martedì 8 febbraio 2022

Da Sanremo al Papa passando per i "social"

Foto di Annett_Klingner da Pixabay

Allora, cerchiamo di  chiudere un capitolo e apriamone un altro. Una delle sculture antiche più ammirate e fotografate al Louvre è L’ermafrodito Dormiente. Ci fa venire in mente che, alla fin fine, abbiamo alle spalle, nella storia di questo Paese, un certo Giulio Cesare che secondo Cicerone era "il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti" e poi Svetonio ci aggiunse il resto. A Sanremo, l’altra sera, la nota cantante Emma  ha aggiornato l’argomento dal suo punto di vista: “Ogni volta è così, siamo sante o puttane. E non vuoi restare qui e neanche scappare” nel mentre che la “valletta” più apprezzata al Festival è un uomo e nel quando Zalone sul tema trans ci ha ricamato il suo pezzo forte. Riprende bene il tema Aldo Cazzullo sul Corriere di oggi con il titolo “La nuova Italia che unisce le generazioni” dove però dissentiamo quando afferma che Sanremo “precorre i tempi”. Al contrario ci sembra che riavvolge una pellicola nota e già usurata di un film visto tante volte. Questi i “contenuti” di successo di Sanremo 2022.

Ma forse i “successanti” di Sanremo non si riferiscono solo a quanto il Festival unisce nei “contenuti” ma anche al fatto che "unisce" numericamente (gli ascolti?) un popolo non solo attraverso le generazioni ma tra i tanti “generi” di cui si compone la variegata gente italica dove, appunto, tutto diventa “fluido” come si usa dire in questo momento storico del nostro Paese dove vive “Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di trascrizione, di navigatori, di trasmigratori” come disse Mussolini e come è riportato sul frontone del Palazzo della Civiltà di Roma all’Eur. Per cinque giorni l’anno facciamo una bella foto di famiglia dove ci vogliamo tutti bene salvo poi scannarci per i mesi successivi e dove, come noto, non sempre tutti vengono bene e alcuni non ci vorrebbero proprio stare in quella immagine e per i mesi rimante ci scanniamo. Già. Questa forse è la ragione del successo di Sanremo: nella capacità di mettere tutti dentro lo stesso calderone anche se ognuno, per quota parte, vorrebbe tanto esserne fuori. In questo minestrone ci si trova di tutto e il doppio di tutto del carattere degli italiani (ricordate, ne abbiamo parlato nei giorni scorsi) : fustigati e fustigatori, vittime e carnefici, un pò dalla parte di Pasolini (che, a sua volta era un po’ dalla parte dei caricati – gli studenti – e un po’ dalla parte dei caricandi – i poliziotti) e un po’ con i suoi assassini, moralisti e squinternati, gentiluomini e mascalzoni, froci e puttane, travestiti e bi/trisex, guardie e ladri, buoni e cattivi, nan* e ballerin*, artisti o strimpellatori, geni della fisica e cialtroni della epidemiologia, umili e forti lavoratori e scansafatiche allo stato brado insieme a stakanovisti e assenteisti e, per chiudere, tutti innocenti e quindi tutti colpevoli (o viceversa). 

Oltre i numeri di Auditel (relativi), oltre i contenuti (quali?) tutto questo è il “successo” di Sanremo? Se è per così poco, lo ammettiamo anche noi: Sanremo è stato un successo. Che sia vero o falso è tutto da dimostrare.

