sabato 27 dicembre 2025

RAI: 2025, un anno tecnologico da dimenticare

By Bloggorai ©

Quando un’Azienda che usa l’IA incontra un’Azienda che NON usa l’IA, l’Azienda che NON usa l’IA è un’Azienda morta. 

Ovvero: se tutto il mondo dell’audiovisivo va avanti e tu rimani fermo, tu rimani indietro e gli altri vanno avanti … elementare Watson!

È passato Natale e cominciamo a tirare le somme di un anno che, verosimile, non passerà con l’alloro sotto l’arco di trionfo della storia Rai.

Sotto questo arco passerà invece senz’altro l’immagine, una figura iconica del Servizio Pubblico: il Cavallo in bronzo di Francesco Messina sotto il palazzo ormai abbandonato di Viale Mazzini. Da tempo si discute se la sua posa sta ad indicare “… il cavallo morente, simbolo delle antiche comunicazioni umane che soccombono di fronte alle nuove tecnologie …” oppure un cavallo rampante o “insorgente” (era destinato in origine ad un monumento all’eroe sudamericano Simòn Bolìvar). È stato scritto “lo scultore non ha mai pensato di creare un cavallo morente: il suo è un cavallo ferito, che cerca di rialzarsi e riprendere a lottare con vigore”.  

Intorno a questa figura è stata scritta molta letteratura e ricordiamo solo due volumi: “Il cavallo morente” di Franco Chiarenza del 2012 e “Chi vuole uccidere il cavallo” di autori vari del 2024. Il dilemma rimane invariato: il Servizio Pubblico radiotelevisivo è destinato ad una lenta e inesorabile marginalizzazione oppure ha ancora qualche possibilità di riprendere il suo ruolo centrale nel sistema audiovisivo nazionale?

Per cercare una possibile risposta, rivediamo sommariamente l’anno trascorso per brevi capitoli ed iniziamo proprio da quello, a nostro giudizio, più rilevante: l’innovazione tecnologica. Ci siamo posti ed abbiamo girato una domanda: cosa è o non è stato fatto nel 2025 su questo fronte?

Iniziamo a riprendere due capisaldi: il Contratto di Servizio 2023-28 e il conseguente Piano Industriale. Come abbiamo scritto tante volte questo Piano è stato nefasto e poggiato su fondamenta di argilla. Ciononostante, gli articoli 1-4 contengono numerose e notevoli indicazioni interessanti e impegnative. Riprendiamo i passaggi che ci interessano su questo tema: in premessa si legge che la Rai deve “… ridefinire la missione del servizio pubblico, in una prospettiva pluriennale … riguardo alle sfide della transizione digitale…” e poi si introduce il concetto dei famigerati KPI “assicurare una massima cogenza degli obblighi assunti nel Contratto di servizio, in particolare attraverso l'introduzione di obiettivi misurabili…”. Successivamente, all’art. 3, si entra nel vivo della sfida tecnologica: “Nell'espletamento del servizio pubblico, la Rai si impegna ad accelerare la trasformazione da broadcaster a digital media company 3.  La Rai deve dotarsi, pertanto, di   una   strategia   di digitalizzazione al fine di migliorare i modelli produttivi, le strategie distributive … 5.  Rai valorizza l'applicazione e l'utilizzo di tecnologie emergenti (esemplificativamente     intelligenza     artificiale), avvalendosi anche del supporto del Centro Ricerche innovazione tecnologica e sperimentazione di Torino …”. Giova ricordare che proprio quest’anno è stato presentato il volume dell’Ufficio Studi Rai “Trasformazione digitale e intelligenza artificiale” dove si parla di tutto ma poco o quasi nulla di Rai e di Servizio Pubblico e il Centro Ricerche Rai di Torino è pressoché ignorato.

Vediamo ora il Piano Industriale: nella Nota informativa del febbraio 2024, punto 1, si legge “…Trasformazione tecnologica e dei modelli operativi. L’urgenza delle sfide che Rai deve fronteggiare rende necessario l’avvio di un percorso di trasformazione in Digital Media Company. Tale trasformazione, che è il punto centrale del Piano industriale, richiederà investimenti per circa 113 milioni di euro in nuove tecnologie per il rinnovo dei modelli produttivi - anche grazie all’adozione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale - e per l‘adozione di un approccio data-driven a sostegno dei processi decisionali”.

