Nei giorni scorsi abbiamo titolato il post con “La Tregua è finita, andate in guerra”. In effetti a ben vedere, forse, non c’è stata tregua. Abbiamo vissuto, almeno da un paio di anni a questa parte, un clima di incertezza e drammatica inquietudine, come se fosse un clima di guerra permanente effettiva, forse non dichiarata alle Cancellerie ma pur sempre con vittime e perdite. Si tratta del clima di Paura, incessante, di quel sottile terrorismo emotivo che attacca le piccole solidità che con fatica cerchiamo di costruire e difendere. Finisce il Covid? Forse, inizia una guerra!
Ieri vi abbiamo raccontato di Leo, uomo piccolo, forte e gentile, e della sua “bizzarra” teoria del pareggio di bilancio, ovvero della sua scelta strategica di vivere con il rosso costante in banca in cambio del quale è riuscito ad affrancarsi dal Conte per costruire e garantire il futuro per la sua famiglia. Più o meno, l’esatto contrario di quanti pensano di fare per “non” garantire il futuro della Rai: è sufficiente rimanere fermi, non fare un euro di investimenti, appoggiarsi sul vecchio Piano industriale e la sua ristrutturazione per “generi” per entrare nel cono d’ombra della stagnazione. Nel frattempo, all’orizzonte si minaccia la stabilità della sola risorsa “certa” sulla quale Rai potrebbe/dovrebbe contare, il canone. Per confondere le idee e distogliere l’attenzione, ci si entusiasma facilmente con gli ascolti di Sanremo, si gongola con il nuovo studio “aggratisse” per gentile omaggio del Senatore Renzo Piano per RaiNews24 (perché non per tutti i Tg???) che continua a fare ascolti da prefisso telefonico senza che nessuno batta ciglio nel mentre che gli avvocati affilano le armi per i prossimi duelli in Tribunale (vedi ricorso Usigrai come pure il caso Report).
Per rimanere in ambiente agricolo e per tornare alla Paura, stamattina invece, come spesso succede, siamo passati tra i banchi di frutta e verdura dove pure vivono uomini forti e gentili che hanno le idee molto chiare: “Ma li mortacci vostra!!! Prima c’avete ammazzato cor Coviddd. Mo ce state ammazzà co’ i prezzi e domami ce rivolete ammazzà co ‘a guera”. È la sintesi perfetta del momento che stiamo vivendo. Per capire cosa succede e come i grandi fenomeni vengono avvertiti, basta andare in un qualsiasi mercato rionale. Chi ha parlato è Augusto, “er velletrano” ovvero Nello per gli amici: uomo sempre di poche parole ma dette bene. La guerra di cui parla Nello è quella che dovrebbe iniziare domani, secondo i fini analisti della CIA, gente che la sa lunga ma non sempre la sa raccontare, che da alcuni giorni tutti i nostri media (ovviamente Tg e Gr Rai compresi) riprendono e rilanciano come se fosse una certezza assoluta togliendoci, in questo modo, quel pizzico di normalità che stavamo apprezzando con la possibile fine della pandemia.
Ma Nello non sa che ci potrebbe essere un’altra guerra, piccola e meno pericolosa per le vite umane, ma non meno importante: quella sul futuro dei Servizi Pubblici radiotelevisivi in Europa. “Quando c’è bufera a Ovest, si prepara il temporale a Est”: in questo caso a Ovest c’è la BBC e a Est la Rai e il tema è sempre lo stesso: tagliare le risorse, ovvero il canone. Ieri su Domani (sic!) è comparso un interessante articolo, con la firma di Francesca De benedetti, con il titolo “Il destino incerto della BBC è lo stesso di tutti i media” dove si legge che “…la tendenza nell’ambito audiovisivo, a livello europeo, è quella di un progressiva erosione delle risorse pubbliche …”. Più avanti si cita un argomento del quale sentiremo certamente parlare: European Media Freedom Act, un’iniziativa annunciata lo scorso anno dalla Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen finalizzata a garantire il pluralismo e l’indipendenza dei media nel mercato europeo.
Oggi poco altro da aggiungere: molto lavoro sotto traccia sui tanti fronti aperti.
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ps. grazie ai tanti lettori che ieri, domenica, hanno letto il post sulla storia di Leo: un grande successo inatteso
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