venerdì 17 gennaio 2025

RAI: la "natura delle persone" e lo "stato delle cose"

by Bloggorai ©

Un tema, un problema, una vicenda, una storia si può leggere da diversi punti di vista e utilizzare diversi strumenti per cercare di interpretare il suo significato, il suo senso, la sua natura. Bloggorai si cimenta ogni giorno da quasi sei anni con la Rai e con il Servizio Pubblico cercando di ragionare sul suo futuro prossimo venturo. Difficile, ma non impossibile. I nostri strumenti di lettura sono prevalentemente ”politici”, talvolta economici, talvolta tecnologici, altre volte ancora giuridici. Difettano invece gli strumenti “umani” ovvero la natura delle persone, il loro carattere. I fatti, le cose e quindi gli avvenimenti sono frutto di azione (o di non azione) umana. Sono le persone che fanno le “cose” e non viceversa. Succede pure che ci possano essere “cose”, per lo più di origine naturale, che determinano accadimenti ma, nella nostra fattispecie, per lo più non avviene così. Quindi, ogni tanto vale la pena soffermarci sulla “natura” delle persone che “fanno le cose”.

Come se non bastassero tutti i “declini” dei quali vi abbiamo scritto, ora è arrivata la tegola del sgombero anticipato e forzoso di Viale Mazzini causa amianto (che, evidentemente, nessuno immaginava che ci fosse da decenni!!!). Si prospettano una montagna di problemi. 

Allora le “persone” come gestiscono le “cose”? Cominciamo con la “cosa” presidenza e non dal punto di vista “politico” come vi abbiamo scritto ieri. Abbiamo cercato di sapere e capire qualche spunto e questo quanto ci risulta. L’AD Rossi, su questo tema, ci dicono, sembra vivere in uno stato di surplace, in sospensione, “ … come se fosse in perenne attesa di qualcosa che nemmeno lui  sa bene cosa possa essere e quando potrà avvenire …”. Ieri ci avevano riferito di una specie di “entente cordiale” per sostenere l’ipotesi Natale. Ma, ci riferiscono, a Palazzo Chigi non avrebbero gradito e, a stretto giro, anche a Bloggorai è pervenuto un messaggio indiretto di smentita. Tra le tante grane, questa storia dell’amianto sembra averlo preso di contromano e la sola che gli è venuta in mente è stata la creazione di una “task force” di 12 persone. Rossi tace su tanti argomenti (vedi pure Report). Marano invece, presidente di fatto e di diritto (temporale) dicono essere “molto irritato” (eufemismo) un po’ con tutti anzitutto pensando al suo portafoglio. Quanto potrà durare ‘sta storia? Quando legge che tutto potrebbe rimanere così ancora per molto, sembra, gli gira tutto ciò che può girare. A molti invece, in mancanza di meglio, conviene assai che sia lui a gestire la baracca. Poi, si vedrà: “Stai sereno Antonio”. 

Poi c’è la Agnes. Ci dicono molto, molto, nervosa. Non si capacita del perché dopo quasi cinque mesi siamo ancora in stallo e nonostante i suoi “alti patronage”. La settimana scorsa, giovedì mattina, l’abbiamo vista aggirarsi pensosa intorno a Palazzo Madama. Nonostante il formale “contentino” quanto inusuale e di dubbia liceità della sua nomina come rappresentante Rai all’EBU (sulla quale nessuno ha sollevato obiezioni) potrebbe non dormire sonni tranquilli: la sua nomina come presidente è appesa ad un filo sottilissimo. In attesa di notizie.

Poi c’è Roberto Sergio. Di lui si sono perse le tracce: il ruolo di  DG lo mette al riparo dalle tensioni politiche e del tema presidenza sembra non essere interessato. Sembra, solo sembra, ci dicono, perché sa bene che fintanto che c’è Marano ha un suo certo margine di “potere”. Poi, si vedrà anche per lui.

