domenica 26 ottobre 2025

RAI: in attesa di "pagine nere" ... attendere prego

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Anche oggi siamo in "lavorazione".
Vi segnaliamo però che questa sera andrà in onda la prima puntata della nuova stagione di Report (inattesa che il Cda Rai ripristini le quattro puntate che gli sono state tolte.
ATTENZIONE. Purtroppo su La7 va in onda il docu-film Magma - Il  Delitto perfetto sull'omicidio di Piersanti Mattarella, proprio in questi gioni riaperto clamorosamente e del quale vi abbiamo parlato spesso. Era stato già "attenzionato" dalla Rai che poi invece ha deciso di non trasmetterlo ed è stato poi acquistato da La7 e da Netflix. Ne riparleremo appunto, nelle "pagine nere".

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sabato 25 ottobre 2025

RAI. attendere prego !!!

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Il Post di oggi potrebbe essere pubblicato in giornata ...
rimanete sintonizzati:  ci occuperemo di "pagine nere". 

 

venerdì 24 ottobre 2025

RAI: Cassa Integrazione e Consiglieri di amministrazione, un futuro probabile

 

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C’è da essere seriamente preoccupati per il futuro della Rai e di molti suoi lavoratori. Se un giorno mai dovesse succedere che viene risolto il giallo di Garlasco e allo stesso tempo sono finite le repliche delle repliche di Montalbano, Techedeche non va in onda in inverno e il perfido gioco d’azzardo dei pacchi su Rai continua a precipitare contro il suo antagonista su Canale 5, si può prospettare un rischio di Cassa Integrazione per qualche centinaio di lavoratori del Servizio Pubblico. In particolare Garlasco tiene banco tre o quattro serate su sette e le altre si dividono tra un Montalbano e un Ballando. Correte ai ripari.

Però, a quanto sembra, l’AD &C si affannano a sostenere che “Tout va très bien Madame la Marquise”. Nei giorni scorsi, come vi abbiamo accennato, è stato presentato ai direttori al CdA un documento, riservato, sullo stato di aggiornamento del Piano Industriale. Per ora vi possiamo solo riferire commenti, forse parziali, ma sufficienti a capire l’aria che tira. A fronte di un moderato ottimismo di Rossi &C gli altri ascoltavano silenti. E non aggiungiamo altro di cui ci hanno riferito.

Bene, o meglio, male. Lo abbiamo già fatto una volta e però sembra necessario oggi ripetere un interrogativo fondamentale: cosa hanno fatto, cosa fanno e cosa dovrebbero fare i Consiglieri di Amministrazione. Ovviamente, ci occupiamo solo di quelli dell’opposizione. 

Abbiamo individuato tre aree di riflessione: il dovere “amministrativo” previsto dal Codice civile, quello “politico” previsto dal ruolo che ricoprono come espressione di partiti che li hanno nominati e quello “etico morale” che potrà essere strettamente personale ma anche pubblico per gli interessi collettivi che dovrebbero rappresentare e tutelare.

La prima domanda trova facile risposta, almeno sul piano dell’informazione disponibile: per lo più abbiamo ritrovato qualche comunicato stampa del Consigliere Natale e qualche intervento in occasioni pubbliche. Quali risultati ne sono scaturiti dalle tante domande rivolte all’AD non è dato sapere. Dell’altro consigliere di Majo si sono perse le tracce da tempo, ci dicono di averlo intravisto a Sanremo e a Venezia ma non ne siamo sicuri che fosse proprio lui o uno che gli somiglia e si spacciava per consigliere Rai.

Gli altri interrogativi trovano facili risposte anzitutto nel Codice Civile (es. art. 2381 che prevede l’agire in modo informato e, a questo proposito, abbiamo chiesto a suo tempo se erano stati informati dell’affare Maggioni e, ovviamente, non abbiamo avuto risposta) che sostanzialmente, in sintesi, definisce il loro compito in termini di vigilanza, controllo, partecipazione alla definizione e tutela degli interessi pubblici che dovrebbero rappresentare. Se provate a porre questo interrogativo all’IA troverete ampia e sodisfacente risposta.

