Ci sembra la perfetta metafora del momento in cui si trova
la Rai in queste contingenze. Passata l’ubriacatura di Sanremo non è rimasto
nulla, solo quel vago senso di stordimento che deriva dopo aver bevuto vino industriale di
bassa qualità, caricato a bisolfito come un petardo.
Allora, anche questa mattina ci mettiamo in relativa pausa. Non
perché non ci sia nulla da dire ma perché dobbiamo approfondire e capire meglio
questo momento specifico che la Rai sta attraversando. A stretto giro di posta,
ci sono due temi sui quali riflettere: ieri il CdR della Tgr ha bocciato per
la seconda volta il Piano editoriale presentato dal suo direttore Casarin e non
è un tema irrilevante. Nel mentre si sta sviluppando il caso Report/Ranucci
che non è proprio una robetta da poco perché mina la credibilità non solo della
trasmissione, della rete che la ospita, dei giornalisti che ci lavorano ma
tutta l’informazione pubblica. Per parte nostra, a questo proposito, ribadiamo
bene la posizione: Report e una trasmissione di giornalismo d’inchiesta deve
esserci (e magari una cosa simile tutti i giorni e magari pure su Rai Uno)
ma le cose che abbiamo letto non ci piacciono per niente e riteniamo doveroso
quanto urgente che venga fatta chiarezza assoluta. Qualcuno mente? Obbligatorio
saperlo subito.
bloggorai@gmail.com
ps: a proposito di vino: complice la bellissima giornata oggi si cambia il vino nuovo e bisogna iniziare la potatura della vigna.
Ieri è uscito il trattore e quando il motore, un vecchio diesel, riesce a partire è una musica, un'emozione rara.
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