Poi, infine, c’è “l’uomo del dialogo” ovvero “il placatore” ovvero l’uomo uscito dal cilindro di AVS che, forse, vorrebbe e, forse, potrebbe essere in ipotesi come presidente. Parliamo di Roberto Natale. È solo in forse ma sufficiente a fargli giocare la partita “vedo, non vedo” ovvero “mi si nota di più se appaio o se sono in disparte?” . Lo si è visto recentemente a tutti gli appuntamenti più o meno rilevanti (ca va sans dire, compreso il Congresso Usigrai sul quale però sembra nessuno sa nulla se non che Macheda è stato rieletto segretario) e tanti a dargli pacche sule spalle “complimenti Roberto … dai …”. Non lo si è “visto” su altri “appuntamenti”.  Abbiamo provato a digitare su Google “roberto natale canone rai” e la notizia più recente si riferiva ad un incontro TvMediaWeb del 2023 per arrivare poi a novembre 2024 quando su Prima si è letto “Cda Rai. Natale contro Marano: “politicizza temi e non aiuta confronto”. Come se il “confronto” non debba essere “politico”, come altro potrebbe essere??? Abbiamo poi atteso una sua dichiarazione sul tema “amianto a Viale Mazzini”. Nada. Abbiamo atteso financo una sua dichiarazione proprio sul tema “presidenza Rai” seppure sotto forma di “dialogo”. È possibile che ci sia sfuggita. Però abbiamo riferito cosa si pensa di lui  (”è un sindacalista”) e cosa ci si attende da lui “placare FI” come ha scritto il Corriere. Sarà lui il presidente “autorevole e di garanzia” come richiesto da tempo a gran voce dall’opposizione?  “La domanda andrebbe girata a Via del Nazareno” ci hanno risposto da una parte 5S (solo una parte, avversa al PD, perché non è mistero che un’altra parte magari lo sosterrebbe pure). Recentemente, un noto parlamentare PD, proprio durante i famigerati Stati Generali, ci ha detto di lui “Sarebbe un buon presidente ... ma non lo possiamo dire”.

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giovedì 16 gennaio 2025

La "ribollita" RAI

by Bloggorai ©

Il pentolone fumante della presidenza Rai è tornato a bollire e si diffonde nell’aere celeste quel profumino di minestrone che fa tanto casa (oppure, come nel nostro caso, di collegio). Ennesima fumata nera della Vigilanza e appuntamento alla fine del mese. Del resto, se non si riesce ad eleggere i giudici della Corte Costituzionale, si capisce bene che la Rai è in secondo piano.

Cosa c’è di nuovo oggi? Poco o nulla, gli ingredienti sono gli stessi ma quel poco è interessante. Riassumiamo brevemente. Il 26 settembre, grazie al tradimento del “prima la riforma e poi le nomine” di 5S e AVS che nominano i “loro” rappresentanti, si doveva dare avvio, appunto, alla fase della calendarizzazione del dibattito. Il dibattito si arena presto, ovvero non inizia proprio e tutto è fermo nell’VIII Commissione del Senato: mancano le proposte di Fi e FdI. Come abbiamo scritto e confermiamo: le proposte non arriveranno se prima non si sblocca la questione presidenza Rai e la riforma ce la possiamo pure dimenticare. La nomina della Agnes in Vigilanza, fortemente voluta dal Governo, non passa. Mancano due voti. L’opposizione (!!!) va sulle barricate: la Agnes no!!! La Maggioranza risponde: la Agnes si!!! Uno pari e palla al centro: nel frattempo Marano (lega) regge la presidenza.

Per quanto ne sappiamo, rimangono alcuni punti fermi.

La maggioranza potrebbe non essere poi tanto granitica sul nome Agnes, specie dopo le tensioni di questi giorni proprio con la Lega. La presidenza Rai è pura merce di scambio e si può giocare su tavoli diversi.

L’opposizione sembra scricchiolare: non tutti si fidano di tutti, anzi. Due giorni fa il Corriere ha scritto che “Non a caso si dice che sarà proprio Natale, fallita la mediazione di Floridia, a guidare la ripresa di quel dialogo che dovrebbe passare dalla approvazione di una nuova legge sulla Rai, sbloccando Agnes e placando l'ira di FI”. Uhmmmmmmmm … Dialogo? Il “placatore” Natale ?? Qualcosa non torna. Facciamo qualche telefonata e chiediamo lumi. Poi, ieri, il Fatto scrive: “Un'ipotesi che inizia a circolare tra le opposizioni vedrebbe Pd, M5S e Avs convergere alla fine tutti, nessuno escluso, su Agnes con l'obbiettivo di sbloccare i lavori in Vigilanza”. Doppio, triplo uhmmmmmmm. Le due frasi sembrano concordare: chi scrive conosce l'ambiente. Altre telefonate e qualcosa non torna ancora. E giusto alla fine della mattinata di ieri un nostro attentissimo e informatissimo lettore ci dice “Rossi è molto agitato e trama per chiudere presto la partita della presidenza e pur di ottenere il risultato vedrebbe bene Natale come presidente” ovvero il “placatore” ovvero”l’uomo del dialogo”. Sulla prima frase ascoltiamo una clamorosa pernacchia: l’opposizione che si rimangia tutto e vota la Agnes? Tutto è possibile ma fino ad un certo punto. Oppure, la maggioranza che rinuncia alla Agnes e vota Natale? In questo caso la pernacchia è più debole. Tutto è possibile ma fino ad un certo punto forse però più sostenibile (per loro). Il tema è il presunto Strapotere di cui oggi godono Marano in combutta con Sergio. Pur dirompere questo giocattolo si può fare di tutto.