La seconda riflessione, quella relativa al “dovere politico” è molto semplice. Di Majo e Natale sono stati nominati a seguito di un patto scellerato. I due partiti che li hanno espressi fino a pochi giorni prima del 26 settembre erano unisoni nel sostenere “prima la riforma Rai e poi le nomine” e dopo quel pomeriggio hanno invertito la posizione e intanto si sono presi le nomine. Se non che, avrebbe dovuto seguire la riforma Rai e vi abbiamo documentato passo passo, giorno per giorno che fine ha fatto: se tutto va bene sarà una riforma targata Governo Meloni. Qualcuno ha qualche dubbio? Vogliamo parlare delle proposte di riforma dell’opposizione? I consiglieri si sono posti il problema della possibile legittimità del loro operato in presenza di una vistosa anomalia istituzionale che vede la presenza di due presidenti, uno designato ma non ratificato (la Agnes) e uno facente funzioni (Marano)? Si accontentano di quanto è stato riferito dall’AD o hanno richiesto un parere pro veritate esterno all’Azienda?    

Veniamo alla terza area, quella etica/morale. Premesso che ognuno può avere la sua, strettamente personale e insindacabile, in questo caso trattandosi di un ruolo pubblico, la questione è più complessa. Ad esempio, visto che ce ne siamo occupati spesso: il gioco d’azzardo e la ludopatia sostenuto ogni sera e mandato in onda da RaiUno. È etico/morale che un’Azienda di Servizio Pubblico si faccia sostenitrice di una delle piaghe sociali più devastanti presenti nel Paese? Altro esempio: è etico/morale che il prodotto editoriale televisivo che va tanto per la maggiore sugli schermi Rai è il genere “crime”? Nei giorni scorsi è esplosa la bomba di fronte alla casa di Ranucci e non solo Bloggorai si è posto una domanda: ma quando la Rai ha deciso di tagliare 4 puntate e spostare la collocazione di palinsesto di Report quale è stata a suo tempo la risposta etico/morale dei consiglieri?

Ognuno si ponga le proprie domande e ne tragga le debite conseguenze. 

A marso scorso l’Usigrai, che Natale conosce bene, ha scritto chiaro e tondo “L’unica strada per uscire dal pantano sono le dimissioni di questo vertice…” e lo stesso concetto è stato ribadito nei giorni scorsi dal M5S con “ … e' necessario che tutelino i principali programmi di giornalismo d'inchiesta, confermandoli e valorizzandoli nel prossimo palinsesto primaverile, da Presa Diretta a Petrolio fino a Il Fattore Umano. Sarà importante vedere che l'impegno dimostrato oggi si traduca in scelte concrete a tutela dei programmi e dei giornalisti che li realizzano. Se questo non avverrà per quanto ci riguarda sarebbe opportuno che i consiglieri facessero un passo indietro". Quanto tempo sarà necessario per sapere una risposta? Ripetiamo: basta una telefonata e il gioco è fatto. 

Cari Consiglieri di Majo e Natale, dimettetevi e fatelo subito, ogni giorno che passa, bene che vada, vi rende partecipi di quanto avviene se non oltre. Se non siete in grado di fare di meglio e di più, lasciate a loro, a questo Governo, la responsabilità del passato, del presente e del futuro Servizio Pubblico.

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ps. Il palazzo che si vede nell’immagine del titolo NON è quello della nuova sede di Via Severo (anche se gli somiglia). Però ci sarà utile ad introdurre l’argomento. È iniziato l’esodo e c’è molto da sapere e da capire. Chissà quanto ne sanno, appunto, i consiglieri di Majo e Natale?

giovedì 23 ottobre 2025

RAI: dacci oggi una sana dose di stanchezza quotidiana

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Stanchezza patologica. Abbiamo scoperto l'esistenza di questo fenomeno proprio stamattina all’alba, ascoltando la radio (che non è Radio Rai). Abbiamo scoperto che si tratta di un ramo importante di studio delle neuroscienze. Improvvisamente ci si è illuminata la scena. Abbiamo scoperto la causa che spesso impedisce di andare avanti con lucidità ed entusiasmo. Tutto appare faticoso, anche i semplici gesti mentali ci preoccupano per l’impegno che richiedono. E, purtroppo, sembra, che non ci sono terapie in grado di funzionare. Fintanto che si tratta di fatica muscolare, magari è sufficiente un buon riposo o una pasticcona di reintegratori vitaminici e ti rimetti in sesto. Ma per la stanchezza mentale è altro problema e non è determinata solo dall’età che avanza implacabile.

