mercoledì 24 dicembre 2025

Care lettrici e cari lettori di Bloggorai ...

By Bloggorai ©

Care lettrici, cari lettori, care amiche e cari amici e, visto che in questo periodo sarebbe giusto essere buoni, aggiungiamo pure chi proprio non ci è amico e però comunque ci legge, 

Bloggorai vi augura Buone Feste con grande affetto.

Sono trascorsi ormai sette lunghi anni da quando è iniziato Bloggorai, da quando abbiamo iniziato a raccontare fatti e misfatti della Rai e del Servizio Pubblico. Il Blog è iniziato a giugno 2018 rivolgendosi a poche persone, a quattro gatti, interessati a dibattere e riflettere sul futuro di questi temi. Da allora siamo cresciuti sia per numero di lettori sia per gli argomenti che abbiamo affrontato ininterrottamente ogni giorno. A mettere insieme tutti i post ne verrebbe fuori un volume di oltre 2500 pagine!!!

Ora ci troviamo di fronte ad un punto molto delicato: come vi abbiamo già scritto, la voglia di chiudere bottega è forte. Anche perché è la “bottega” Rai che sta per chiudere, lentamente e inesorabilmente. Le “botteghe” politiche intorno alla Rai o sono proprio chiuse o temporaneamente “fuori servizio”. La chiusura della Rassegna stampa è stato il colpo di grazia che hanno ricevuto anzitutto i dipendenti e poi tutti coloro che partecipavano alla diffusione e alla circolarità delle notizie.

Dunque, che fare? Resistere, resistere come ci chiedono in molti oppure accettare serenamente il nuovo tempo che si sta svolgendo ed occuparci di altro? Negli ultimi giorni ci abbiamo provato a smettere epperò quando poi vediamo con Google Analytics che tante, tante persone comunque cercano Bloggorai siamo indotti a riprendere. Segno evidente che copriamo uno spazio di dibattito e riflessione che non è occupato dalla carta stampata, da Dagospia o da qualche chat più o meno attenta ai temi Rai e Servizio Pubblico. Anzi, proprio in almeno due grandi chat, dove partecipano centinaia di autorevoli aderenti, questi stessi temi sono spesso sottaciuti o accantonati.

Proviamo a resistere, proviamo …  e intanto cerchiamo di passare Buone Feste.

bloggorai@gmail.com

martedì 23 dicembre 2025

Piccolo FLASH ... non solo RAI

By Bloggorai ©

Merita un filo di attenzione l’intervista di Pier Silvio Berlusconi che stasera andrà in onda su Canale5. Merita un filo di attenzione un passaggio interessante: “… per il terzo anno nella storia della televisione italiana gli ascolti di Mediaset sono in assoluto più alti di quelli del competitor che fa servizio pubblico”. Vedi https://www.panorama.it/tempo-libero/televisione/pier-silvio-berlusconi-il-2025-e-stato-un-anno-straordinario-per-mediaset

Da tempo avevamo una netta “sensazione” osservando i dati Auditel sia per l’intera giornata sia per specifici programmi: la Rai è costantemente sotto Mediaset. 

Per avere conferma e certezza, abbiamo consultato i numeri elaborati dallo Studio Frasi su dati Auditel e questa la situazione per i primi 98 giorni della stagione ufficiale rilevata (Total Audience al 20/12/2025):

total tv                               8.608.347

Mediaset                            3.334.874

Rai                                     3.090.844

Per quanto riguarda invece i Tg questa situazione per lo stesso periodo e sempre confrontato con lo stesso dell’anno precedente si evidenzia che i tre Tg Rai e la TGR (insieme a La 7) perdono circa mezzo milione di telespettatori mentre i tre tg Mediaset crescono di circa 100 mila telespettatori.

