Nei giorni scorsi abbiamo cercato, sommariamente, di tracciare un quadro delle tante emergenze che riguardano la RAI e che, invece, sembrano a dir poco sottovalutate. Al quadretto manca un tassello fondamentale, anche questo spesso sottovalutato: la radio.
Troppo spesso, infatti, quando si parla o si scrive di Servizio Pubblico ci si riferisce solo alla televisione e ci si dimentica di tutto il resto: oltre la radio "altra metà del cielo" c'è, ad esempio, il Televideo.
Allora vediamo un solo, semplice, numero della radio RAI. Il primo semestre si è chiuso con RadioUno al sesto posto delle emittenti nazionali mentre evidenzia un trend negativo costante da cinque anni dove lascia alla concorrenza una media di 100 mila ascoltatori ogni anno. Qualcuno ne ha mai sentito parlare?
Oggi sulla stampa si parla di Vespa e sul Giornale si legge un'intervista a Giampaolo Rossi, Cda RAI, che difende l'AD e il piano industriale come elemento distintivo di questo anno di attività. In una Azienda normale si dovrebbe valutare la propria prestazione professionale con i risultati ottenuti. Ripetiamo: non può essere avere approvato il Piano che, peraltro, come noto non da segni di vita dal MiSE.
La domanda semplice semplice è sempre e solo una: come è stata amministrata la RAI in questo anno? Quali numeri positivi sono emersi?
Infine, ci giungono rumori lontani di malumori e nervosismo tra forze politiche di Governo e personaggi in "quota" che si agitano. Tra i quotati più interessati, tra viale Mazzini e Via Teulada, sembra esser grande traffico.
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