martedì 22 febbraio 2022

Quando la barca Rai va ... lasciala andare .. oppure affondare


La zappa e la vanga sono i nostri attrezzi preferiti e i calli sulle mani lo stanno a dimostrare. La terra, l’erba, il bosco sono il nostro riferimento ma pure in mare ci troviamo bene a tal punto che, appena andato in pensione, mi sono tolto lo sfizio di prendere la patente nautica (difficilissima). Ho dovuto studiare intensamente nozioni per me sconosciute ma fondamentali per la corretta navigazione e conoscenza della barca, del meteo, delle segnalazioni etc.

Tutto questo per dirvi che la metafora della nave Rai proposta ieri sembra essere stata assai suggestiva visto il successo di visualizzazioni. Un nostro lettore ci ha però fatto osservare che se pure una nave appare ferma in mezzo al mare, in realtà si muove per effetto di due forze distinte tra loro:  la deriva e lo scarroccio. Si dice deriva quando “Tutta la massa d’acqua si sposta per effetto di correnti. Quindi la barca va alla deriva quando si sposta in modo apparentemente autonomo rispetto al suo moto propulsivo e conduzione. Si dice invece “scarroccio” quando l’imbarcazione si muove, senza moto propulsivo proprio (vela o motore) in relazione al vento di superficie che colpisce l’opera morta o viva.

Allora , precisando meglio la metafora: la Rai apparentemente è ferma ma sostanzialmente è in movimento perché tutta la massa d’acqua che la circonda è sottoposta al moto delle correnti. Bene, oggi abbiamo la dimensione esatta delle correnti alle quali è sottoposta. Vi abbiamo spesso accennato al lavoro in corso al Senato per cercare di riunificare le diverse proposte di riforma della governance Rai. A quanto sembra, siamo arrivati ad una prima sintetica bozza condivisa dove si intravvedono punti nodali: risorse e stabilità di “governo” dell’Azienda. Sulle risorse si aprirà certamente un vivo dibattito perché si intravvede la possibilità che la Rai debba poggiare prevalentemente sul canone, abbandonando le incertezze del mercato pubblicitario. interessante, qualcuno sta già gongolando. Per quanto riguarda la stabilità si prevede che il Cda debba rimanere in carica 5 anni. Nota a margine: il documento mena una sonora bacchettate sule dita di Rai Play laddove si legge che “ .. non appare in grado di rispondere alla sfida di dotare l’Azienda di un servizio autenticamente competitivo con gli OTT”. In un post successivo, più approfondito, vi forniremo maggiori dettagli.

Ma intanto questa proposta di ridurre in modo rilevante la posta pubblicità dal budget Rai è decisamente importante. Cosa può significare in soldoni? Perché si tratta in buona sostanza di ridurre o sostituire l’importo totale che oggi Rai incassa dalla pubblicità. Nel caso si dovesse trattare di ridurre il budget ne consegue che l’Azienda si dovrà sottoporre ad una sostanziosa cura dimagrante di reti, programmi, investimenti. Se invece si dovesse trattare di “sostituzione” si dovrebbe immaginare o di aumentare il canone e, francamente, con questi chiari di luna, appare una idea alquanto bislacca. Oppure, di mantenere inalterato e costante il canone riducendo però comunque il volume di impegni ai quali l’Azienda deve adempiere. Per tutte le soluzioni che si intravvedono, comunque la “deriva” sembra la stessa: ridurre l’ingombro della Rai sul mercato. Approfondiremo presto l’argomento.

Altra perla degna di attenzione: il 6 gennaio scorso su Il Foglio con la firma di Stefano Cingolani vene pubblicato un articolo dove si leggeva che “a marzo Rai Way dovrebbe fondersi con Ei Towers (Mediaset)”. Cercammo di saperne di più e dopo qualche telefonata la notizia ci venne “quasi “smentita da autorevoli fonti. Ci rimase però il sospetto perché non si scrive una cosa del genere senza averne fondamento pena la credibilità dell’autore. Ebbene, oggi su Repubblica compare un articolo a firma di due colleghi solitamente bene informati con il titolo (ormai abusato) “Riparte il progetto della società unica delle torri televisive” e si legge che il Governo punta a varare un DPCM che punta a cambiare l’assett di Rai Way con il quale si potrebbe autorizzare RAI a scendere sotto la soglia di controllo del 51%. Tombola!!! Con buona pace delle “Linee guida del nuovo Piano Industriale” Rai che di una cosa del genere ne ignora completamente la portata, la rilevanza e il significato.

La lettura incrociata di questi due elementi (riforma della governance e vendita di Rai Way) apre scenari inediti e per molti aspetti inquietanti. È vero, la barca Rai si muove e … forse a sua insaputa… Rimanete sintonizzati, a presto.

bloggorai@gmail.com


 

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