Per la valutazione e un commento su di questi numeri faremo un bilancio di fine anno nei prossimi giorni. Rimanete sintonizzati

bloggorai@gmail.com 
 

lunedì 22 dicembre 2025

RAI: la scuola del crimine in TV

By Bloggorai ©

Riassunto delle puntate precedenti. Il “caso” di Garlasco è divenuto un fenomeno mediatico senza precedenti: secondo una recente indagine, le ore di trasmissione in Tv da quando è avvenuto il delitto di Chiara Poggi nel 2007 sono oltre 9.000, pari a oltre un anno di immagini ininterrotte,  ponendo questo delitto tra i più “raccontati” in televisione suscitando grande dibattito e ponendo riflessioni importanti. Vedi le recenti dichiarazioni di Barbara Floridia, presidente della Vigilanza Tv “TeleMeloni diventa TeleGarlasco”.

Questa vicenda riassume un tema antico: il racconto e la rappresentazione del male, del crimine, del dolore e del dolore, risale nella nostra storia, ha radici profonde, è “il frutto malato di un albero avvelenato”. Nella cosiddetta “narrazione” di questo genere, la Rai, il Servizio Pubblico radiotelevisivo ha avuto da sempre un ruolo fondamentale nel sostenere, diffondere, alimentare e radicare l’orientamento e l’appagamento del pubblico in questo ambito. Non ci sbagliamo di molto se proviamo ad ipotizzare che è avvenuta una sorta di “mala educazione” televisiva.

Infine, il “racconto” del male, del crimine più o meno violento o organizzato, è uno “strumento” politico in grado di riscuotere un vasto consenso elettorale. Abbiamo ricordato il Rapporto Censis del 2008 con “La fabbrica della paura” e il tema della “sicurezza” come argomento di grande sensibilità sociale e quindi politica: la paura della guerra, dei migranti, dei diversi. Nasce il “paurismo” come dimensione e paradigma di racconto sociale, politico e culturale e la cronaca nera è il grimaldello televisivo con il quale si sostiene.

Bene, ci siamo occupati sommariamente dei “teleromanzi” poi diventati “fiction” e ora ci rivolgiamo al genere “infotainment” ovvero quando la cronaca nera diventa “giornalismo d’inchiesta” e assume la forma di spettacolo da prima serata.

La data di inizio ufficiale della Tv del dolore e dell'orrore sugli schermi Rai l'abbiamo ricordata: 10 giugno 1981 con Alfredino Rampi a Vermicino e oltre 15 milioni di telespettatori ad assistere al dramma in diretta. 

Poco tempo dopo, metabolizzato il fatto, il "genere cronaca" più o meno nera ha avuto inizio nel 1985 con quella che, tutt’oggi, è tra le trasmissioni più longeve della storia Rai: “Un giorno in Pretura” condotto da Roberta Petrelluzzi. Il programma, a sua volta, era ispirato ad uno precedente “In Pretura” e si occupava di “cronaca minore” ovvero piccoli reati, liti, maltrattamenti familiari. Poi, visto il crescente successo, venne allargato il perimetro di attenzione verso i “grandi crimini” come ad esempio il delitto del Circeo o i grandi processi di mafia e di Tangentopoli.

Successivamente, era il 29 settembre 1987, andava in onda “Telefono Giallo” condotto da Corrado Augias che, poco tempo dopo, dichiarò: “Rappresentò l'ingresso ufficiale della cronaca nera nella televisione italiana era la prima volta che un programma settimanale rifletteva sulla cronaca nera aprendo un capitolo che poi si sarebbe dimostrato fecondissimo”. Una visione profetica: la trasmissione si è occupata non solo di grandi fatti cronaca nera, omicidi irrisolti (Orlandi, Via Poma etc) ma anche le stragi di mafia e Ustica.

Mentre Telefono Giallo si appresta a declinare, inizia nel 1989 “Chi l’ha visto” condotto da Donatella Raffai e Paolo Guzzanti. La trasmissione trova spunto da una felice rubrica di Portobello condotto da Enzo Tortora e si occupa inizialmente di persone scomparse per poi indagare su grandi casi di cronaca nera, come in questa stagione Federica Sciareli con Garlasco.