Allora, fissati questi paletti, proponiamo noi una specie di KPI (Key performance Indicator) per misurare come e quanto la Rai si è impegnata su questo tema proponendo alcune domande.

È stato definito, promosso e sostenuto un Piano complementare di attuazione e adozione dell’IA nell’Azienda? È stato conferito uno specifico incarico? È mai stato scritto, approvato, divulgato un progetto di “messa a terra” di indicazioni progettuali, produttive e organizzative dell’Azienda dove l’IA può trovare puntuali applicazioni? Si tratta di individuare ed agire in aree specifiche come le redazioni giornalistiche, negli studi virtuali, nella metadazione delle Teche, nella produzione radio e tv, negli strumenti logistici, organizzativi e ammnistrativi etc.

Ancora, ne abbiamo scritto spesso e volentieri: il 2025 è stato l’anno del passaggio integrale al DVB-T2, dove Rai è stata “costretta” dal Governo a convertire un Multiplex senza il corrispondente vincolo per gli altri broadcasters, Mediaset e Cairo in testa. Il danno per la Rai è evidente: per tutti gli utenti che non sono dotati di un apparto Tv di nuova generazione la qualità è peggiorata. Come fronteggiare il problema che indubbiamente penalizza il Servizio Pubblico?

Infine il capitolo dolente di Rai Way: anche nel 2025 abbiamo letto titoli roboanti sulla fusione/cessione di quote con Ei Towers e la creazione del futuro “polo delle torri”. Invece, dopo quasi 10 anni dalla quotazione,   non è successo nulla ed invece è successo solo che è stato sottoscritto un “Memorandum of Understaning” scaduto a settembre e poi rinviato di 6 mesi e che è stata data mota enfasi sulla creazione di “data center” dagli esiti incerti e dalla copertura finanziaria indebita: senza il lauto Contratto di Servizio con Rai (valore oltre 210 mln) Rai Way non va da nessuna parte.

Da ricordare sempre che senza i soldi dell’operazione quote di Rai Way il Piano Industriale Rai non va da nessuna parte e la Digital Media Company rimane una chimera. Attenzione, nessuno ha mai scritto “Public” davanti alla Digital Media Company. Una banale dimenticanza?

Un anno tecnologico Rai da dimenticare. Parafrasando la Meloni: "Quest'anno è stato tosto, ma il prossimo sarà peggio".

bloggorai@gmail.com

mercoledì 24 dicembre 2025

Care lettrici e cari lettori di Bloggorai ...

By Bloggorai ©

Care lettrici, cari lettori, care amiche e cari amici e, visto che in questo periodo sarebbe giusto essere buoni, aggiungiamo pure chi proprio non ci è amico e però comunque ci legge, 

Bloggorai vi augura Buone Feste con grande affetto.

Sono trascorsi ormai sette lunghi anni da quando è iniziato Bloggorai, da quando abbiamo iniziato a raccontare fatti e misfatti della Rai e del Servizio Pubblico. Il Blog è iniziato a giugno 2018 rivolgendosi a poche persone, a quattro gatti, interessati a dibattere e riflettere sul futuro di questi temi. Da allora siamo cresciuti sia per numero di lettori sia per gli argomenti che abbiamo affrontato ininterrottamente ogni giorno. A mettere insieme tutti i post ne verrebbe fuori un volume di oltre 2500 pagine!!!

Ora ci troviamo di fronte ad un punto molto delicato: come vi abbiamo già scritto, la voglia di chiudere bottega è forte. Anche perché è la “bottega” Rai che sta per chiudere, lentamente e inesorabilmente. Le “botteghe” politiche intorno alla Rai o sono proprio chiuse o temporaneamente “fuori servizio”. La chiusura della Rassegna stampa è stato il colpo di grazia che hanno ricevuto anzitutto i dipendenti e poi tutti coloro che partecipavano alla diffusione e alla circolarità delle notizie.