Seguire costantemente i “fenomeni” e le vicende Rai e del Servizio Pubblico è stancante, faticoso e poco divertente. Non parliamo poi delle persone, di coloro che “fanno” o dicono le cose. Fanno passare ogni briciolo di buona volontà: come puoi commentare le frasi di “Cora” sui palestinesi che si mitragliano da soli, cosa vuoi dire delle battutine di De Martino, come vuoi valutare chi ha deciso l’ulteriore rinvio della messa in onda di No Man’s Land? Cosa vuoi dire di più sulla riforma Rai che potrebbe rappresentare la Caporetto del Servizio Pubblico e non per sola colpa della destra di Governo? Cosa vuoi pensare quando vedi che alla manifestazione sulla libertà di stampa c'erano otto gatti e pure "diversamente giovani"?

Tanto per capirci, ieri sera, per l’ennesima volta, su Rai Uno è andata in onda la replica della replica di Montalbano. Siamo rimasti paralizzati con il telecomando in mano: ci è preso un attacco violento di stanchezza patologica a tal punto che facevamo fatica a cambiare canale. Come al solito, ci siamo chiesti perché tutto il mondo audiovisivo, tutta la televisione, tutto il panorama delle mille offerte editoriali disponibili in mille device va avanti in tutte le direzioni, solo la Rai e segnatamente Rai Uno va indietro e non riesce ad andare oltre la nostalgia di un recente o lontano passato. Da Techedeche al prossimo Sandokan, da Benigni a Celentano, lo sguardo è sempre rivolto al bel tempo che fu. Il presente di RaiUno è una chimera e il futuro è solo una astratta declinazione verbale. Ed ecco che arriva la stanchezza patologica che non è più solo un fenomeno individuale ma interessa milioni di persone. Un fenomeno che facilmente e fatalmente si estende dai consumi televisivi ai comportamenti elettorali o viceversa. Rai Uno, la rete ammiraglia del Servizio Pubblico, non ha un programma di approfondimento/dibattito/confronto giornalistico sui grandi temi di attualità e quello che ha lo ha consegnato “in appalto esterno” a Bruno Vespa. Amen.

Tanto per capirci ancora. Bloggorai appartiene a quella categoria umana in via di estinzione che ancora preferisce leggere la carta piuttosto che lo schermo. A Bloggorai piace andare all’edicola e salutare Maurizio dove incontro qualche amico di quartiere con il quale subito dopo prendere il caffè in piazza. A Bloggorai piace il rumore dei fogli che girano tra le mani, avvertire il “profumo” dell’inchiostro. A Bloggorai piace segnare le frasi o i titoli più interessanti con una vecchia matitona a mina bicolore rossa e blu (ministeriale) e magari poi ritagliare gli articoli. Certo, poi usiamo il tablet, il PC e lo smart phone. Ma i due mondi, per nostra intima fortuna, sono ancora ben distinti. È successo allora che ieri mattina quando abbiamo aperto il Corriere abbiamo avuto una sorpresa: abbiamo trovato due prime pagine perfettamente uguali. Abbiamo subito scoperto il trucco: era una invenzione pubblicitaria di Netflix che ha comprato ben quattro pagine intere per promuovere il suo prossimo prodotto. Geniale! Non sappiamo quanto efficace ma certamente geniale. Ed è in questi momenti che cerchiamo in quale recondito anfratto si cela la “genialità” del Servizio Pubblico.

