lunedì 17 novembre 2025

RAI "rassegnata"

By Bloggorai ©

La notizia: la Rai ha drasticamente tagliato la Rassegna Stampa che ogni giorno veniva distribuita ai suoi dipendenti.

Da questa mattina, le edicole intorno a Via Asiago, a Saxa Rubra, Via Teulada e nelle vicinanze della nuova sede all’EUR sono prese d’assalto da folle inferocite di giornalisti, impiegati e dirigenti Rai che chiedono di acquistare il Foglio, il Sole 24 Ore, Domani e Libero, insieme alla Gazzetta del Sud, dello Sport e Novella 2000 (ovviamente, Corriere, Repubblica, Stampa e Messaggero lo ricevono già in abbonamento on line). Da questa mattina si vedono in giro, nelle redazioni e davanti alla macchinetta del caffè, oscuri personaggi che si spacciano sottobanco ritagli e pagine di giornali, bene attenti a non farsi notare.

Abbiamo ricevuto commenti:

Commento n. 1: “rassegniamoci” (non è chiaro se si tratta di un imperativo o un esortativo

Commento n. 2: “…effettivamente… un danno enorme (lettore di centro destra)

Commento n. 3: “Una vergogna” (noto e prestigioso parlamentare)

Commento n.4: “Ci avevano già provato a nascondere i dati Auditel” (storico della Rai)  

Commento n. 5: “Tanto la leggevano in pochi” (complice del misfatto)

Commento n. 6: “ … un segno di protervia, stupidità e arroganza …” (autorevole dirigente Rai”

Commento n. 7: “…  un atto che riduce il diritto alla conoscenza e la circolazione delle informazioni all’interno del servizio pubblico” (nota del PD Rai)

Commento n. 8: “ … sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire …” (anonimo colto)

Commento n. 9: "chissenefrega.. peggio per loro" (non è chiaro chi sono "loro")

NON abbiamo ricevuto (saputo) commenti di:

3 consiglieri Rai (di Majo, Di Pietro e Natale) … gli altri due … ignoti

Usigrai, Art. 21, “società civile” etc., ricorrenti ai TAR ed “esperti” più o meno europei  

Colleghi giornalisti della carta stampata (forse non è una notizia) ed è bizzarro assai

Bloggorai ribadisce quanto ha scritto ieri (da solo): la Rai, il Servizio Pubblico, priva i suoi dipendenti di uno strumento di conoscenza, indebolisce la circolarità delle notizie e delle informazioni, impoverisce la crescita culturale e, in buona sostanza, taglia un ramo portante dove la Rai è poggiata. Priva anzitutto i suoi dipendenti ma anche tutti coloro (forse pochi e sempre meno) che provano ancora a seguire le sorti del Servizio Pubblico.

In definitiva, si tratta di un ulteriore piccolo tassello che porta tutto e sempre nella stessa direzione: indebolire, sottrarre risorse, rendere accessorio e superfluo il Servizio Pubblico, svuotarlo al suo interno e minandolo all’esterno. È un disegno organico e scientifico che viene da molto lontano: dal Piano di Rinascita P2, passando al “patto del Camper”, ai teorici delle privatizzazioni e poi “esternalizzazioni”, alle mancate riforme, alla “struttura Delta” di epoca Governo Berlusconi (i suoi epigoni sono oggi in Rai in posizioni di assoluto rilievo). Si tratta di un disegno, di un “piano” che vede appunto l’assenza di “piani”: non avanza il Piano Industriale, non parliamo del Piano Immobiliare e constatiamo la totale assenza di qualsivoglia Piano per l’informazione. Volevano “risparmiare” tagliando la Rassegna Stampa? Potevano farlo iniziando invece con l’attuazione di una qualsivoglia “newsroom”. Mettere mano alla riorganizzazione delle testate, renderle efficienti e razionali, comporta risparmi per milioni di euro. Non a caso questa indicazione è sparita del nuovo Contratto di Servizio e pochi lo hanno notato.

