Assemblea di volpi ... strage di galline!
Cominciamo da ieri. Il Sole, a firma Andrea Biondi, ha
pubblicato una lunga e interessante intervista ad Antonio Marano, “presidente” anziano/facente
funzioni Rai e, contemporaneamente, presidente effettivo di Confindustria RadioTV
(CRTV). E già balza subito all’attenzione una leggera (eufemismo) anomalia: l’organizzazione
imprenditoriale associa tutti i broadcasters nazional e quindi anche tutti i
diretti concorrenti della Rai. È ragionevole presumere che gli interessi, le
strategie e gli obiettivi non siano del tutto omogenei tra i diversi soggetti
interessati e che quindi, ad esempio Rai e Mediaset perseguano progetti diversi
e financo contrapposti tra loro (ad esempio la raccolta pubblicitaria). Come si
possano “tutelare” e conciliare tutte le parti in causa a noi pare un mistero. Tant’è
che lo stesso Marano ieri, appunto, mette le mani avanti e dichiara secco “Non
parliamo di Rai” ed aggiunge poi una frasetta sibillina e significativa: “Aspettiamo
che la Commissione di Vigilanza nomini Simona Agnes”.
Già, è meglio così, meglio per lui non parlare di Rai. Ora
però, è noto a tutti che Marano è considerato un “vecchio volpone” e profondo
conoscitore delle faccende Rai e che quindi conosce bene i suoi polli e il suo
pollaio, nonché le altre volpi che gli girano intorno. Sa bene, benissimo, quindi
che la nomina della Agnes non c’è e non ci sarà per molto tempo ancora. Lo
sa, o dovrebbe sapere, talmente bene che, sembra, pare, dicono e così ci riferiscono,
che già da qualche tempo si è lasciato “sfuggire” un suo “personale” convincimento: la nomina (e
vedremo se sarà la Agnes) semmai avvenisse potrà esser solo in autunno e contestuale
alla presentazione di un progetto di riforma della Rai presentata dal Governo (che
ancora in Commissione Senato non esiste). Marano però, forse, è informato
pure del fatto che la “famigerata” riforma Rai è in altissimo mare e che difficilmente
potrà avere una sembianza pure in autunno. Ad essere ottimisti, una volta
calendarizzate le audizioni e, forse, perfezionato un testo da “larghe intese”
(ed è tutto dire) in grado di reggere un vasto consenso parlamentare (altrimenti
che riforma sarebbe?) se tutto va bene, se ne parlerà nel prossimo anno, ovvero
alla vigilia del voto politico e del rinnovo della Concessione RAI del 2027. Blogorai
lo ha scritto per tempo non sospetto. Le proposte attuali, come abbiamo scritto più
volte, oramai sono vecchie e superate dall’EMFA che, non a caso, non viene mai
citato e che pure entrerà pienamente in vigore dal prossimo luglio. Ci sembra assai
complicato che, semmai fosse verosimile, la “visione” autunnale di Marano possa
prendere forma. Magari, nel frattempo, si potrebbero affacciare altre ipotesi (guarda un pò!) come quella anticipata dal leghista Candiani nei giorni scorsi “Tajani, basta
con Agnes. Il presidente Rai è Antonio Marano”. Forza Italia ha fatto sapere
che non è d’accordo e che la Agnes rimane candidata. Però, chi vuole capire
capisce e questa sera si capirà di più: è stata anticipata la Vigilanza per l’ennesimo
tentativo di votazione sulla presidenza. Vedremo.
Veniamo ad oggi. La Rai non è una televisione per giovani
e questo ormai lo sappiamo da tempo. Per certi aspetti, qualcuno nell’ex
Viale Mazzini (in attesa di poter dire Viale C. Colombo) è un progettista
editoriale avveduto ed informato: è verosimile supporre che legge ogni anno il
Report ISTAT sulla situazione demografica del Paese e adegua e conforma ad esso
l’offerta di Servizio Pubblico radiotelevisivo. Gli ultimi dati, pubblicati nei
giorni scorsi, ci dicono in poche parole che gli italiani sono sempre di meno e
sono sempre più “adulti”. Aumentano i giovani italiani, qualificati e laureati,
che fuggono all’estero e più o meno dello stesso numero aumentano le persone di
altre nazionalità residenti nel nostro Paese. Aumentano il numero delle
famiglie che però, al 36%, sono costituite da una sola persona e, in parallelo,
diminuiscono i matrimoni e il tasso di fecondità. C’è tanto da riflettere in
questi brevissimi tratti ma sufficienti per porli in relazione a quello che
passa il “convento” Rai.
Il complesso dell’offerta editoriale Rai è rivolta sostanzialmente
ad un pubblico “maturo”: alla fine dello scorso anno circa l’85% del suo
pubblico è composto da over 45 di cui ben il 55% over 65 (dati Auditel dicembre
2024). Si capisce bene allora la scelta di programmare fiction su Peppino di Capri
e intrattenimento del calibro di “The Voice Senior” oppure “Ne vedremo delle
belle”. Si capisce ben poi perché la Stampa ha titolato nei giorni scorsi “Il
Primato di Rai Uno” dove si legge che è tale perché la rete regge da sola il 63%
il primato del primetime dove, per inciso, la trasmissione di punta è il gioco
dei pacchi. Tradotto in soldoni: quella che vorrebbero che fosse le Digital Media
Company del prossimo futuro si regge grazie a questa offerta editoriale, a
questo pubblico, concentrato prevalentemente su una sola rete. Non parliamo delle
altre reti, di RaiDue in particolare, dove per sbaglio abbiamo visto l’altra
sera la trasmissione della Marcuzzi: una tragedia pagata cara con un ascolto di
poco superiore al 3%.
P.s. Avvertite la Sciarelli: chi ha
visto i consiglieri Rai di “opposizione”???