“Piatto ricco mi ci ficco!” e il piatto del giorno, di questa
settimana, di questo mese è ricchissimo. Quanto poi possa buono o indigesto è altra
questione. Vediamo cosa c’è dentro.
Ingrediente n.1: Sanremo. Come vi abbiamo anticipato,
oggi è previsto l’incontro con il Comune per chiudere l’accordo. Al momento,
sembra, che sulla parte economica più o meno i problemi sono risolti: la Rai paga
quanto previsto (altrimenti sarebbero stati dolori ed è sempre pendente l’esito
del ricorso al TAR del 17 ottobre). La parte ancora oggetto di trattativa è il format
sulla quale nessuno intende cedere. In particolare, per Rai sbracare su questo punto
sarebbe un grande problema: è un punto di principio dirimente e la convenzione
dura cinque anni. Al momento, nessuno è in grado di immaginare ragionevolmente come
possa andare a finire anche se molti concordano che alla fine, almeno per questo
anno, il Festival si svolgerà a Sanremo. È possibile che già antro oggi si
possa sapere qualcosa, rimanete sintonizzati.
Ingrediente n. 2: Rai Way. Oggi la solita bene
informata Sara Bennewitz di Repubblica scrive che il dossier Rai Way presto arriverà
sul tavolo del ministro Giorgetti per decidere ida farsi. Nel pezzo si leggono
dettagli interessanti: A “Mfe riuscirà quindi a conquistare Prosiebensat prima
che Rai Way riesca a perfezionare le nozze con Ei Towers, la società delle
antenne tv controllata al 60% da F2i e al 40 dall'ex Mediaset” di questo tema
ne abbiamo parlato nei giorni scorsi; B “il progetto che avrebbe dovuto
concludersi entro settembre slitterà ancora, c'è fiducia che possa vedere
comunque la luce entro fine anno” da ricordare che entro settembre si deve
concludere il MoU, propedeutico all’avanzamento della trattativa; C il problema
si pone “a iniziare dalla governance e dal dividendo asimmetrico da distribuire
a Rai, F2i e Mfe, risorse che in questo momento di mercato farebbero comodo a
tutti gli stakeholders delle torri tv”. Commento: su A lo abbiamo scritto da
tempo: il principale interessato all’operazione è Mediaset. È Berlusconi molto più
interessato a chiudere di quanto non lo è (per motivi più politici che
economici) la Rai. Su B si conferma quanto pure abbiamo scritto e ci porta a C:
lo scoglio è la governance: chi comanda la nuova società che si andrebbe a costituire
tra Rai Way e Ei Towers? Intanto il titolo in Borsa rende sempre molto bene.
Ingrediente n.3: l’informazione del Servizio Pubblico. Nel mentre e nel quando il tema annaspa nel buio più profondo nella sua dimensione prioritaria ed essenziale, la mancanza totale e assoluta di un qualsivoglia “disegno o progetto” di Piano editoriale sull’informazione del Servizio Pubblico (non parliamo di “visione” o peggio ancora di “missione” per carità di Patria) negli ultimi giorni abbiamo assistito a colpi di cannone notevoli.
Iniziato con le dimissioni della Maggioni (in contemporanea l’uscita della “proposta” Natale alla Meloni) a cui è seguitala notizia del sorpasso del Tg5 sul Tg1 (che non è una novità) e si è chiusa con la notizia del direttore delTg1 candidato portavoce del Governo. Quest’ultima è in piano svolgimento ed oggi si legge un articolo su Il Foglio che merita essere incorniciato. Premessa d’obbligo: il collega Caruso scrive molto bene, è molto informato ed ha buona memoria. Leggere i suoi articoli è un piacere. Oggi si dipinge un quadretto dei rapporti tra l’AD Rossi e Chiocci a dir poco formidabile. Leggiamo piccole perle “Chiocci conosce il gioco della penna e del poker. Conosce la forza virtuosa del bluff e della notizia. Rossi conosce le leggi della tv e tutti i libri di Jünger. Conosce l'educazione antica del "Padre nostro", il segno della croce prima di spezzare il pane” e poi “Non si detestano, no. La storia è più sottile. Chiocci si insedia al Tgl e inizia a pensare di Rossi che può fare di tutto, tanto, si dice, "è con quella testa, per carità, colta, solo un pensatore, ottimo per fare il “ministro della Cultura”. Lo si insultare. Non è debole. E' solo mite” e poi ancora e infine “Chiocci si insedia al Tg1 e inizia a pensare di Rossi che con quella testa, per carità colta, non si fa un buon servizio alla causa, alla Meloni e al governo. Rossi inizia a credere ma non lo dice che con i metodi di Chiocci, per carità affascinanti, ruvidi, si possa governare tutt’al più un giornale ma non la Rai”. Amen. Non sappiamo se e quando Chiocci si trasferirà a Palazzo Chigi, sappiamo bene però cosa significa tutto questo: la Rai è la succursale del Governo in forma televisiva.
Ingrediente n. 4: gli ascolti tv. Stasera inizia il duello
epico tra De Martino su RaiUno e Scotti su Canale5. Al botteghino danno De Martino
vincente e Scotti piazzato. Quanto piazzato? Quanti telespettatori Canale5 sarà
in grado di sottrarre a Rai Uno in quella fascia di particolare interesse. Domani
dopo le 10 lo sapremo.
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