Comunque a proposito di quanto abbiamo scritto nei giorni scorsi sul “successo” dei social a Sanremo, da leggere attentamente stamattina quanto scrive Andrea Biondi sul Sole: “Tv via Internet: Sanremo traina audience a nuovi record”. Già, si tratta dell’audience di Internet, della Tv connessa, della smart tv che è cosa ben distinta e distante dalla televisione lineare, digitale terrestre seppure in transizione. È talmente distinta e distante che la prima sta cannibalizzando la seconda con la sua stessa complicità. Da leggere poi MF con un articolo di Nicola Carosielli dove scrive: “Il Festival nonostante abbia innalzato i livello degli ascolti non ha però consentito a Rai di scalare la classifica degli streams tra gli editori … infatti è Mediaset a guidare la classifica con oltre 160 mln di LS a fronte di 106 mln di Rai”. Rapporto inverso invece per il TTS. Diceva la mia antica nonna: "Dove non c'è il guadagno, la remissione è certa". Punto, a capo.

Nuovo capitolo: l’intervista al Papa andata in onda domenica sera su RaiTre. A parte le polemichette sugli ascolti che pure potrebbero avere pieno titolo, ci sono alcuni aspetti che meritano attenzione. Papa Francesco non è un “personaggio Tv” qualsiasi ed è assolutamente evidente che la sua presenza in video “buca” lo schermo non per gli ascolti ma per quanto afferma. Se n’era accorto già Wim Wenders nel 2018 con il suo film documentario "Papa Francesco. Un uomo di parola" prodotto da Netflix e poi mandato in onda su RaiUno nel 2021. A seguire, sempre Netflix, ha realizzato una mini-serie sul Papa: “Stories of a generation” diffusa a dicembre scorso. Sempre nello stesso mese, Mediaset manda in onda su Canale 5 il 19 dicembre alle 20.40 uno speciale al Papa in esclusiva mondiale con il titolo “"Francesco e gli Invisibili - Il Papa incontra gli ultimi". Da ricordare poi l’intervista del Tg5 del 10 gennaio 2021, sempre  su Canale5 con il titolo “Il mondo che vorrei”. Dunque, che il Santo Padre possa concedere in intervista alla Rai è certamente un evento che merita molta attenzione. Ma qualcosa non torna: anzitutto perché la Rai non promuove e difende un “prodotto” di tale levatura come dovrebbe? Perché non lo ha proposto e trasmesso sula prima rete, su Rai Uno in prima serata come forse avrebbe potuto e dovuto? Si poteva spostare “L’amica geniale” per dare spazio al Papa dopo Sanremo? L’intervista è stata promossa durante Sanremo ma si poteva e doveva fare di più (ad esempio qualche pagina di giornale?). Perché, ad esempio, non diffondere uno spot per comunicare che è disponibile su RaiPlay? Poi: leggiamo che Rai sembra non possedere i diritti di rivendita delle immagini che invece spettano al CTV- Centro Televisivo Vaticano (al costo di oltre 50 euro per l’intero filmato) che, per quanto leggiamo, le rigira gratis a Mediaset (https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/rai-tutto-pus-tv-pubblica-vende-diritti-riproduzione-298867.htm). Aggiornamento last minute: sembra che ci sia in corso un ripensamento: gratis per tutti. Infine, un piccolo dettaglio che non è affatto irrilevante (non è “ridicolo” come afferma Vincenzo Vita sul Manifesto che dovrebbe sapere bene perché e si riferisce alla correttezza verso i telespettatori): Fazio ha detto “… prima di collegarci con il Santo Padre …” ma, come invece leggiamo su TgCom24 non si è trattato di un “collegamento in diretta” (come avrebbe pure scritto il Corriere.it) ma della messa in onda di un filmato preregistrato e, probabilmente, montato. Perché allora spacciarlo per “diretta” quando non sarebbe stato così? Semmai fosse verificato, a chi giova questo piccolo inganno? E se mai fosse, è stato fatto un montaggio? E semmai ci fosse stato un montaggio, chi lo avrebbe supervisionato? Domande capziose, forse inutili … tanto c’è sempre il “successo” degli ascolti ad accontentar tutti, più o meno.

Comunque, oggi 8 febbraio 2022, giornata particolare. Rimanete sintonizzati, ci potrebbero essere grosse novità.

bloggorai@gmail.com

 

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