sabato 19 febbraio 2022

Storie torbide tra crepe e voragini


Il post di oggi è faticoso. Siamo indotti a scrivere di quel poco che è dato leggere e di quanto sappiamo su ciò che sta succedendo dentro e fuori Viale Mazzini ma siamo pure consapevoli che non è il nostro terreno. Ci pesano le dita e la tastiera è dura come un lastricato di sanpietrini romani. Per un verso sarebbe pure giusto occuparsene perché comunque riguarda il futuro della Rai che è pur sempre il nostro ambito, per altro verso è un ambiente dove ci troviamo a disagio. 

Non ci piacciono le storie dove compaiono giudici e avvocati, guardia di finanza, fascicoli che circolano, indagini in corso, audit, licenziamenti e arresti, sospensioni e rimozioni, audizioni urgenti in Vigilanza e così via. 

Però, dobbiamo pure ammettere che l’insieme di tutto questo segna un tempo, uno specifico momento storico dell’Azienda che non sarebbe del tutto corretto ignorare per far finta che va tutto bene. Ricordate che ieri vi abbiamo citato la Zattera di Medusa? È una metafora visiva efficace? No, non va per niente tutto bene e lo scriviamo da tempo e non basta Sanremo a coprire tutto questo. Che poi questo “tempo” coincida o meno con l’attuale gestione dell’Azienda sarà tutto da verificare: molto deriva da vicende di pochi anni addietro. Di certo, non sembra questo un buon momento per i “ragionieri” incaricati di tappare un buco mentre si corre il rischio di vedere aprire una voragine. Occorre qualcosa di altro, un Settimo Cavalleria che non si sa bene da che parte possa provenire.

bloggorai@gmail.com

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