giovedì 10 febbraio 2022

Rai e il Nuovo Piano Industriale: un grande Futuro dietro le sue spalle

Foto di mohamed Hassan da 

Oggi ci lasciamo alle spalle Sanremo, l’intervista del Papa, la TgR e i relativi avvocati e giudici nonché il Cda svolto ieri dove pure ci sarebbe qualcosa da dire. Cerchiamo però di uscire dal pantano.

Ci sarà un giorno in cui i nipoti dei nostri nipoti leggeranno sui libri di storia cosa è avvenuto durante questi ultimi due anni. Il capitolo più importante e drammatico sarà certamente il Covid e i paragrafi saranno il PNRR e il rincaro delle bollette e dei prezzi in generale che sta avvenendo in queste settimane. Draghi (… non è questo il momento di mettere le mani nelle tasche degli italiani …” le mani forse no ma le ruspe certamente si) entrerà a pieno titolo in questo capitolo di storia Patria, seppure suo malgrado. Potrà piacere o meno ma è il suo Governo che è testimone attonito e protagonista di questo momento. Già, noi tutti pensiamo alle nostre bollette di casa, ma ci viene in mente la bolletta energetica della Rai: chissà se l’AD è consapevole che la sua bislacca teoria del “pareggio di bilancio” potrebbe avere qualche difficoltà a reggere questo urto, visto che di energia se ne consuma parecchia. Potrebbe essere un buon argomento per andare  battere i pungi sul tavolo di Palazzo Chigi.

L’altro giorno Fuortes in Vigilanza ha esposto compiutamente la sintesi della sua teoria sul prossimo piano industriale: le risorse economiche saranno una variabile determinate! Tombola!!! Mai sentito nulla del genere!!! Ci fa pensare che si è andato a rileggere quanto Bloggorai, quando per primo e da solo avendone avuto copia originale ben prima (giugno 2018) che venisse presentato in Cda, ha sempre scritto sul precedente Piano Industriale di Salini quando lo ha definito una vettura con una ruota bucata, senza benzina, il volante che gira su se stesso e per di più senza un “navigatore” a bordo. Già, la ruota bucata e senza benzina perché privo di copertura economica adeguata e con il volante scemo perché impossibile da guidare e senza direzione dove dirigersi. Ora, la notizia è che nei giorni scorsi le Linee Guida per il nuovo Piano Industriale sono state presentate prima all’ADRai e poi all’Usigrai e siamo ora in grado di riferire. Bene, possiamo cominciare a discutere.

Cosa è stato presentato? Cosa contiene di innovativo rispetto al precedente? Con la prima slide sono state illustrate le premesse alle Linee Guida: prima casella “Tenendo conto dell'evoluzione del Mercato dei media e delle richieste sempre più impegnative derivanti dallo svolgimento del ruolo di Servizio Pubblico (Contratto di Servizio) la definizione dell’effettivo perimetro di risorse disponibili sarà un elemento dirimente nella definizione del futuro per industriale 2020-2024”. Seconda casella “Le modalità con cui le linee guida di seguito illustrate verranno messe a fuoco, prioritizzate, declinate nelle iniziative strategiche di dettaglio e tempificate sarà condizionato in modo determinante dalla possibilità di accedere a risorse finanziarie coerenti, risorse umane con competenza giornate e strumenti normativi adeguati”.

La seconda slide illustra i “Pilastri dei sviluppo del Piano Industriale 2022-24” dove al centro c’è la casella “Implementazione modello per generi” (ndr: … e già si parte con il piede sbagliato!!!) dalla quale si sviluppano quattro aree. Ci sono piccoli errori di grammatica ma non è da questa cattedra che si possono fare osservazioni.

A. Evoluzione offerta tradizionale in ottica multi- piattaforma: 1.Rafforzamento del ruolo di servizio pubblico attraverso un'offerta tradizionale più distintiva è caratterizzata 2. evoluzione dell'offerta radiofonica in ottica multipiattaforma 3. revisione della strategia sui diritti televisivi

 B: Integrazione offerta digitale in ottica multi-piattaforma: 4. integrazione offerta digitale in ottica multipiattaforma riposizionamento Rai Play e piattaforme digitali 5. evoluzione dell'offerta news digitale.

C: Evoluzione verso modello operativo agile e digitale: 6. accelerazione della trasformazione digitale 7. introduzione modello di collaborazione agile editore produzione

D: Razionalizzazione e valorizzazione asset aziendali: 8. revisione del posizionamento Rai sulla filiera media 9. ottimizzazione struttura organizzativa 10. definizione di una strategia immobiliare.

Le caselle A e D sono indirizzate verso la direzione “leve tradizionali” e le caselle Be C verso la direzione “leve digitali e Tech”.

Allora, proponiamo sommarie riflessioni, tanto per cominciare a capire. La prima osservazione è di contesto generale. Perché il nuovo Piano Industriale non è stato presentato in coerenza e in accordo strategico con le Linee guida del nuovo Contratto di Servizio, il cui documento ufficiale è stato presentato lo scorso ottobre? Appare del tutto evidente che i due documenti, seppure “istituzionalmente” separati in questa contingenza viaggiano insieme o, perlomeno, dovrebbe avere la stessa traiettoria di proiezione strategica. Quando venne reso noto, nel documento Bozza di Linee Guida per il Contratto di Servizio 2023-2027 si leggeva che “L’obiettivo è quello di rendere il Contratto lo strumento di un nuovo posizionamento del servizio pubblico nel sistema italiano…Per farlo, è necessario altresì che il Contratto di Servizio venga costruito di pari passo col Piano Industriale affinché insieme siano gli strumenti che declinano puntualmente la missione di servizio pubblico e definiscono la strategia dell’azienda”. Bene, ci sembra un ottimo metodo: allora perché già in questa fase “progettuale” non è stato utilizzato questo approccio, proprio a partire dalla cornice “strategica” che il Contratto deve fissare. Perché, necessario ricordarlo e sottolinearlo in modo ben chiaro, il Piano è un derivato dal  Contratto e non viceversa come esplicitamente previsto. Dunque, le linee guida del Piano dovrebbero,a rigore, essere espressione di una valutazione attenta e dettagliata su come e quanto il precedente Contratto (ovvero ancora attuale per poco ancora) ha funzionato o meno. Tenere separati i due tavoli non ci sembra un  buon inizio.

Sempre a proposito di “contesto”: magari potrà apparire una domanda pleonastica ma ci chiediamo se questi due documenti siano stati trasmessi alla Commissione di Vigilanza Rai. Già, perché essendo noi affezionati clienti delle audizioni, ci sembra che quando intervengono i parlamentari di tutto ciò appare che non ne sappiano nulla, quasi nemmeno l’esistenza. Delle due l’una: o sono stati trasmessi e i Commissari non hanno avuto tempo e modo per leggerli, o non sono stati trasmessi e magari forse sarebbe il caso che venissero spediti, con preghiera di leggerli urgentemente. Mica per altro, il dibattito ne uscirebbe più arricchito.

Ora sarà necessario cominciare a rispondere alla seconda domanda: cosa contiene di innovativo rispetto al precedente Piano? Dove si vuole dirigere l'Azienda?  Cosa si vuole intendere per Servizio Pubblico? con quali contenuti e proposte editoriali? Nota a margine: abbiamo chiesto commenti a chi ha partecipato: "deludente" è la sintesi più benevola!

bloggorai@gmail.com
 

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