giovedì 3 febbraio 2022

Sanremo e la minoranza silenziosa

Foto di Arek Socha da Pixabay

Nonostante una bellissima giornata romana, assolata e fredda di pieno inverno, avvertiamo un curioso senso di smarrimento e confusione. Curioso solo perché ci si pongono domande alle quali non riusciamo a trovare riposte: ci parliamo e ci interroghiamo da soli, di fronte allo specchio dove l’uno chiede all’altro: chi sei, cosa fai, dove vai? Senza ottenere risposte. Muto. Silente, afono. Poi, forse, nonostante la loro essenzialità, ci poniamo domande più complesse di quanto sarebbe lecito: in fin dei conti basta uscire da casa e fare una bella e semplice passeggiata con la quale si possono trovare tutte le risposte ai più grandi interrogativi (ipse dixit, forse, Schopenhauer) .

Lo ammettiamo con sincerità: non siamo in grado di comprendere il motivo del successo di Sanremo. Non eravamo capaci già nel passato e ancora di più non siamo capaci oggi. Dobbiamo pure ammettere che è necessario fare un grande sforzo di razionalità emotiva per distinguere attentamente ciò che piace a se stessi e ciò che invece interessa milioni di persone ed è del tutto naturale che i due aspetti possano non coincidere tra loro.

Ciò detto, non siamo in grado di “percepire” il gradimento di alcuni artisti (Lauro, i Maneskin etc) come pure non siamo in grado di sorridere alla “comicità” di Zalone. Ci è difficile comprendere Amadeus e le sue vallette come pure gli ospiti che invita sul palco (Berettini). Facciamo una fatica improba ad essere sorpresi dal costume indossato da Orietta Berti. Eppure, tutto questo piace ad oltre 10 milioni di persone. Sanremo ci sembra essere, come abbiamo scritto, uno dei quei misteri mediatici di impossibile soluzione. Un mistero è tale di per se, per sua intrinseca natura, per definizione e non richiede spiegazioni logiche perché altrimenti non sarebbe un mistero. Ovvero, le interpretazioni sono tutte buone e nessuna è sufficiente a racchiuderle tutte. Come ci ha detto poco fa un nostro autorevole lettore: “Guardati in giro, osserva i vestiti, i linguaggi e i comportamenti di chi ti sta intorno, al mercato, nelle strade dello shopping o nei centri commerciali: Sanremo lo trovi tutto lì, proiettato e riflesso allo stesso tempo. Una scatola magica al contrario. Per alcuni potrebbe simulare la soddisfazione adrenalinica di quando la propria squadra segna il gol della vittoria”. Pensiero suggestivo e forse pure efficace che ci fa tornare in mente il concetto di “società stretta” di cui abbiamo accennato ieri.

Già. Forse Sanremo è meno misterioso di quanto possa apparire. Forse, siamo solo noi ad essere misteriosi, anomali, fuori luogo e fuori tempo, almeno per quanto riguarda i misteri. 

bloggorai@gmail.com   


ps: se avete voglia di  approfondire un aspetto interessante di Sanremo ("gli artisti non vanno li  per lavorare") come ci ha detto un autorevole dirigente di Viale Mazzini, leggete questo articolo:

https://www.ilsole24ore.com/art/perche-e-giusto-che-amadeus-guadagni-600-mila-euro-condurre-sanremo-e-noi-no-AEKyrlBB  

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