Dunque la trattativa è ferma a queste quattro possibilità.

a. la maggioranza “trova” i due voti e si elegge la Agnes.

b. la maggioranza non trova i due voti e si deve rassegnare ad un altro nome.

c. l’opposizione si rassegna e vota la Agnes

d. l’opposizione non si rassegna e propone un suo nome (che ancora non c’è, formalmente)

Il corollario all’ipotesi b è che si debba cercare o un nome interno all’attuale Cda o uno esterno che però richiede le dimissioni di un suo componente attuale per fare posto ad un nuovo nome. Chi si dimetterebbe? Logica vorrebbe che fosse la Agnes stessa che deve prendere atto che il suo nome non è gradito e non riscuote il necessario consenso. Ma la logica, in politica, è merce rara. Potrà mai FI rinunciare alla sua ”bandiera”? Giammai, dicono. E allora? Veniamo al corollario dell’ipotesi d: la Agnes rimane in Cda e alla presidenza si candida il solo nome possibile (destinato giocoforza all’opposizione), ovvero il ”placatore” Natale. Bloggorai è stato facile profeta e  lo ha scritto mesi addietro. Ora, evidente che questo schema appartiene ancora alla fantasie ma anche alle trattative. Qualcuno, prima o poi dovrà cedere qualcosa.

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ps: ma il Congresso Usigrai è in corso veramente oppure la stampa se lo è dimenticato? 


 

mercoledì 15 gennaio 2025

RAI: oltre l'amianto ... niente

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“Quann’è tordi e quann’è grilli” dicono i Trattoristi della Bassa Val Tiberina. 

Oggi è giornata di tordi. Ma anche la giornata di “grilli” silenziosi. Non si legge una riga sulla specie di nuovo editto bulgaro lanciato da Marina Berlusconi su Report. Tutti tacciono. È stato completamente annebbiato  e dimenticato “Lo sgarbo al Quirinale” come ha titolato recentemente la Gazzetta del Sud quando ha riportato la notizia secondo cui la Rai non ha acquistato il docu-film sul delitto Mattarella. Non si legge una riga sul Congresso Usigrai in corso in questi giorni. Strano: è pur sempre il potente sindacato giornalisti del Servizio Pubblico e quanto si afferma in quel contesto dovrebbe avere pure una sua certa attenzione pubblica. O no? Anche oggi non una riga da nessuna parte. Forse, gli occorre un buon Ufficio Stampa. Come pure non si è più saputo nulla sulla famigerata assemblea dei dirigenti ADRAI sul tema canone del 5 dicembre. Scomparsi. Singolare: Usigrai e ADRAI, due potenze del Servizio Pubblico di cui non si sa nulla.

Abbiamo letto invece  una frase “strana” sul Fatto di oggi “Un'ipotesi che inizia a circolare tra le opposizioni vedrebbe Pd, M5S e Avs convergere alla fine tutti, nessuno escluso, su Agnes con l'obbiettivo di sbloccare i lavori in Vigilanza”. Cosa vuol dire? Che si rimangiano tutto? Scusate, abbiamo sbagliato e ora votiamo Agnes? Aiuttooooooo !!!!

La notizia del giorno è la “scoperta” dell’amianto a Viale Mazzini tanto da richiedere “in via del tutto precauzionale” lo  smart working per tutti i dipendenti presenti nel palazzo.  “Per tutti”? Noooo, i migliori resistono perché, come si legge nel comunicato stampa dell’Azienda, il prossimo 29 gennaio è stato convocato un Cda proprio al VII piano dove, evidentemente, per non correre rischi inutili e sempre in via “del tutto precauzionale” l’Ad e i consiglieri, nonché il personale di supporto, si recheranno sul posto o via aerea (possibile l’uso di elicottero o un super drone) altrimenti verranno muniti di uno scafandro a prova di particelle di amianto.

La situazione è drammatica ma forse per alcuni non lo è del tutto e qualche spiraglio di ottimismo serpeggia ancora. Lo stesso ottimismo che hanno avuto tutti, più o meno, da decenni quando solevano ripetere il ritornello “tranquilli, l’amianto non c’è e seppure ci fosse non fa male”.  Bloggorai ne è stato involontario protagonista: tanti anni addietro, quando “abitava” a Viale Mazzini gli venne assegnata una stanza di dimensioni superiori al ruolo da semplice funzionario quale era. Se nonché, la stanza contigua era tutta sigillata, impacchettata e alla domanda sul perché la risposta fu candida candida “C’è l’amianto e la stiamo bonificando”. Ahhhh … bene… ho chiesto il trasferimento immediato e speriamo di essermela cavata. 