Per oggi ci siamo stancati. Per fortuna non ci sono altri stimoli interessanti di cui occuparci. I medici e i filosofi (Schopenhauer e Kant) raccomandano di passeggiare. Già, una buona passeggiata anche se il tempo non è proprio dei migliori, forse, ci restituisce un filo di energia.

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mercoledì 22 ottobre 2025

Bombe RAI 5: la Terra di Mezzo tra confusione e incertezza

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Se i concetti non sono giusti le opere non si compiono. Se le opere non si compiono arte e morale non prosperano e se questo avviene la giustizia non e' precisa e se la giustizia e' precisa il paese non sa dove poggiare.

Percio' non si deve tollerare che le parole non siano in ordine.

Oggi sembra una giornata di mezzo. Nel mezzo della stagione che cambia. Nel mezzo di un momento politico che non prende forma tra una destra in apparente solida maggioranza e una sinistra che non cresce. Nel mezzo di un Paese sempre più povero, con oltre 5 milioni di indigenti. Nel mezzo di un paese sempre più anziano dove si nasce sempre meno. Nel mezzo di un Paese dove va a votare solo una minoranza, vicino alla soglia critica del 50% di astensione.

In questa giornata di mezzo abbiamo visto la “mezza” manifestazione di ieri sera in solidarietà a Ranucci e Report: Piazza Santi Apostoli era mezza piena (o mezza vuota) e le persone che hanno aderito erano ben oltre la mezza età. Erano completamente assenti i “giovani” che invece abbiamo visto numerosi in tutte le recenti manifestazioni di solidarietà con il Popolo Palestinese. Perché poche persone e perché pochi o nulli i giovani? Eppure il tema, la libertà di stampa, è universale e fondamentale (tant’è che ieri sera sono apparsi pure esponenti di governo). Eppure la manifestazione è stata si promossa dal M5S ma vi hanno aderito conviti anche il PD e AVS e ciononostante i pochi che vi hanno partecipato non “sembravano” rispecchiare tutte le anime politiche dell’opposizione. Eppure, i “giovani” non dovrebbero essere insensibili al tema. Insomma, qualcosa non torna, come abbiamo scritto ieri.

Cosa c’è che non torna? Ci possono essere tanti buoni motivi, politici anzitutto proprio come le “piste” più o meno criminali che vengono seguite (come se la criminalità, appunto “organizzata” non fosse contigua a certa politica).  

Proviamo a cercare una possibile risposta nel solo ambito che, forse, conosciamo bene: la Rai. Non torna, ad esempio, la “solidarietà” dei vertici a Ranucci e Report che prima gli tolgono quattro puntate, lo spostano di collocazione (dal lunedì alla domenica), gli impongono intralci burocratici ed editoriali (vedi l’Espresso dello scorso luglio “Ci tengo a informarvi direttamente per evitare fraintendimenti. Dopo circa 10 anni, la Rai ha deciso, per motivi noti, di togliermi la responsabilità della firma per quello che riguarda presenze, contratti, trasferte, acquisti, questioni legali penali civili, rapporti con autority’’ o gli impongono un “supervisore” su servizi (vedi https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/01/26/supervisore-programmi-rai-norma-anti-report-opposizioni-attaccano/7852292/ ). E poi non torna l’immagine del Cda che si fa fotografare in Via Teulada vicino a Ranucci e che invece non si convoca urgentemente in via straordinaria per ripristinare subito le quattro trasmissioni tolte e la ricollocazione al lunedì sera. 

Come abbiamo letto in un comunicato del M5S sul Cda Rai: “…  e' necessario che tutelino i principali programmi di giornalismo d'inchiesta, confermandoli e valorizzandoli nel prossimo palinsesto primaverile, da Presa Diretta a Petrolio fino a Il Fattore Umano. Sarà importante vedere che l'impegno dimostrato oggi si traduca in scelte concrete a tutela dei programmi e dei giornalisti che li realizzano. Se questo non avverrà per quanto ci riguarda sarebbe opportuno che i consiglieri facessero un passo indietro". Se ci possiamo permettere un modesto consiglio: alzate il telefono e chiamate subito il vostro consigliere di Majo, magari poi l’altro consigliere Natale lo viene a sapere si accordano e insieme si dimettono.

