domenica 22 settembre 2019

Rai over 60


Gli anni passano e i figli crescono … e magari qualcuno fa finta di non accorgersene oppure se ne accorge e chissenefrega, consapevole che poi potrebbe essere troppo tardi per recuperare. È probabile che qualcuno di questi pensieri alberga nelle geniali menti che governano i palinsesti del Servizio pubblico quando, per la 17a volta si ripropone una replica del Commissario Montalbano. Certo, in questo modo  si vince la serata e tutti contenti per aver battuto la concorrenza di Temptation Island su Canale 5. Ma poi, quando vai a vedere bene in cosa consiste la proposta editoriale le cose sono alquanto diverse.

Lo spunto per questa riflessione viene dato stamattina da un articolo a firma Massimo Scaglioni sul Corriere della Sera, che appunto ha confrontato i dati di ascolto di alcune prime serate di RaiUno e Canale 5. L’ultima messa in onda di Montalbano dello scorso lunedì è datata 2002, cioè diciassette anni addietro, parliamo di generazioni, di un pubblico che nel frattempo è cresciuto con altri prodotti e strumenti di visione. Parliamo di un altro mondo, di altri linguaggi, di altri comportamenti.  I dati sulla tipologia di ascoltatori lo confermano: chi guarda RaiUno è prevalentemente over (decidete voi quanto … 50 …60 …70 …) e c’è poco da aggiungere se non che questa tendenza è ormai consolidata e non si intravvedono segnali di inversione. Anzi, come abbiamo scritto più volte, a leggere i dati di Auditel Standard Digitale LS per editore, Rai si conferma distaccata dalla concorrenza di tante lunghezze.

Nulla, non si intravvedono segnali di fumo. La prateria di Viale Mazzini continua a rimanere deserta. Tanto per precisare: il nemico alle porte del Servizio Pubblico non è tra chi cerca di individuare i varchi nelle mura con la speranza che si possano chiudere ma tra chi, come abbiamo detto sopra, ne è ( o non ne è) più o meno consapevole e assiste inerme all’assedio. Tutto questo per dire che, a quando sembra, alcuni tra i nuovi arrivati del settimo piano, sembrano fare orecchie da mercante e di fronte alle emergenze (e il tema degli ascolti sia nei numeri quanto nella qualità) sembra far trapelare un senso di silenzioso fastidio e magari, imputando una parte delle responsabilità alla Rai del passato, a chi c’era prima. Un po’ come fanno i dentisti quando si trovano di fronte al lavoro fatto prima da un loro collega: fatto male !!!

Proviamo ora a fare il giochetto delle buone notizie: domani inizia Roma, ai mercati di Traiano, il Premio Italia. Si tratta di una della manifestazioni più antiche, più prestigiose e di respiro internazionale che la Rai possa vantare (tanto per dire, hanno partecipato personaggi come Antonioni). Vi prendono parte broadcasters  pubblici da tutto il mondo con prodotti di alta qualità. Ebbene, provate a cercare qualcosa sulla stampa o provate digitare Premio (o Prix) Italia 2019 su Google e guardate cosa esce. Pressoché nulla !!! Da evidenziare un pezzo molto articolato su Avvenire di ieri. Per chi si occupa di comunicazione una bel lavoro. Magari domani … chissà … vedremo …

Last news: secondo quanto scritto da Claudio Antonelli per La Verità, il PD punta molto su Antonello Giacomelli per la presidenza AgCom. Si legge nell’articolo: “A Berlusconi più che mai può fare comodo un presidente Agcom che non gli sia nemico e magari operi nell' ambito della legge purché il punto undici del contratto resti sulla carta.” Il punto 11 è quello del contratto di Governo dove si parla di riforma del sistema radiotelevisivo (non solo della Rai) e di conflitto di interessi. Robetta da poco. Più che sufficiente a far digerire o mandare di traverso bocconi più o meno amari non solo in Rai.

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