Morale della favola: il problema era noto da decenni ma sempre sottovalutato o ignorato più o meno da tutti. Da decenni. Ieri, alle 19.41 è stata diramata una circolare interna che prevede la costituzione di una “task force” e a scorrere i nomi di coloro che la compongono difficile, veramente difficile, supporre che nessuno di loro ne fosse a conoscenza, da anni, da decenni. Loro e coloro che li hanno nominati.

Bene (si fa per dire). Quando abbiamo iniziato il 2025 con una serie di Post sul declino dell’Impero Mazziniano e la figura che abbiamo proposto era quella del cavallo di Messina impacchettato per il prossimo avvio  dei lavori di restauro abbiamo colto nel segno e non ci resta che ribadire punto a punto quanto abbiamo scritto.

La Rai declina per la capitolazione alla politica e al Governo. Tutto è bloccato e paralizzato non solo e non tanto per la mancata nomina del/la presidente che pure è tanto. Ma è bloccata perché nessuno, dentro e fuori la Rai, ha la più pallida idea di come e quando uscire dalla crisi profonda di missione, di identità, di ruolo di Servizio Pubblico prossimo venturo che la attanaglia. Nessuno apre bocca sulla riforma improbabile che pure ci dovrebbe essere e si dovrebbe varare entro luglio di quest’anno, salvo incorrere in inadempienze comunitarie. Anche questa storia della riforma è ostaggio della politica: se non votate la Agnes non vi diamo una proposta di riforma e se non ve la diamo noi, voi non andate da nessuna parte dicono in zona maggioranza. È vero, drammaticamente vero: uno straccio di riforma, per essere tale, deve necessariamente avere in Parlamento un accordo trasversale e non potrà mai essere una riforma di una parte sola.

La Rai declina negli ascolti. Ormai siamo al lumicino e un giorno nel day time e l’altro nel prime time, un giorno nello Standard e l’altro nella Total Audience, un giorno nel Tg1 e l’altro in una rete a caso, il fenomeno ormai è una costante. E, come noto, le abitudini dei telespettatori sono dure a cambiare come pure la loro condizione anagrafica: la Rai ha consolidato un pubblico “adulto” che sarà sempre più tale e non c’è verso di modificare la sua struttura.

La Rai declina nell’impossibilità di avere certezze economiche. Il canone è divenuto una variabile impazzita: a seconda delle necessità del Governo si riduce o torna alla normalità per come risulta comodo a Palazzo Chigi. La raccolta pubblicitaria 2025 è ad alto rischio: senza grandi eventi sportivi non ci sarà la stesa “gioia” dello scorso anno. Lo stesso Sanremo, piccola cassaforte di famiglia, è ad alto rischio per il suo immediato futuro.

La Rai declina perché non ha un progetto industriale. Il recente Piano non ha gambe sulle quali camminare: la vendita di Rai Way, dalla quale si prevedeva di incassare 190 mln poi ridotti a 120 dopo il decreto Giorgetti, annaspa posto sempre che possa avere un senso "industriale". Ci ha scritto un attentissimo e qualificato lettore: “La Rai ha abdicato ad una sua posizione industriale e tecnologica. È pressoché assente o ha poco da dire sui “tavoli” tecnici che contano, quelli dove si decidono le grandi scelte del mondo audiovisivo: satelliti, data center, AI etc". Ha poco da dire perché ha poco da dare. Ha poco da dire perché tutta la sua “cultura” tecnologica è ormai abbandonata, da tempo e nessuno da Viale Mazzini esce allo scoperto con qualche straccio di idea, di proposta  o di riflessione”.

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martedì 14 gennaio 2025

FLASH: RAI ... tutti, tanti, a casa

by Bloggorai ©

Non l’hanno visto arrivare eppure tutti sapevano che l’amianto c’è e c’è sempre stato a Viale Mazzini. Ora non possono fare a meno di prenderne atto: dopo quanto successo alla vigilia di Natale quando si è rotto una parte dell’impianto di riscaldamento e il successivo sopraluogo della ASL ora è deciso: tutti a casa in smart working. 

La sede di Viale Mazzini, in via precauzionale, deve essere bonificata!

Questo si legge nel comunicato appena diffuso ai dipendenti e pubblicato dal consigliere Davide Di Pietro (a quanto sembra solo lui è a conoscenza del problema):

“Si fa seguito alle precedenti comunicazioni per fornire un aggiornamento sulla  tematica in oggetto.

