Alcuni lettori e alcune lettrici ci scrivono. Ci scrivono
tra il costernato e il rassegnato. Alcuni capiscono la situazione ovvero l’aria
che tira (brutta) e lasciano perdere, altri meno ed avrebbero pure voglia di
mantenere l’attenzione sulla Rai e sul Servizio Pubblico.
Ma di cosa ci dovremmo occupare? Della mancanza di notizie? Oppure
di notizie del genere “successo di Sandokan” ovverosia il fumo negli occhi della
Rai che deve guardare al passato (vedi Post di ieri https://bloggorai.blogspot.com/2025/12/rai-un-grande-e-glorioso-futuro-dietro.html
) cioè ravanare in cantina per sperare nel futuro? Oppure del compenso della Maggioni (ad agosto tutti erano in vacanza) perchè, non sia mai detto, magari la concorrenza se la porta via dalla Rai? Oppure delTg3 che manda in onda uno spot (gratis?) di Netflix ? Oppure del Piano Immobiliare Rai che, ci dicono, essere come un colabrodo (vedi Milano e comunicato CGIL)? Oppure
del Piano Industriale che non sa dove andare perché non ha risorse con le quali
essere sostenuto? Oppure, ancora una volta, di un piano sull’informazione che
non esiste e nessuno vuole che esista? Oppure, ancora di più e peggio, di qualche
gossippetto interno o delle beghe Rossi/Sergio/Marano e dei loro fidati e
sodali collaboratori ovvero i vari Coletta, Di Gregorio (si proprio lui) o
Corsini e compagnia trotterellando?
No… francamente no… non è più aria.
Ci sono tanti altri mondi possibili e interessanti da scoprire oltre la Rai, oltre questo Servizio Pubblico, proprio come ieri sera su La7 ci ha ricordato Giordano Bruno (ottima trasmissione). Sono mondi che girano intorno alla civiltà delle immagini, all’era del racconto audiovisivo, nell'epoca di nuovi linguaggi e comportamenti individuali e collettivi che meritano grande attenzione. La Rai invece guarda se stessa in uno specchio deformato e alle sue spalle e non sa più come guardare avanti (anche perché non gli è concesso, vedi canone incerto).
No. Condividiamo l’aria che tira: della Rai e del Servizio
Pubblico si avverte sempre meno interesse.
Piuttosto, stiamo studiando, raccogliendo documenti e informazioni
su un tema che ci sembra meritevole di attenzione: perché il “genere” crimine,
il racconto del “male” in tutte le sue forme, dalla guerra alla cronaca nera, viene
costantemente proposto e riscuote crescente attenzione gradimento da parte del
pubblico?
bloggorai@gmail.com
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