giovedì 10 aprile 2025

RAI: la destra e il potere della Magia

by Bloggorai ©

Non ha ricevuto l’attenzione che merita la dichiarazione dell’AD Rai, Giampaolo Rossi che, recentemente ha dichiarato più o meno che “il servizio pubblico deve costruire un Piano Mattei per l’immaginario”. Questo terreno, l’immaginario, è un po' come la “narrazione” e ci puoi mettere dentro un po’ di tutto senza rischi di patire conseguenze. Ma, in primo luogo, “l’immaginario” si riferisce ad un concettualità astratta degna e tipica di usa ragionar filosofando. E i filosofi, è noto, debbono necessariamente distaccarsi dalle umane faccende per poter entrare nell’etereo mondo della riflessione empirica. Del resto, il personaggio Rossi è noto per essere stato più volte definito per la sua origine e natura: il filosofo di Colle Oppio, luogo sede storica di una certa destra romana.

Questa riflessione, diciamo, non è stata raccolta, diciamo che non se lo è filato pressoché nessuno ed è un peccato perché, in fondo, contiene un pizzico di qualcosa che merita una breve nota. Rossi pone un problema che ha un suo fondamento: cosa “deve” essere la Rai. Un interrogativo che abbiamo posto già noi nei giorni scorsi quando abbiamo titolato “chi siamo, cosa facciamo, dove andiamo” e traslato in “cosa è la Rai, cosa deve fare e dove deve andare”. Dobbiamo quindi dare atto a Rossi di essere un passo avanti rispetto all’aria che tira dove invece questo dilemma non sembra porsi compiutamente.

Certo, l’AD Rai pone il tema a suo uso e consumo e, giocoforza, lo deve ricondurre alla sua matrice primigenia: la cultura di destra e, segnatamente, del Governo di cui lui è espressione terrena. Quindi, la declinazione del “piano Mattei per la Rai” può essere intesa e declinata esattamente come è avvenuto con il recente Sanremo dei “Cuoricini cuoricini” (giova ricordare la definizione di “brillante” generosamente fornita dal consigliere Natale) ovvero, come sostiene Rossi,  attraverso “… imago, che incarna un po’ l’idea della magia, cioè la trasfigurazione della realtà”. Il Festival piegato alla “loro” realtà.

Questo il punto centrale: la trasfigurazione, l’alterazione, la manipolazione della realtà. A “questa destra”, a questa Rai è sufficiente rimanere ferma per andare bene. Non ha bisogno della presidenza, non ha bisogno di un Piamo Industriale, non ha bisogno di una riforma. “Loro” un progetto o “non progetto” che dir si voglia, lo hanno ed è anche molto chiaro.

Ed è su questo punto che si manifesta da un lato la forza di “questa Rai” e la debolezza di chi gli si dovrebbe opporre. Lo abbiamo scritto tante volte e lo ribadiamo forte e chiaro e in questa chiave leggiamo la “crisi” esistenziale nelle quale sono immersi tutti coloro che si occupano di Rai e di Servizio Pubblico. Non c’è una visione, non c’è un progetto, non ci sono idee e proposte sula quali provare a fare emergere una Rai nuova, futura, diversa e alternativa a quella attuale.

Riferiamo che nei prossimi giorni ci sarà un importante appuntamento dove si potrà forse percepire lo stato delle cose: 

INFORMAZIONE EMERGENZA DEMOCRATICA: MEDIA FREEDOM ACT, RIFORMA RAI, PIATTAFORMA EUROPEA. NO AL DECRETO SICUREZZA. LA SOCIETA’ CIVILE CHIAMA AL TAVOLO LA POLITICA. Saranno presenti Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli. Martedì 15 aprile ore 9,30 Presso la sede FNSI in Via delle Botteghe Oscure 54.

Bene. Vedremo. Tanta roba in poco spazio e il rischio di assistere ad una passerella di luoghi comuni è forte. Bloggorai non potrà esserci. Se avesse potuto partecipare avrebbe proposto una sola e semplice osservazione: in Commissione Trasporti del Senato ci sono 4 proposte di legge di riforma della Rai. Messe tutte insieme non ne fanno una giusta, aggiornata, adeguata e con ragionevoli possibilità che possa ottenere una maggioranza parlamentare qualificata. Cara “politica”: mettetevi d’accordo, chiudete dentro una stanza le vostre menti migliori e non la riaprite fintanto che non ne escono con una sola proposta organica ed unitaria. Se non siete capaci di fare almeno questo, lasciate perdere, lasciamo perdere e assisteremo inerti allo svolgimento del Piano Mattei per la Rai.

Chiudiamo con la notizia del giorno: ieri il Comune di Sanremo, in attesa del TAR del prossimo 22 maggio, ha pubblicato il bando per l’assegnazione del Festival per il prossimo anno. Tra le tante clausole (aumento del canone a 6.5mln, altre trasmissioni etc) ne compare una inedita: una specie di KPI (concetto cha a qualcuno in Rai piaceva molto … Soldi dixit) dove il vincitore deve garantire un ascolto non inferiore del 15% della media delle edizioni precedenti. Per Rai non ci dovrebbero essere problemi di questo genere, per un nuovo broadcaster forse si. Ma il tema che ora si pone forse è ancora più complesso: alla Rai conviene ancora rimanere a Sanremo?  L’interrogativo non è nuovo: per quanto sappiamo era stato posto nero su bianco da oltre 10 anni all’attenzione del Cda ma nessuno poi ha mai voluto rispondere. Come sempre, a ben cercare, le risposte si trovano.

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