In questa terra di mezzo, ovviamente, si colloca anche il tema della riforma Rai. Ieri sera l’abbiamo sentita invocare più volte. È una riforma di mezzo, nel senso che la proposta dell’opposizione è o appare del tutto dimezzata rispetto a quella della maggioranza. Queta mattina sono completi gli emendamenti al testo di riforma dove il solo che spicca di luce propria è quello della Lega sul canone. Ne abbiamo scritto tante volte e non ci ripetiamo più di tanto. In sintesi: gli emendamenti proposti da PD, M5S e AVS sono prevalentemente a dir poco inaccettabili, irrilevanti, irricevibili e ai limiti dell’illegittimità costituzionale. E non ha alcun senso invocare “lo spirito unitario” dell'opposizione  raggiunto dagli Uffici legislativi dei partiti e non dal dibattito pubblico come invece è avvenuto: quale "unità " ci può essere se i contenuti sono inverti e confusi?  Chi, come e perché si “inventa” un Contratto Obiettivi e Mezzi (poi diventato Attività e Risorse) senza capo né coda? Da una parte si scrive che dura 5 anni e in altra 10? Come e perché si inventa un “canone scorrevole anno per anno” da una parte e dall’altra si scrive che il finanziamento Rai avviene con “risorse statali” e, infine, come si deve intendere l’art. 64 della Costituzione laddove dice chiaro e tondo che il Parlamento non prevede votazioni con il criterio dei “due terzi”???

Ci sono volte, ci sono avvenimenti, che si comprendono molto più facilmente di quanto invece non appaiono complessi.

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martedì 21 ottobre 2025

RAI: i "corni non tontano"

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Annegheremo nel porto delle nebbie prima di sapere chi è stato e perché è stata messa una bomba davanti casa di Ranucci. Siamo quasi certi che ogni giorno verrà fuori una nuova pista che necessariamente dovrà essere seguita ... della serie “non escludiamo nulla” e siamo quasi certi che ci porterà lontano, talmente lontano che forse un giorno ci dimenticheremo tutto. Sarà verosimile, giocoforza, che la vicenda si aggiungerà alla lunga lista di misteri italiani che non verranno mai svelati.

Ma, come abbiamo detto ieri, l’attenzione doverosa sulla bomba a Ranucci ci induce a distogliere forzatamente lo sguardo da altri problemi verso i “corni  che non tontano”: non tornano molte cose dentro e fuori la Rai. Non tornano molti conti a partire del primo e proprio oggi, forse, più rilevante.

I “corni non tontano” sul fronte dell’informazione. Ranucci e con lui pochi altri suoi colleghi (Giammaria, Carfagna, Zanchini, Inciocchi,  etc e si aggiunga pure Giorgino che pure è direttore e non potrebbe andare in video) sono gli unici giornalisti interni Rai a condurre una trasmissione di approfondimento/inchiesta/dibattito. Tutto il resto, ed è tanto, è saldamente in mano a giornalisti esterni alla Rai, al Servizio Pubblico: a partire dal monopolio di Vespa su Rai Uno per arrivare alla “neo esterna” Maggioni, passando per i vari Giletti, Iacona, Damilano e per finire al prossimo Sottile tutti insieme ad altri numerosi nomi. Non è un caso poi che proprio agli interni Rai vengono riservati “trattamenti speciali” come la riduzione delle puntate (- 4 a Report) o la chiusura del tutto (Petrolio) e nel mezzo la riduzione di spazio. Nel frattempo, si collezionano “in-successi” clamorosi di giornalisti esterni che dopo qualche puntata vengono chiusi senza che nessuno paga pegno per averli mandati in onda. Ma, come ripetiamo spesso e volentieri, i “corni non tontano” su tutto il perimetro dell’informazione Rai: manca qualsivoglia progetto, o Piano editoriale, uno straccio di strategia o “visione” che dir si voglia. Completamente disattesi o dimenticati i piani industriali e il Contratto di servizio che prevedeva la “rimodulazione delle testate giornalistiche” e non dimentichiamo la famigerata “newsroom” di cui è rimasto solo il nome della trasmissione assegnato per diritto divino alla Maggioni (ora esterna). Superfluo ricordare il caso di Rai News24 e i suoi ascolti da prefisso telefonico pur con oltre 200 giornalisti in redazione. Superfluo ricordare, come abbiamo riportato spesso e volentieri, i dati di ascolti dei Tg Rai che perdono telespettatori come un tubo forato.  