Dunque, che fare? Resistere, resistere come ci chiedono in molti oppure accettare serenamente il nuovo tempo che si sta svolgendo ed occuparci di altro? Negli ultimi giorni ci abbiamo provato a smettere epperò quando poi vediamo con Google Analytics che tante, tante persone comunque cercano Bloggorai siamo indotti a riprendere. Segno evidente che copriamo uno spazio di dibattito e riflessione che non è occupato dalla carta stampata, da Dagospia o da qualche chat più o meno attenta ai temi Rai e Servizio Pubblico. Anzi, proprio in almeno due grandi chat, dove partecipano centinaia di autorevoli aderenti, questi stessi temi sono spesso sottaciuti o accantonati.

Proviamo a resistere, proviamo …  e intanto cerchiamo di passare Buone Feste.

bloggorai@gmail.com

martedì 23 dicembre 2025

Piccolo FLASH ... non solo RAI

By Bloggorai ©

Merita un filo di attenzione l’intervista di Pier Silvio Berlusconi che stasera andrà in onda su Canale5. Merita un filo di attenzione un passaggio interessante: “… per il terzo anno nella storia della televisione italiana gli ascolti di Mediaset sono in assoluto più alti di quelli del competitor che fa servizio pubblico”. Vedi https://www.panorama.it/tempo-libero/televisione/pier-silvio-berlusconi-il-2025-e-stato-un-anno-straordinario-per-mediaset

Da tempo avevamo una netta “sensazione” osservando i dati Auditel sia per l’intera giornata sia per specifici programmi: la Rai è costantemente sotto Mediaset. 

Per avere conferma e certezza, abbiamo consultato i numeri elaborati dallo Studio Frasi su dati Auditel e questa la situazione per i primi 98 giorni della stagione ufficiale rilevata (Total Audience al 20/12/2025):

total tv                               8.608.347

Mediaset                            3.334.874

Rai                                     3.090.844

Per quanto riguarda invece i Tg questa situazione per lo stesso periodo e sempre confrontato con lo stesso dell’anno precedente si evidenzia che i tre Tg Rai e la TGR (insieme a La 7) perdono circa mezzo milione di telespettatori mentre i tre tg Mediaset crescono di circa 100 mila telespettatori.

Per la valutazione e un commento su di questi numeri faremo un bilancio di fine anno nei prossimi giorni. Rimanete sintonizzati

bloggorai@gmail.com 
 

lunedì 22 dicembre 2025

RAI: la scuola del crimine in TV

By Bloggorai ©

Riassunto delle puntate precedenti. Il “caso” di Garlasco è divenuto un fenomeno mediatico senza precedenti: secondo una recente indagine, le ore di trasmissione in Tv da quando è avvenuto il delitto di Chiara Poggi nel 2007 sono oltre 9.000, pari a oltre un anno di immagini ininterrotte,  ponendo questo delitto tra i più “raccontati” in televisione suscitando grande dibattito e ponendo riflessioni importanti. Vedi le recenti dichiarazioni di Barbara Floridia, presidente della Vigilanza Tv “TeleMeloni diventa TeleGarlasco”.

Questa vicenda riassume un tema antico: il racconto e la rappresentazione del male, del crimine, del dolore e del dolore, risale nella nostra storia, ha radici profonde, è “il frutto malato di un albero avvelenato”. Nella cosiddetta “narrazione” di questo genere, la Rai, il Servizio Pubblico radiotelevisivo ha avuto da sempre un ruolo fondamentale nel sostenere, diffondere, alimentare e radicare l’orientamento e l’appagamento del pubblico in questo ambito. Non ci sbagliamo di molto se proviamo ad ipotizzare che è avvenuta una sorta di “mala educazione” televisiva.

Infine, il “racconto” del male, del crimine più o meno violento o organizzato, è uno “strumento” politico in grado di riscuotere un vasto consenso elettorale. Abbiamo ricordato il Rapporto Censis del 2008 con “La fabbrica della paura” e il tema della “sicurezza” come argomento di grande sensibilità sociale e quindi politica: la paura della guerra, dei migranti, dei diversi. Nasce il “paurismo” come dimensione e paradigma di racconto sociale, politico e culturale e la cronaca nera è il grimaldello televisivo con il quale si sostiene.

