Se non ché, quando ancora i lavori non erano nemmeno iniziati e non c’erano servizi, luce, acqua … nulla … ci piaceva andare ed iniziare ad abitarci, ed eravamo un po’ accampati nel vero senso della parola. Così è successo poco tempo dopo, era estate, che vediamo scendere lungo il viottolo che conduce alla nostra casa una signora con un gran fardello in mano e un sorriso che ancora oggi gli incornicia gli occhi: “Buongiorno, mi chiamo Bruna ed io in questa casa ci sono cresciuta … vi ho portato questo piatto di gnocchi, fatti da me, per darvi il benvenuto e per dirvi che sono molto contenta di rivederla abitata!”. Bruna e Leo, suo marito, negli anni che sono seguiti, sono diventati i nostri secondi genitori. Per quanto mi riguarda Leo è stato poi il vero Maestro di Arte e Maestria Agricola: tutto quello che conosco della campagna, delle coltivazione dell’uva e dell’olio, lo devo a lui. Tutto ciò che conosco delle macchine agricole è grazie alla sua “ospitalità” prima sul cingolato e poi sul gommato. Leo è stato anzitutto un maestro di vita (oltre che di bocce). Ad un certo punto, è cominciato a succedere che quando la sera spesso eravamo a cena a casa sua, Leo iniziasse a raccontare la sua storia di mezzadro e di come è stato capace di “affrancarsi” dal proprietario del terreno, il Conte. “Il problema è molto semplice” usava ripetere Leo: “Se vuoi andare avanti e pensare ad un futuro migliore devi fare sacrifici” e i suoi sacrifici sono stati due: il primo nell’andare alle scuole serali, dopo aver percorso a piedi oltre 10 chilometri andare e altrettanti a tornare, e il secondo è stato indebitarsi con le banche fino al collo per potere acquistare il terreno dove lavorava. Ce l’ha fatta e dopo 30 anni non doveva più “pagare” il Conte con i frutti del suo lavoro e alla fine, lui e la sua famiglia si sono finalmente “affrancati”. Per arrivare a questo obiettivo ha fatto debito, è stato in rosso per tanti anni, ha fatto sacrifici enormi con le banche che non ammettevano ritardi, ha fatto investimenti in macchine e attrezzature, ha messo a terra i “piantoni” e tirato filari di vite e poi grano, girasole e poi ancora foraggio e favino.
Bene, ci viene in mente tutto questo quando sentiamo parlare di “pareggio di bilancio”: provate ad immaginare se mai Leo avrebbe potuto farcela applicando questa teoria. Provate ora ad immaginare il futuro della Rai se non riesce ad investire nulla sul suo futuro. “Il problema è molto semplice” diceva Leo, “se non compri il concime, se non poti, se non vai prima di aratro e poi di fresa, difficile avere un buon raccolto, fare un buon olio e un ottimo vino”. Onore al merito, per la precisione Leo era un “professionista” del bianco.
Ps: della storia di Leo ho realizzato una lunga video intervista.
Esempio di vita, di bilanci e di concretezza, facciamo tesoro di questa semplicità per far quadrare le nostre aziende, qualsiasi esse siano
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