Succede in inverno che la Val Tiberina cambia spesso umore:
passa repentinamente da una bella giornata luminosa ad una nebbiosa, fitta e
densa. È fatale quindi che, svegliandosi, ci si possa sentire alquanto
annebbiati. Poi, succede pure che quando si ci reca in cucina per la colazione,
solitamente si dovrebbe accendere il riscaldamento automatico e invece questa
mattina ha fatto i capricci. Allora speriamo di essere perdonati se le note di oggi
potranno apparire alquanto confuse e disordinate.
Bene, Sanremo è finito e giriamo pagina. Ora il problema è semplice: lo dimentichiamo subito e andiamo avanti dedicandogli qualche rimasuglio di polemichetta oppure ci leghiamo al dito qualche problemino che merita di essere affrontato? Grosso modo siamo per la prima ipotesi anche perché nelle analisi “tecniche” sull’evento ci sono molti colleghi più autorevoli ed esperti di noi, ai quali lasciamo volentieri il campo.
Proviamo a seguire questa pista: prendiamo
atto che milioni di persone (13 milioni su 60 circa) hanno seguito il festival
e che sia stato molto gradito. Cosa possa significare questo gradimento è tutto
da discutere: gli italiani hanno voglia di leggerezza, divertimento, svago. Hanno
alle spalle due anni di Covid, di politica allo sfascio, di rinnovo di Mattarella
insieme a banali problemi ordinari come l’aumento della povertà, i prezzi che
salgono alle stelle, la disoccupazione giovanile e così via. Quindi se ci si
concede una banale e innocua ubriacatura per dimenticare tutto questo ci può
stare, è comprensibile e fisiologico. Rimarrebbe da capire cosa c’era nella
bottiglia, che tipo di alcol è stato utilizzato ma questa è materia per i posteri
ai quali, probabilmente, potrebbe non interessare gran che. Amen.
Un solo aspetto però ci rimane insoluto e riguarda i cosiddetti “social”. Premessa: chi vi scrive non ha profili Facebook, non sa cosa sia Instagram e non sa la differenza con Telegram, vede come il fumo agli occhi Twitter e a malapena da uno sguardo a qualche TikTok e ignora Spotify (spesso citato da Amadeus). Però siamo pienamente consapevoli che si tratta di un mondo rilevante entrato nella vita quotidiana di ognuno di noi, volenti o nolenti, ai limiti dell’imprescindibile. Allora ci siamo chiesti che rapporto si sta definendo tra un evento Sanremo e i “social” e quanto questi ultimi possano sostenere il flusso del gradimento del pubblico e indirizzarne i risultati. Ovviamente, ci chiediamo pure quale possa essere l'interesse di Rai ad alimentare il flusso dati della diverse piattaforme che, notoriamente, hanno un elevato valore economico. Da tenere sempre a mente quanto successo lo scorso anno con la poderosa influenza degli “influencer” Ferragnez sulla vittorai dei Maneskin. Alle nostre osservazioni sugli ascolti e nei termini di voler capire cosa si intende per “successo” qualche nostro lettore ci ha bacchettato sulle dita osservando che il Festival è stato molto seguito dai giovani sui “social” e già questa affermazione contiene qualche spunto di interesse. Sarebbe quasi a dire: i giovani stanno sui social e gli anziani (adulti che dir si voglia Over 54) sulla televisione.
Comunque,
già dai primi giorni ci è venuta una curiosità: perché alcuni artisti in gara sia
prima che al termine dell’esibizione dicevano parole strane, tipo “papalina”. Mano
mano che si andava avanti abbiamo saputo che era in corso Fanta Sanremo, un
giochetto “social” copiato dal Fantacalcio e ieri sera ne abbiamo avuti molti
esempi e non ci era chiaro cosa poteva significare. Se non che, un nostro
lettore, sempre attento e molto esperto, ci ha fatto sapere che questo giochetto
è sponsorizzato direttamente ed esplicitamente da Sky-WiFi (vedi https://fantasanremo.com/ ) ed è corso un
grande interrogativo: si tratta di pubblicità palese (vedi cartello su inserimenti
di prodotti durante la trasmissione) regolarmente contrattualizzata oppure un
gentile omaggio del Servizio pubblico ad uno dei suoi diretti concorrenti? Come
saranno andate le cose speriamo di saperlo presto e che magari qualcuno se ne possa occupare
(CdA Rai) ma il problema non è solo di carattere commerciale ma banalmente di politica
industriale. Avete mai visto una scatola di pasta Barilla che contiene una
pubblicità più o meno occulta della Buitoni? Si obietta: di questi tempi … pecunia
non olet… e con i chiari di luna di budget calanti all’orizzonte non c’è da fare
gli schizzinosi. Obiezione risibile: come farsi male da soli e vivere felici. Da
tempo abbiamo l’atroce sospetto che non sia ben chiaro a tutti che l’avvento
della “nuova televisione”, la smart tv ovvero la televisione connessa ad Internet, sia la
porta dell’inferno per la Rai. ne abbiamosctitto spesso e pure nei giorniscorsi vi abbiamo rprtato i dati del recente Report di Mediabanca sulla "migrazione" in corso dalla televisione tradizionale a quella connessa. Non è un caso che gli spot più diffusi in questi
giorni a Sanremo siano stati di Netflix, Amazon Prime, Disney+ e
NowTv: gli OTT sanno bene che è proprio nel bacino dei telespettatori Rai
possono pescare tanti nuovi abbonati.
Eccoci allora arrivare a ieri sera: sapevamo che da tempo
dentro e fuori la Rai si stava “lavorando” sotto traccia ad una soluzione del
Festival con la vincita di Gianni Morandi (da ricordare che il cantante ha un
numero di follower impressionante di oltre 4 mln). Perché lui e non altri? Ci è
stata ricostruita, sommariamente e rigorosamente anonima, una storiella dove
hanno preso parte due schieramenti. Uno, al solito, “filo governativo” che
auspicava una “spendita” di Morandi più “sociale”
appunto in linea con i tempi che corrono (Mattarella bis etc), tranquillizzante,
tradizionale, più aderente al “profilo” dei telespettatori di RaiUno. Di fronte si
è schierato un esercito “commerciale” che guarda verso altri orizzonti e, in
particolare, al prossimo campo di battaglia. Ci è stata riferita una frase
precisa: “Ma vi pare che al prossimo ESC (Eurovision Song Contest) di Torino
possiamo far partecipare Morandi?”. Non sappiamo quanto sia verosimile la sintesi
della storiella ma, per quanto conosciamo la fonte, ci appare assai suggestiva.
Ci hanno pure riferito che, a quanto sembra, nel giro di poche ore ci sarebbe
stato un repentino volgere di “umore” nei social che davano vincente Morandi
che invece alla fine si è trovato solo “piazzato”. Curioso.
Anche tutto questo rimarrà nella storia dei tanti misteri gloriosi
che si racconteranno sulla Rai, di questo Servizio Pubblico, di questo “successo”
di Sanremo 2020. Andiamo avanti: l’8 febbraio è alle porte.
bloggorai@gmail.com
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