Come ha detto il Commento n. 1: “rassegniamoci”. Hanno vinto loro. Forse, ha ragione il Commento n. 9: chissenefrega.

bloggori@gmail.com

Da oggi RAI triste, povera e solitaria sulla via del tramonto

By Bloggorai ©

Da oggi la Rai sarà sempre più povera, isolata, occulta e nascosta. Da oggi i dipendenti Rai che ricevevano la Rassegna Stampa non la avranno più. La maggiore e più importante Azienda di comunicazione priverà i suoi dipendenti della linfa vitale della quale dovrebbe nutrirsi. La Rai si priva di un ramo dove è poggiata: la circolarità, la diffusione e la propagazione di notizie, commenti, approfondimenti che si possono trarre dalla carta stampata. La lettura della rassegna per molti, dentro e fuori la Rai, è la “preghiera laica” del mattino che non sostituisce ma integra la copia cartacea del giornale.   

È un grave danno per tutti: anzitutto per la stessa Azienda di Servizio Pubblico, è il segno concreto e tangibile del suo progressivo e inderogabile impoverimento e isolamento. È un grave danno per chi la leggeva perché ora sarà costretto a rivolgersi alla sola conoscenza dei fatti del mondo diffusa attraverso i “social” che magari possono essere certo più tempestivi ma altrettanto certo che sono giocoforza più limitati. Nota bene: l’informazione on line sui “social”, dove un articolo è pagato, bene che vada, 3 euro (tre euro).

È un grave danno per gli stessi editori di giornali che in tal modo alimentano e sostengono il concetto secondo cui della carta stampata se ne può fare a meno perché superflua, irrilevante. È un grave danno per tutti i vari Uffici Stampa delle reti, delle trasmissioni e dei programmi, che si nutrono e si alimentano di “articoli e citazioni”,

Infine, fatte le debite distinzioni e proporzioni, è un grave danno pure per Bloggorai che si alimentava della cortesia e attenzione di tanti suoi lettori che segnalavano articoli meritevoli di nota, fornivano citazioni e suggerivano temi e problemi sui quali riflettere.

Perché questa decisione? Cosa e chi c’è dietro? La motivazione addotta è di natura economica: costa troppo. È come dire che l’energia elettrica costa troppo e quindi me la auto riduco: invece di usare due telecamere ne uso una sola e così via. Argomento insostenibile: la Rassegna stampa è merce preziosa e insostituibile per chiunque lavora nella comunicazione e informazione. Si vuole risparmiare? Ci sono mille buoni settori dove intervenire: basta scegliere dal numero dei collaboratori esterni alle trasmissioni che durano una puntata. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Dove si taglia invece? Proprio sull’informazione e sulla circolarità delle notizie. Sarà un caso? A nostro giudizio no!

Chi c’è dietro? Suggeriamo di rileggere Bloggorai dello scorso31 maggio con il titolo “RAI: la voce del Padrone di turno” (vedi https://bloggorai.blogspot.com/2025/05/rai-la-voce-del-padrone-di-turno.html?m=1 ). Con un aggiornamento: nel frattempo la Capo Ufficio Stampa Incoronata Boccia detta “Cora” per gli amici ha arricchito recentemente la sua storia professionale con il famigerato pensiero sulla mancanza di prove dei soldati israeliani che hanno sparato sui civili a Gaza (secondo l’Azienda, lo ha detto a “titolo personale” anche se sotto il suo nome compariva bene il logo “Rai”. Per farle premio l’Azienda Rai l'ha collocata nella Commissione di valutazione per i futuri giornalisti Rai che si dovranno assumere, insieme all’ex direttore della Tgr Alessandro Casarin, sfiduciato per due volte dalle redazioni nel suo recente mandato (fonte Usigrai).

Già, forse è meglio così: meno si sanno certe cose e meglio è per tutti.

bloggorai@gmail.com


 

giovedì 13 novembre 2025

... lunga meditazione in corso ...


Sunrise doesn't last all morningA cloudburst doesn't last all day
All things Must pass
G. Harrison, 1970


E' inevitabile, è fatale, che dopo oltre sette lunghi anni qualcosa debba cambiare. E' scritto nel Libro del Destino che tutto debba prendere altre forme e svolgersi in altro modo. Anche Bloggorai fa parte di questo disegno. 

La riflessione è in corso e non è facile. Se qualcosa dovrà cambiare, è bene che avvenga nel suo momento migliore: abbiamo raggiunto e consolidato un punto di consenso, di lettori e di lettrici, inimmaginabile in quel lontano giugno 2018. difficile ora andare oltre. Forse si potrà altro o lo stesso in altro modo.