Come già comunicato, a seguito del guasto dell’impianto di condizionamento del 17 dicembre  u.s., l’Azienda – con l’avallo della ASL Roma 1 – ha adottato una serie di interventi, tra cui l’evacuazione e messa in sicurezza delle aree interessate dalla perdita di acqua e la disattivazione dell’impianto di condizionamento e ventilazione.

L’intero corridoio lato Pasubio del primo piano e l’area di ingresso/foyer del piano terra sono stati isolati e interdetti.

Le rilevazioni effettuate il giorno seguente il guasto (circa 60 campionamenti tra piano terra e primo piano) hanno evidenziato un superamento del livello di fibre normativamente previsto in alcuni ambienti del primo piano vicini alla perdita.

Seguendo le indicazioni della ASL, è stato allestito il cantiere sia per la riparazione del guasto sia per il ripristino delle condizioni a norma.

La ASL ha condotto successivamente ulteriori rilevazioni con metodologie particolarmente “aggressive” sempre nelle aree interdette e, in data 10 gennaio  u.s., ha comunicato il superamento del livello di fibre in alcuni ambienti interdetti del piano terra.

Il 12 gennaio u.s. – a fronte delle preoccupazioni dei lavoratori sulle condizioni di sicurezza in particolare del piano terra e del primo piano – l’Azienda, pur in assenza di formali indicazioni della ASL in tal senso, ha stabilito di autorizzare, in via transitoria e fino a nuove comunicazioni, lo smart working anche oltre il limite attualmente previsto per tutti i dipendenti del piano terra e del primo piano.

Inoltre, in via precauzionale, ha deciso di anticipare le rilevazioni di fibre di amianto già previste nell’ambito dei controlli abituali effettuati dall’Azienda anche nelle altre aree del palazzo.

Ieri la ASL ha fatto pervenire a Rai una comunicazione in cui evidenzia la “…situazione di rischio derivante dalle scarse condizioni di manutenzione degli impianti idrici che, per la loro vetustà, potrebbero subire rotture e perdite con possibile trascinamento di fibre di amianto dalle zone confinate ai locali frequentati dai lavoratori”.

Pertanto, la ASL ha rappresentato l’urgenza dello spostamento da Viale Mazzini 14, con richiesta di inizio e conclusione dello spostamento nei tempi più brevi tecnicamente possibili, pur garantendo la continuità delle attività aziendali e di un cronoprogramma vincolante, oltre ad una relazione mensile di avanzamento.

Il cronoprogramma dovrà essere inviato alla ASL entro il 27 gennaio p.v.

In ogni caso, anche a fronte del suggerimento della ASL di limitare allo stretto necessario la presenza dei lavoratori presso la sede di Mazzini, l’Azienda – a titolo precauzionale – anticiperà ulteriormente la liberazione della sede di Mazzini attraverso la previsione di un regime di smart working continuativo per tutti i dipendenti: coloro che possono svolgere da remoto le proprie attività lavorative ne usufruiranno da subito. Parallelamente si procederà alla ricognizione degli spazi disponibili presso gli altri insediamenti aziendali al fine di allestire, in tempi rapidi, il trasferimento presso gli stessi delle risorse dedicate ad attività essenziali che, per loro natura e per precisa indicazione dei Direttori responsabili, non possono essere svolte in regime di smart working.

Ovviamente anche la misura precauzionale dello smart working continuativo avrà carattere transitorio, finché non sarà possibile, eventualmente anche in via progressiva, riallocare i lavoratori presso diversi insediamenti aziendali”.

Arrivederci, forse al 2029, esattamente tra 1.282 giorni come previsto dal capitolato d’asta. Lo abbiamo appreso da MF lo scorso 2 gennaio e siamo stati i soli a notarlo.

Un segno tangibile del Declino dell’Impero Mazziniano.

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RAI: riapparse stelline luminose

 

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 “E quindi uscimmo a riveder le stelle” …

Dopo tanti giorni di apparente silenzio, oggi si parla in lungo e largo di Rai e le stelle che si intravvedono non sembrano proprio tanto luminose e speranzose.