Bene, ci siamo occupati sommariamente dei “teleromanzi” poi diventati “fiction” e ora ci rivolgiamo al genere “infotainment” ovvero quando la cronaca nera diventa “giornalismo d’inchiesta” e assume la forma di spettacolo da prima serata.

La data di inizio ufficiale della Tv del dolore e dell'orrore sugli schermi Rai l'abbiamo ricordata: 10 giugno 1981 con Alfredino Rampi a Vermicino e oltre 15 milioni di telespettatori ad assistere al dramma in diretta. 

Poco tempo dopo, metabolizzato il fatto, il "genere cronaca" più o meno nera ha avuto inizio nel 1985 con quella che, tutt’oggi, è tra le trasmissioni più longeve della storia Rai: “Un giorno in Pretura” condotto da Roberta Petrelluzzi. Il programma, a sua volta, era ispirato ad uno precedente “In Pretura” e si occupava di “cronaca minore” ovvero piccoli reati, liti, maltrattamenti familiari. Poi, visto il crescente successo, venne allargato il perimetro di attenzione verso i “grandi crimini” come ad esempio il delitto del Circeo o i grandi processi di mafia e di Tangentopoli.

Successivamente, era il 29 settembre 1987, andava in onda “Telefono Giallo” condotto da Corrado Augias che, poco tempo dopo, dichiarò: “Rappresentò l'ingresso ufficiale della cronaca nera nella televisione italiana era la prima volta che un programma settimanale rifletteva sulla cronaca nera aprendo un capitolo che poi si sarebbe dimostrato fecondissimo”. Una visione profetica: la trasmissione si è occupata non solo di grandi fatti cronaca nera, omicidi irrisolti (Orlandi, Via Poma etc) ma anche le stragi di mafia e Ustica.

Mentre Telefono Giallo si appresta a declinare, inizia nel 1989 “Chi l’ha visto” condotto da Donatella Raffai e Paolo Guzzanti. La trasmissione trova spunto da una felice rubrica di Portobello condotto da Enzo Tortora e si occupa inizialmente di persone scomparse per poi indagare su grandi casi di cronaca nera, come in questa stagione Federica Sciareli con Garlasco.

In quegli anni il “genere” crime si era affermato e nel 1994 inizia la fortunata stagione di “Storie maledette” condotto da Franca Leosini. La trasmissione, attraverso una sorta di interrogatorio (condotto in carcere) con il/la protagonista della storia, indagava sul versante intimo e profondo della mente criminale (grande successo l’incontro con Pino Pelosi e Gigliola Guerinoni). La trasmissione è andata in onda per 17 edizioni (fino al 2020) e 6 edizioni speciali oltre a numerose repliche. In epoca recente, un approccio simile è stato ripreso da “Nella mente di Narciso” condotto dalla nota criminologa Roberta Bruzzone.

Nel 2010 inizia la serie di “Blu notte” condotta da Carlo Lucarelli che si occupa di “casi irrisolti” non solo di cronaca nera: dalla P2 alla banda della Magliana, dalle vicende di Cosa nostra ai fatti di Genova al G8.

Arriviamo al palinsesto Rai contemporaneo dove la cronaca nera e il racconto del crimine trova grande spazio: si spazia da “Linea di confine” condotto da Antonino Monteleone al “Belve crime” condotto da Francesca Fagiani; da “Cronache criminali”, condotta da Giancarlo De Cataldo a “Ore 14 -Sera” condotto da Milo Infante e “Storie Italiane” condotta da Eleonora Daniele per finire con “Far West” condotto da Salvo Sottile e “lo stato delle cose” condotto da Massimo Giletti.