Vedremo, riflettiamo. Fate sapere, scrivete in privato.   

bloggorai@gmail.com


 

mercoledì 12 novembre 2025


Meditazione in corso!!!

Oggi e forse pure nei prossimi giorni
Bloggorai potrebbe non uscire.

Le cose cambiano.

 

BBC e RAI: un destino comune?

By Bloggorai ©

Mettiamola facile: se Trump è a destra, noi siamo a sinistra. Se Trump è contento, a noi gira tutto ciò che può girare.  Se Trump attacca la BBC noi la difendiamo. Se qualcuno sostiene che il filmato incriminato contenesse “manipolazioni” sul ruolo di Trump durante l’assalto a Capitol Hill, noi (dopo aver visto le immagini) sosteniamo esattamente il contrario ovvero che Trump ha avuto un ruolo decisivo in quella drammatica giornata. Se la BBC decide di resistere alla minaccia di Trump di risarcimento miliardario, noi sostentiamo che il polverone sollevato dal “consulente” e dal suo giornale (di destra) sia tutto un clamoroso bluff, meglio ancora uno scientifico depistaggio al quale molti, compresi in Italia, hanno abboccato. Nota a margine: non c'è alcun presupposto legale per quanto vorrebbe fare Trump. 

Allarghiamo il giro: in Gran Bretagna, da tempo e da parte del governo conservatore, è in atto un disegno finalizzato ad indebolire il ruolo istituzionale, la credibilità e l’autonomia della BBC. Questa operazione è un tassello del disegno strategico che troverà esito finale, come in Italia, nel 2027 quando avverrà il rinnovo della Concessione. Attenzione: è un disegno largo, europeo. L’Economist ha titolato “I populisti minacciano le emittenti pubbliche indipendenti europee. Se non puoi prenderli in carico, togli loro i fondi” ed è esattamente il cuore del problema: tagliare le fonti di finanziamento.

Proprio come in Italia, è in atto un lento e progressivo disegno di indebolimento, di impoverimento, di sfiaccamento del ruolo del Servizio Pubblico. L’argomento “Rai” sembra essere progressivamente poco interessante, poco appetibile financo per la politica che pure ha o dovrebbe avere grande interesse a tenerla sotto controllo. Il disegno, ovvero il “Piano” come sappiamo bene, viene da molto lontano e non si è mai arrestato, anzi, si arricchisce e avanza inesorabilmente.

Il lento e progressivo disegno di indebolimento della Rai riguarda il fronte economico. Il Piano industriale non avanza perché non ci sono soldi. Il Piano Immobiliare non avanza perché i conti non tornano. I conti non tornano perché ancora sprechi, duplicazioni, inefficienze e deficit progettuali lo impediscono nonostante le ripetute sollecitazioni della Corte dei Conti. Il “dossier” Rai Way è fermo al palo, quale possa essere l’esito finale della trattativa in corso con Ei Towers.

Il lento e progressivo disegno di indebolimento della Rai riguarda il fonte istituzionale 1. È trascorso oltre un anno dall’insediamento del Cda e ancora non c’è il suo presidente “naturale”. È trascorso quasi un anno e la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi non si riunisce e non riesce ad esercitare il suo ruolo istituzionale, cioè non “indirizza” e non “controlla”. Apparentemente il fatto è grave ma sostanzialmente è irrilevante nonostante financo il richiamo del Presidente della Repubblica. Ribadiamo: la “colpa” non è solo della maggioranza di Governo.

Il lento e progressivo disegno di indebolimento della Rai riguarda il fonte istituzionale 2. Il tema della riforma Rai è svanito dal dibattito pubblico. Formalmente è ancora in VII Commissione Senato dove sono all’esame gli emendamenti presentati al testo di maggioranza. I partiti di Governo vorrebbero chiudere entro la fine dell’anno. I partiti di opposizione non danno segnali di fumo (anche perché i loro emendamenti non sembrano avere altra natura se non il fumo).

