Avete presente quelle immagini di una piattaforma con il
pavimento di cristallo sospesa nel vuoto su un panorama di infinita bellezza? Tenetela
bene a mente, ci può essere utile.
Ieri mattina si è svolto un “incontro” sul tema “Quale nuova
Legge per il Servizio Pubblico italiano”. Piatto ricco, mi ci ficco. Occasione rara e ghiotta
in epoca di vacche magrissime, silenziose e quasi moribonde. Come abbiamo
scritto più volte: la situazione politica non è per niente buona, anzi, pessima!
Allora può essere utile, interessante, ascoltare anzitutto la “politica” per
capire quale futuro si dipinge per il Servizio Pubblico radiotelevisivo. Andiamo,
un po' pensierosi e scettici, a priori.
La mattina comincia male, malissimo:
Repubblica e Messaggero titolano forte: “Blitz Lega: tagliate il canone Rai” e “Spunta
il taglio del canone Rai. Una riduzione da 90 a 70 Euro”. Oggi tutti tacciono. Non è una notizia,
non è una novità ma colpisce. All’incontro partecipano 34 gatti (contati) dei quali
almeno la metà “studenti che ascoltano” ma non parlano, e dei 17 residui la
metà sono relatori/organizzatori e quelli che restano ovvero l’altra metà sono “volpi
grigie” della solita partita di giro (professori senza concorso, esperti, pensionati
prestigiosi). Poi c’è la “politica” in viaggio, nel senso che sono in campagna
elettorale e, giocoforza, non possono essere fisicamente presenti. Si capisce: una metafora perfetta. La
presidente della Vigilanza Barbara Floridia, giustamente, protesta per la
Commissione che non riunisce da oltre un anno. Se pure il Presidente della Repubblica
è rimasto inascoltato, una soluzione ci sarebbe: dimissioni di tutti i
parlamentari dell’opposizione. Nessuno lo dice.
Il tema dell’incontro è o dovrebbe
essere la “nuova Legge” ovvero la “riforma” della Rai (per inciso, abbiamo
verificato: se tutto va bene ... se ... se se ne parla il prossimo anno, alla
vigilia del 2027, poco prima della scadenza dell’attuale Cda ... auguri”). L’argomento
“riforma” fatica ad emergere se non per i soliti luoghi comuni: l’EMFA, le
risorse, la “governance” (meglio detta in italiano “modo di governo” … cfr
Treccani). La “notizia del giorno”, il canone, rimane sul fondo. Non foss’altro
perché i partiti di opposizione, sul tema, hanno le idee alquanto confuse. Hanno
presentato un emendamento al testo di maggioranza dove si legge chiaro e tondo che
la Rai riceve il canone ovvero “ … il gettito dell’imposta di scopo denominata
canone … sulla base di un Contratto di Attività e Risorse (sic!!!) a base
quinquennale e scorrevole anno per anno”. Ma cosa vuole dire? Che significa?
Il tanto citato EMFA sostiene esattamente il contrario!!! Mi si dice “Stai
sereno, questo testo verrà abbandonato, forse è stato un errore degli uffici
legali, i tecnici”. Ahhhh … ecco… ma allora ditelo, comunicatelo forte e
chiaro: ci siamo sbagliati il canone deve essere certo e garantito.
Infine, tra i previsti
partecipanti c’erano la FNSI e l’Usigrai. Sono stati intravisti sul fondo della
sala i rispettivi segretari. Poi sono spariti. Poteva essere utile sapere magari
cosa ne pensavano dei “criteri di nomina” dei consiglieri, del Piano sull’informazione
Rai (inesistente e avversato), di Report e delle sue quattro puntate tagliate, della
drastica riduzione della Rassegna Stampa dei dipendenti Rai (dicono alcuni che
si tratta di una questione di risparmio: sappiamo che la gara è stata assegnata
per circa 400 mila euro ed è oggi rivolta e circa 270 persone… chi sono i beneficiari
e con quali criteri sono state scelte non si sa). Ai Di Trapani e Macheda magari
gli si poteva chiedere quanto la Rai potrebbe risparmiare applicando lo specifico
articolo del previsto dal precedente Contratto di servizio sulla riorganizzazione
delle testate giornalistiche, sulla testata RaiNews24 che da sola occupa circa
200 giornalisti per un ascolto medio dal solito prefisso telefonico.
Chissà, forse, hanno capito l’aria che tira ed avranno pensato meglio di tenersene alla larga da certe questioni.
Morale
della favola? Riprendete l’immagine che vi abbiamo suggerito in apertura: la
passerella sul vuoto. Se mai fosse stata necessaria una “visione” della rilevanza,
della percezione della Rai e del Servizio Pubblico nell’era moderna, ieri c’è
stata nella sua forma plastica, tangibile e percettibile: irrilevante, inutile e
superflua. Di questa Rai, di questo Servizio Pubblico, forse, se ne può fare
anche a meno. La riduzione del canone proposta dalla Lega? Se ne può essere quasi
certi: potrebbe incontrare il consenso anche di altri utenti non necessariamente
di “destra”. Al temine della mattinata, una ventata di sano pessimismo ci ha assalito e ci siamo confortati con la pizza del noto e storico Forno di Campo de Fiori.
Nel merito: la proposta last
minute sulla Legge di Bilancio di Salvini&C potrebbe anche non passare (FI,
ovviamente, è contraria … vedi oggi lo stato di salute di Mediaset su
Repubblica) ma il senso e la direzione dell’operazione rimangono. Da non dimenticare
che nel testo base della maggioranza si prevede una “possibile riduzione” del
5% annuo motivandola (da chi e come?) e che comunque per la Lega è una battaglia
identitaria. Difficile che mollano completamente. Non si può fare: il canone è
una imposta di scopo sancita pura dalla Corte Costituzionale. Però, intanto,
tengono il punto e puntano la fiche sul tavolo delle trattative interne ed
esterne alla Rai e portano a casa qualche risultato (nell’ultimo Cda hanno promosso
un loro dirigente) e poi si vedrà.
Già ... poi si vedrà … con calma …
non c’è fretta.
bloggorai@gmail.com
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