I “corni non tontano” sul fronte, appunto, dei conti economici. Ci avviciniamo velocemente a quando si dovrà definire l’importo del prossimo canone Rai e ancor nessuno, ragionevolmente, è in grado di immaginare quale sarà. Le proposte di riforma Rai in discussione al Senato oscillano tra un “canone scorrevole” proposto dall’opposizione PD, M5S e AVS mescolato ad una “fiscalità generale” rivista e corretta in salsa “stanziamento di risorse statali” proposta sempre dai partiti di opposizione (sic!!!) per arrivare alla proposta di riduzione progressiva già avanzata dalla Lega (senatrice Bizzotto, un suo cavallo di battaglia) e ora riproposta in un apposito emendamento della maggioranza.  Come posso  tornare i conti senza alcuna certezza del loro futuro?

Ma i “corni non tontano” non solo per il futuro ma anche per il presente e per il passato. Ieri il Fatto ha pubblicato un breve articolo che la dice lunga con il titolo “Il Cda Rai dice: siamo in utile senza dare i dati. Tutti i dubbi”. Ha ragione a sollevare un grande dubbio: Rai dice solo “siamo in utile” senza specificare nulla più. L’articolo ricorda che il bilancio 2024 è stato chiuso in perdita di circa 47 mln e non si capisce come sia possibile che nel breve giro di sei mesi possa essere recuperata la differenza (ovvero la tendenza visto anche l’anno precedente). Ma ciò che è più rilevante notare è che non si fa cenno alla ripartizione dei profitti agli azionisti esterni alla capogruppo, segnatamente quelli di Rai Way per circa 16 mln. E, a questo proposito, non si può non ricordare l’ulteriore rinvio di sei mesi del dossier sulla vendita/fusione della quotata Rai da dove sarebbe dovuta arrivare una boccata di ossigeno indispensabile a sostenere il Piano Industriale. È proprio il caso di dire che i “corni non tontano”.

I “corni non tontano” infine sul fronte degli ascolti. Ormai il fenomeno è consolidato, inarrestabile e forse irreversibile e vale un po’ per tutte le emittenti (la platea si riduce) ma è più interessante per il Servizio Pubblico: i telespettatori emigrano dagli schermi della Tv generalista, dai telegiornali, e quelli che rimangono sono sempre più anziani. Si usa dire che “ogni persona che ci lascia era un telespettatore Rai e ogni nuova persona che nasce sarà un telespettatore di un’altra Tv”. Il Servizio Pubblico guarda sempre più al passato più o meno lontano: dalle innumerevoli repliche di Montalbano a Ballando con le stele passando per Techedeche in onda tutta l’estate aspettando Benigni e sperando in Celentano. La "rincorsa" al pubblico giovane è finita prima ancora di iniziare. A Villa Arzilla brindano a prosecco. Necessario ricordare pure il fallimento della “riforma per generi” come pure certificato nel famigerato documento di gennaio scorso sull’offerta editoriale 2025. Segnatamente per Rai, ormai la disfatta nel day time rischia di diventare un dato affermato: “Tv: nel 2024 Mediaset batte Rai per ascolti, Rai prima nel 'prime time” (Sole 24Ore di maggio 2025) mentre nel prime time (peraltro ora sempre più notturno) la situazione inizia a vacillare, per non dire dell’access time dove il nefasto gioco d’azzardo dei pacchi di Rai Uno è stabilmente sotto Canale 5.

Già … molti “corni non tontano” ed è ragionevole dubitare che possano “cornare” fors’anche perché mancano i "contabili”. Non ci sono più i “ragionieri di una volta”.

