I giorni scorsi sono stati molto proficui per capire come e quando potranno
avvenire i prossimi cambiamenti che interessano il Servizio Pubblico. Per
quanto abbiamo potuto verificare e confrontare le cadenze temporali e politiche
“potrebbero” essere le seguenti (il condizionale è d’obbligo).
1) la stagione prossima ventura vedrà il Governo impegnato in
una tornata di nomine di assolto rilievo. Ci sono in ballo portafogli sostanziosi
come Eni, Finmeccanica, Enel e Poste tanto per citare le partecipate più importanti.
Ma poi ci sono l’ANAC guidata da Raffaele Cantone, i servizi di sicurezza e,
non di peso minore, le autorità di Privacy e Comunicazioni. Ed è proprio quest’ultima
che potrebbe essere lo spartiacque per i futuro di Rai. Il successore di Cardani,
infatti, sarà il vigile urbano di mutamenti strategici di tutto il perimetro
delle telecomunicazioni in Italia per i prossimi anni e il suo peso sarà
determinante per indirizzare le decisioni più impegnative. Battaglia dunque per
il presidente AgCom ma anche su consiglieri
che dovranno essere tutti rinnovati meno uno, Mario Morcellini, che invece
potrebbe essere ricandidabile. Per la presidenza i nomi in ballo sono pesanti: Antonio
Sassano, Antonello Giacomelli e Vincenzo Zeno-Zenkovic. Ognuno di loro
rappresenta ”anime” diverse nella visione del sistema e, di conseguenza, del
peso da assegnare al Servizio Pubblico Radiotelevisivo ( da non dimenticare che
uno di loro ebbe la strampalata idea di immaginare una sorta di asta per la
Concessione Rai … indovinate chi?).
Questa partita, dovendo assegnare il ruolo di arbitro del
sistema, dunque sarà decisiva. La scadenza
della proroga in corso è a fine dicembre. Prima di quella data difficile
immaginare che si possa muovere qualcosa.
2) la partita nel Governo. Come noto, al punto 11 del
programma del nuovo esecutivo c’è la riforma della sistema radiotelevisivo e,
congiunta ad essa, la soluzione annosa del conflitto di interessi che non potrebbe interessare
altri che il diretto concorrente di Rai. Da non dimenticare che proprio poco
prima della crisi, a giugno, il M5S ha riaperto il tema “canone” che non è proprio
una cosetta da poco. Per quanto ci risulta, gruppi di lavoro sono già impegnati
nella stesura delle prime tracce. I tempi per questa iniziativa potrebbero non essere
brevi ed è difficile immaginare che si possa o si voglia toccare qualcosa prima
che emerga qualche indicazione.
3)la partita del MISE. Come noto al ministero è fermo da
tempo il Piano Industriale, considerato derimente per la sopravvivenza dell’AD
Salini che se ne è intestato la paternità (???). Come ma soprattutto quando
potrà essere “validato” non è dato sapere anche perché si intreccia
indirettamente con la partita in corso in Vigilanza (ricordiamo che sul Piano
la Commissione parlamentare non ha competenza specifica, mentre deve esprimere
la sua opinione sul piano editoriale che, comunque, si intreccia con quello
industriale). Il MISE deve solo “validare” la congruenza del piano industriale
con le direttive espresse dal Contratto di servizio e, a quanto sembra, ci sono
diverse perplessità. Non ultimo: non è stata ancora assegnata la delega alle TLC.
4) la partita in CdA Rai. Difficilissima e delicata.
Sostituire Foa come molti hanno richiesto non è facile e non rapido. Richiede tempi
e modalità di svolgimento tutt’altro che agevoli. Avvocati ed esperti sono al lavoro.
Non solo e non tanto sul piano giuridico ma anche sul piano politico: conviene sostituire
solo lui o mandare tutti a casa e mescolare un nuovo mazzo? Come abbiamo già scritto,
la domanda non è peregrina per due buoni
motivi:il primo si riferisce al bilanci di questa governance nel suo
primo anno che non rimarrà certo nella storia della Rai, il secondo si riferisce
a chi potrebbe prendere il posto di Foa. Un interno (Borioni o Laganà) o un
esterno ? Molto… molto complicato per ambedue le possibilità.
Sintesi possibile: tempi lunghi.
Nel mentre e nel quando le emergenze di cui abbiamo scritto
nei giorni scorsi non si attenuano. La prima che abbiamo segnalato è l’erosione
degli ascolti, sia sul fronte analogico che
digitale. Tanto per essere chiari, stamattina leggiamo da La Notizia che
riporta dati dello studio Barometro su base Auditel , nel giro di un anno in
prima serata RaiUno ha perso circa 800 mila telespettatori. Scusate se è poco.
Per capirci meglio: domenica 22 è andata
in onda Imma Tataranni che ha vinto la serata con oltre 5 milioni con il 23,3%
di share. Lo scorso anno, nella stessa giornata, è stato trasmessa una puntata
di Piero Angela che ha fatto con Stanotte a Pompei 4.233.000 spettatori, pari al 24.3% di share.
Quest’anno, lo stesso Angela il giorno prima con Ulisse
ha avuto 3.502.000 spettatori con il 18.97% di share. Giusto nella media: 700
mila telespettatori in meno. Scusate se è poco e riguarda poi un prodotto
solitamente vincente e di qualità.
bloggorai@gmail.com
Molto interessante e chiaro. Ho una domanda : le direzioni in quota Lega quindi sono nel mirino, ma a medio o lungo termine? In particolare, se avete notizie, se sapete qualcosa di quanto può accadere a Raisport. Mille grazie.
RispondiEliminaC'è più di un collaboratore che rischia il posto ingiustamente.
RispondiEliminaPer privilegiare alcune risorse interne, ma soprattutto per favorire gli amici.
E' stato fatto per ciclismo e calcio, ora Bulbasaur sta sforbiciano in altre discipline.