Come abbiamo scritto ieri (con grande successo di lettori!!!),
avvengono cose surreali: abbiamo dato notizia della lettera del Presidente
della Vigilanza Alberto Barachini indirizzata al vertice Rai sull’emergenza
Covid e anche oggi nessuno ne scrive una riga. Delle due l’una: o i colleghi
sono distratti da altre faccende e magari non ritengono questo argomento interessante
oppure si è mossa una poderosa macchina del silenzio. Si dice che la comunicazione
o la subisci o la gestisci. In questo caso si gestisce la NON comunicazione.
Due domande: perché la Rai comunica poco e male? Abbiamo scritto
che la lettera firmata Foa/Salini poteva costituire un formidabile strumento di
comunicazione per sottolineare l’impegno dell’Azienda in queste drammatiche circostanze.
Perchè non è stata resa pubblica o almeno perchè non sono stati comunicati i
contenuti? Perché Salini ha scelto il Sole 24Ore, con tutto il rispetto, che
certo non si rivolge al grande pubblico? Perché non è stata convocata una conferenza
stampa, seppure virtuale, per esplicitare compiutamente tutto l’impegno Rai in
questi giorni? Cosa si teme? Cosa non si vuole dire? Comunque, riteniamo grave che un argomento del genere
sia taciuto. Alcuni lettori ci hanno commentato: “la lettera di Barachini si tratta di una manovra per accontentare
Lega e FI”. Non è convincente: il ruolo e il peso del Servizio Pubblico in tali circostanze non è o non dovrebbe essere appannaggio di un partito o di un
governo. La Rai è un patrimonio nazionale, ha o dovrebbe avere lo stesso peso
delle grandi infrastrutture di interesse strategico nazionale. E se il
Parlamento, e se pure fosse solo una parte di esso, rileva gravi ritardi e inefficienze
tutto si può fare meno che tacere.
Oggi, appunto, nulla, niente, nisba. Provate a sfogliare i
giornali e vi prego, avvisatemi se trovate qualcosa degno di attenzione. Per obbligo,
ma solo per obbligo, citiamo l’intervista di Silvia Calandrelli, direttrice di RaiTre nonché di Rai Storia, Rai
Cultura e Rai 5, su L’Arena a cura di Maurizio Battista. Leggiamo: “Quando il
21 febbraio abbiamo compreso che la situazione nel Paese diventava davvero
complicata e si chiudevano le scuole, abbiamo deciso di rivoluzionare la
programmazione e dedicare un canale 24 ore su 24, vale a dire Rai Scuola,
all'offerta rivolta a studenti e professori. Quindi come Rai abbiamo messo a
disposizione un patrimonio di contenuti validati scientificamente, per materie
umanistiche, scientifiche, tecnologiche e linguistiche. Già dall'inizio di
marzo dunque su Rai Scuola offriamo lezioni, programmi e contenuti di approfondimento
che possono affiancare l'attività scolastica». No comment.
Registriamo una considerazione: quando si parla di Servizio
Pubblico, di Rai, ci si riferisce curiosamente e prevalentemente solo alla
televisione. Eppure esiste la Radio che comunque raccoglie tanti milioni di
ascoltatori e contribuisce non poco. Perché la Rai “comunica”poco la Radio? Giriamo
la domanda ai nostri esperti lettori.
Infine: note a margine su RaiPlay. Sarà necessario comprendere bene cosa offre la
piattaforma del Servizio Pubblico e in che modo risponde ai mutati interessi dei
telespettatori in questo periodo.
Poniamo qualche domanda: come si evidenziano i diversi contenuti presenti nelle varie finestre di presentazione? Come avviene la selezione?
Come funziona il motore di ricerca e quanto
risponde in modo efficace? Infine: il player è aggiornato? Quante volte
si “impalla” in un buffering lento? È solo colpa della rete sovraccarica o è un
problema interno ?
Abbiamo provato a fare un confronto con Mediaset Play: non c’è
partita. Anzitutto propone una offerta molto più ricca di film e fiction e anche la library dei film è molto sostanziosa. Per quanto riguarda il player si osserva
subito che non ha buffering e le sole interruzioni sono dovute a inserimenti
pubblicitari. Il motore di ricerca risponde correttamente alle domande. Insomma
… la partita per Rai è molto complicata.
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