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domenica 19 ottobre 2025

Bombe RAI 4: parliamo d'altro

 

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Ieri durante la sua partecipazione alla trasmissione Newsroom (sic !!!) Ranucci ha affermato di non credere molto alla pista politica per l’attentato sotto casa sua. Testuale: “Io credo che sia un'opera di qualcuno legato alla criminalità o comunque che si serve della criminalità. Non vedo invece scenari o mandanti politici, come pure è stato ipotizzato, perché la politica ha altri strumenti se vuole... Starei quindi con i piedi a terra. Tuttavia è possibile che qualcuno possa pensare di fare un favore a qualche amico, questo sì...»

Avrà le sue tante, ragionevoli, meditate e buone ragioni per fare queste affermazioni molto di più di quanto non ne possano avere tutti gli investigatori e gli osservatori messi insieme. Quindi le piste prevalenti potranno essere le varie mafie, le lobby interessate a qualche piccolo o grande affare oppure qualche scapestrato cialtrone terrorista camuffato da professionista (o viceversa) che armeggia con la polvere dei fuochi artificiali senza sapere bene perché e per conto di chi. Non ci spiega però quali sono i ragionamenti che lo inducono su questa “pista” che escluderebbe quella politica e poi che significa esattamente “… che si serve del criminalità”. Chi se ne serve? E perché supporre a priori che la “politica ha altri mezzi” che non siano quelli già utilizzati in passato? Infine: chi farebbe quale favore a quale amico?

Prendiamo atto di queste osservazioni di Ranucci però qualcosa non torna. Non tornano anzitutto alcune considerazioni fondamentali: è vero o no che spesso e volentieri la criminalità organizzata è state e forse è ancora in stretta collusione con una certa “politica” che non si fa scrupolo di utilizzarla a suo uso e consumo? È vero o no che nella storia di questo Paese la criminalità organizzata ha agito sotto mentite spoglie e magari pure indisturbata o almeno non “vigilata” quanto invece avrebbe dovuto essere? 

In sintesi: è vero o non è vero che la criminalità organizzata è “politica” e forse lo è allo stato bestiale e primordiale e che senza una adeguata “politica” compiacente, complice e di copertura non potrebbe prosperare e diffondersi?

Ieri abbiamo proposto una “convergenza”, una similitudine di ragionamento con il caso del delitto Mattarella quando ancora si vuole sostenere che si è trattato di una “pista” mafiosa e che la “politica” nera, nerissima, non c’entra nulla. È utile e interessante ricordare quanto dichiarato dall’onorevole Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare Antimafia (nota bene: appartiene a Fratelli d’Italia, il partito della Meloni) quando a maggio scorso sostenne che “ … l'alleanza del male ha condizionato tutte le stragi italiane, che ha avuto un epicentro fondamentale in Sicilia, che la vedova Mattarella nel riconoscere Fioravanti come esecutore materiale del delitto deve essere presa sul serio” (dal Fatto.it del 26 maggio). A discapito di quanti invece stanno indagando sui esecutori per mano di mafia (senza peraltro avere riscontri dopo quasi 10 mesi dalla recente "notizia" pubblicata da Repubblica lo scorso gennaio). Qualcuno, forse, potrebbe non aver preso bene queste dichiarazioni della Colosimo.

Speriamo di chiudere presto questo capitolo di Bombe Rai per tornare ad occuparci solo di Servizio Pubblico e poi di Rai. E ce n’è in abbondanza. Ce n’è talmente tanto che non ci sembra poi tanto fantascientifico aggiungere una “pistina” complementare, subordinata, terziaria e financo accessoria alle tante che vengono seguite sull’attentato contro Ranucci: distogliere o alleggerire le attenzioni sui tanti “problemini” Rai che crescono, si amplificano e si estendono in tante direzioni.

La Rai, il Servizio Pubblico non sta bene, non accenna a guarire e la prossima riforma targata Meloni potrebbe aggravare la situazione. Non foss’altro perché non c’è un bravo medico e non si trova un farmaco adeguato.

Parliamo d’altro … già … parliamo d’altro.

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