In quegli anni il “genere” crime si era affermato e nel 1994 inizia la fortunata stagione di “Storie maledette” condotto da Franca Leosini. La trasmissione, attraverso una sorta di interrogatorio (condotto in carcere) con il/la protagonista della storia, indagava sul versante intimo e profondo della mente criminale (grande successo l’incontro con Pino Pelosi e Gigliola Guerinoni). La trasmissione è andata in onda per 17 edizioni (fino al 2020) e 6 edizioni speciali oltre a numerose repliche. In epoca recente, un approccio simile è stato ripreso da “Nella mente di Narciso” condotto dalla nota criminologa Roberta Bruzzone.

Nel 2010 inizia la serie di “Blu notte” condotta da Carlo Lucarelli che si occupa di “casi irrisolti” non solo di cronaca nera: dalla P2 alla banda della Magliana, dalle vicende di Cosa nostra ai fatti di Genova al G8.

Arriviamo al palinsesto Rai contemporaneo dove la cronaca nera e il racconto del crimine trova grande spazio: si spazia da “Linea di confine” condotto da Antonino Monteleone al “Belve crime” condotto da Francesca Fagiani; da “Cronache criminali”, condotta da Giancarlo De Cataldo a “Ore 14 -Sera” condotto da Milo Infante e “Storie Italiane” condotta da Eleonora Daniele per finire con “Far West” condotto da Salvo Sottile e “lo stato delle cose” condotto da Massimo Giletti.

Il “tema” è presidiato in tutte le fasce orarie: dalle prime ore del mattino fino a tarda sera e si estende oltre il broadcast su Rai Play con una sezione “crime” appositamente dedicata. È difficile tirare una somma complessiva delle ore di trasmissione di fiction, di informazione dei Tg e di programmi di intrattenimento e approfondimento di questo genere che la Rai manda in onda. Sappiamo però che, secondo quanto riportato da recenti studi dell’Osservatorio di Pavia e dal Rapporto Demos-Unipolis, l’Italia è il Paese europeo con il più elevato numero di ore di trasmissione dedicate alla cronaca nera.   

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ps. Ci sarebbe qualche notazione da fare su vicende Rai, come il taglio di 10 milioni previsto dalla Legge di Bilancio. Ne parleremo … forse. 

venerdì 19 dicembre 2025

La RAI familiare del prossimo anno

By Bloggorai ©

Care compagne, cari compagni … care amiche e cari amici … cari parenti vicini e lontani … state sereni e passate Buone feste. Non vi fate pensiero sulla Rai e sul Servizio Pubblico, rassegnatevi e pensate ad altro. Non c’è fretta, abbiate pazienza, almeno fino a gennaio, forse. Poi, con calma, si vedrà. Ma, mi raccomando, non seguite le “voci”, i “sentito dire” o, peggio ancora, le buone intenzioni di chi vorrebbe, spera, in un gesto “forte” dell’opposizione su questo tema.

Non vi fate pensiero sul canone, sulla riforma, sull’EMFA, sul Presidente pro tempore, su RaiWay, sugli ascolti, sull’offerta editoriale, sul Piano industriale o su qualche altro Piano … non ne vale la pena.

Vi avevamo anticipato che ieri ci sarebbe dovuto essere un incontro tra i capigruppo dei partiti di opposizione in Vigilanza Rai per valutare una iniziativa parlamentare addirittura “clamorosa”. Tranquilli, sereni, sobri e pacati: se tutto va bene, forse, se ne parlerà a gennaio, con calma. E poi Bloggorai se la prende con questo Cda, se la prende con i consiglieri di “opposizione” di Majo e Natale? E cosa gli vuoi dire se poi i loro partiti di riferimento, M5S e AVS, spariscono dai radar? Il PD fa quello che può, quasi nulla e tanto basta.

Ciò detto andiamo avanti, ovvero indietro. Abbiamo letto di tanto clamore per la vicenda che vede coinvolto il presidente pro tempore Marano. Tanto rumore per nulla. La cosiddetta “parentopoli” in Rai ha radici lontane ed illustri, anzi illustrissime: a leggere il lungo elenco si trovano nomi antichi e autorevoli: da Leone a Augias, da Bernabei a Agnes, da Milano a Valmarana, da Angela a … vedi questo vecchio post del 2008 https://camarille.blogspot.com/2016/02/parentopoli-della-rai.html .

