La situazione politica internazionale non è buona. La situazione
politica nazionale non è buona. La situazione della Rai, del Servizio Pubblico,
non è buona. La situazione di Bloggorai non è buona, almeno dal punto di vista
tecnologico (certo, poi ci sono tanti altri acciacchi).
Per le prime due situazioni, c’è poco da dire. Il “convento”
non passa nulla di buono: due guerre (di cui una con genocidio collegato) e tante
altre faccende più o memo preoccupanti non fanno stare gran che tranquilli. Per
quanto riguarda Bloggorai, ci avviciniamo velocemente a due punti di svolta collegati.
Il primo è di grande soddisfazione: dopo oltre 7 anni di pubblicazioni ininterrotte,
tra pochi giorni verrà raggiunto un obiettivo di visualizzazioni inimmaginabile
in quel giungo del 2018. Grazie!!! Come spesso avviene, quando si arriva al
numero 7 succede qualcosa: subentra la stanchezza, la pigrizia, il vecchio PC
manda segnali di fumo. Il secondo punto: in contemporanea, succede che oggi
è sempre più complesso dibattere e riflettere sulla Rai e sul Servizio Pubblico:
avvertiamo chiaramente intorno a noi un certo disinteresse, un certo distacco, un
certo senso di distanza. Tutto questo è culminato, recentemente, sul tema “riforma”
della Rai: l’opposizione ha presentato emendamenti sgangherati, sgrammaticati e
irrilevanti. Nessuno ha battuto ciglio, sono passati pressoché inosservati. Nessuno
si è preso la briga di approfondire, sollevare obiezioni o porre un dubbio. Silenzio
totale. E presto, appunto, ci troveremo con una scadenza con il numero 7 di mezzo:
ad aprile 2027 si rinnoverà la Convenzione, il Contratto di Servizio e l’attuale
Cda se prima qualcuno non avrà il buon senso di dimettersi prima.
Ma perché la situazione della Rai e del Servizio Pubblico
non è buona? Ci sono tanti buoni e ragionevoli motivi per sostenerlo ma oggi ci
limitiamo a due osservazioni. Riprendiamo rapidamente la metafora di Napoleone
e dei suoi generali. Un attento e affezionato lettore ci ha ricordato un requisito,
un criterio, fondamentale che usava l’Imperatore per la scelta dei suoi
generali: la fortuna. Non chiedeva se un candidato alla guida dei suoi uomini
fosse “bravo” ma ci teneva ad essere certo che fosse “fortunato”. Allora,
rimanendo nella metafora: in questo momento storico i “generali” Rai devono solo
sperare nella fortuna per garantire la sopravvivenza dell’Azienda.
Vedi le settimane appena trascorse. Devono sperare vivamente,
fare gli scongiuri affinché il giallo di Garlasco non si risolva presto perché altrimenti
sarebbero guai seri per il palinsesto: quattro prime serate su sette sono dedicate ad
indagare su chi è o chi potrebbe essere l’assassino di Chiara Poggi. Le altre
tre sono spese bene tra una replica di Montalbano e una fiction (dove comunque,
un delitto non manca mai con la differenza che almeno in questi casi viene
risolto) e rimane un giro di ballo tra “adulti” prossimi a Vila Arzilla per il sabato
sera.
L’altra speranza, l’altro evento fortunato che i dirigenti Rai
devono invocare, e che Sigfrido Ranucci possa continuare a ritenersi “tutelato”
dalla sua Azienda almeno, è il minimo sindacale, per la restituzione delle quattro
puntate sottratte, per la ricollocazione al lunedì sera e per il ripristino
delle condizioni operative necessarie per proseguire il lavoro di Report. Se poco
poco Ranucci dovesse mai avere il dubbio o il sospetto che qualcosa non dovesse
andare come dovrebbe e decidesse di fare altro o di andare altrove (se ne è
parlato recentemente) cose resterebbe alla Rai in termini di “giornalismo d’inchiesta”?
Possono sempre provare a mettere la cucina in prima serata, non si sa mai,
magari funziona. Ad ogni buon conto, un cornetto scaramantico all’ingresso della
nuova sede di Via Severo ci potrebbe anche stare bene.
Veniamo ad altri argomenti interessanti: parliamo ancora di ludopatia.
Secondo un dossier di Libera appena pubblicato si “… calcola che solo nel 2024
le entrate del gioco legale hanno raggiunto i 157 miliardi e 453 milioni di
euro con un + 6,59% rispetto il 2023” e che “Sono almeno 18 milioni gli
italiani che nell'ultimo anno hanno tentato la fortuna con il gioco d'azzardo,
con la speranza cambiare vita tra videopoker, slot-machine, gratta e vinci e
sale bingo.
In Italia i giocatori patologici sono ben 1 milione e 500
mila, il 3% della popolazione maggiorenne e un milione e 400 mila sono quelli a
rischio moderato (2,8%). In tutto, quindi, 2 milioni e 900 mila persone.
Per ogni giocatore, altre sette persone sono coinvolte: i
suoi familiari, che in totale ammontano a 20 milioni e 400 mila, pari al 40%
della popolazione”. Un dramma sociale di dimensioni rilevanti. E che fa la Rai?
Propone ogni sera su Rai Uno il gioco d’azzardo assoluto, dove ai concorrenti non
si richiede altro che fortuna o “culo” che dir si voglia, al pari di un gratta
e vinci o un giro su una slot machine. Ma è mai possibile che un consigliere, uno
a caso, non provi un minimo di indignazione?
Altro argomento interessante è l’indagine Ipsos sull’informazione
politica: “…fiducia in calo, tengono giornali e radio”. Leggiamo sul Corriere: “Nuovi
media, nuovi canali, nuovi formati si affiancano a quelli tradizionali
contribuendo a rendere più complessa l’odierna «infosfera». In questo caos,
cresce la tendenza dei cittadini a chiudersi nella propria «bolla» informativa
e a rifiutare il confronto con chi la pensa diversamente”.
Buona fortuna.
bloggorai@gmail.com

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