non a ridurli.

Il 2 settembre vedremo.

bloggorai@gmail.com

mercoledì 27 agosto 2025

Non c'è più la RAI di una volta tra Venezia e Sanremo

by Bloggorai ©

Non ci sono più i Festival di una volta. Oggi inizia quello del Cinema a Venezia e, in questa occasione, la Rai di una volta dava grande sfoggio della sua presenza e potenza. Si allestiva uno stand, si distribuivano gadget, si organizzavano cene ed incontri, si gestiva una sala proiezioni con una struttura Rai dedicata. Insomma, una “grande Rai” che si notava e pesava e non si badava a spese per motoscafi, grandi Hotel e ristoranti. Tutti soddisfatti e contenti. Tra l’altro, sempre in quel periodo, c’era in cantiere anche Miss Italia e settembre diventava il mese più felice dell’anno.

A quel tempo, parliamo degli anni ’90, si organizzava pure una importante iniziativa di “servizio pubblico”: “La Rai per il Cinema” ovvero la proiezione in anteprima di un’opera cinematografica in una città di provincia, laddove le grandi iniziative di spettacolo nazionale raramente si vedono. Era un successo notevole: la formula molto semplice, si invitavano le autorità locali (Sindaco, Vescovo, Prefetto, Capitano dei Carabinieri), un personaggio del film e biglietti gratis per chiunque, ad esaurimento. La sala sempre piena con grande soddisfazione per tutti. Oggi invece “solo” Rai Cinema, magari pronta per una possibile "quotazione". 

Poi, sempre di questo periodo, si cominciava a mettere in cantiere l’altro grande Festival: Sanremo. Si formavano le squadre che sarebbero andate in trasferta (molto ambita) per prenotare le stanze in albergo, alle Relazioni Pubbliche si cominciavano a stampare i biglietti di invito per i vari “ospiti”, si predisponevano i ricchissimi gadget per i giornalisti da far trovare nelle loro stanze di albergo dove alloggiavano. Questo dei gadget meriterebbe un capitolo a parte. Non c’era conferenza stampa, non c’era incontro, non c’era iniziativa quale che fosse se non si distribuivano gadget e guai se ti perdervi o dimenticavi qualcuno, si offendeva a morte. Ovviamente, ovviamente, poi si cominciava a fare la lista dei dirigenti in trasferta e trattare il pacchetto delle stanze di albergo da occupare. Of course, per primi i vertici “in rappresentanza dell’Azienda”. E non erano pochi e tutti, ovviamente, con posti a sedere dentro l’Ariston accompagnati da consorte e possibilmente in “favore di telecamera”. Questa è forse la sola consuetudine che sembra resistere: basta rivedere le inquadrature del pubblico durante una delle serate qualsiasi dell'ultimo Festival e si riconosce mezza Rai, con AD, Presidente più o meno anziano o in “pectore” e consiglieri in bella vista e, a seguire, sparsi tra il pubblico, dirigenti vari dall’ex VII piano in giù.  

Veniamo al Sanremo 2026. Ancora oggi sulla firma del Contratto con il Comune non ci sono tracce. Tutti coloro che abbiamo sentito si dicono sicuri: il Festival di Sanremo si farà a Sanremo, non ci sono alternative. Dal punto di vista Rai, non c’è (o meglio, non ci sarebbe o non lo si vuole trovare) il tempo per organizzare il Festival in altra sede (Torino rimane sempre la candidata più quotata). Dal punto di vista del Comune, debbono fare carte false per trattenere la Rai, senza la quale a febbraio potrebbero a malapena organizzare una sfilata di carri allegorici ricchi di piante e fiori invernali. Epperò … epperò… tutta questa sicurezza ostentata ancora non prende forma. Il Comune cederà sulla richiesta di 6,5 mln e sull’1% degli introiti pubblicitari? Oppure, al contrario, sarà la Rai che verrà a più miti consigli? La firma dell’contratto è sempre rinviata, ed ora, forse se ne parla ai primi di settembre. La posta in palio è grossa, e l’accordo non è proprio semplicissimo da raggiungere sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista dello scoglio più rilevante: la proprietà del format.    

Per tutto il resto, nulla da segnalare. Ci dicono che in Rassegna Stampa l’articolo più significativo è un commento di Travaglio sul Fatto che se la prende con Stampa, Rep e Domani per il caso Sangiuliano. Su questo tema, Bloggorai ha deciso di non dedicargli più attenzione del caso Maggioni che ci sembra ben più rilevante e significativo.

Nota a margine: la battaglia di settembre, sul piano politico, sarà tutta concentrata sulle elezioni regionali e sarà in quel quadro che si potrà capire quale potrà essere la sorte della riforma Rai. Tra le fila dell’opposizione ci potrebbe essere qualche “novità”: lo sapremo prestissimo, già dalla settimana prossima.

bloggorai@gmail.com  

lunedì 25 agosto 2025

RAI: il sentiero delle tracce fantasma

by Bloggorai ©

Oggi la facciamo breve. Non molliamo e riproponiamola domanda: perché la vicenda Maggioni passa inosservata? Perché stamattina tanto clamore (legittimo) per un articolo a firma Sangiuliano contro il Governo francese e ancora silenzio sul contratto milionario della Maggioni? Sono paragonabili i due argomenti? Forse si. Sono paragonabili perché intervengono sullo stesso terreno: l'informazione del Servizio Pubblico.