Anzitutto le polemiche successive alla messa in onda di Report di domenica sera. Marina Berlusconi ha rilasciato dichiarazioni furenti per quanto la trasmissione ha riportato sulla storia di suo padre e del suo sodale Dell’Utri. Bloggorai non fa il difensore d’ufficio di Report perché si difende benissimo da solo, consapevole che quanto messo in onda avrà certamente subito il vaglio dettagliato e puntuale della verifica dei fatti riportati. Si potrà essere d’accordo o meno con le tesi e le ipotesi sostenute da Ranucci e Mondani ma non gli si può certo ritenere che si possano esporre a rischi di querele seppure intemerate senza avere le adeguate certezze sula documentazione proposta. In soldoni: quello che è andato in onda sembra un servizio giornalistico solido e accuratamente documentato. Punto. Ora, per quanto si legge, a Viale Mazzini sono “infastiditi” perché “L'imbarazzo anzi è enorme” (Corriere). Fatto sta che oggi la gran parte dei titoli sui giornali  è più rivolto e riprendere le dichiarazioni della Berlusconi che non gli argomenti sollevati da Report. Bizzarrie.

Per la cronaca: gli ascolti hanno confermato la soglia media di Report del 7,3% di share e oltre 1,3 mln di telespettatori a fronte di circa 2,7% e circa 500 mila telespettatori per Goldrake.  

Un argomento che invece oggi è pressoché ignorato dalla stampa  è l’apertura del XVII congresso dell’Usigrai dove ieri il segretario uscente Macheda ha presentato la sua relazione. L’abbiamo ascoltata attentamente e, per essere certi che non ci fosse sfuggito nulla, abbiamo chiesto il testo che ancora però non ci è pervenuto e allora ci dobbiamo accontentare del comunicato stampa pubblicato sul sito del sindacato. A nostro avviso si parte subito con il piede sbagliato e si legge ““La Rai ha bisogno di una politica capace di lasciare che sia realmente autonoma, indipendente, pluralista, come chiede l’Europa, e non al servizio dei governi di turno che la spremono per i propri interessi e la lasciano asfittica”. Già, allora con l’occasione, avrebbe potuto dire una parola su come e perché è avvenuto lo strappo del 26 settembre quando la “politica”, una certa politica “vicina” e non solo la protervia del Governo ha consentito la nascita di questo Cda in sfregio alle norme e al buonsenso sui criteri di nomina adottati per la scelta dei consiglieri Rai. Da ricordare sempre che c’è stato un ricorso prima al TAR e poi al Consiglio di Stato su questo tema e, se ricordiamo bene, l’Usigrai forse lo ha “dimenticato” (vedi manifestazione sotto il cavallo dello scorso 16 maggio quando il temine "ricorso" non è stato mai pronunciato). Per non dire poi il plauso concesso per la  nomina del consigliere Natale, ex segretario dello stesso sindacato, uscito dal cilindro di accordi sottobanco e nominato senza alcun criterio aperto, chiaro e trasparente come peraltro richiede il MFA che tutti invocano.  A proposito di Natale, oggi si legge di lui Non a caso si dice che sarà proprio Natale, fallita la mediazione di Floridia, a guidare la ripresa di quel dialogo che dovrebbe passare dalla approvazione di una nuova legge sulla Rai, sbloccando Agnes e placando l'ira di FI” (il Corriere). Atroce sospetto!!! Lo chiameranno, forse, semmai dovesse riuscire nell’ardita operazione, il “placatore”. Recentemente, un suo collega che lo conosce bene ci ha detto di lui: "E' un sindacalista ... vuole portare a casa il risultato". la Agens presidente? Vedremo.

Andiamo avanti. Anzitutto non abbiamo colto poi la fondamentale riflessione su cosa è e cosa dovrebbe essere, a parere Usigrai, l’informazione del Servizio Pubblico prossimo venturo, nella contemporaneità dei grandi processi tecnologici in corso e in prossimità delle grandi mutazioni istituzionali  che a breve interverranno a modificare sostanzialmente, forse, la sua natura e la sua missione: il dibattito incorso sulla riforma (della governance o meno), il MFA e il rinnovo della Convenzione. Dobbiamo poi verificare (forse ci è sfuggito) cosa è stato detto sulla fonte di finanziamento della RAI.   

Poi, l’altro grande argomento che ci è sembrato completamente assente dalla sua relazione è stato quello del progetto editoriale complessivo  sull’informazione del Servizio Pubblico. È stato solo fatto un breve cenno “Rilanciamo a questo vertice Rai la richiesta di un confronto con direzioni di genere, di Tg e Gr, comitati di redazione per definire insieme il piano di informazione” senza toccare nemmeno di sfuggita il problema del numero e del coordinamento tra le testate e dei giornalisti addetti. Circa 2000 giornalisti sparsi in 8 testate sono pochi, sono troppi, sono giusti? Per fare cosa e in che modo, con quali strumenti? La famigerata “Digital Media Company” articolata sul terreno dell’informazione su quali gambe potrebbe camminare? Contratto di Servizio, Piano industriale, rinnovo della Convenzione del prossimo 2027 come pure “newsroom” e “rimodulazione delle testate giornalistiche” sembrano fantasmi lontani. Aleggia sempre una domanda misteriosa: chi ha affossato il Piano Verdelli sull’informazione? Aspettiamo di rileggere attentamente la relazione poi ne riparleremo.