Per oggi sulla Rai e dintorni basta e avanza.

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giovedì 18 dicembre 2025

RAI: le piccole storie ignobili (o inattendibili)

By Bloggorai ©

Vale la pena raccontare “piccole storie ignobili”? forse che si ... forse che no. Andiamo avanti con il forse che si: è la somma delle piccole storie con la quale si compongono e leggono le grandi vicende. 

Allora, ieri Repubblica fa uno scoooppino … ino ... ino e pubblica un pezzo, a firma della solita bene informata Giovanna Vitale, con il titolo “Assunto a Rai Pubblicità il “genero” di Marano”. Per chi non lo sapesse, Antonio Marano è l’attuale presidente Rai pro tempore o anziano che dir si voglia, ovvero ricopre quell’incarico perché la Vigilanza non riesce a riunirsi per ratificare la nomina che la maggioranza vorrebbe in capo a Simona Agnes. Tutto molto torbido, ai confini della legittimità: lui, seppure pro tempore, è stato nominato presidente di Confindustria RadioTv e lei, seppure consigliera semplice, è stata nominata nel Board dell’EBU. Tutti hanno taciuto. La vicenda della presidenza va avanti da oltre un anno e il problema non sembra scuotere più di tanto.

Fatto sta che in questo articolo si legge che “ … Quello che però non si sapeva almeno affinché l'indiscrezione non ha cominciato a circolare mandando in fibrillazioni piani alti di Viale Mazzini è che il prode ex direttore di Rai 2 non si è limitato a esaudire le richieste della sua vorace famiglia politica ma ha pensato molto, e anche bene, alla sua famiglia naturale attento in particolare alle sorti del fidanzato della figlia assunto in una delle società controllate dall'emittente di Stato” … “Subito informato l’AD della capogruppo Giampaolo Rossi è andato su tutte le furie per motori per motivi di opportunità innanzitutto Marano e il presidente facente funzione non funzionare qualsiasi”. Se non che, ieri mattina, a margine del Cda, è stata diffusa una nota dove si legge che “quanto riportato dall'articolo in oggetto, è da ritenere non attendibile nella ricostruzione e quantomeno diffamatorio nella titolistica del pezzo giornalistico. Per questo sono a richiedere un audit extra piano volto a verificare e asseverare il rispetto delle procedure aziendali e la correttezza delle relative condotte”. Fenomenale!!! Pagheremmo volentieri il caffè a chi ha scritto questo testo. È stata inventata una categoria di articoli che ci era ignota: l’attendibilità. In genere un articolo o contiene una notizia o non la contiene. Può succedere che la notizia sia falsa oppure inventata di sana pianta ma difficile definirla “non attendibile”. Il diretto interessato invece se ne guarda bene da scrivere chiaro e tondo che la notizia è falsa o inventata e magari minaccia una querela. Salvo poi aggiungere, con un raro avvitamento linguistico, che ci sia un problema di “titolistica” che lo stesso correttore automatico del Pc fatica a riconoscere come termine. La perla di saggezza finale si raggiunge quando Marano invoca un audit, ovvero una indagine interna: guarda caso che la Direzione Internal Audit è affidata proprio alla sua responsabilità cioè come dire che Marano indaga su Marano quando invece il Codice Etico Rai prevede che queste “segnalazioni” siano di competenza del Collegio Sindacale.  Ci possiamo consolare: tra poco di questa storiella nessuno saprà più nulla: “faranno sapere”.

Andiamo avanti e chiudiamo la giornata di ieri del Cda con un gioiello di famiglia ripescato dal vecchio como’: è stato approvato “People 25, un progetto strategico che mette insieme formazione, innovazione e sperimentazione editoriale per valorizzare le risorse interne e a tutela dei format autoprodotti". Accipicchia, che felicità: un clamoroso ritorno al passato di “Serra creativa” dell’ormai lontano 1999 grazie a quel genio paladino del Servizio Pubblico di Celli, il padrino della “esternalizzazioni”. Dopo di che ci sono stati altri esperimenti “creativi” compresa una magnificente apposita “Direzione Nuovi Format” insediata nel 2020. Se qualcuno ha notizie di cosa ha prodotto può scrivere alla nostra mail. Ne terremo conto.