Allora, perché del contratto Maggioni ancora non si è espresso nessuno? Non tanto e non solo sulle dimensioni economiche e temporali (5 anni) ma sui contenuti contrattuali dello stesso. I primi che avrebbero dovuto esprimersi sono i consiglieri di amministrazione. È verosimile che l’importo del contratto sia sotto soglia dei 10 milioni e quindi di competenza non sindacabile dell’AD. Non sapremo mai l’importo. È però verosimile che i consiglieri avrebbero dovuto essere informati perché comunque si tratta di una scelta dell’Azienda su un tema di assoluto rilievo strategico. E poi perchè la Maggioni non è una figura di secondo piano, anzi, e poi perché ricopriva un incarico delicatissimo come direttrice dell'Offerta editoriale per l'informazione Rai. Perché allora i consiglieri tacciono? Sapevano o non sapevano? Non parlano perché sapevano e ritengono la vicenda "normale" o non parlano per l'imbarazzo di dover ammettere che sono stati beatamente ignorati? Il silenzio si capisce per quelli di maggioranza, ma quelli di opposizione? Del consigliere di Majo si sono perse le tracce da tempo, magari forse ora sarà andato al Festival di Venezia a “rappresentare l’Azienda”. Del consigliere Natale le tracce invece ci sono state e ce ne siamo pure occupati e però su questo tema non ha rilasciato dichiarazioni o diffuso comunicati stampa. Salvo però uscirsene con una bizzarra interlocuzione direttamente con la Meloni. Del consigliere rappresentante dei dipendenti non sappiamo cosa dire.

I secondi “soggetti” che avrebbero potuto e dovuto dire qualcosa sono i “politici”. Possibile mai che una vicenda del genere gli sia indifferente? Fatichiamo a credere. I terzi soggetti sono i colleghi giornalisti. Possibile mai che la notizia della Maggioni sia passata completamente sottotraccia (solo Domani ne ha scritto)? In questo caso una risposta forse c’è: molti sono ancora in ferie oppure, chissà, anche alcuni di loro ritengono questa notizia assolutamente irrilevante.

In soldoni: è possibile che solo Bloggorai si ponga il problema? È possibile ... è possibile …

In questo contesto, con questa “politica”, in questa Rai, tutto è possibile.

bloggorai@gmail.com

RAI: è arrivato il treno carico di battaglie di settembre

by Bloggorai ©

Tranquilli, sereni, pacati, garbati, leggermente assonnati. Pronti a disfare le valigie dal torpore estivo e riprendere quel sano sentimento di democristianitudine che alberga, più o meno, in tanti di noi. Forse non vale per tutti, magari qualcuno invece è più estremista e sempre pronto alla polemica, alla rudezza, alla forsennata voglia di dibattere, di capire, di confrontare e sollevare problemi e non vede l'ora di ricominciare. Va beh ... pazienza ... c’è posto, spazio e tempo, per tutti.   

Inizia la settimana di preparazione, come una novena mediatica, in vista di un settembre che si preannuncia radioso e ricco di battaglie e conflitti. Tanto per cominciare, il 2 settembre, ritorna in campo il “prestigioso” gioco d’azzardo di RaiUno con i pacchi (ancora non abbiamo letto nulla di qualche Consigliere che possa aver voglia di fare qualche osservazione su questa nefandezza). E già, perché dicono che sia la gallina dalle uova d’oro dell'Acces time e senza il giochetto d’azzardo quella fascia oraria potrebbe crollare sotto i colpi della concorrenza congiunta tra Mediaset e La7. Se non che, ora la gallinella di Rai Uno se la dovrà vedere con una temibilissima concorrenza su Canale 5 con La Ruota della Fortuna di Jerry Scotti che da mesi sta frantumando gli ascolti di quella fascia oraria (che almeno non è un gioco d’azzardo puro, richiede una certa abilità dei concorrenti). Bloggorai prepara un calice di prosecco e, senza indugio ed esitazione, questa volta tifa apertamente per la concorrenza: il gioco d’azzardo ci è insopportabile, ingiustificabile se poi sostenuto dal Servizio Pubblico.

Certo è che la stagione autunnale che sta per cominciare sarà un campo di battaglia più aspro del solito sul fronte degli ascolti. Per quanto abbiamo letto e saputo alla presentazione dei palinsesti di luglio a Napoli, tra tagli di budget e di programmi di informazione (Petrolio etc) non ci sarà da stare tanto allegri: la “grande novità” della prossima stagione sarebbe il ritorno di Benigni in prima serata (formidabile!!!), riccamente condito dalla conferma di programmi storici, l’usato sicuro, di Ballando, Domenica in accanto alle nuove edizioni, riviste aggiornate e corrette, delle varie fiction. Ovviamente, non possiamo dimenticare il “colpo di genio” per un Posto al Sole dove è prevista la partecipazione nientepopodimenoche di Whoopi Goldberg (sarà visibile però solo ad inverno inoltrato). Sarà dura.  

Dopo di che, si riapre il fascicolo “riforma Rai”. L’8 agosto è dietro le spalle e con l’entrata in pieno vigore dell’EMFA, teoricamente, il nostro Paese è entrato in zona infrazione. Sarà un processo lungo e complesso per arrivare ad un risultato condiviso. Certo è che non potrà e non dovrà essere, speriamo, una riforma di una parte sola e, segnatamente, quella del Governo.

Dopo di che ancora, entro la fine di settembre si dovrebbe concludere il MoU sul dossier Rai Way. Nonostante si tratta di un tema di assoluto rilievo strategico, stanno cercando in ogni modo di tenere la vicenda sottotraccia. Evidente che, trattandosi di una società quotata, i risvolti in Borsa possono essere rilevanti e il rischio di “insider trading” è dietro l’angolo. Sappiamo con certezza che lo scoglio principale sul quale si è incagliata la discussione nel gruppo di lavoro congiunto è la governance della futura Azienda che potrebbe nascere con la fusione con Ei Towers. Chi comanda, chi decide, quale ruolo e peso tra AD e Presidente?

C’è tanto ancora che ci attende a settembre.

bloggorai@gmail.com