Il “tema” è presidiato in tutte le fasce orarie: dalle prime ore del mattino fino a tarda sera e si estende oltre il broadcast su Rai Play con una sezione “crime” appositamente dedicata. È difficile tirare una somma complessiva delle ore di trasmissione di fiction, di informazione dei Tg e di programmi di intrattenimento e approfondimento di questo genere che la Rai manda in onda. Sappiamo però che, secondo quanto riportato da recenti studi dell’Osservatorio di Pavia e dal Rapporto Demos-Unipolis, l’Italia è il Paese europeo con il più elevato numero di ore di trasmissione dedicate alla cronaca nera.   

bloggorai@gmail.com

ps. Ci sarebbe qualche notazione da fare su vicende Rai, come il taglio di 10 milioni previsto dalla Legge di Bilancio. Ne parleremo … forse. 

venerdì 19 dicembre 2025

La RAI familiare del prossimo anno

By Bloggorai ©

Care compagne, cari compagni … care amiche e cari amici … cari parenti vicini e lontani … state sereni e passate Buone feste. Non vi fate pensiero sulla Rai e sul Servizio Pubblico, rassegnatevi e pensate ad altro. Non c’è fretta, abbiate pazienza, almeno fino a gennaio, forse. Poi, con calma, si vedrà. Ma, mi raccomando, non seguite le “voci”, i “sentito dire” o, peggio ancora, le buone intenzioni di chi vorrebbe, spera, in un gesto “forte” dell’opposizione su questo tema.

Non vi fate pensiero sul canone, sulla riforma, sull’EMFA, sul Presidente pro tempore, su RaiWay, sugli ascolti, sull’offerta editoriale, sul Piano industriale o su qualche altro Piano … non ne vale la pena.

Vi avevamo anticipato che ieri ci sarebbe dovuto essere un incontro tra i capigruppo dei partiti di opposizione in Vigilanza Rai per valutare una iniziativa parlamentare addirittura “clamorosa”. Tranquilli, sereni, sobri e pacati: se tutto va bene, forse, se ne parlerà a gennaio, con calma. E poi Bloggorai se la prende con questo Cda, se la prende con i consiglieri di “opposizione” di Majo e Natale? E cosa gli vuoi dire se poi i loro partiti di riferimento, M5S e AVS, spariscono dai radar? Il PD fa quello che può, quasi nulla e tanto basta.

Ciò detto andiamo avanti, ovvero indietro. Abbiamo letto di tanto clamore per la vicenda che vede coinvolto il presidente pro tempore Marano. Tanto rumore per nulla. La cosiddetta “parentopoli” in Rai ha radici lontane ed illustri, anzi illustrissime: a leggere il lungo elenco si trovano nomi antichi e autorevoli: da Leone a Augias, da Bernabei a Agnes, da Milano a Valmarana, da Angela a … vedi questo vecchio post del 2008 https://camarille.blogspot.com/2016/02/parentopoli-della-rai.html .

Per oggi sulla Rai e dintorni basta e avanza.

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giovedì 18 dicembre 2025

RAI: le piccole storie ignobili (o inattendibili)

By Bloggorai ©

Vale la pena raccontare “piccole storie ignobili”? forse che si ... forse che no. Andiamo avanti con il forse che si: è la somma delle piccole storie con la quale si compongono e leggono le grandi vicende. 

Allora, ieri Repubblica fa uno scoooppino … ino ... ino e pubblica un pezzo, a firma della solita bene informata Giovanna Vitale, con il titolo “Assunto a Rai Pubblicità il “genero” di Marano”. Per chi non lo sapesse, Antonio Marano è l’attuale presidente Rai pro tempore o anziano che dir si voglia, ovvero ricopre quell’incarico perché la Vigilanza non riesce a riunirsi per ratificare la nomina che la maggioranza vorrebbe in capo a Simona Agnes. Tutto molto torbido, ai confini della legittimità: lui, seppure pro tempore, è stato nominato presidente di Confindustria RadioTv e lei, seppure consigliera semplice, è stata nominata nel Board dell’EBU. Tutti hanno taciuto. La vicenda della presidenza va avanti da oltre un anno e il problema non sembra scuotere più di tanto.