Morale della favola, che gli vuoi dire a questo Cda? Che gli vuoi dire a questi consiglieri?

Forse, forse, qualcosa lo potranno dire i partiti di opposizione che, come vi abbiamo anticipato ieri, oggi si incontreranno per mettere in piedi una “forte” iniziativa parlamentare. Ci riusciranno? Bloggorai è pessimista a priori. Da quello che abbiamo intuito, c’è malumore in giro interno ed esterno. Interno tra i partiti ed esterno verso i consiglieri di Majo e Natale. I fantasmi del passato, a volte, ritornano. “Vedremo… vedremo …” disse il cieco mentre osservava l’orizzonte.

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mercoledì 17 dicembre 2025

FLASH RAI

Domani possibile incontro capigruppo partiti di opposizione in Vigilanza Rai.

L'obiettivo potrebbe essere prendere una iniziativa parlamentare "forte" nei primi giorni del prossimo gennaio.

Tanti i dossier aperti: crisi istituzionale per la mancata nomina del Presidente; incertezza sulle risorse; riforma e EMFA; stato di attuazione dei piani industriale, editoriale e immobiliare: ascolti; informazione con Report, Petrolio e Il fattore Umano.  

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La "Mala Education": lo spettacolo del crimine in Tv (paga e bene)

By Bloggorai ©

L’overdose mediatica di “Garlasco” è solo il frutto avvelenato di un albero malato da molto tempo. Le sue radici, profonde e antiche, sono impregnate di tossine. Lo stupore e il fragore che si avverte appaiono del tutto ingiustificati. Sono decenni che la “narrazione” sociale si alimenta e si sostiene con il racconto del crimine, della paura e del “male” in ogni sua forma e, nella civiltà delle immagini, prende sostanza e forza nella televisione. 

La Rai, come abbiamo accennato, sin dal suo inizio negli anni '50 è stata levatrice ed educatrice di questo genere di racconto infinito. Prima ancora, sono millenni che il “dolore e l’orrore” vengono rappresentati e spettacolarizzati: ci sono solo poche decine di generazioni (circa 80) che ci separano dal Colosseo dove gli abitanti di Roma antica pagavano o venivano pagati per assistere allo spettacolo della morte in diretta. A questo proposito, abbiamo già ricordato il “record” primo e assoluto della diretta tv avvenuto con la tragedia di Vermicino dove sono stati raggiunte punte di telespettatori mai più eguagliati: circa 25 milioni.

11 marzo 1984: va in onda su Rai Uno la prima puntata de “La Piovra”. La trama racconta di omicidi solo apparentemente di mafia mentre sullo sfondo si intravvede il torbido intreccio tra banchieri, logge massoniche e trafficanti di droga.

Negli anni e nelle stagioni successive, fino al 1991 con un enorme successo di pubblico (è tra i prodotti Rai più esportati nel mondo), i racconti televisivi de "La Piovra" saranno sempre concentrati sullo stesso filone “narrativo”: legami profondi e solidamente connessi tra politica, finanza, massoneria, corruzione e criminalità organizzata. Le vicende narrate seppure liberamente ispirate dalla fantasia, prendono spunto da quanto succedeva realmente in quel periodo in Sicilia e non solo. Erano proprio gli anni della P2, erano gli anni dei servizi deviati, erano gli anni delle “coperture” politiche ai grandi affari della criminalità organizzata.  Merita rileggere quanto scritto sul sito di Art. 21 con il titolo “Berlusconi, la Piovra e la P2” (vedi https://archivio.articolo21.org/986/notizia/berlusconi-la-piovra-e-la-p2.html ). Sarà lo stesso Berlusconi a dichiarare prima nel 2009 “Se trovo chi ha fatto le serie de La Piovra e chi scrive libri sulla mafia facendoci fare brutta figura nel mondo, giuro che lo strozzo” per ribadire successivamente il concetto l’anno successivo “La mafia, la camorra e le altre organizzazioni criminali sono una patologia terribile per il nostro Paese. Ne paghiamo l’esistenza anche per l’immagine all’estero dell’Italia. Abbiamo avuto la brutta abitudine di produrre fiction sulla mafia che hanno portato questa negativa immagine dell’Italia in giro per il mondo. Spero che questa moda sia ormai finita”.

