Lo abbiamo scritto da tempo non sospetto: la battaglia intorno alla Rai sarebbe iniziata alla fine dell’inverno, sarà lunga e non si faranno prigionieri. Qualcuno è destinato a soccombere, è solo questione di tempo per sapere chi sarà la prima vittima.
Carlo Fuortes ieri in Vigilanza era arrivato convinto di trovarsi di fronte un coro di “successanti” ebbri di celebrazioni post Sanremo e, invece, a sorpresa, si è trovato tra le mani un petardo grosso come un barile, inatteso e pericoloso. A quel punto, non sapendo bene di cosa si stava parlando, si è trincerato dietro dichiarazioni tanto formali quanto forse poco adeguate all’importanza dell’argomento. Tutto il resto è finito in cavalleria e stamattina non una riga sui giornali dei tanti argomenti rilevanti che pure meritano attenzione sono stati minimamente riportati (uno su tutti, il Piano Industriale del quale poi vi parleremo).
I nostri lettori dovrebbero sapere abbastanza i dettagli di quanto avvenuto, sia per quanto abbiamo scritto ieri pomeriggio, sia dalla lettura dei quotidiani questa mattina. Da segnalare solo l’intervista di Giovanna Vitale su Repubblica con il titolo “Il giornalista: ho reagito perché ferito nella mia dignità ma non ho minacciato nessuno”. Vogliamo provare a fare un ragionamento oltre le logiche apparenti e le dichiarazioni virgolettate perché ci appare del tutto evidente che qualcuno possa aver fatto pipì fuori dal vasino. Il presupposto è che le persone interessate siano in grado di intendere perfettamente il loro ruolo pubblico e che ogni loro dichiarazione, ancora di più se resa in un luogo istituzionale come la Vigilanza Rai, non possa essere considerata ordinaria amministrazione. Le domande principali sono due: perché il deputato Ruggieri ha sganciato la bomba e perché, ancor prima, Ranucci ha scritto quanto riferito, presumiamo consapevole che i messaggi inviati non sarebbero rimasti “corrispondenza privata tra gentiluomini”? Possibile mai tanta “ingenuità” per uno che pure dovrebbe essere bene vaccinato di scaltrezza e furbizia? Delle due l’una: o il “vaccino” non ha funzionato oppure ha funzionato benissimo ma non è stato sufficiente ad evitare il trappolone che qualche “furbetto” gli ha teso.
Tutta la vicenda ci appare grave, inquietante e misteriosa per diversi punti di vista. Report è una trasmissione di inchiesta e gioco forza deve dare fastidio a qualcuno e occuparsi di argomenti scomodi, altrimenti sarebbe altra cosa ovvero una trasmissione di ricette di cucina o di bricolage. Report ha dato molto, molto fastidio a tanti e, recentemente a qualcuno in particolare (esponenti della sanità pubblica, aziende farmaceutiche e parlamentari, in particolare al ministro Speranza e al senatore Matteo Renzi). Del tutto naturale che ci possa essere una “guerra” più o meno palese tra le diverse parti colpite e interessate e del tutto naturale che ci potrebbero essere molte persone che vedrebbero molto volentieri Report occuparsi dell’estinzione delle farfalle smeraldo (papilio palinurus) nativa delle isole minori delle Filippine. Il tema è capire da che parte si indirizza questa “guerra”, quale è il suo obiettivo finale e quali strumenti (dossier, trappoloni) vengono usati per combatterla.
È ragionevole e facilmente intuibile ritenere che l’obiettivo potrebbe essere la chiusura o la riduzione di spazio della trasmissione (come peraltro vagamente auspicato anche dentro Viale Mazzini, vedi articolo di Roselli sul Fatto di ieri con il titolo “Orfeo accorcia Report e moltiplica Annuziata”). Altri obiettivi, oltre a possibili vendette più o meno personali, si fatica a trovarne. Letta da questo punto di vista, e francamente non ne vediamo altri, la vicenda si complica assai. Dal nostro punto di vista, siamo fermamente convinti che di Report e trasmissioni simili ce ne dovrebbero essere una al giorno, e possibilmente, su Rai Uno. Le frasi riportate ieri in Vigilanza dal deputato Andrea Ruggieri sono pesanti e rivelano un metodo, un mondo di relazioni anomale. La madre di tutte le domande è perché intercorrono relazioni di questo tipo? Perché Ranucci chiama il presidente della Vigilanza Barachini e gli dice “Per cortesia, parla con Ruggieri e cerca di fermare questa roba che è falsa” ??? e poi aggiunge “Io ho scritto a Ruggieri per dirgli che aveva fatto una cosa vergognosa …”. Queste due frasi già da sole sarebbero sufficienti a svelare un rapporto di interferenze anomalo e ingiustificabile tra chi svolge inchieste giornalistiche e un parlamentare. La cosa “bizzarra” è che, per quanto dichiarato da Ranucci, il presidente della Vigilanza Barachini gli risponde a tono e gli dice che “… adesso sento Ruggieri …l’ho trovato poco disponibile”. No, non ci piace nulla di questa storia dalla quale sembra che nessuno ne esca bene e il primo che si è trovato in difficoltà a gestirla è stato lo stesso Fuortes che non ha saputo o voluto replicare prontamente e adeguatamente. Ora, verosimile, che tutto passi in mano agli avvocati e all’Audit interno Rai.
La guerra è in corso e i colpi di cannone si fanno sempre più vicini.
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