Fatto sta che in questo articolo si legge che “ … Quello che però non si sapeva almeno affinché l'indiscrezione non ha cominciato a circolare mandando in fibrillazioni piani alti di Viale Mazzini è che il prode ex direttore di Rai 2 non si è limitato a esaudire le richieste della sua vorace famiglia politica ma ha pensato molto, e anche bene, alla sua famiglia naturale attento in particolare alle sorti del fidanzato della figlia assunto in una delle società controllate dall'emittente di Stato” … “Subito informato l’AD della capogruppo Giampaolo Rossi è andato su tutte le furie per motori per motivi di opportunità innanzitutto Marano e il presidente facente funzione non funzionare qualsiasi”. Se non che, ieri mattina, a margine del Cda, è stata diffusa una nota dove si legge che “quanto riportato dall'articolo in oggetto, è da ritenere non attendibile nella ricostruzione e quantomeno diffamatorio nella titolistica del pezzo giornalistico. Per questo sono a richiedere un audit extra piano volto a verificare e asseverare il rispetto delle procedure aziendali e la correttezza delle relative condotte”. Fenomenale!!! Pagheremmo volentieri il caffè a chi ha scritto questo testo. È stata inventata una categoria di articoli che ci era ignota: l’attendibilità. In genere un articolo o contiene una notizia o non la contiene. Può succedere che la notizia sia falsa oppure inventata di sana pianta ma difficile definirla “non attendibile”. Il diretto interessato invece se ne guarda bene da scrivere chiaro e tondo che la notizia è falsa o inventata e magari minaccia una querela. Salvo poi aggiungere, con un raro avvitamento linguistico, che ci sia un problema di “titolistica” che lo stesso correttore automatico del Pc fatica a riconoscere come termine. La perla di saggezza finale si raggiunge quando Marano invoca un audit, ovvero una indagine interna: guarda caso che la Direzione Internal Audit è affidata proprio alla sua responsabilità cioè come dire che Marano indaga su Marano quando invece il Codice Etico Rai prevede che queste “segnalazioni” siano di competenza del Collegio Sindacale.  Ci possiamo consolare: tra poco di questa storiella nessuno saprà più nulla: “faranno sapere”.

Andiamo avanti e chiudiamo la giornata di ieri del Cda con un gioiello di famiglia ripescato dal vecchio como’: è stato approvato “People 25, un progetto strategico che mette insieme formazione, innovazione e sperimentazione editoriale per valorizzare le risorse interne e a tutela dei format autoprodotti". Accipicchia, che felicità: un clamoroso ritorno al passato di “Serra creativa” dell’ormai lontano 1999 grazie a quel genio paladino del Servizio Pubblico di Celli, il padrino della “esternalizzazioni”. Dopo di che ci sono stati altri esperimenti “creativi” compresa una magnificente apposita “Direzione Nuovi Format” insediata nel 2020. Se qualcuno ha notizie di cosa ha prodotto può scrivere alla nostra mail. Ne terremo conto.

Morale della favola, che gli vuoi dire a questo Cda? Che gli vuoi dire a questi consiglieri?

Forse, forse, qualcosa lo potranno dire i partiti di opposizione che, come vi abbiamo anticipato ieri, oggi si incontreranno per mettere in piedi una “forte” iniziativa parlamentare. Ci riusciranno? Bloggorai è pessimista a priori. Da quello che abbiamo intuito, c’è malumore in giro interno ed esterno. Interno tra i partiti ed esterno verso i consiglieri di Majo e Natale. I fantasmi del passato, a volte, ritornano. “Vedremo… vedremo …” disse il cieco mentre osservava l’orizzonte.

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mercoledì 17 dicembre 2025

FLASH RAI

Domani possibile incontro capigruppo partiti di opposizione in Vigilanza Rai.

L'obiettivo potrebbe essere prendere una iniziativa parlamentare "forte" nei primi giorni del prossimo gennaio.

Tanti i dossier aperti: crisi istituzionale per la mancata nomina del Presidente; incertezza sulle risorse; riforma e EMFA; stato di attuazione dei piani industriale, editoriale e immobiliare: ascolti; informazione con Report, Petrolio e Il fattore Umano.  

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