Nel decennio successivo alla Piovra si vedono arrivare sullo schermo i grandi classici che segneranno profondamente la storia del “moderno” crimine televisivo. L’inizio di questa nuova stagione è “moderato” con l’approccio familiare e tranquillizzante del “Maresciallo Rocca” in onda dal 1996 al 2005 (a Rai Uno, direzione Delai, venne creato un gruppo di lavoro apposito per definire le caratteristiche “sociali” del personaggio). A Gigi Proietti nei panni del carabiniere detective si sovrappone un’altra serie di grande successo (che proprio recentemente ha avuto un aggiornamento): "Don Matteo", una sorte di remake del noto “Padre Brown” all’italiana. Dal 7 gennaio del 2000 al 24 dicembre 2024 sono andate in onda 14 stagioni con circa 265 episodi. In ogni puntata il tema era un omicidio avvenuto tra le cittadine umbre di Gubbio e Spoleto: un tasso così elevato di crimini efferati in due piccole comunità di provincia non si riscontra nemmeno nei peggiori quartieri delle grandi metropoli più malfamate.

Il racconto del male in chiave “regionale” televisiva rende bene, forse benissimo: nel 1999 inizia la serie de “Il Commissario Montalbano” che pure dopo oltre 15 anni viene ancora riproposto in replica sempre con grande successo di telespettatori (le ultime puntate propri nelle scorse settimane). Vanno in onda 14 stagioni per un totale di 37 episodi: in alcuni i “morti ammazzati” sono più di uno (La Gita a Tindari) e raccontano circa 70 omicidi.

Arriviamo presto alle stagioni del crimine organizzato raccontato in tv. Tutto inizia con la Banda della Magliana e le sue gesta svelate in “Romanzo Criminale”, in onda dal 2008 al 2010. Seguirà “Squadra antimafia” nel 2009 (una specie de La Piovra aggiornato) e poi la tanto discussa serie di “Gomorra” a cui farà seguito il “genere” crime che si afferma definitivamente e sbarca sulle piattaforme: nel 2017 inizia su Netflix la serie “Suburra”. Da non dimenticare che, nel frattempo, vanno in onda sempre con un certo successo televisivo, le serie di “Rocco Schiavone” (dal 2016), “I bastardi di Pizzofalcone” dal 2017 e “Il Commissario Ricciardi” dal 2021.

A proposito di Gomorra, proprio nei giorni scorsi il suo autore Roberto Saviano ha scritto una pagina interessante sul Corriere, riportando il “racconto del male” alla stretta attualità politica con il titolo “La Legge Omertà sulle serie Tv”. Si tratta di una iniziativa politica della deputata Varchi di Fratelli d’Italia che vorrebbe introdurre il reato di “apologia e istigazione” del comportamento mafioso. Si tratta, come scrive Saviano, di una proposta di legge che punta a colpire lo svelamento della macchina criminale in ogni sua forma, compresa ovviamente quella parte di stretta collusione con i vari servizi deviati, logge più o meno occulte e poteri forti di vario genere.

Eccoci tornati al punto di partenza di queste sommarie riflessioni con l’interrogativo che abbiamo già posto: il racconto del male, del crimine in Tv, è un “fatto” ovvero uno “strumento” politico?

Andiamo avanti ed entriamo nell’intrattenimento, nello spettacolo “live” della narrazione criminale in televisione.

bloggorai@gmail.com 


ATTENZIONE: è in arrivo una notizia FLASH