Chiudiamo sul tema amianto a Viale Mazzini: ieri una nota della Vigilanza Rai dava notizia della programmazione di una prossima “visita” dei parlamentari nella sede Rai e proprio questa mattina veniamo a sapere che è stato convocato un Cda straordinario per affrontare il problema, giusto proprio prima del sopraluogo.

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lunedì 13 gennaio 2025

RAI: disordine e incertezza sotto il cielo d'inverno

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Grande è la confusione sotto il cielo. (Dunque) La situazione è eccellente.

(la frase è attribuita a Mao Tse Tung ma si ritiene che la origine sia da attribuire a Confucio. Inoltre, il termine “confusione” viene spesso o sostituito o integrato da “disordine”)

Non c’è dubbio alcuno sul fatto che stiamo vivendo un momento di grandissima turbolenza che attraversa diversi piani: da quello internazionale a quello di casa nostra dove, per ultima, la vicenda Sala/Abedini/Trump/Musk qualche “problemino” lo evidenzia. Il Governo sembra stabile ma forse non lo è quanto sembra.

Dunque, la situazione è estremamente disordinata e forse non proprio eccellente.

Giù pe’ li rami, la Rai è nel pieno della “confusione” o del “disordine” che dir si voglia e lo abbiamo riassunto nei giorni scorsi. Nota margine: in questi giorni di pressoché assoluto silenzio sulla stampa, Bloggorai sta registrando un numero di lettori senza precedenti, da record. L’ultima notizia di rilievo è di ieri pomeriggio e si riferisca ad un problema ultradecennale: l’amianto a Viale Mazzini. A seguito di una ispezione della ASL è stata decisa la “chiusura” dei primi due piani del Palazzo (non si sa poi come si potranno raggiungere quelli superiori) in attesa che, forse, ci possa essere un intervento della Magistratura. Ieri, appunto, i sindacati prima e il consigliere Di Pietro hanno chiesto di attivare da subito, da oggi, lo smart working per tutti i lavoratori presenti nel Palazzo. Domandina allegata: ma gli altri consiglieri sono a conoscenza del problema oppure lo sa solo Di Pietro?  

Ieri sera il Servizio Pubblico ha mandato in onda una sfida “epocale”: da un lato su RaiDue il celebre cartone giapponese (“anime” come meglio si definisce) Goldrake e dall’altro una puntata monumentale di Report su Rai Tre dove si ricostruiscono oltre 40 anni di fatti e misfatti di storia italiana tra mafia, politica, apparati dello stato deviati e poteri più o meno occulti. Tanta, tanta roba che avrà fatto venire violenti attacchi di orticaria a tanta gente che ancora si aggira sulla scena istituzionale. E, forse, anche dentro la Rai. Come è andata a finire la sfida, almeno per gli ascolti, lo sapremo tra poche ore quando saranno resi noti i dati Standard Auditel e nel pomeriggio quando sapremo il Total Audience. Ma è del tutto evidente che non si è trattato solo di una sfida sugli ascolti come qualcuno ha voluto far credere e tantomeno siamo propensi a ritenere che ci sia stato un “disegno” al fine di danneggiare Report. Il tema centrale è il ruolo, la capacità della Rai di proporre un servizio giornalistico di approfondimento che possa mettere i telespettatori in grado di sapere e quindi di capire ovvero diradare la “confusione e il disordine”. È infatti utile e necessario sapere se, ad esempio, corrisponde a verità o meno che il senatore Renzi avrebbe data una certa disponibilità a sostenere un candidato Presidente della Repubblica propenso a dare la grazia a Marcello dell’Utri. È infatti utile e necessario sapere se, ad esempio, corrisponde a verità o meno che Pier Ferdinando Casini ha un atteggiamento “solidale” con lo stesso dell’Utri (nota di MD e dichiarazioni di Peter Gomez). Per quanto riguarda infine le curiosità di Bloggorai, è utile e necessario sapere e capire il percorso che ha portato il ritorno di Massimo Giletti da La7 a Rai in seguito a certe sue “attenzioni” su vicende e personaggi  a cavallo tra mafia e politica, appunto. Giletti è tornato a spiegare “Lo stato delle cose” sul Servizio Pubblico (peraltro, con ascolti da prefisso telefonico) ma non è spiegato in alcun modo “lo stato delle cose” intorno al suo ritorno in Rai. Un dettaglio ma, forse, interessante, che cercheremo di sapere.  

