martedì 19 marzo 2019

Convergenze parallele

Uno strano soggetto si aggira per i viali del quartiere Prati e i quartieri del Centro storico di Roma: il Piano Industriale della Rai e i cinque corposi allegati (leggi Angelo Zaccone Teodosi https://www.key4biz.it/domani-il-piano-industriale-rai-in-commissione-vigilanza/ ) . Questa sera, alle 20 (un orario comodissimo !!!) dovrebbe ricevere il battesimo dell'ufficialità quando (teoricamente, molto teoricamente) alcuni avveduti, informati ed esperti parlamentari dovrebbero porre qualche domanda, qualche chiarimento sul corposo documento di oltre 270 pagine più altrettante di allegati (sembrano costate alla casse Rai il modico prezzo di oltre un milione di euro). Hanno avuto poco tempo a disposizione per studiare e valutare e, ad un certo punto c'è stato anche il sospetto che, sia pure per "cortesia istituzionale" la documentazione sia arrivata a S. Macuto incompleta di molta parte (Anzaldi docet).
Ora, osserviamo, sempre per rimanere nel tema delle stranezze: come è possibile che nei giorni scorsi siano scorsi fiumi di inchiostro e lunghe trasmissioni tv per parlare del libro di Carlo Verdelli, ora direttore di Repubblica e prima autorevole direttore news in epoca Campo Dall'Orto, che racconta di vicende vecchie ormai più di tre anni (pleistocene era Renzi) e nessuno, dicasi nessuno, ha avuto la briga, la curiosità, di capire, di sapere, di indagare sul piano industriale della Rai che, scusate se è poco, riguarda il futuro prossimo venturo del Servizio Pubblico radiotelevisivo? Ieri, uno dei soliti nostri autorevoli commentatori ci ha detto "Ho il piano ma non lo leggo: inutile perdere tempo ... tanto non vale il peso della carta su cui è stampato". Quando si tratta di fare marchette editoriali sono tutti veloci come lepri, quando si tratta di alzare le chiappe giornalistiche e dargli di gomito a leggere, studiare, dibattere, tutti altrettanto veloci a fuggire come il vento.

Veniamo alle convergenze parallele e alle stranezze. Ci siamo appunto interrogati sul perché tanto silenzio e abbiamo fatto qualche telefonata. Ne è venuto fuori un curioso quadretto: tutti i soggetti direttamente o indirettamente interessati sembrano convergere sull'opportunità di non sollevare problemi. Premesso che molti, giustamente, lamentano di non sapere ancora formalmente nulla di cosa contiene, come è articolato, il Piano e dunque legittima ogni sospensione di giudizio fintanto che non sarà reso pubblico nella sua interezza. Però, bastava chiedere e cercare e il Piano saltava fuori come è successo a noi che ora ne possediamo ben due versioni, provenienti da fonti assolutamente distanti tra loro. Ci è stato osservato anche che per affrontare in modo corretto e adeguato un documento del genere richiede molto tempo e studio. Ve bene anche questo, ci sta. Quello che invece non ci sta molto, fatica a trovare la quadra, è un sottilissimo disegno di opportunità politica legata al difficilissimo momento che vive il Governo in questi giorni. Posta l'evidente simmetria relazionale tra Lega e M5S di Palazzo Chigi con Viale Mazzini, altrettanto simmetricamente si leggono le posizioni tra Ad e Presidente sul "patronage" del Piano. Tutti si vorrebbero intestare i meriti e nessuno gli eventuali fallimenti. Tutti vorrebbero avere i poteri prossimi venturi dell'AD sulle nomine dei futuri direttori come pure nessuno vorrebbe che queste avvenissero sotto la direzione unica dello stesso AD che, volente o piacente, non sempre è in sintonia con il Presidente. Questa riflessione si estende anche ai ruoli di altri comprimari della scena: Il Pd in primo luogo che, a parte l'intervista di Giacomelli e della Borioni che ha votato contro, ancora sembra mantenere un profilo piuttosto basso considerando anche che al suo interno convive un filone di quanti considerano le proposte di ristrutturazione per generi un frutto di una lontana intuizione (oltre 20 anni) maturata al suo interno. Rimane in ballo il consigliere Riccardo Laganà: ha votato no con motivazioni ampiamente condivisibili delle quali abbiamo scritto.
Questa sera, all'ora di cena, si potrà (forse, molto forse) capire qualcosa di più e, da domani, speriamo, tana libera tutti sulla pubblicazione del Piano che ormai nella mani dei parlamentari legittima in modo formale la conoscenza pubblica dello stesso (anche se sul documento compare il footprint Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai).
bloggorai@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento