sabato 14 settembre 2019

Emergenza antropologica


 Non ha ricevuto l’attenzione che merita il fondo di Paolo Mieli di qualche giorno addietro sul Corriere della Sera dove si diceva, in poche parole: si all’alleanza M5S-PD ma con il sostegno del voto. Si poteva proporre prima all’elettorato che si intendeva fare un accordo di Governo, presentarsi poi di fronte alle urne e, una volta ricevuto il consenso, andare a governare.  Uno schema ineccepibile che ci avrebbe risparmiato qualche teatrino di questi giorni ed altri che vedremo in seguito. Vediamo perché.

Il primo teatrino si riferisce al ritorno di Renzi e dei suoi amici (più o meno toscani) che proprio sul terreno Tv e Tlc hanno qualche conto in sospeso. Ieri vi abbiamo accennato al problema dei sottosegretario con delega a questo settore e si ventilava il ritorno di Giacomelli (noto amico del Servizio Pubblico quanto certamente amico di Renzi). Ebbene: scampato il problema ma non per intervento dello Spirito Santo, ma solo perché, come abbiamo scritto e supposto, sembra esserci una trattativa in corso per spingerlo … udite …udite … alla presidenza di AgCom !!! BOOOOMMMM!!! Mentre, a quanto sappiamo, il Ministro Patuanelli si terrebbe le deleghe su TLC e Rai. Auguri. 
Su questo fronte di teatrini renziani in Rai ne vedremo delle belle: le “quote e i quotati” sono in fermento: a qualcuno non gli pare vero di essere resuscitati.

Questa l’aria che tira e, a proposito, anche al settimo piano di Viale Mazzini si comincia a sentire qualcosa. Il primo che ha avvertito il cambiamento è Riccardo Laganà che ha dichiarato sul sito ADN: “In Rai atmosfera è cambiata, nuovo governo difenda Servizio Pubblico” e si riferiva allo spirito di collaborazione tra i consiglieri.   Prosegue: “Mi auguro sia finalmente arrivato il momento di dare seguito alle principali istanze promosse dai dipendenti  ovvero piena e reale valorizzazione delle risorse interne e delle sedi regionali, taglio degli appalti e delle consulenze non strategiche, maggiore trasparenza nei processi gestionali e amministrativi, formazione, investimenti in innovazione, percorsi professionali basati innanzitutto su merito e competenze e non ultimo la promozione di un concreto ricambio generazionale". Dove, quando e come sarebbe cambiata l’atmosfera? Tra chi e chi? Tra lui e Rossi o De Biasio? O tra lui e l’AD ? Perché prima l’atmosfera era diversa? Facciamo finta di essere polli e non sapere cosa succede nel mondo: la sua affermazione sta a dire che prima del “cambio di atmosfera” le cosa andavano nel segno contrario, da oltre un anno dal loro insediamento. Ed è normale tutto questo dati causa e contesto?  No, appare di no. Abbiamo profonda stima e simpatia per chi rappresenta i lavoratori Rai: sarebbe molto utile sapere in cosa consiste questa “atmosfera” prodotta dalle stesse persone che l’hanno generata prima e altrettanto sarebbe utile fare un bilancio di questo primo anno di sua/loro attività.

A proposito di ricambio generazionale: nel mentre e nel quando il Cda inizia a riflettere sul tema ascolti, giunge la notizia che Andrea Fabiano, ex direttore Rai Uno etc, è stato chiamata da quel furbetto di Luigi Gubitosi a fare l’AD di Tim Vision. Tombola !!! Bel colpo! Proprio nel campo dove la competizione sarà sempre più agguerrita e proprio dove la Rai già soffre notevolmente.  Per non dire che Fabiano seguiva il “progetto “ Fiorello, del quale si parla sempre meno. Nel mentre e nel quando abbiamo saputo che è in corso una campagna di incentivi all’esodo che vede interessati alcuni noti e qualificati dirigenti “anziani”. Cinquina !!! l’Azienda si priva in un colpo solo di risorse giovani e risorse esperte. Un colpo da maestri. Questa è l’emergenza “antropologica” del Servizio Pubblico. Sapete quanto percepisce un neo assunto laureato con 110 e lode con contratto a termine? Poco più di mille euro al mese senza nessuna garanzia di mantenere il contratto.  Chi ha vissuto in Rai negli anni trascorsi, ricorda certamente l’avvilimento dei programmisti registi nelle reti, emarginati dall’invasione delle cavallette dei produttori esterni che hanno infarcito le reti. Ormai questa figura professionale è sottoposta alla protezione del WWF.

Ultima nota a proposito di Piano industriale e di produttori esterni. Nei giorni scorsi chi è sceso in campo a sua difesa ( e dell’AD, of course)? nientepopodimeno che Giancarlo Leone, Presidente APA (Associazione Produttori  Audiovisivi, prima solo televisivi). Parbleu ! Ci credo bene! Chi altri può trarre grande vantaggio dalla proposta di ristrutturazione verticale dell’Azienda?
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