giovedì 28 marzo 2019

il Conte Tacchia

Incuranti del buon senso, della logica, degli equilibri, vanno avanti. Succede come la narrazione a singhiozzo: se ogni giorno spari una balla diversa, non fai in tempo ad argomentare su una che sei sopraffatto da quella nuova. Non abbiamo ancora fatto in tempo a studiare, a riflettere, a dibattere, il Piano industriale e i suoi cinque allegati ed ecco che ... zacchete ... ti rifilano la polpetta avvelenata del nuovo riassetto aziendale. Gli strateghi delle fake news fanno scuola.

Vediamolo in dettaglio (senza dilungarci troppo sulla moltiplicazione degli incarichi e l'allungamento della linea di comando, criterio fondante della Legge del 2015). Ovviamente al primo punto c'è l'anomalia della nomina di un DG che, per quanto hanno lasciato intendere alcuni vicino all'AD, servirebbe a "facilitare" i compiti gravosi a cui è sottoposto. Da non credere. Ma, seppure fosse, seppure si potesse intravvedere qualcosa di logico e sensato, il proseguimento di questo ragionamento avrebbe condotto necessariamente verso una risorsa interna, un vero "uomo macchina" in grado di conoscere dettagliatamente tutti i suoi meccanismi e  non un amico degli amici, uno che "decido io perchè mi pare a me" ... il Conte Tacchia si leva il cappello.
Scendiamo per i rami di questo nuovo organigramma. SI legge subito una curiosa anomalia: tra il DG e le strutture si frappone una figura misteriosa:  il "Trasformation Office". In attesa di quando qualcuno si degnerà di fornire spiegazioni non ci resta che interpretare: potrebbe essere la figura incaricata di "guidare" le linee di applicazione del Piano industriale. Ancora una volta: incredibile, ma vero! Scendiamo ancora: le tre aree strategiche CTO, CFO e CHRO son poste sotto il riporto del DG. Si tratta di una scelta di difficile comprensione. Le tre aree, i tre riporti prima diretti all'AD, avevano ed hanno un peso fondamentale per la strategia di gestione e sviluppo dell'Azienda che dovrebbero riferirsi, proprio perchè tali, direttamente a colui che ne la responsabilità primaria e non ad un suo riporto. Non solo, per quanto si osserva, le risorse umane come pure il CTO sono state ridotte di spessore. La casella del personale, ancora formalmente diretta da Flussi attualmente Chief, non sembra avere più lo stesso peso e sembra invece ridotta al rango si semplice struttura operativa. Ma come, lo stesso Contratto di servizio prevede uno specifico piano proprio su questo tema e proprio mentre la Corte dei Conti solleva il caso degli 80 milioni di collaborazioni. Geniale!!!
Ancora: l'ex direzione comunicazione da una a trina. Bel colpo. Le tre aree che la componevano avevano ed hanno una logica: ricondurre allo stesso disegno tutte le attività di comunicazione, laddove anche le relazioni istituzionali e internazionali si strutturano sulla comunicazione. Queste nuove direzioni, per grande felicità di alcuni, riportano direttamente all'AD. Inoltre, si crea l'Ufficio studi. questa potrebbe essere una buona notizia perchè, in effetti, era incomprensibile che la Rai non ne avesse più uno degno di tale nome. Comunque, ad una stima ancora approssimativa, i nuovi direttori diventano 14: bel colpo, finora nessuno era riuscito a fare di meglio e siamo solo all'inizio, mancano i nuovi direttori delle future strutture di"genere" (comprese quelle maschili e femminili) e l'esercito dei vicedirettori ..... dajeeeeeeeeee .........

Nota a margine: ieri due consiglieri si sono astenuti. Difficile comprendere il senso dell'astensione, anche perchè non è stato ancora spiegato. Per chi legge, per chi segue, per chi è attento, la difficoltà a metabolizzare una scelta del genere è molto ardua. Non ultimo, rimane un silenzio tombale sulla questione Rai Way, non tanto e non solo per la scelta della persona al posto di Presidente, quanto sul ruolo specifico che l'Azionista di maggioranza dovrebbe esercitare sulla quotata alla quale chiedere conto dei ricavi e degli investimenti.
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