Il lento e progressivo disegno di indebolimento della Rai, infine, riguarda il fronte editoriale. Gli ascolti vanno male: RaiUno è sotto Canale 5 sia in day time e da un po’ anche in prime time e non parliamo della ormai consolidata battuta di arresto in access time con la debacle dei “pacchi”. Come pure il Tg1 è sotto il Tg5 dal 14 settembre all’11 novembre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con lo -0,69 contro + 0,66 (fonte Studio Frasi su dati Auditel). Vedi pure https://www.affaritaliani.it/mediatech/ascolti-tv-canale-5-italia-1-rete-4-mediaset-supera-rai-2025-trend-share-prime-time-daytime-989724.html. I dati di fine anno si preannunciano preoccupanti. Ma il fronte editoriale vacilla non solo e non tanto per i numeri ma anche per la “qualità” dell’offerta. Le trasmissioni chiuse per mancanza di pubblico non si contano e quelle che rimangono sono saldamente ancorate ad un pubblico “diversamente giovane” ovvero over 60. Non si fanno risparmi sulle repliche delle repliche e non si fanno sconti sui temi mainstream di cronaca nera (Garlasco for ever).  

Di tutto questo chi si preoccupa? Chi pone il problema? Non si sa. La vicenda di queste ore sul Garante della Privacy la dice lunga anche sulla Rai. Tutto nasce all’indomani dell’attentato a Ranucci e della contestuale multa erogata a Report. Il giorno dopo tutti a manifestare solidarietà a Ranucci e alla sua trasmissione. La solidarietà ha un senso se si trasforma in fatti concreti e i fatti concreti sono il ripristino del ruolo a partire dalla “restituzione” delle quattro puntate tagliate e dalla sua ricollocazione al lunedì. E questo fatto concreto non sembra avere molte possibilità di vederlo realizzato. 

Siamo tutti in attesa di qualche “fatto” concreto da parte di un consigliere Rai, uno a caso. Merita leggere un articolo su Domani con il titolo “Scandali senza effetti. Non mi dimetterò mai. Da Santanchè al Garante la poltrona non si molla”. Già, la poltrona da consigliere Rai è una gran bella poltrona, perché mollarla?

bloggorai@gmail.com 

martedì 11 novembre 2025

Autorità, Rai e BBC: un calcio in tribuna

By Bloggorai ©

Aridanghete, arieccoli, ancora voi? Per l’ennesima volta l’opposizione tutta intera, PD e M5S e AVS, perdono la grande occasione di parlare forte e chiaro e ci girano intorno cincischiando. NON c’è stato, non lo abbiamo avvertito chiaro e tondo quel “rigurgito di coscienza” auspicato da Ranucci domenica sera.

Quel “rigurgito” doveva riguardare il passato e riferirsi al futuro. Leggiamo oggi sui giornali che i tre partiti sarebbero tutti uniti nel chiedere le dimissioni del Garante Privacy a seguito delle puntate di Report. Leggiamo la Schlein: “Sta emergendo un quadro grave e desolante che rende necessario un segnale forte di discontinuità. Io penso che non ci sia alternativa alle dimissioni dell’intero consiglio”.

Osservazione n.1: erano proprio necessari i servizi di Report per accorgervi che alla Privacy “qualcosa” non andava? Avete due commissari (o meglio il Presidente Stanzione,PD, e il commissario Scorza, M5S) proposti da voi stessi. Non vi hanno mai “aggiornato” di nulla? Non hanno mai fatto notare che “qualcosa” non andava per il verso giusto? Magari, se un giorno Report volesse dare un occhio pure a quanto succede nelle altre Autorità, chissà, potrebbe uscire qualcosa di interessante.

Osservazione n.2: oggi sappiamo che i tre partiti ri-propongono di affrontare il problema del conflitto di interessi. Non lo hanno fatto da anni, da decenni, quando erano in condizioni di farlo e come pensano di farlo ora che queste condizioni non le hanno più?

Osservazione n.3, la più rilevante: buttano la palla in tribuna o meglio ancora la “buttano in caciara”. Il tema non solo, oggi, è il Garante Privacy e quanto emerso con i servizi di Report ma tutto il “sistema” delle nomine di provenienza politica, o meglio partitica, al quale i tre partiti di opposizione partecipano allegramente. Il tema oggi emerso con particolare evidenza, è la mancanza assoluta di adozione di criteri “aperti, trasparenti e non discriminatori” (per dirla con l’art. 5 EMFA) nella scelta dei candidati. Fintanto che i vari commissari, presidenti, consiglieri di amministrazione sono scelti accuratamente con il bilancino perverso e diabolico delle “quote” partitiche o, peggio ancora, amicali o parentali, non se ne esce. Hai voglia ad invocare “azzeramenti” se poi non sei in grado di sostenere e praticare un nuovo e diverso “sistema” alternativo a quello attuale. Bloggorai ha già posto il problema e stamattina Il Fatto lo riprende con il titolo “Nelle Authority regna la politica: 2 eletti su 3 rispondono ai partiti” dove si legge la grande “mappa” del potere distribuito tra le tante autorità di controllo e garanzia.

