E veniamo ad un mestiere: il comunicatore.
Premessa: nessuno nasce “imparato” e per arrivare ad un buon livello di
professionalità occorre una lunga e faticosa
gavetta. Così succede che chi fa questo mestiere spesso si trova di fronte più
alla necessità di “non” dover comunicare piuttosto che spingere per far
pubblicare una notizia. A volte succede però che spesso fa più clamore una notizia
non data che una strombazzata. Tanto per capirci: domenica si è svolto il Gran
premio di Monza che solitamente negli anni passati era un punto fermo Rai. Cosa
è successo? È successo che Viale Mazzini avendo interrotto il contratto con Sky
per la Champions di Calcio ha perso pure il GP. Risultato? Lo ha scritto ieri
su Repubblica.it Fulvio Bianchi. Altro che disfatta come abbiamo titolato ieri,
una Caporetto . Leggiamo: “Il Gran Premio d'Italia 2019
di Formula 1 è la miglior gara di sempre su Sky: raggiunto il record di circa 9
milioni 230 mila spettatori unici e oltre 5 milioni 960 mila spettatori medi
tra Sky Sport e il canale in chiaro TV8, con il 39,13% di share.” E poi “E la Rai? La Rai non c'è più. La Rai che lo scorso anno con
Monza aveva fatto quasi 10 milioni di spettatori unici (media 5.500.000, share
34,81 per cento) e che ora ha perso (quasi) tutto: dalla F.1 alle moto, dalla
serie A alla Champions (vedi Spy Calcio del 3 settembre). Rinunciando a
rilanciare di soli 5 milioni di euro con Sky, la tv pubblica ha perso 16 serate
di Champions su Rai 1 e anche la diretta di Monza.” E infine “E per chi avesse voluto seguire l'impresa di Berrettini
(primo italiano in finale agli Us Open dopo 42 anni) si è dovuto collegare con
Eurosport. Sì perché la Rai ha rinunciato anche al grande tennis. A Viale
Mazzini sostengono che non possono rilanciare e che loro privilegiano il
servizio pubblico e il tennis (come la F.1e tutto il resto...), evidentemente,
non fa parte del servizio pubblico”. Questa notizia non la trovate da
nessuna parte: nessuno, oltre che nel citato articolo ha scritto una riga. Però
tutti pronti a scrivere che sta per ripartire Porta a Porta …
Si, ha pienamente ragione Bianchi
come pure ha pienamente ragione quanto ha dichiarato ieri Andrea Salerno,
direttore di La7, sul Corriere: occorre interrogarsi profondamente su cosa è e
cosa dovrebbe essere il Servizio Pubblico. Chi lo svolge, in che modo e con
quali risorse. Ormai nessun pudore e nessuna remora: a differenza di quanto ha
dichiarato pomposamente qualcuno (Usigrai) qualche settimana addietro, la Rai sembra
voler abdicare questo ruolo ed è necessario, doveroso, porre interrogativi di
questo genere. E, a proposito di comunicatori, qualcuno dovrebbe mettersi l’anima
in pace: chi parla e scrive di questi argomenti non è “il nemico”.
Dopodomani è previsto un Cda a
Viale Mazzini, chissà se qualcuno si interroga sulla possibilità che questa
gestione possa passare alla storia del Servizio Pubblico come “annus horribilis”.
Ancora nessuno ha avuto voglia, forza e coraggio di scrivere, di comunicare
quanto è stato (o non è stato) fatto in questo anno dal loro insediamento. Sarebbe
una buona occasione per capire, sapere, quale futuro attende la Rai.
Da segnalare, infine, un articolo
di oggi a firma Andrea Biondi sul Sole 24 Ore dove segnaliamo un passaggio
rilevante: “ … la forte diffusione della banda larga fissa e mobile e una sua
maggiore capacità trasmissiva… Questi due fattori hanno spinto i grandi gruppi
media e Tlc a comprendere che una solida integrazione verticale (produzione -
distribuzione) può aumentare la tenuta delle piattaforme televisive e in,
termini generali, il presidio del mercato audiovisivo…”. Provate a rapportare
questa riflessione sulle dimensioni attuali e prossime del Servizio Pubblico e sarà facile osservare tutte le criticità e le debolezze del Piano
industriale: quale presenza nella diffusione in banda larga e quale aumento
della capacità trasmissiva e, infine, quali contenuti? Tanto per capirci: ieri
sera è andata in onda l’ennesima replica di Montalbano (2001). Se non si
investe subito, con scienza e coscienza, sul DVB-I la Caporetto del Servizio Pubblico non è tanto
lontana: il 2023.
bloggorai@gmail.com
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