Veniamo ora alla notizia del giorno: dopo settimane di silenzio, questa mattina intervista dell’AD
Fabrizio Salini sul Sole24Ore a cura di Andrea Biondi. Anzitutto osserviamo il
giornale dove compare: è la seconda volta che interviene “pro domo sua” nel
senso della domus di Viale Mazzini. Va bene. Comprendiamo. Poi, osserviamo che,
evidentemente, al settimo piano qualcuno legge questo blog: da settimane stiamo
titolando e scrivendo sul silenzio dell’AD in questa fase di emergenza mentre, al
contrario, il Presidente Foa ha parlato
spesso e volentieri. Si dirà: meglio tardi che mai. Per puro esercizio stilistico
e di contenuti, provate a confrontare le due interviste. Tanto per
cominciare, questa mattina appena letto il testo dell’intervista, abbiamo
chiesto a diversi interlocutori e lettori del blog la loro opinione. Ovviamente
alcuni “osti” di casa Rai hanno detto che il “vino è decente” seppure con molta
moderazione: la definizione più puntuale è stata “sobria” mentre il più
polemico “fuffa, il nulla allo stato puro”.
Ma cosa ha detto Salini? “Ci voleva la crisi legata al
coronavirus perché la Rai potesse ambire a essere riconosciuta come
"centrale"? La Rai è ed è sempre stata centrale. Una centralità
derivante dall'essere servizio pubblico, dalla responsabilità del rivolgersi al
Paese intero.” Prosegue :” C'è chi riconosce che tanto è stato fatto dalla
Rai ma anche chi sostiene che in termini di offerta culturale o per le scuole si
poteva fare meglio. La nostra reazione all'emergenza è stata rapida.
Abbiamo ampliato gli spazi informativi, assicurando una copertura da servizio
pubblico. L'informazione delle testate regionali si sta rivelando ancor più
preziosa per la particolarità della situazione”. “La Rai sarà con ogni
probabilità chiamata in causa alla ripresa, con la richiesta di impegni
ulteriori in termini di investimenti e commesse. La Rai dovrà continuare ad
essere il punto di riferimento e il volano dell'intera industria dell'audiovisivo.
L'indirizzo strategico della Rai è di svolgere ancora di più un ruolo centrale
e determinante nel difendere e rilanciare il settore dell'audiovisivo. E
intendiamo farlo a tutti i livelli del ciclo che dall'ideazione e dalla
selezione dei progetti porta alla produzione”. Prosegue “L'emergenza coronavirus
Intanto ritarderà l'implementazione del piano industriale, di cui si tornerà a
parlare a dicembre. La partenza del Piano industriale è slittata per
ragioni evidenti. Ma non si è fermato: il processo di riforma e di innovazione
va avanti. Abbiamo attivato la direzione documentari, già operativa. E poi
abbiamo concluso il job posting per la Direzione Nuovi Formati, una struttura
che assume un significato ancor più rilevante in questo particolare momento”.
Isoliamo un tema: la scuola e il supporto ai ragazzi rimasti
a casa. Dice Salini ”la nostra risposta è stata rapida”. Rapida??? Prosegue: “la
settimana prossima, in accordo con il Ministero… etc etc” La settimana
prossima??? È passato un mese da quando è iniziata la crisi e la scuola si
appresta a chiudere l’anno.
Nostro commento: se non è zuppa è pan bagnato. Non si coglie
nulla, niente, sul ruolo strategico del Servizio Pubblico non solo per l’emergenza
(non una parola sui buchi, sui ritardi, sulle inefficienze –una su tutte quella
di RaiNews24 - sulle scelte di palinsesto basate sulle repliche su Rai Uno e,
per finire, sulla Task force per le fake news .. un velo pietoso) quanto più
per il suo futuro, per la sua credibilità e autorevolezza. La sua “visione” si
limita al giro di calendario e non si coglie come e quanto la crisi che stiamo
attraversando possa determinare una mutazione genetica del Servizio Pubblico che sarà
talmente epocale che inevitabilmente si proietterà sul suo futuro prossimo
venturo in Italia come nel resto d’Europa a partire dalla risorse con le quali
si dovrà sostenere (vedi canone).
Si
coglie, per quanto abbiamo letto, un giro
di orizzonte vasto come una foglia di rosmarino: non una parola sui grandi temi
che interessano oggi e domani tutto il sistema della comunicazione audiovisiva (sostiene
Salini: “L'indirizzo strategico della Rai è di svolgere ancora di più un ruolo
centrale e determinante nel difendere e rilanciare il settore dell'audiovisivo”)
dove, sia detto per inciso, interessa pure l’informazione. Già … se magari
avesse aggiunto come, con quali risorse, con quali indirizzi forse sarebbe
stato utile. Sul piano industriale poi, stendiamo un altro velo pietoso: “Ma non si è
fermato: il processo di riforma e di innovazione va avanti. Abbiamo attivato la
direzione documentari, già operativa. E poi abbiamo concluso il job posting per
la Direzione Nuovi Formati, una struttura che assume un significato ancor più
rilevante in questo particolare momento”. Job Posting …già … job posting … già…
avevamo dimenticato che si dovrebbe fare il Job Posting.
Ci scrive stamattina un attento lettore: “Un ruolo forte di
Rai è più che mai necessario”. Si certo, sottoscriviamo. Occorre essere forti e
coraggiosi.
Infine: alcune persone, da oltre un anno, si incontrano e
dibattono proprio sul futuro del Servizio Pubblico e già il nome del gruppo
esprime il suo progetto: Visioni2030. Per chi fosse interessato può scrivere
alla nostra mail.
bloggorai@gmail.com
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