domenica 3 marzo 2019

Giochi pericolosi

tirati i dadi, lanciata la monetina, consultati gli aruspici, i saggi, gli anziani pensionati: l'AD Fabrizio Salini potrebbe avere le ore contate. Riassumiamo la settimana precedente: inizia Antonello Giacomelli, PD, uno che la sa lunga. "Non ci sono gli obiettivi fissati dal contratto di servizio: riduzione reti e canali, ridefinire le identità... Si sommano modelli di azienda ... Nuova occasione di spartizione tra Lega e M5S". A ruota segue intervista su repubblica.it di Rita Borioni: " Il mio pronostico è uno solo: finiremo nel caos". Poche ore e arriva Riccardo Laganà' su ADN: "piano industriale coraggioso ma manca trasparenza". Arriva Beatrice Coletti, sempre su repubblica.it "il nostro PI rafforza l'Azienda nell'era di Netflix".i
Infine, ieri sulle pagine del Corriere, lo stesso AD spara a palle incatenate contro vecchi feudi e potentati e invoca il cambiamento per il quale non basta il talento ma occorre coraggio ( stesso termine usato da Laganà). Questa mattina, il solito bene informato Fontanarosa, ci informa che verrà riproposta la figura del DG (ne abbiamo scritto più volte con il nome di Ciannamea, in "quota" Lega).
Nel frattempo, Barachini presidente della Vigilanza convoca con sollecitudine i vertici Rai per problemi sul pluralismo. 
Due giorni fa, un sito lancia un sasso nello stagno "De Biasio (Lega) al posto,di Salini".

Proviamo ora a schematizzare brutalmente. 
Foa e De Blasio (Lega) in attesa di indicazioni dal Capo che vuole sapere i nomi dei 9 nuovi direttori, più quello di RUO, potrebbero votare no.
Borioni (PD) vota no
Salini vota sì
Coletti vota "forse" ....  sorpresa, il suo si non sembra scontato
Rossi (FdI) vota "dipende"
Laganà voterebbe si ma attende che la trasparenza non sia troppo opaca.

Ieri si è sentita la voce di Usigrai "Salini deve dare prova di coraggio denunciando che "una Azienda ostaggio del Governo non potrà mai rinascere".
Per chiudere il quadro, ieri ha vinto Zingaretti e come primo atto si recherà in Piemonte per sostenere la Tav, esattamente nome vuole Salvini contro Di Maio. Arriva il tempo di mostrare i muscoli. Vuoi vedere che gli indovini hanno ragione e la Rai sarà la buccia di banana sulla quale qualcuno potrebbe scivolare. 
Ecco spiegata, in parte, la lettera un po' lagnosa è preoccupata sul Corriere. Difficile interpretarla come segnale di forza. Corre un filo di preoccupazione e potrebbe esserci buon motivo. Alla faccia del Servizio pubblico, di chi paga il canone (lasciamo perdere l'argomento scippo e minacciati ricorsi), dei dipendenti "con gli sguardi amareggiati e delusi ma mai senza speranza". Si, certo, come si usa dire, la speranza è sempre l'ultima a morire.

bloggorai@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento