Aridanghete, arieccoli, ancora voi? Per l’ennesima volta l’opposizione
tutta intera, PD e M5S e AVS, perdono la grande occasione di parlare forte e
chiaro e ci girano intorno cincischiando. NON c’è stato, non lo abbiamo avvertito
chiaro e tondo quel “rigurgito di coscienza” auspicato da Ranucci domenica
sera.
Quel “rigurgito” doveva riguardare il passato e riferirsi
al futuro. Leggiamo oggi sui giornali che i tre partiti sarebbero tutti uniti
nel chiedere le dimissioni del Garante Privacy a seguito delle puntate di Report.
Leggiamo la Schlein: “Sta emergendo un quadro grave e desolante che rende necessario
un segnale forte di discontinuità. Io penso che non ci sia alternativa alle
dimissioni dell’intero consiglio”.
Osservazione n.1: erano proprio necessari i servizi di
Report per accorgervi che alla Privacy “qualcosa” non andava? Avete due commissari
(o meglio il Presidente Stanzione,PD, e il commissario Scorza, M5S) proposti da voi
stessi. Non vi hanno mai “aggiornato” di nulla? Non hanno mai fatto notare che “qualcosa”
non andava per il verso giusto? Magari, se un giorno Report volesse dare un occhio
pure a quanto succede nelle altre Autorità, chissà, potrebbe uscire qualcosa di
interessante.
Osservazione n.2: oggi sappiamo che i tre partiti ri-propongono
di affrontare il problema del conflitto di interessi. Non lo hanno fatto da
anni, da decenni, quando erano in condizioni di farlo e come pensano di farlo ora
che queste condizioni non le hanno più?
Osservazione n.3, la più rilevante: buttano la palla in
tribuna o meglio ancora la “buttano in caciara”. Il tema non solo, oggi, è
il Garante Privacy e quanto emerso con i servizi di Report ma tutto il “sistema”
delle nomine di provenienza politica, o meglio partitica, al quale i tre partiti
di opposizione partecipano allegramente. Il tema oggi emerso con particolare evidenza,
è la mancanza assoluta di adozione di criteri “aperti, trasparenti e non discriminatori”
(per dirla con l’art. 5 EMFA) nella scelta dei candidati. Fintanto che i
vari commissari, presidenti, consiglieri di amministrazione sono scelti accuratamente
con il bilancino perverso e diabolico delle “quote” partitiche o, peggio ancora,
amicali o parentali, non se ne esce. Hai voglia ad invocare “azzeramenti” se
poi non sei in grado di sostenere e praticare un nuovo e diverso “sistema” alternativo
a quello attuale. Bloggorai ha già posto il problema e stamattina Il Fatto lo
riprende con il titolo “Nelle Authority regna la politica: 2 eletti su 3
rispondono ai partiti” dove si legge la grande “mappa” del potere distribuito
tra le tante autorità di controllo e garanzia.
Scendiamo un gradino e torniamo (purtroppo) sempre e solo a quel
dannato 26 settembre 2024 quando vennero eletti Alessandro di Majo e Roberto Natale.
Chi li ha scelti, perché proprio loro due? Con quali “criteri” sono stati selezionati?
Con chi altri sono stati messi a confronto i loro CV? Purtroppo non lo sapremo mai
ed è e sarà sempre e solo questo un motivo fondamentale che mina la loro credibilità.
Ancora sotto di un gradino. All’indomani dell’attentato a Ranucci in un comunicato
del M5S abbiamo letto che “… i consiglieri di amministrazione Rai dovrebbero
prendere l'impegno a ripristinare le quattro puntate di Report tagliate in
questa stagione. E, più in generale, è necessario che tutelino i principali
programmi di giornalismo d'inchiesta, confermandoli e valorizzandoli nel
prossimo palinsesto primaverile, da Presa Diretta a Petrolio fino a Il Fattore
Umano. Sarà importante vedere che l'impegno dimostrato oggi si traduca in
scelte concrete a tutela dei programmi e dei giornalisti che li realizzano. Se
questo non avverrà per quanto ci riguarda sarebbe opportuno che i consiglieri
facessero un passo indietro". NON è avvenuto e non ci sono tracce che
possa avvenire. E allora che facciamo? Aspettiamo che Rossi&C “faranno sapere”???
Infine, per carità di Patria, stanchezza e noia, non ripetiamo
più di tanto quanto abbiamo scritto sulla riforma Rai e su come l’opposizione si
è presentata a questo appuntamento: disordinata, in ritardo e sgangherata. Vincerà
Telemeloni? Forse si.
Veniamo ora alla notizia dei giorni
scorsi sulla BBC. Il “mood” dei servizi giornalistici nostrani appariva tutto teso
a dimostrare che l’autorevolezza, l’imparzialità e l’indipendenza dell’informazione
televisiva pubblica inglese sia minata da faziosità e manipolazione (ovviamente, per mano dei soliti "commmmunisti") . In particolare,
il problema è stato svelato da un “consulente”, certo Michael Prescott sul periodico
The Telegraph. Chi è costui e a cha area appartiene il giornale dove ha pubblicato
l’articolo contro la BBC? Non è difficile trovare informazioni sulla sua “storia”
professionale: tra le tante questa ci è sembrata la più interessante: https://www.facebook.com/novaramedia/posts/bbc-advisor-michael-prescott-whose-bias-complaints-helped-topple-two-of-the-broa/1352695502895258/.
Basta leggere e si può comprendere molto. Poi, The Telegraph è notoriamente un
giornale di destra, conservatore e antieuropeo, e non ha mai mancato di schierarsi
contro la BBC. Anche in Gran Bretagna il 2027, come in Italia, si dovrà
rinnovare il loro Contratto di servizio e il punto centrale sarà l’abolizione dell’attuale
canone. Sul Tempo.it leggiamo “Tagli ai finanziamenti pubblici per la Bbc dopo
la modifica del discorso di Donald Trump”. E veniamo, appunto, alla “manipolazione”
oggetto dello scandalo. Anzitutto necessario
vederla: https://www.theguardian.com/media/video/2025/nov/10/side-by-side-comparison-of-bbc-edited-trump-speech-from-day-of-capitol-attack-with-original-video
e questa è la migliore che abbiamo trovato. Vedere per credere. Ci sono dubbi sul
fatto sostanziale che Trump quel giorno, in quelle stesse ore, sostenesse quanto
stava succedendo a Capitoll Hill? In soldoni e in sintesi: ci sono dubbi sul fatto
che l’attacco alla BBC (Trump sinceramente ringrazia) sia parte organica, progettuale,
di un attacco più vasto sul suo ruolo e la sua funzione di Servizio Pubblico? A
noi non sembra.
bloggorai@gmail.com

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