Chiudiamo con una nota sugli ascolti tv. Ci siamo presi la briga di confrontare i dati Standard Auditel (quelli del mattino) con quelli Total Audience (escono il pomeriggio) di sabato scorso. Il segno rilevante è che Rai perde su tutti i fronti nel day time e nel prime time, sia sullo Standard che sul TA. La differenza tra i due dati, ovvero quanto incide la TA sugli ascolti standard, è marginale: parliamo di poco scarto sia in termini di numeri assoluti che di percentuale di share. È un “fenomeno” che sta crescendo con il crescere dei numeri disponibili: diciamo che si sta profilando una tendenza e non sembra per nulla favorevole a Rai.

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ps: rimanete sintonizzati, ci potrebbe essere un secondo post in giornata.  

domenica 12 gennaio 2025

le "anime" RAI e il giornalismo d'inchiesta

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Questa notte, intorno alle 4, ci siamo affacciati alla finestra da dove si guarda tutta la Val Tiberina. Svanita la nebbia, la luna piena, accompagnata da Venere scintillante sul filo dell’orizzonte, illuminava il campo e il bosco. Tempo da lupi. Infatti, questa mattina presto, al Circolo Trattoristi della Bassa Val Tiberina alla consueta cerimonia del caffè si discuteva animatamente di due argomenti: i lupi che alcuni avrebbero visto scendere dai Monti Martani e cosa vedere stasera in Tv, “Goldrake U” su RaiDue o Report su RaiTre? Si è trattato di uno scontro tra generazioni: in verità gli affezionati e cultori del primo erano ben pochi, non foss’altro perché la domenica mattina non vengono al Circolo. Comunque, a farla breve, la maggioranza dei trattoristi stasera vedrà Report. Sarà una bella lotta tra le “anime” giapponesi tanto care ad una certa “destra” più o meno giovanile o della Meloni “popolana” (definizione di Papa Francesco) oppure Report, forse l’ultima roccaforte del giornalismo d’inchiesta del Servizio Pubblico.

Anche oggi nulla da dichiarare: non ci sono argomenti interessanti da leggere. Solo il Corriere riporta un titolo che merita un commento: “Programmi day time, Rai 1 e Canale 5 trainano gli ascolti” che non si capisce bene cosa voglia dire considerando che invece gli ascolti dell’access e prime time sono considerati il “bottino” di ascolti più significativo. E proprio in questa fascia si stanno verificando fenomeni di mutamento che già vi abbiamo accennato: il primato storico RAI (con RaiUno e i suoi pacchi) comincia ad essere insidiato, specie ora che gli ascolti vengono rilevati con la Total Audience. Vedi gli ascolti Auditel di venerdì scorso: tra le 20.30 e le 22.59 le reti Rai hanno raccolto 7,5 mln di telespettatori con il 36,2% di share mentre Mediaset ha raccolto 7,9 mln con il 38,4%. Si tratta solo di singole giornate o di un trend che si potrebbe consolidare? Staremo a vedere ma la demografia non gioca a favore di Rai: il suo pubblico prevalentemente stabilizzato “over 65” non lascia presumere che possa incidere per far invertire la rotta.

Mentre, a proposito di quanto ieri vi abbiamo scritto su “la Rai potrebbe non essere più al centro delle nostre attenzioni” merita un cenno quanto pubblicato sempre sul Corriere lo scorso venerdì: “La7, ascolti in forte crescita. Cairo: «Premiata la nostra identità»” e si legge poi “Segno più davanti a tutti i programmi, cresciuti negli ascolti al punto da aver reso la rete la quarta più vista in prime time durante l’anno, con il 5,5% di share e 1.030.000 telespettatori (+13%), davanti a Rai3, Rai2 e Rete4. Numeri importanti, che crescono ulteriormente se si parla del pubblico dei laureati per cui La7, con il 12,6% (+13%), è la seconda rete più vista e diventa la terza, con l’8,5% (+14%), per quello degli alto spendenti”. Non c’è dubbio che La7 ha fatto un grande lavoro nella definizione di un suo profilo, di una sua identità molto forte e riconoscibile, specie sul terreno dell’informazione. Lo stesso terreno che poteva e doveva essere il terreno privilegiato di tutta l’offerta informativa del Servizio Pubblico che invece risulta essere in calo costante e chi ne ha beneficiato è stata esattamente La7.

Nota a margine: del docu- film Magma sul delitto Mattarella e il presunto mancato acquisto da parte di Rai non ci sono più tracce. L’argomento è completamente svanito.

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