giovedì 29 agosto 2019

La corsa della gallina (o del pollo)

Ci siamo presi un paio di giorni di pausa per capire, ascoltare, riflettere (oltre che preparare la vendemmia che quest'anno si preanuncia di qualità). Non è che il risultato sia gran chè ... tant'e !

Nel suo film più famoso, Gioventù bruciata, James Dean si cimenta con un gioco pericoloso e drammatico: lanciarsi da un auto in corsa verso un burrone e uscire un attimo prima di precipitare nel vuoto.  La situazione politica e i suoi possibili esiti somigliano molto a questa chicken run.
Chi rimarrà impigliato in questo tentativo di unire il diavolo e l'Acqua Santa (chi è chi?). Al momento, l'esito non è affatto scontato: al Senato i numeri traballano e le variabili sono ancora molte. Da leggere il fondo di Marco Travaglio oggi sul Fatto: da incoraggiare la possibilità che i due grandi partiti possano essere "contaminati" reciprocamente da quello di buono che ognuno può portare in dote. Tutto questo però non attenua il senso di confusione e smarrimento che molti, sulle opposte sponde, provano nella valutazione del momento e delle possibili soluzioni ( compreso il sottoscritto). Non è infatti sufficiente la mera considerazione del pericolo ai confini della Patria che si potrebbe correre qualora si andasse ad elezioni anticipate. Staremo a vedere.

Vediamo invece cosa succede per la Rai. Anzitutto un dato drammatico (ci perdoneranno i colleghi ottimisti se utilizziamo un aggettivo così impegnativo) e riguarda gli ascolti. Lo abbiamo scritto e non solo noi che gli ascolti confrontati con lo scorso anno non vanno nel migliore dei modi: esempio nell'access time (tra la fine del Tg e l'inizio della prima serata) dove sono andati via circa 2 milioni di telespettatori. Nei giorni scorsi, in piena crisi politica, abbiamo seguito come il Servizio pubblico ha seguito le consultazioni al  Quirinale. Per essere precisi:
28 agosto             speciale Tg2           3,9%    377.000 spett.
                            diretta La 7             7,3%    813.000   ,,

29 agosto             speciale Tg1         13,6 %    1.471.000  ,,
                            diretta La7              8,7%        966.000  ,,
Come interpretare tutto questo (e molto altro ancora) ??? si può parlare di crisi di legittimità, di credibilità, di autorevolezza, di perdita di fidelizzazione? oppure, come qualcuno ha scritto recentemente, la Rai "è ...fa e sa fare Servizio Pubblico" ??? bisognerebbe chiederlo a quei tanti che preferiscono abbandonare la Rai. Intendiamoci: non fa piacere a nessuno di noi!!! però non è possibile nemmeno dimenticare, sottovalutare, ignorare i problemi e trovare le soluzioni. Ci sarà qualche ragionevole motivo per cui i telespettatori preferiscono Mentana a Giorgino? Ci sarà pure un responsabile? un colpevole? cosa è successo da un anno a questa parte? chi ha la responsabilità del prodotto? dell'offerta? quali strategie si stanno (o peggio, non si stanno) perseguendo? Nei giorni scorsi abbiamo letto che l'AD vorrebbe "cambiare rotta" ... ma non sarà il caso che forse il problema è chi sta al timone? o forse, non sarà che le mappe sulle quali navigano sono sbagliate?

Passo indietro: il primo Governo Conte nasce il 1o giugno dello scorso anno. Pochi giorni dopo si ritrova la grana delle nomine Rai come impone la Legge del 2015. Si ritrovano la patata bollente di dover trovare quattr'equattr'otto AD e Presidente, nonchè far votare ai gruppi parlamentari i quattro rappresentanti in Cda come previsto. A ridosso di quelle nomine, il neoletto Cda di Viale Mazzini si trova tra capo e collo l'impiccio del Piano Industriale. Nel mentre, nomine a gogo (compresa quella di un resuscitato DG cacciato dalla finestra della Legge per far posto all'AD e rientrato magicamente dalla porta). Qualcuno, come richiesto, ha voglia di fare un bilancio di questo anno? ha il coraggio di scrivere nero su bianco cosa passerà nei libri di storia del Servizio Pubblico il 2018-19 di gestione Salini/Foa?  Chi paga il canone potrebbe essergli grato. Tanto per ricordare ed essere precisi: questa Legge mette sotto il tallone di ferro il governo di Viale Mazzini. Questo Cda è espressione della precedente maggioranza. Se cambia la maggioranza, cambia anche qualcosa in Cda? domanda non peregrina e, per quanto sappiamo, molti a Viale Mazzini se la stanno ponendo.

Torniamo alla crisi: il M5S ha previsto,al punto 4 del suo nuovo programma di governo, la riforma della Rai. Bene, anzi, benissimo! e il PD cosa ne pensa? cosa ci diranno quando, fra pochi mesi, si tratterà di ridefinire il canone 2020? ci sarà l'ennesimo prelievo forzoso, illegittimo quanto incostituzionale? Vedremo chi sarà il Ministro che si troverà la patata bollente del Piano Industriale. 

Il grande timoniere diceva: "La confusione sotto il cielo è molto forte ... dunque ... la situazione è eccellente". 
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