Scendiamo un gradino e torniamo (purtroppo) sempre e solo a quel dannato 26 settembre 2024 quando vennero eletti Alessandro di Majo e Roberto Natale. Chi li ha scelti, perché proprio loro due? Con quali “criteri” sono stati selezionati? Con chi altri sono stati messi a confronto i loro CV? Purtroppo non lo sapremo mai ed è e sarà sempre e solo questo un motivo fondamentale che mina la loro credibilità. Ancora sotto di un gradino. All’indomani dell’attentato a Ranucci in un comunicato del M5S abbiamo letto che “… i consiglieri di amministrazione Rai dovrebbero prendere l'impegno a ripristinare le quattro puntate di Report tagliate in questa stagione. E, più in generale, è necessario che tutelino i principali programmi di giornalismo d'inchiesta, confermandoli e valorizzandoli nel prossimo palinsesto primaverile, da Presa Diretta a Petrolio fino a Il Fattore Umano. Sarà importante vedere che l'impegno dimostrato oggi si traduca in scelte concrete a tutela dei programmi e dei giornalisti che li realizzano. Se questo non avverrà per quanto ci riguarda sarebbe opportuno che i consiglieri facessero un passo indietro". NON è avvenuto e non ci sono tracce che possa avvenire. E allora che facciamo? Aspettiamo che Rossi&C “faranno sapere”???

Infine, per carità di Patria, stanchezza e noia, non ripetiamo più di tanto quanto abbiamo scritto sulla riforma Rai e su come l’opposizione si è presentata a questo appuntamento: disordinata, in ritardo e sgangherata. Vincerà Telemeloni? Forse si.   

Veniamo ora alla notizia dei giorni scorsi sulla BBC. Il “mood” dei servizi giornalistici nostrani appariva tutto teso a dimostrare che l’autorevolezza, l’imparzialità e l’indipendenza dell’informazione televisiva pubblica inglese sia minata da faziosità e manipolazione (ovviamente, per mano dei soliti "commmmunisti") . In particolare, il problema è stato svelato da un “consulente”, certo Michael Prescott sul periodico The Telegraph. Chi è costui e a cha area appartiene il giornale dove ha pubblicato l’articolo contro la BBC? Non è difficile trovare informazioni sulla sua “storia” professionale: tra le tante questa ci è sembrata la più interessante: https://www.facebook.com/novaramedia/posts/bbc-advisor-michael-prescott-whose-bias-complaints-helped-topple-two-of-the-broa/1352695502895258/. Basta leggere e si può comprendere molto. Poi, The Telegraph è notoriamente un giornale di destra, conservatore e antieuropeo, e non ha mai mancato di schierarsi contro la BBC. Anche in Gran Bretagna il 2027, come in Italia, si dovrà rinnovare il loro Contratto di servizio e il punto centrale sarà l’abolizione dell’attuale canone. Sul Tempo.it leggiamo “Tagli ai finanziamenti pubblici per la Bbc dopo la modifica del discorso di Donald Trump”. E veniamo, appunto, alla “manipolazione” oggetto dello scandalo.  Anzitutto necessario vederla: https://www.theguardian.com/media/video/2025/nov/10/side-by-side-comparison-of-bbc-edited-trump-speech-from-day-of-capitol-attack-with-original-video e questa è la migliore che abbiamo trovato. Vedere per credere. Ci sono dubbi sul fatto sostanziale che Trump quel giorno, in quelle stesse ore, sostenesse quanto stava succedendo a Capitoll Hill? In soldoni e in sintesi: ci sono dubbi sul fatto che l’attacco alla BBC (Trump sinceramente ringrazia) sia parte organica, progettuale, di un attacco più vasto sul suo ruolo e la sua funzione di Servizio Pubblico? A noi non sembra.

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