Digital Media Company??? Intelligenza Artificiale??? Piano Industriale? Qui siamo ancora alla clava, ai manufatti del Neolitico. Per la Rai, per “questa” Rai, c’è da perdere le speranze. Non sarà tutto già perduto ma sembra che il percorso sia tracciato sulla strada buona.
Allora ieri ci sono state due notizie che in qualche modo si legano tra loro. La prima si riferisce al titolo di RaiNews24 sul caso Delmastro che lo da per assolto poche ore prima della sentenza di primo grado che invece lo condanna a 8 mesi di reclusione. La colpa, a quanto sembra, è del suo direttore Petrecca, già scaduto e in attesa di sostituzione. Poi, ieri alle 15, viene diramato un Comunicato Stampa Rai dove si legge che “Nel corso della seduta il Consiglio di Amministrazione ha approvato all’unanimità le linee guida dell’offerta editoriale della Rai per il triennio 2025-2027… Un piano di indicazioni editoriali che punta ad avere un posizionamento e contenuti distintivi dell’offerta nell’attuale contesto competitivo, con un adattamento ai nuovi consumi in modo da integrare meglio la Total Audience: in particolare evitando sovrapposizioni di genere e dispersione editoriale, con una proposta di valore qualitativo tra le reti generaliste e una nuova identità dei canali specializzati”. Il termine “informazione” non compare nemmeno sotto tortura come se si trattasse genericamente di un’offerta editoriale qualsiasi. sembra che appena viene evocato a molti prende un attacco di orticaria fulminante.
Andiamo con ordine. Lo abbiamo scritto e dedicato più di un post al tema informazione del Servizio Pubblico. Ci sono oggi e ci sono state nel passato forze oscure (nemmeno poi tanto oscure) che si oppongono, ostacolano e impediscono ogni tentativo di ridefinire il perimetro e l’organizzazione e la razionalizzazione complessiva delle 8 testate circa 2000 giornalisti che lavorano in Rai. Dal Piano Gubitosi, al Piano Verdelli, al famigerato “Allegato 4” del Piano Industriale 2028 e infine all’art. 27 del precedente Contrato di Servizio (non casualmente annebbiato e relegato in un inutile “Allegato 1” del nuovo Contratto) non ci sono ragioni: la “baracca” informazione Rai non si tocca. Eppure, i dati lo confermano: il Tg1 perde telespettatori, il Tg2 è sull’orlo di una crisi di nervi e, appunto, lo scriviamo da tempo, RaiNews24 galleggia da anni con numeri da prefisso telefonico di uno 0,qualchecosa e poche decine di migliaia di telespettatori pur impiegando circa 200 giornalisti e con un budget proporzionato.
Allora, lo scivolone di Petrecca per quanto grave è piccola cosa nel quadro di cosa avviene in tutta la “baracca” informazione Rai. Oggi il Fatto Quotidiano pubblica un trafiletto: “La relazione in cda. Contrordine a Rai3: "Tutto sbagliato, serve un'identità" e si legge “… è stata letta una lunga relazione interna, secondo la quale l'organizzazione per generi ha fatto perdere identità alle reti, soprattutto Rai2 e Rai3 … fuga di telespettatori e la perdita di identità in una rete da sempre caratterizzata da un rapporto stretto col suo pubblico. Che è composto in maggior parte da laureati che alla tv chiedono approfondimenti giornalistici e intrattenimento di livello. Mentre negli ultimi anni, secondo questa relazione, si è andati nella direzione opposta”.
Due osservazioni: la reti poggiano buona parte delle loro “identità” proprio nell’informazione e si fatica a distinguere i suoi problemi specifici dal resto del loro palinsesto: Rete e la sua testata giornalistica sono un tutt’uno pressoché inscindibile. Poi, si ammette, forse per la prima volta, che la discutibile “riforma per generi” non ha funzionato come lo stesso Sergio, oggi DG e ieri AD, ha sostenuto quando, gennaio dello scorso anno, che questa riforma andava rivista.
Ovviamente, ovviamente … per tutto il resto siamo in alto mare, galleggiando appesi ad una zattera in attesa di un cargo bananiero che potrà salvare il salvabile. L’orizzonte appare vuoto.
Chiudiamo, ieri è avvenuto un dibattito al Senato, promosso dal M5S, sul tema di cui vi abbiamo parlato: la mancata messa in onda da parte di Rai del docu-film Magma sul delitto Mattarella. Nota a margine: lo ha mandato in onda LA7 ed è visibile a questo link: https://www.la7.it/la-torre-di-babele/rivedila7/speciale-la-torre-di-babele-magma-mattarella-il-delitto-perfetto-1022025-11-02-2025-579433 .
Vedi pure il post di Bloggorai: https://bloggorai.blogspot.com/2025/01/omicidio-piersanti-mattarella-lo.html
Ieri è stata posta la domanda che pure noi abbiamo posto: chi e perché ha deciso che il Servizio Pubblico non poteva mandarlo in onda? In attesa di una risposta formale della Rai ad una specifica interrogazione parlamentare, noi una possibile risposta l’abbiamo suggerita. Guardate il docu- film e poi ne riparliamo. Non è solo una pagina misteriosa della recente storia italiana ma un cartina di tornasole che ci consente di capire meglio questi giorni, come e perché siamo arrivati fino qui. Forse capirete pure perché la Rai non lo vorrebbe trasmettere e invece La 7 e Netflix si.
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