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come annunciato, questo l'articolo a firma Marco Mele che il popolo Rai non merita di leggere:
TELEVISIONI DENTRO LA CRISI C'È FINITO IL TG1 Alle 20 persi oltre 650 mila ascolti. Mimun e Mentana vanno forte di Marco Mele
E' stato un agosto anomalo, con una crisi di governo cominciata l'8, senza precedenti in altre stagioni politiche. I telegiornali, quindi, dovrebbero aver guadagnato ascolti in un mese in cui, in genere, questi ultimi calano cause ferie e vacanze. Dovrebbero, soprattutto, aver guadagnato sull'agosto precedente, nel quale non vi era stato alcun evento politico rilevante, ma un disastro come il crollo del ponte Morandi a Genova e poi il caso della nave Diciotti, ma certo non una crisi politica con cambio di maggioranza ed elezioni dietro l'angolo o, in alternativa, la formazione di nuovo governo. I Tg Rai, e in particolare il Tg1, l'ammiraglia dell'informazione della Rai, avrebbero dovuto trarre vantaggio da una crisi politica rispetto a un disastroso fatto di cronaca come quello di Genova. Cosi, invece, non è stato: il Tg delle 20, l'edizione più importante, ha perso nei venti giorni della crisi oltre 650mi1a ascolti rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente e oltre il 4% di share, ovvero di quota di ascolto sui televisori accesi. Le elaborazioni dello Studio Frasi sui dati Auditel, inoltre, mostrano un altro dato sorprendente: il Tg5 delle 20 e il Tg de La 7, diretto da Enrico Mentana, al contrario del Tg1, guadagnano quote di ascolto rispetto all'agosto precedente. H Tg diretto da Clemente Mimun, in particolare, ha quasi 500mi1a ascolti in più rispetto al 2018, quando pure si era molto impegnato sulla tragedia del ponte Morandi, e ha un 3,26% di share in più. In percentuale la sua quota di ascolto è cresciuta del 22,5% sulla share precedente, mentre quella del Tgl è scesa del 15,2%. Ottimi, durante la crisi di governo, anche i risultati di ascolto del Tg diretto da Enrico Mentana in prima serata, con oltre 266mi1a spettatori in più sull'agosto 2018 e un +1,72% di share. Per un TG con una quota di ascolto non stratosferica, significa che quella del Tg de La 7 è salita del 32, 7ßb nel periodo 8-28 agosto 2019 rispetto all'analogo periodo del 2018. Nel Meridione il risultato è ancora più significativo, perché la share del Tg de La 7 cresce del 40,5% rispetto a quella dell'agosto 2018. La perdita del Tg1 al Sud Italia è simile a quella nazionale (lo share 2019 è calato del 15.17% su quello del 2018) mentre è minore la crescita percentuale dello share del Tg5 (+5,85%). Il Tg1 delle 20, in ogni caso, resta il giornale radiotelevisivo più visto in Italia, con 3,4 milioni di ascolti nella fase calda di quest'agosto rispetto ai 2,7 milioni del Tg5; ma la perdita di ascolti e di share sull'agosto 2018 segnalano uno slittamento della centralità dell'informazione Rai verso altre testate televisive, in una situazione di crisi di governo, oltre che verso l'informazione in Rete. "C'è la crisi? Si vede il Tg1" è una frase che ha sempre meno rispondenza, al Sud come al Nord, con la realtà degli ascolti e i dati di ascolto segnalano al contrario un'urgente necessità di riorganizzazione dell'informazione pubblica e di revisione del linguaggio e dei temi da parte delle sue testate televisive. Prima che sia troppo tardi. *** II direttore del Tg1 Giuseppe Carboni alle prese e prese con un calo di ascolti proprio durante la crisi politica. Crisi politica sfruttata al massimo da Enrico Mentana che ha sfoggiato altre maratone vincenti
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