giovedì 6 novembre 2025

RAI: il Potere secretato

By Bloggorai ©

“Ogni tanto qualcuno mi chiede che mestiere faccio. Non ho ancora trovato una risposta. La verità è che una risposta non esiste.

Io non faccio qualcosa. Io sono qualcosa. Io sono il volto invisibile del potere. Io sono il capo di gabinetto. So, vedo, dispongo, risolvo, accelero e freno, imbroglio e sbroglio. Frequento la penombra. Della politica, delle istituzioni e di tutti i pianeti orbitanti. Industria, finanza, Chiesa (Bloggorai aggiunge: la televisione). Non esterno su Twitter, non pontifico sui giornali, non battibecco nei talk show. Compaio poche volte e sempre dove non ci sono occhi indiscreti. Non mi conosce nessuno, a parte chi mi riconosce. Dal presidente della Repubblica, che mi riceve riservatamente, all’usciere del ministero, che ogni mattina mi saluta con un deferente ‘Buongiorno, signor capo di gabinetto’. Signore. Che nella Roma dei dotto’ è il massimo della formalità e dell’ossequio. La misura della distinzione. Noi capi di gabinetto non siamo una classe. Siamo un clero. Una cinquantina di persone che tengono in piedi l’Italia, muovendone i fili dietro le quinte. I politici passano, noi restiamo. Siamo la continuità, lo scheletro sottile e resiliente di uno Stato fragile, flaccido, storpio fin dalla nascita. Chierici di un sapere iniziatico che non è solo dottrina, ma soprattutto prassi. Che non s’insegna alla Bocconi né a Harvard. Che non si codifica nei manuali. Che si trasmette come un flusso osmotico nei nostri santuari: Tar, Consiglio di Stato, Corte dei conti, Avvocatura dello Stato. Da dove andiamo e veniamo, facendo la spola con i ministeri. Perché capi di gabinetto un po’ si nasce e un po’ si diventa. La legittimazione del nostro potere non sono il sangue, i voti, i ricatti, il servilismo. È l’autorevolezza. Che ci rende detestati, ma anche indispensabili. Noi non siamo rottamabili. Chi ha provato a fare a meno di noi è durato poco. E s’è fatto male. Piccoli, velleitari, patetici leader politici. Credono che la storia cominci con loro.” Anonymous, Io sono il Potere- Confessioni di un Capo di Gabinetto.

Dove inizia la “storia” di questi giorni? Dove va a parare? Chi è e chi fa cosa? Dove e come si legge compiutamente la vicenda della bomba davanti casa di Ranucci, pure alla luce di quanto leggiamo e ascoltiamo nelle Audizioni in Commissione Antimafia e ieri sera in Vigilanza Rai? Per parte nostra, lo abbiamo scritto e lo ribadiamo: la matrice dell’attentato a Ranucci è tutta e pienamente “politica” seppure mascherata, come spesso avviene, sotto mentite spoglie di criminalità organizzata o sgangherata che dir si voglia: l’affare eolico, l’Albania, come le truffe in qualche industria alimentare o i fuochi dei rifiuti, è tutta “politica” allo stato puro.

Nota bene: perché le parti più rilevanti, più significative, a specifiche domande su “cosa o chi c’è dietro” su richiesta dello stesso Ranucci sono state “secretate”? Perché? Cosa può aver detto Ranucci anche ieri sera di tanto grave da essere chiuso sotto chiave nei meandri dei “Segreti di Stato” che solo tra cinquanta anni, forse, potranno essere svelati? Cosa sa o può aver detto Ranucci all’Antimafia e in Vigilanza che a noi invece deve essere nascosto? E’ possibile, verosimile, che non lo sapremo mai. Questo non ci sembra un buon servizio pubblico.

Sembrano esserci due mondi: uno sotto gli occhi di tutti e uno occulto. La rappresentazione “visiva”, tangibile e quantificabile di questo Governo è forte e chiara. Si riassume in una sola persona al comando, Giorgia Meloni. Tutto il resto è Serie B. Intorno a lei si agitano figure sommesse, talvolta scomposte e arruffone. Non c’è più la “destra” di una volta con la sua doppia faccia: da un lato quella istituzionale e democratica, perbene ai limiti del centrismo moderato e financo liberale. In questa “destra” si incontravano anche personaggi di spessore intellettuale, sempre di destra ma pensanti. Dal lato opposto la destra dura e pura, violenta, brutale, primordiale e nostalgica di un fascismo che fu e in questo ambiente ci sono solo cori squadristi e aggressioni.

Questa “nuova” destra oggi si palesa in modo mellifluo, opaco e sottotraccia e, forse, proprio per questo riesce a raccogliere consensi. Questa “nuova” destra fa i salti mortali per far dimenticare il suo passato quale che esso sia: trascorso nelle Sezioni di Colle Oppio o in altre di Ordine Nuovo. I suoi nuovi “uomini forti” non sembrano essere i tanti suoi “colonnelli” riconoscibili in tutti i Tg o leggibili in qualche intervista su un “giornalone”, quanto più si manifesta nelle retrovie, nei gangli strategici della vita dello Stato. Si tratta di “oscuri funzionari” o meglio detti anche “servitori dello Stato” che obbediscono alle Leggi. Sono i vari Sottosegretari, autorevoli Avvocati, Commissari, Amministratori Delegati di Enti pubblici importanti. Sono loro che hanno le chiavi della cassaforte, sono loro che decidono ciò che è bene e ciò che è male.  

Vedi l’AD Rai, Giampaolo Rossi, meglio noto come il “filosofo di Colle Oppio”. Persona perbene, sobrio, sempre con quell’arietta un po' distaccata, attento a quello che dice, prudente a non esporsi più di tanto. Di chi si è circondato Rossi? Cercateli e misurateli. Fate le debite proporzioni, con il “metodo” Meloni. Alcuni di loro a malapena riescono a tenere a galla la baracca che, sostanzialmente, non conoscono e non capiscono. Vanno male gli ascolti, vanno male i conti, vanno male i Piani industriale e Immobiliare epperò fanno sapere che “va tutto bene Madama la Marchesa”.

Il “caso” Ranucci e la storia del giornalismo d’inchiesta di Report lambisce, gira intorno e accende i riflettori su questo mondo, compreso, seppure indirettamente, quello Rai. È vero: sembra rivolgere lo sguardo più verso questa direzione che non in altre. Ma sono esattamente quelle che “passa il convento”. Se qualcuno ha storie diverse da raccontare riferite alla “sinistra” le proponesse, facesse uscire nomi e cognomi, denunciasse a chi di competenza.

Ieri sera in Vigilanza è stato ribadito un concetto chiave: restituite le 4 puntate di Report soppresse. E se questo non dovesse avvenire, qualcuno potrebbe/dovrebbe trarne le debite conseguenze.

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