martedì 10 settembre 2019

Servizio Pubblico ???

Anzitutto, ancora una volta, doveroso ringraziare Riccardo Iacona e Presadiretta su Rai Tre (in onda ieri sera): una vera trasmissione di e per il Servizio Pubblico. Rimane il  rammarico: perché questo servizio resta sulla terza rete e non si affaccia mai in momenti di grande pubblico? Perché Miss Italia si e Presadiretta no?


E veniamo ad un mestiere: il comunicatore. Premessa: nessuno nasce “imparato” e per arrivare ad un buon livello di professionalità  occorre una lunga e faticosa gavetta. Così succede che chi fa questo mestiere spesso si trova di fronte più alla necessità di “non” dover comunicare piuttosto che spingere per far pubblicare una notizia. A volte succede però che spesso fa più clamore una notizia non data che una strombazzata. Tanto per capirci: domenica si è svolto il Gran premio di Monza che solitamente negli anni passati era un punto fermo Rai. Cosa è successo? È successo che Viale Mazzini avendo interrotto il contratto con Sky per la Champions di Calcio ha perso pure il GP. Risultato? Lo ha scritto ieri su Repubblica.it Fulvio Bianchi. Altro che disfatta come abbiamo titolato ieri, una Caporetto . Leggiamo: “Il Gran Premio d'Italia 2019 di Formula 1 è la miglior gara di sempre su Sky: raggiunto il record di circa 9 milioni 230 mila spettatori unici e oltre 5 milioni 960 mila spettatori medi tra Sky Sport e il canale in chiaro TV8, con il 39,13% di share.” E poi “E la Rai? La Rai non c'è più. La Rai che lo scorso anno con Monza aveva fatto quasi 10 milioni di spettatori unici (media 5.500.000, share 34,81 per cento) e che ora ha perso (quasi) tutto: dalla F.1 alle moto, dalla serie A alla Champions (vedi Spy Calcio del 3 settembre). Rinunciando a rilanciare di soli 5 milioni di euro con Sky, la tv pubblica ha perso 16 serate di Champions su Rai 1 e anche la diretta di Monza.” E infine “E per chi avesse voluto seguire l'impresa di Berrettini (primo italiano in finale agli Us Open dopo 42 anni) si è dovuto collegare con Eurosport. Sì perché la Rai ha rinunciato anche al grande tennis. A Viale Mazzini sostengono che non possono rilanciare e che loro privilegiano il servizio pubblico e il tennis (come la F.1e tutto il resto...), evidentemente, non fa parte del servizio pubblico”. Questa notizia non la trovate da nessuna parte: nessuno, oltre che nel citato articolo ha scritto una riga. Però tutti pronti a scrivere che sta per ripartire Porta a Porta …

Si, ha pienamente ragione Bianchi come pure ha pienamente ragione quanto ha dichiarato ieri Andrea Salerno, direttore di La7, sul Corriere: occorre interrogarsi profondamente su cosa è e cosa dovrebbe essere il Servizio Pubblico. Chi lo svolge, in che modo e con quali risorse. Ormai nessun pudore e nessuna remora: a differenza di quanto ha dichiarato pomposamente qualcuno (Usigrai)  qualche settimana addietro, la Rai sembra voler abdicare questo ruolo ed è necessario, doveroso, porre interrogativi di questo genere. E, a proposito di comunicatori, qualcuno dovrebbe mettersi l’anima in pace: chi parla e scrive di questi argomenti non è “il nemico”.

Dopodomani è previsto un Cda a Viale Mazzini, chissà se qualcuno si interroga sulla possibilità che questa gestione possa passare alla storia del Servizio Pubblico come “annus horribilis”. Ancora nessuno ha avuto voglia, forza e coraggio di scrivere, di comunicare quanto è stato (o non è stato) fatto in questo anno dal loro insediamento. Sarebbe una buona occasione per capire, sapere, quale futuro attende la Rai.

Da segnalare, infine, un articolo di oggi a firma Andrea Biondi sul Sole 24 Ore dove segnaliamo un passaggio rilevante: “ … la forte diffusione della banda larga fissa e mobile e una sua maggiore capacità trasmissiva… Questi due fattori hanno spinto i grandi gruppi media e Tlc a comprendere che una solida integrazione verticale (produzione - distribuzione) può aumentare la tenuta delle piattaforme televisive e in, termini generali, il presidio del mercato audiovisivo…”. Provate a rapportare questa riflessione sulle dimensioni attuali e prossime del Servizio Pubblico e sarà facile osservare tutte le criticità e le debolezze del Piano industriale: quale presenza nella diffusione in banda larga e quale aumento della capacità trasmissiva e, infine, quali contenuti? Tanto per capirci: ieri sera è andata in onda l’ennesima replica di Montalbano (2001). Se non si investe subito, con scienza e coscienza, sul DVB-I  la Caporetto del Servizio Pubblico non è tanto lontana: il 2023.
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