martedì 15 febbraio 2022

La Rai del troppo pieno e del troppo vuoto


Il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno? Quando vengono messe in discussione apparenti granitiche certezze è possibile che si possa provare un leggero brivido di confusione. Vi è mai capitato di passare una serata divertente dove magari si beve qualche bicchiere di troppo? E vi sarà pure capitato di risvegliarvi al mattino e provare una sgradevole sensazione di malessere e magari di ricordare poco di quanto avvenuto sotto i fumi dell’alcol. Oggi sono trascorsi circa 10 giorni dalla fine di Sanremo e, più o meno, ci troviamo in una situazione analoga. Una sbornia di ascolti, e solo quelli, accompagnati da luci sfavillanti, un “prodotto ben confezionato”, il ritornello “ciao… ciao … con le mani, con le spalle … con il culo ...ciao ciao” qualche milione incassato dagli spot di Netflix, Amazon etc  e poco più.

Ecco, ci sembra di trovarci esattamente nella fase del “poco più” con più poco che più. Cioè, quasi nulla. Come abbiamo scritto tante volte, la natura non prevede il vuoto e laddove si crea uno spazio, qualcuno o qualcosa lo occupa. Non ci sono argomenti o temi che interessano la Rai, il suo presente e il suo futuro. Non ne mancano, basta scegliere. Nel vuoto del dopo Festival si è creato lo "spazio" Report/Ranucci che ora viene occupato, mettendo al centro del dibattito un argomento spinoso che distoglierà molte attenzioni ed energie da altri temi. Esempio: nei giorni scorsi è stato bocciato per la seconda volta il piano editoriale del direttore della TGR Casarin e non si è letta una riga sull’argomento. Beninteso, è già successo in precedenza con il direttore del Tg2 Clemente Mimun che se lo è visto bocciare più di una volta eppure ha resistito molti anni senza che nessuno ci facesse caso. Se non ché, in questo caso, la situazione è ben diversa: parliamo della più grande testata giornalistica nazionale (oltre 700 persone) e tanti milioni di budget. Dunque, una testata di tale peso e rilievo allo sbando editoriale e si avanti come se nulla fosse accaduto? L’AD tace? Non si pone un problema di credibilità e di autorevolezza dell’Azienda di Servizio Pubblico?  

Torniamo allo spazio vuoto/pieno. Stiamo cercando di sapere, capire, riflettere ma non riusciamo bene a capo. La sensazione di trovarci di fronte all’ennesimo “complotto” è forte ma, ammettiamo le nostre scarse capacità di analisi, non siano in grado di distinguere bene chi, dove e quando ha fatto pipì fuori dal vaso. Ci colpisce poi  un bizzarro e anomalo silenzio da parte di quanti, pure nostri amici e lettori, su questo argomento tacciono e questo ci solleva ulteriori dubbi.   

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