giovedì 31 luglio 2025

Riforma RAI: la Caporetto dell'opposizione

by Bloggorai ©

Occorre sempre distinguere tra le contraddizioni tra noi e i nostri avversari e tra quelle al nostro interno. Le prime sono principali e le seconde subordinate.

All’appuntamento con la storia della riforma Rai l’opposizione si è presentata male e in grave ritardo. Passo indietro: lo scorso 27 settembre 2024 non sono stati pochi ad esultare perché dopo la nomina dei consiglieri sostenuta da M5S e AVS avrebbe avuto inizio il processo di “incardinamento” del dibattito sulla riforma del Servizio Pubblico come richiesto dall’EMFA. Peccato che si sono dimenticati che lo avrebbero potuto anticipare applicando per tempo i criteri “aperti, trasparenti e non discriminatori” previsti dal famigerato art. 5 per la elezione dei candidati consiglieri. Tiriamo avanti.

Da quel momento, era ben chiaro ed evidente che il solo ed unico momento di confronto/scontro con la maggioranza era ed è tutt’ora l’VIII Commissione Senato dove giacciono le 11 proposte di riforma. Durante questo tempo, dagli inizi di ottobre, c’era tutto il tempo di elaborare, proporre e dibattere pubblicamente un “documento condiviso” che altro non doveva essere e collocarsi nel contesto della Commissione Senato. È lì e solo lì che si fanno i giochi veri ed è solo con le proposte depositate che si poteva e doveva fare i conti. Invece nulla, quel “tavolo” è stato snobbato mentre è stato avviato colpevolmente tardi un alto “tavolo”, subordinato e fuori contesto, solo nelle ultime settimane con esiti, peraltro, alquanto “disordinati” ed usiamo un affettuoso eufemismo.

In buona sostanza, cosa è successo? È successo semplicemente che nelle ultime settimane la maggioranza ha depositato in VIII Commissione ben 4 nuove proposte e ieri ha presentato la loro sintesi mentre l’opposizione invece è rimasta ancorata alle sue quattro vecchie e ancorate al solo modello della governance basato sulla cosiddetta “fondazione”. Nulla di più, nulla di meno. Per non dire poi di contenuti di assoluto rilievo dove invece l’opposizione non ha battuto ciglio: il canone si o no (sostituito dalla fiscalità generale, terreno che anche nel PD trova consensi) e sul ruolo della Vigilanza Rai (che il M5S vorrebbe abolire).

Ecco perché l’opposizione è arrivata tardi e male. Non ha affrontato subito, frontalmente e apertamente i nodi cruciali, forse quelli più divisivi certamente ma altrettanto certamente quelli più determinanti e necessari per trovare una “quadra” condivisibile. Anche in questo “campo” non si costruisce nulla se non c’è assoluta chiarezza sui contenuti. Invece si è impantanata in un confuso “tavolo di lavoro” arrivato buon ultimo che ha partorito un “documento” di lavoro fantasma prima dichiarato pubblicamente e poi smentito (i soliti giornalisti che non capiscono), e ancora, proprio mentre ieri la maggioranza si presentava a ranghi serrati a presentare la loro sintesi, il “gruppo di lavoro” dell’opposizione stava rimaneggiando quello stesso documento ovvero un articolato (che abbiamo visto ieri sera) nel mentre e nel quando al loro interno si aprivano crepe su come rispondere: lavorare ad un maxi emendamento (come vorrebbe il M5S) oppure proporre un proprio testo alternativo (come vorrebbe il PD). Ma alternativo a cosa? e poi “alternativo” con cosa dentro? Adesso hai voglia a dire che il testo della maggioranza è "irricevibile"... quale è il testo dell'opposizione?

Come abbiamo più volte scritto e ribadito: sono i testi in Commissione che fanno la storia e sono le persone che li sottendono che poi la scrivono. O si decide di ritirare simultaneamente quei 4 testi (Nicita, Martella, De Cristofaro e Bevilacqua) o si deve necessariamente fare i conti con quelli. Ogni altro “documento” o prende il loro posto con un nuovo articolato necessariamente condiviso e sottoscritto da tutti i partiti di opposizione e la maggioranza dovrà farci i conti oppure si tratta di aria fritta e ripassata in padella. Punto. Nota bene: nel Comitato ristretto della Commissione Senato ci sono per il PD il senatore Nicita, componente la Vigilanza RAI, già commissario Agcom e già relatore dimissionario nel recente Contrato di Servizio, una figura certamente molto esperta del tema, e la senatrice Bevilacqua, prima firmataria della proposta M5S tra quelle incardinate al dibattito. È verosimile supporre che siano loro i soggetti maggiormente impegnati nel confronto/scontro con la maggioranza si o no? A noi risulta di si. Nel “gruppo di lavoro” invece ci sono per il PD i deputati Graziano e per il M5S Carotenuto.

Veniamo ora al testo “in corso d’opera” del quale non si sa bene da chi e quanto condiviso. A parte strafalcioni come la durata del Contratto di Servizio, prima previsto in 5 anni e subito dopo a 10, o il “canone di abbonamento” oppure ancora il ruolo dell’AD che è pur sempre un dipendente RAI, sembra definitivamente scomparso il “modello fondazione”: bene ma allora come si concilia allora con almeno tre delle quattro proposte di cui sopra? O lo cancellano del tutto, se lo rimangiano completamente oppure rimane agli atti dell’VIII commissione. Poi, la proposta del M5S contiene una proposta rilevante: l’abolizione del canone la sostituzione con la fiscalità generale: delle due l’una ovvero i due termini sono inconciliabili tra loro. Va detto, per inciso, che il PD da tempo ha sostenuto questo modello (vedi….). Infine, la proposta M5S contiene l’abolizione della Vigilanza RAI. Non è un passaggio di poco conto: la Bevilacqua è disponibile a ritirare questa parte della sua proposta?

Andiamo avanti ... c’è molto ancora da dire e ieri in Cda si è dibattito (rinviato) il tema Sanremo.

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