lunedì 9 settembre 2019

La disfatta e i retro pensieri


...quell'8 settembre del '43 ... nel quando le armate del Duce e del Re ... (Stormi Six)

Ieri altra disfatta sportiva per la Rai: come noto il GP di Monza è andato su Sky e Canale 8. Cosa altro rimane? Techetedechete, Miss Italia, Un posto al sole ... per fortuna riprende Montalbano...
Già, a proposito di Miss Italia: leggetevi oggi Tomaso Montanari sul Fatto Quotidiano e, se proprio ne avete voglia, il Secolo d’Italia a firma di Andrea Giorni (titolo: “ Miss Italia va difesa”) e si capisce bene come vanno le cose del mondo.

Questa mattina,  sulle pagine de La notizia, compare un’intervista a Giampaolo Rossi, consigliere Rai. Interessante per due aspetti: il primo si riferisce al Piano industriale come perno sul quale ruota o si decide il prossimo futuro del Servizio Pubblico. Il secondo si riferisce alla riforma ventilata dal Governo, sia precedente che attuale. Da non dimenticare, infatti, che non più tardi di qualche mese addietro sia Lega che M5S hanno ventilato e minacciato l’abolizione del canone ed ora la riforma del sistema radiotelevisivo (insieme al conflitto di interessi) è entrata nel programma di Governo al punto 11. Una frase importante di Rossi: “le maggioranze in cda non devono rispecchiare automaticamente le maggioranze politiche. Altrimenti la Rai perde la sua autonomia.”  Già, esattamente quanto scriviamo da tempo: la Legge che consente questo perverso meccanismo è proprio al centro del dibattito.

Sul Corriere di oggi, invece, intervista ad Andrea Salerno, direttore di La 7, che propone un interessante spunto di riflessione: “II nostro spirito è di "servizio al pubblico", se non vogliamo sempre parlare del solito tema del servizio pubblico». Sarà utile approfondire, capire come il “servizio” verso chi paga il canone potrà essere declinato nei prossimi anni. Specie per quanto riguarda l’informazione dove, è sempre bene ricordarlo, il Servizio pubblico manda in onda un canale dedicato, RaiNews24,  con ascolti da giornale di parrocchia con quasi 200 giornalisti.

Infine, noterella di costume: i nuovi arrivati in RAI, in genere, assumono due atteggiamenti complementari, una specie di retro pensiero: il primo è “voi non capite nulla di come vanno le cose del mondo ed ora ve lo spiego io”. Il secondo, conseguente, “siete una manica di raccomandati, incapaci e sfaccendati” . Ci mancherebbe, magari sarà pure vero … però è un vizietto che contagia quasi tutti e gli fa vedere nemici dovunque, dentro e fuori la Rai. Forse, non è proprio così.

bloggorai@gmail.com

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