Ci sono tanti buoni motivi per non occuparci più di Rai e di Servizio Pubblico Radiotelevisivo. Dopo tanti e lunghi anni, sette, Bloggorai “si è fatto persuaso” che potrebbe non valerne più la pena e, infatti, da alcuni giorni pubblichiamo sempre meno. Seguire i fatti e ancor più i misfatti dell’ex Viale Mazzini sa di stantio e malmostoso, faticoso e comunque immutabile, irrilevante e irrisolvibile.
La stessa “politica” sembra
averla riposto il tema Servizio Pubblico in fondo alle sue attenzioni: la riforma
(becera) che pure doveva essere la pietra miliare della nuova Azienda in osservanza
dell’EMFA è accantonata in attesa di un futuro incerto e improbabile. Lo abbiamo
pure constatato plasticamente ad un recente incontro di 34 gatti (la metà
giovani studenti silenziosi). La stessa “stampa” sembra aver dimenticato i grandi
temi che interessano la Rai e, infatti, ci dicono che nella “nuova Rassegna Stampa”
la sezione “azienda” è quasi sempre vuota. “Tanto la Rassegna non la legge
più nessuno” ci ha detto un autorevole lettore. Verrebbe da crederci: tanto non
c’è nulla da leggere. Verrebbe da crederci: tanto se pure qualcuno la volesse
leggere, questa Rai ha pensato bene di sottrarla, di non far sapere più ai suoi
dipendenti cosa succede intorno a loro. Verrebbe da crederci: tanto che
pure chi avrebbe potuto e dovuto sollevare obiezioni (i consiglieri) si sono arresi
(come quasi sempre) di fronte all’argomentazione dei costi, come se la Rai non sapesse
da che parte razionalizzare e risparmiare
La stessa Rai “moderna” ovvero questa Rai, di questo Cda, di
questa “destra” ne è forse consapevole e, tant’è che manda in onda uno spot
autopromozionale a sostegno di se stessa e si chiede “chi siamo noi?”. La risposta
già la sappiamo ed è sempre salutare ricordarla: “La risposta è dentro di te ...
ed è sbagliata!” da rivedere sempre il mitico Guzzanti https://www.youtube.com/watch?v=lpYSFPO7pqw
. Questa stessa Rai intanto, nel frattempo, taglia e cuce, riduce e conduce inesorabilmente
verso il suo triste declino.
Ci eravamo interessati e avevamo seguito con attenzione la
vicenda dell’attentato a Ranucci: sembrava che avesse suscitato un frivolo di
attenzione che portasse a ricollocare Report nel suo giusto posizionamento in palinsesto
con il reintegro delle quattro puntate mal-tolte e il ritorno al lunedì come pure
del ritorno in video di Petrolio, ultime frontiere del giornalismo d'inchiesta che non si occupa di Garlasco. Nulla, nada, polvere sotto il tappeto. Il
M5S aveva addirittura chiesto le dimissioni dei consiglieri di opposizione
qualora non fosse successo nulla. Nel frattempo leggiamo su Domani, a firma Lisa
di Giuseppe, che “Rai, un altro approfondimento “sovranista” all’orizzonte, ma
manca il conduttore. Viale Mazzini spera nello sport”. Chi di speranza vive,
disperato muore: diceva povera Nonna Maria.
Chiudiamo con due perle: la prima
l’abbiamo vista nei giorni scorsi sul Tg3 delle 19 quando è andato in onda un corposo
servizio promozionale a favore di una nuova trasmissione di Neflix. Ci auguriamo
che Rai Pubblicità ne abbia tratto il giusto compenso perché altrimenti si configura
quasi un illecito.
La seconda perla è più sconfortante. Ieri sera Report ha trattato il tema della malasanità e, in particolare i fondi PNRR destinati alle Case di Comunità, in particolare in Campania e Puglia laddove la situazione è sconfortante: nella prima regione previste 169 e realizzate 0, e della seconda leggiamo su Repubblica “Sanità, in Puglia il flop case di comunità: attiva solo una su 123. A rischio 177 milioni del PNRR. A poco più di tre mesi dalla scadenza del termine fissato a fine 2025, risulta attiva solo una struttura. Attiva ma non funzionante perché mancano medici e infermieri”.
Per saperne di più vedi pure https://www.ilsole24ore.com/art/attive-660-case-comunita-solo-46-tutti-servizi-AHFgi9mC
.
E poi dobbiamo constatare che gli elettori non vanno più a
votare: in Campania l’astensione è al 45% e in Puglia al 48%. Ci crediamo.
Ad ogni buon conto … proprio a partire da questa
considerazione “La luce oltre la Rai” prosegue. Proveremo ad andare su altri temi
e, in particolare ci vogliamo soffermare sul sottile filo nero che lega i
grandi fenomeni elettorali e il “consenso televisivo” realizzato anche
attraverso una decisa linea editoriale che ormai sta dilagando inarrestabile:
il racconto del “male” ovvero della cronaca nera. Non c’è nulla di nuovo: è tutto già
scritto da decenni.
Bloggorai@gmail.com
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