lunedì 5 giugno 2023

Una sola, vera e unica grande battaglia: il canone RAI


La paginata di oggi su La Stampa (“La battaglia del canone”) ci induce a riaprire, seppure occasionalmente, Bloggorai. Non foss’altro perché si tratta di una battaglia sulla quale ci siamo impegnati da tempo e non sempre in compagnia.

Nel mentre e nel quando alcuni si trastullavano allegramente su Fazio&Caschetto e la loro triste e dolorosa partenza da RaiTre … nel mentre e nel quando alcuni si addoloravano per le “dimissioni” di Lucia (sempre da RaiTre) e nel mentre e nel quando si scriveva e si leggeva trullallero e trullallà di Cip e Ciop, di Qui, Quò e Quà oggi da una parte e domani dall’altra … sotto sotto, nei segreti meandri e scantinati tra Palazzo Chigi, Cologno Monzese, Viale Mazzini e Via Bellerio si stanno preparando i “materassi” pronti alla guerra del canone RAI prossimo venturo.

Bloggorai è profeta ed è aggratisse!!! Lo abbiamo scritto in epoca non sospetta. I genitori della grande battaglia sul futuro del servizio pubblico hanno un solo denominatore comune, una sola traccia genetica: i soldi, le risorse, la pubblicità e il canone. Tutto il resto è pura acqua fresca ripassata in padella, chiacchere inutili come nebbiolina di primavera, piani immobiliari, riforma dei generi  e nomine comprese.

Dall’arrivo di SergioRossi (crasi futuribile) si avvertivano i tamburi di guerra che ora comincia a farsi vicina. Il “nuovo” DG aveva anticipato il suo pensiero forte: il canone potrà essere sostituito dalla fiscalità generale. Geniale, a suo modo e suo tempo. Obiettivo implicito: non ci rompete le uova nel paniere proprio ora che siamo arrivati noi … ci occorre stabilità di risorse e di governance. Poi, come si sa, tutto cambia ..al things must pass..

Ora, preso possesso del Palazzo, è necessario però fare i conti con i tanti osti che servono tutti allo stesso ristorante. Sul tavolo le carte sono confuse assai. Vediamo: la prima la possiede Meloni&C (e vedremo chi soni i C) hanno a cuore il mantenimento del fragile equilibrio di coalizione tripartita sul quale siedono. Meloni&C devono dare obbligatoriamente i resti a quel poco che resta FI&C ovvero salvaguardare quel tanto che compete sul mercato che si chiama Mediaset che rimane pure sempre un ottimo azionista di Governo. Il canone è la variabile impazzita che potrebbe alterare il mercato: togliere un po di pubblicità a Viale Mazzini per la gioia di Cologno Monzese. La seconda carta è sempre in suo possesso ma con altre variabili subordinate: il disegno futurista di mantenere la posizione nella “narrazione” (termine ormai orribile e abusato ancorchè comprensibile) del Paese virato a destra dove la RAI serve … eccome!!! La terza carta se la gioca Salvini che, da anni, sostiene che il canone RAI sia una iattura per le tasche degli italiani e, infatti, senza se e senza ma, vorrebbe abolirlo, seppure progressivamente del 20% annuo. Apriti cielo! Abolire il canone significherebbe che RAI dovrebbe attingere ancora di più sul mercato pubblicitario a tutto danno di quei poveracci della concorrenza. No, non se parla proprio. Ovviamente, ovviamente, come amava dire il passato Fuortes, tutti sugli scudi: NO, tuonano tutti in coro, abolire il canone significa la fine del servizio pubblico!!! Ed è vero, senza dubbio. Solo che tra suocera e nuora non si sa bene chi ci possa mettere il dito. L’opposizione? Come? Chi? Quando? Per conto suo Salvini ha ben chiaro che il tema canone è un formidabile grimaldello con i quale scardinare più di un paletto a destra, al centro e da qualche altra parte che dir si voglia.

Attenzione: la battaglia del canone ha due fronti: uno tutto interno alla maggioranza di governo e l’altra, appunto, in quel poco che resta di un’opposizione che non si sa che cosa pensa, quali “visioni” più o meno mistiche e/o generiche possa avere della RAI degli anni 2030 .

A noi dunque spetta un compito ingrato: con chi ci schieriamo e quale obiettivo sosteniamo avendo a mente la speranza che la Rai possa avere un futuro dignitoso che non sia sotto il tacco del Governo di turno? Anzitutto proviamo ad invertire i termini: il canone ha una sua logica ed una sua "spendibilità" sociale in funzione di ciò che viene erogato, ovvero della definizione puntuale dei obblighi di Servizio Pubblico. E vedremo ora come si metteranno le prospettive a partire dal prossimo Contratto di Servizio e poi, nel 2027, del rinnovo della Concessione. Questa una chiave di lettura, a nostro avviso, imprescindibile. 

Dopo di che, potrebbe pure darsi il caso che Rossi, quando ha sostenuto nei gironi scorsi che il canone Rai è tra i più bassi in Europa (ed è vero) possa riscuotere sostegno e simpatia? Perché no. O potrebbe darsi pure il caso che togliere il canone e sostituirlo con la fiscalità generale (sempre Rossi) sia una ipotesi da verificare se magari affiancata da interventi sulla governance del Servizio Pubblico. Nel frattempo, ci avviciniamo ad una “presunta” scadenza ravvicinata con la quale fare i conti: una diversa modalità di riscossione del canone alternativa alla bolletta elettrica. È certamente vero che “NON ce lo chiede l’Europa” quanto pure è certamente vero che questo “messaggio” sia passato ed acquisito nella “vulgata” politica e mediatica senza che nessuno vi abbia posta attenzione più di tanto. Giorgetti lo ha detto chiaro e tondo: dall’anno prossimo si cambia ma non ha specificato come. Tantomeno nessuno si è preso la briga di proporre qualcosa di alternativo o di ostativo. Come abbiamo scritto, hic manebimus optime: la riscossione del canone in bolletta va bene così com’è e il ritorno al passato significa una legnata sui conti RAI stimata in circa 350 mln.

Dunque, come si dice a Roma, “che volemo fa?”. Ci accontentiamo, in una fase ancora tutta dinamica, di far emergere le tattiche ovvero le contraddizioni, prima in “seno al popolo” (sempre grazie al Grande Timoniere) e poi tra il popolo e i suoi avversari. La destra è quella che ora sembra più in turbolenza tra FdI e Lega mentre l’opposizione ancora non sembra avere le idee chiare (vedi fantasie privatistiche alla Cottarelli, ex PD). Necessario guadagnare tempo e intanto stoppare la questione uscita del canone dalla bolletta che sarà la tappa più ravvicinata … poi … speriamo nel VII Cavalleria che prima o poi si formerà a salvare il Servizio Pubblico. Speriamo.

bloggorai@gmail.com 


 

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