martedì 17 settembre 2019

Il labirinto

Difficile trovare una chiave di lettura dell'intervista rilasciata dal senatore Primo di Nicola, vicepresidente della Vigilanza, oggi su La Stampa.
Oggetto principale, apparentemente, è la richiesta di dimissioni del presidente Foa perché ha dimostrato "scarsa adeguatezza" e poi "continue invasioni di campo" e infine "stonato oltranzismo sovranista".
Messa in questi termini, ci sarebbe poco da osservare. Ma, come al solito, succede che spesso emergono più le cose che non vengono dette che non quelle che si leggono.
Ad un certo punto il giornalista chiede del mancato cambiamento e delle  responsabilità dell"AD. Risposta: lui ha adempiuto il suo compito ed ha presentato il piano industriale e non è colpa sua se ancora non è stato approvato.  Tombola@

In ordine: a Salini non spettava solo presentare il piano industriale ma anzitutto gestire l"Azienda. Come lo ha fatto? Con quali risultati? Vogliamo parlare degli ascolti? Come e con chi ha gestito e firmato le nomine? Non le ha fatte di certo da solo. 
Di Nicola su questo non spende una parola di più e, sembra, poco per poter leggere un segnale di "tutela" dell'AD. Per non dire poi di quanto contenuto nel Piano industriale, della sua obbligatoria corrispondenza alle prescrizioni del Contratto di servizio. Infine: il piano, oltre che al dibattito in Vigilanza non ancora esaurito, è fermo al MiSe dove, fino a pochi giorni fa c'era un certo Luigi Di Maio, cioè il capo del suo Movimento, e se il piano è rimasto  fermo tutto questo tempo ci saranno pure stati concreti motivi o è solo colpa dei dannati burocrati del Ministero? E le risorse? Il canone? Il ricorso contro il suo prelievo forzoso? Silenzio. Qualcosa nel ragionamento di Di Nicola non torna.

Per concludere: viene ricordata la necessità di cambiare l'attuale legge Renzi (sic) e vengono ricordate le proposte Gentiloni (del 2007) e quella di Fico. Ma ora si parla, o si dovrebbe, d'altro: una Legge per l'intero sistema delle telecomunicazioni, più vasta e impegnativa della sola riforma RAI come il contratto di Governo prevede. Quando si pensa alla visione strategica si pensa a questo: il Servizio Pubblico radiotelevisivo è la pedina più importante ma non è la sola. 

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